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    Predefinito La Chiesa "Casta meretrix" ovvero “doppiamente santa”

    Casta meretrix ovvero “doppiamente santa”

    del Card. Giacomo Biffi - Arcivescovo emerito di Bologna

    Per molti teologi e “saccenti”, la Chiesa sarebbe anche peccatrice. Lo testimonierebbe l’espressione “casta meretrice” attribuitale, dicono, dai Padri. Ma siamo sicuri che abbiano ragione? Pare proprio di no. Vediamo perché.

    [Da «il Timone» n. 59, gennaio 2007]

    Annotazione previa

    La Chiesa è santa o peccatrice? Nessuno degli antichi simboli di fede si dimentica di elencare anche la santità della Chiesa tra le verità che appartengono al patrimonio delle certezze cristiane. Ma nell’insegnamento dei teologi professionisti - e conseguentemente in larga parte della coscienza ecclesiale dei nostri giorni - quale rilevanza assume questo punto della dottrina cattolica? Tutelare una persuasione che ci viene dall’insegnamento degli apostoli - anzi, se è possibile, avvalorarla nella mentalità ecclesiale contemporanea - è, a mio giudizio, un compito ineludibile della pastorale di oggi: ineludibile ma, a essere schietti, abbondantemente eluso. Viene oggi efficacemente proposta, tra tutte le verità della fede, anche quella della santità della Chiesa?

    Moderna fortuna di un termine

    «Casta meretrix» è un sorprendente oximoron ("espressione antinomica"); tanto più sorprendente perché è abitualmente riferito alla Chiesa. Dopo l’ambigua utilizzazione di von Balthasar (in Sponsa Verbi, Brescia 1985) esso gode di una discreta fortuna. Ogni tanto me lo sento ricordare, con la soddisfazione di chi è certo di addurre un’argomentazione decisiva allorché dichiaro incautamente la mia convinzione che alla Chiesa come tale non si possa assegnare l’epiteto di «peccatrice». «Ma se la Chiesa - mi si ribatte - è una "casta meretrix", come dicono i Padri!». È così enfatico l’accento posto sul sostantivo, che l’aggettivo che l’accompagna passa in seconda linea. «Come dicono i Padri». Dir male della Chiesa (che nessuna antica professione di fede si dimentica di chiamare «santa») non è mai stato ritenuto nell’ascesi cristiana un atto particolarmente meritorio. È piuttosto da sempre l’inveterata consuetudine degli «altri», cioè dei non credenti. È consentito ai buoni fedeli , associarsi al coro dei maldicenti, magari per favorire un dialogo aperto e costruttivo? I più timorati non ne troverebbero il coraggio se non potessero aggiungere appunto:«Come dicono i Padri».

    «Come dicono i Padri»

    A sentirli, si direbbe che ci sia quasi un consenso universale; che nessuno dei grandi maestri di fede dei primi secoli si sia dimenticato di attribuire alla Chiesa questo titolo pittoresco: che la denominazione «casta meretrix» sia un punto irrinunciabile di tutta l’ecclesiologia tradizionale. (Citiamo per tutti H. Kung, che qui si dimostra più sicuro delle sue asserzioni che non premuroso di documentarle: «C’è solo una chiesa che è al tempo stesso santa e peccatrice, una "casta meretrix", come fin dall’epoca patristica la si è spesso chiamata...» (H. Kung, La chiesa, Brescia 1969, p. 379).
    «Come dicono i Padri»: avvalorato da così ampia e autorevole testimonianza, un cuore cattolico si rassicura e può tranquillamente parlare dei "peccati della Chiesa". Ma siamo sicuri che questi teologi non siano a questo proposito un po’ faciloni e spensierati? Vediamo allora, con un’indagine di una certa serietà, quanti sono questi Padri. E vediamo chi sono. Salvo miglior giudizio, è uno solo: Ambrogio. Nessuno ha parlato di «casta meretrix» prima di lui, e nessuno dopo di lui, tra i Padri, l’ha imitato.

    Rahab «tipo» della Chiesa

    Ambrogio ha usato questa espressione una sola volta, nella sua meditazione su Rahab, la donna di Gerico di cui parla il libro di Giosuè.
    Essa – egli dice - «nel simbolo era una prostituta ma nel mistero era la Chiesa, congiunta ormai ai popoli gentili per la comunanza dei sacramenti» (In Lucam, VIII, 40).
    L’utilizzazione «tipica» di Rahab - personaggio contraddittorio, cui era attribuita sia una professione indegna sia un’azione lodata e provvidenziale - era già un classico della letteratura cristiana. Il Vangelo di Matteo l’aveva ricordata nella genealogia di Gesù (cf. Mt 1,5). La lettera agli Ebrei l’aveva portata come esempio della fede che salva (cf. Eb 11,31). San Giacomo, preso da altre preoccupazioni teologiche, aveva messo in risalto la sua giustificazione ottenuta con le opere, cioè con la buona azione a vantaggio degli esploratori ebrei (cf. Gc 2,25). Clemente Romano, quasi a sintesi e conciliazione dei due testi, aveva scritto: «Per la sua fede e la sua ospitalità Rahab la meretrice fu salva» (I ad Corinthios 12,1).
    Dopo Clemente, che si sofferma a lungo sull’episodio di Gs 2,1-21, leggendolo alla luce della redenzione operata da Cristo (cf. I ad Corinthios, 12, 1-8), era andata chiaramente delineandosi - da Giustino a Ireneo a Origene a Cipriano - una decisa interpretazione ecclesiologica della figura di Rahab. E proprio dalla riflessione sulla «casa della prostituta» - la sola in Gerico che ha preservato dalla morte - emerge il famoso principio che «fuori della Chiesa non c’è salvezza».
    «Nessuno potrebbe illudersi al riguardo - scrive Origene - nessuno può ingannarsi: fuori di questa casa, cioè fuori della Chiesa, non c’è salvezza» (Om. in Iosue, 3, 4). E Cipriano: «Credi tu di poter vivere, se ti distacchi dalla Chiesa edificandoti altre case e diversi alloggi, mentre a Rahab, prototipo della Chiesa, viene detto: ognuno che lascerà la porta della tua casa sarà colpevole?» (De unitate eccesiae, 8). In Cipriano il principio «extra Ecclesiam nulla salus» viene collegato con la verità della maternità della Chiesa: «non può avere Dio per padre, chi non ha la Chiesa per madre» (De unitate ecclesiae, 6).

    Che significa «casta meretrix»?

    Ambrogio nella sua riflessione ha presumibilmente sottocchio soprattutto il commento di Origene. Ma il suo pensiero si sviluppa in maniera molto personale.
    «Rahab - che nel tipo era una meretrice ma nel mistero è la Chiesa -indicò nel suo sangue il segno futuro della salvezza universale in mezzo all’eccidio del mondo: essa non rifiuta l’unione con i numerosi fuggiaschi, tanto più casta quanto più strettamente congiunta al maggior numero di essi; lei che è vergine immacolata, senza ruga, incontaminata nel pudore, popolare nel suo amore, meretrice casta, vedova sterile, vergine feconda» (In Lucam, III,23). Questo è l’unico passo dove compare la nostra espressione; e merita un commento ravvicinato.

    Typo meretrix mysterio ecclesia - Si vuol dire che l’attività meretricia appartiene alla «figura», non alla realtà figurata. Non si possono dunque fare frettolose trasposizioni dal «tipo» all’«antitipo»; bisogna prima chiarire in che senso e sotto quale profilo il paragone possa essere istituito.
    Multorum convenarum copulam non recusat - Il chiarimento arriva immediatamente: la Chiesa può essere simbolicamente ravvisata nella donna di Gerico, soltanto perché non si rifiuta di unirsi alla moltitudine dei «fuggiaschi», cioè di quanti - dispersi e disorientati nella città mondana - cercano presso di lei riparo dalla perdizione. Tutti li accoglie per tutti salvarli.

    Quo coniunctior pluribus eo castior - C’è però una differenza fondamentale. La condiscendenza con cui la Chiesa dischiude la sua porta a tutti, come fanno le donne di costumi troppo facili, non solo non comporta in lei niente di riprovevole, ma indica addirittura fedeltà alla propria missione (e quindi al suo Sposo che gliel’ha assegnata).

    Immaculata virgo, sine ruga, pudore integra - Quasi a prevenire qualunque equivoco che potesse nascere da un paragone innegabilmente audace, è evocato qui (e perfino oltrepassato) l’appassionato linguaggio di Paolo quando esalta «la Chiesa senza macchia né ruga né alcunché di simile» (Ef 5, 27). È da notare che nel testo di Ambrogio non si tratta della condizione escatologica cui il Signore vuoi portare la sua Sposa. «Immaculata virgo, sine ruga, pudore integra» è per il vescovo milanese proprio la Chiesa che, camminando nella storia, accoglie e salva gli uomini che oggi sono «sbandati» («convenae»).

    Amore plebeia ("popolare nell’amare") - L’espressione è un po’ avventurosa, ma ricca di una intensità che la rende quasi intraducibile. «Plebeius» negli scrittori latini è vocabolo che ha sempre almeno una sfumatura di spregio. Che abbia potuto venire adoperata da un patrizio di eccellente cultura romana per qualificare la Sposa di Cristo, basta a significarci la novità "democratica" davvero rivoluzionaria portata dal cristianesimo. La Chiesa è «plebeia» nel suo amore; vale a dire, non c’è niente di aristocraticamente esclusivo nelle sue attenzioni, che sono rivolte a tutti senza distinzione. O, se ci sono preferenze, sono casomai per i semplici, gli umili, i poveri. Ambrogio, si sa, aveva un po’ in antipatia le condizioni di privilegio, tanto che ha potuto scrivere: «Nessuno presuma, perché è ricco, che gli si debba maggior ossequio. Nella Chiesa è ricco chi è ricco di fede» (Ep. Extra coli., 14, 86).

    Tre immagini

    La meditazione ecclesiologica ambrosiana si avvale in quel brano di tre immagini, da considerarsi simultaneamente se si vuol attingere la profondità del mistero. La Chiesa è al tempo stesso prostituta, vedova, vergine: «meretrix casta, vidua sterilis, virgo fecunda». E ci viene subito offerta una limpida spiegazione di queste tre qualifiche.
    La Chiesa è «meretrice casta, perché molti amanti la frequentano per le attrattive dell’amore ma senza la contaminazione della colpa».
    La Chiesa è «vedova sterile, perché in assenza del marito non sa generare (ma poi il marito è giunto, e così ella ha generato questo popolo e questa "plebe")». La Chiesa è «vergine feconda, perché ha partorito questa moltitudine, come frutto del suo amore, non però per intervento di concupiscenza» (In Lucam, III, 23).

    Concludendo

    Nel suo significato originario, dunque, l’espressione «casta meretrix», lungi dall’alludere a qualcosa di peccaminoso e di riprovevole, vuole indicare - non solo nell’aggettivo ma anche nel sostantivo - la santità della Chiesa; santità che consiste tanto nell’adesione senza tentennamenti e senza incoerenze al suo Sposo («casta») quanto nella volontà di raggiungere tutti (secondo il compito che le è stato affidato dal suo Signore) per portare tutti a salvezza («meretrix»).
    E non appartiene «ai Padri» ma al solo Ambrogio, che nella spregiudicata libertà del suo animo credente l’ha coniata con l’unico intento di esaltare la Sposa di Cristo. E non dimentichiamolo: la fede di Ambrogio - notava già sant’Agostino - è la fede cattolica (Contra lulianum opus imperfectum, 3, 205: «secundum ambrosianam idest catholicam fidem»).

    Fonte: contro la leggenda nera

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    Peter Paul Rubens, Il trionfo della Chiesa sull'ira, la discordia e l'odio, 1628, Museo del Prado, Madrid (v. QUI)

    Peter Paul Rubens, La vittoria dell'Eucaristia: la Verità sull'eresia, 1625-26 circa, Museo del Prado, Madrid

  4. #4
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    Il concetto di "Chiesa", come è stato compreso alle origini, pur nelle sue tante evoluzioni, resta essenzialmente quello di "corpo mistico".

    Poiché c'è un solo pane, noi, pur essendo molti, siamo un corpo solo: tutti infatti partecipiamo dell'unico pane (
    1 Cor 10,17).
    Come infatti il corpo, pur essendo uno, ha molte membra e tutte le membra, pur essendo molte, sono un corpo solo, così anche Cristo. E in realtà noi tutti siamo stati battezzati in un solo Spirito per formare un solo corpo, Giudei o Greci, schiavi o liberi; e tutti ci siamo abbeverati a un solo Spirito. Ora il corpo non risulta di un membro solo, ma di molte membra. (
    1 Cor 12,12-14)

    In questo senso, la sua realtà è molto simile a quella di Gesù Cristo, vero uomo e vero Dio, cioè con questa doppia natura, umana e divina:

    Si può scorgere nella sua realtà visibile una realtà completamente spirituale portatrice di vita divina. CCC 770.
    Le due dimensioni dell'essere ecclesiale formano una sola complessa realtà risultante di un elemento umano e di un elemento divino (Lumen Gentium 8.) e fa si che i battezzati si sentano uniti tra loro pur nella diversità dei tempi e dei luoghi della storia. (Memoria e riconciliazione 3.1).
    Tommaso d'Aquino precisa che la pienezza della santità appartiene al tempo escatologico, mentre la Chiesa peregrinante non deve ingannarsi affermando di essere senza peccato. (Memoria e riconciliazione 3.3).


    La Chiesa è nella sua essenza divina, soprannaturale, e in questo senso infallibile (e quindi come ci ricorda il papa - non si tratta solo di una realtà sociale) nella sua realtà spirituale, in quanto nelle "vene" del suo "corpo" fluisce lo stesso Spirito Santo. E' lo Spirito Santo il vero collante della Chiesa, Colui che dà vita a questo Corpo.

    E' Colui che fa della Chiesa una realtà che va oltre i confini di spazio (per questo si può dire che esiste una Chiesa oltre la Chiesa, che esiste quella che viene chiamata "Chiesa invisibile", fatta di uomini e donne che vivendo in regioni sperdute, non conoscono concettualmente Gesù, ma lo conoscono interiormente, o magari rifiutano un "dio", che non è il Dio Cristiano, perchè non hanno veramente compreso la Buona Novella).

    Non solo oltre i confini di spazio, ma anche di tempo: percui può accadere che un papa chieda perdono per fatti appartenenti alla chiesa Medievale. Ma QUELLA chiesa, ha in comune con QUESTA chiesa di oggi, il fatto di appartenere ad una realtà che va oltre il tempo: la Chiesa di Cristo.

    In questo senso la Chiesa è (e non può essere altrimenti) fondata solo e unicamente sullo Spirito Santo, che è lo Spirito del Figlio. E' solo questa fondazione, solo con QUESTE fondamenta è possibile riconoscere nella Chiesa una realtà sovrannaturale, "spirituale", non solo ministeriale e gerarchica, ma anche carismatica. Solo in questo modo la Chiesa continua ad essere il "sacramento" universale di Dio, il mezzo con cui Dio scende nel cuore di ogni uomo e donna.

    E in realtà noi tutti siamo stati battezzati in un solo Spirito per formare un solo corpo, Giudei o Greci, schiavi o liberi; e tutti ci siamo abbeverati a un solo Spirito. (1 Cor 12, 13)

    E tutti ministeri e carismi sono fondati dallo Spirito, dal momento che sono direttamente costituiti da Lui:

    Alcuni perciò Dio li ha posti nella Chiesa in primo luogo come apostoli, in secondo luogo come profeti, in terzo luogo come maestri; poi vengono i miracoli, poi i doni di far guarigioni, i doni di assistenza, di governare, delle lingue. (1 Cor 12,28)

    Solo in questo senso si può vedere nei singoli sacramenti non atti puramente sociali o d'altra parte, atti magici, ma veri atti SALVIFICI che in qualche maniera, infondono la Grazia di Cristo e prolungano il suo ministero terreno in quanto celebrati dall'intera comunità cristiana, mediate il ministero presbiteriale.

    La Chiesa è il Corpo di Cristo, che si manifesta attraverso lo Spirito Santo effuso nei cuori dei cristiani (Rm 5,5) e realizza il Mistero nascosto nei secoli (Col 1,26), il disegno del Padre di ricapitolare in Cristo tutte le cose (Ef 1,10).

    Al tempo stesso esiste la "chiesa" ("c" minuscola) che non è solo divina e sovrannaturale, ma profondamente umana, in quanto (non fondata) ma costituita da uomini, donne, bambini.
    Possiamo quindi dire che la Chiesa è santa (per opera dello Spirito) e al tempo stesso la chiesa è peccatrice (per la costituzione umana).

    Possiamo stupirci che la Chiesa/chiesa abbia promosso crociate, caccia alle streghe, soprusi e al tempo stesso abbia prodotto santità, speranza, preservazione della fede, del Vangelo, della cultura, abbia promosso ospedali, ospitalità, consapevolezza e sia stata mezzo di salvezza per generazioni intere? No, se non vogliamo cadere nell'anticlericalismo, ma neanche nella superficiale apologia, dobbiamo tenere conto di questa doppia natura della Chiesa stessa.

    Pace & bene

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    Citazione Originariamente Scritto da VeteroCatholico Visualizza Messaggio
    Il concetto di "Chiesa", come è stato compreso alle origini, pur nelle sue tante evoluzioni, resta essenzialmente quello di "corpo mistico".

    Poiché c'è un solo pane, noi, pur essendo molti, siamo un corpo solo: tutti infatti partecipiamo dell'unico pane (
    1 Cor 10,17).
    Come infatti il corpo, pur essendo uno, ha molte membra e tutte le membra, pur essendo molte, sono un corpo solo, così anche Cristo. E in realtà noi tutti siamo stati battezzati in un solo Spirito per formare un solo corpo, Giudei o Greci, schiavi o liberi; e tutti ci siamo abbeverati a un solo Spirito. Ora il corpo non risulta di un membro solo, ma di molte membra. (
    1 Cor 12,12-14)

    In questo senso, la sua realtà è molto simile a quella di Gesù Cristo, vero uomo e vero Dio, cioè con questa doppia natura, umana e divina:

    Si può scorgere nella sua realtà visibile una realtà completamente spirituale portatrice di vita divina. CCC 770.
    Le due dimensioni dell'essere ecclesiale formano una sola complessa realtà risultante di un elemento umano e di un elemento divino (Lumen Gentium 8.) e fa si che i battezzati si sentano uniti tra loro pur nella diversità dei tempi e dei luoghi della storia. (Memoria e riconciliazione 3.1).
    Tommaso d'Aquino precisa che la pienezza della santità appartiene al tempo escatologico, mentre la Chiesa peregrinante non deve ingannarsi affermando di essere senza peccato. (Memoria e riconciliazione 3.3).


    La Chiesa è nella sua essenza divina, soprannaturale, e in questo senso infallibile (e quindi come ci ricorda il papa - non si tratta solo di una realtà sociale) nella sua realtà spirituale, in quanto nelle "vene" del suo "corpo" fluisce lo stesso Spirito Santo. E' lo Spirito Santo il vero collante della Chiesa, Colui che dà vita a questo Corpo.

    E' Colui che fa della Chiesa una realtà che va oltre i confini di spazio (per questo si può dire che esiste una Chiesa oltre la Chiesa, che esiste quella che viene chiamata "Chiesa invisibile", fatta di uomini e donne che vivendo in regioni sperdute, non conoscono concettualmente Gesù, ma lo conoscono interiormente, o magari rifiutano un "dio", che non è il Dio Cristiano, perchè non hanno veramente compreso la Buona Novella).

    Non solo oltre i confini di spazio, ma anche di tempo: percui può accadere che un papa chieda perdono per fatti appartenenti alla chiesa Medievale. Ma QUELLA chiesa, ha in comune con QUESTA chiesa di oggi, il fatto di appartenere ad una realtà che va oltre il tempo: la Chiesa di Cristo.

    In questo senso la Chiesa è (e non può essere altrimenti) fondata solo e unicamente sullo Spirito Santo, che è lo Spirito del Figlio. E' solo questa fondazione, solo con QUESTE fondamenta è possibile riconoscere nella Chiesa una realtà sovrannaturale, "spirituale", non solo ministeriale e gerarchica, ma anche carismatica. Solo in questo modo la Chiesa continua ad essere il "sacramento" universale di Dio, il mezzo con cui Dio scende nel cuore di ogni uomo e donna.

    E in realtà noi tutti siamo stati battezzati in un solo Spirito per formare un solo corpo, Giudei o Greci, schiavi o liberi; e tutti ci siamo abbeverati a un solo Spirito. (1 Cor 12, 13)

    E tutti ministeri e carismi sono fondati dallo Spirito, dal momento che sono direttamente costituiti da Lui:

    Alcuni perciò Dio li ha posti nella Chiesa in primo luogo come apostoli, in secondo luogo come profeti, in terzo luogo come maestri; poi vengono i miracoli, poi i doni di far guarigioni, i doni di assistenza, di governare, delle lingue. (1 Cor 12,28)

    Solo in questo senso si può vedere nei singoli sacramenti non atti puramente sociali o d'altra parte, atti magici, ma veri atti SALVIFICI che in qualche maniera, infondono la Grazia di Cristo e prolungano il suo ministero terreno in quanto celebrati dall'intera comunità cristiana, mediate il ministero presbiteriale.

    La Chiesa è il Corpo di Cristo, che si manifesta attraverso lo Spirito Santo effuso nei cuori dei cristiani (Rm 5,5) e realizza il Mistero nascosto nei secoli (Col 1,26), il disegno del Padre di ricapitolare in Cristo tutte le cose (Ef 1,10).

    Al tempo stesso esiste la "chiesa" ("c" minuscola) che non è solo divina e sovrannaturale, ma profondamente umana, in quanto (non fondata) ma costituita da uomini, donne, bambini.
    Possiamo quindi dire che la Chiesa è santa (per opera dello Spirito) e al tempo stesso la chiesa è peccatrice (per la costituzione umana).

    Possiamo stupirci che la Chiesa/chiesa abbia promosso crociate, caccia alle streghe, soprusi e al tempo stesso abbia prodotto santità, speranza, preservazione della fede, del Vangelo, della cultura, abbia promosso ospedali, ospitalità, consapevolezza e sia stata mezzo di salvezza per generazioni intere? No, se non vogliamo cadere nell'anticlericalismo, ma neanche nella superficiale apologia, dobbiamo tenere conto di questa doppia natura della Chiesa stessa.

    Pace & bene
    Questa artificiosa distinzione è errata. La Chiesa è un tutt'uno, costituita da realtà umana e realtà sovrannaturale. Parlare di "chiesa" con la "c" minuscola è improprio.
    La Chiesa, in quanto tale, è santa e non peccatrice. I singoli sono peccatori, ma non la Chiesa (neppure intesa con la "c" minuscola, dal momento che non esiste una siffatta artificiosa distinzione).

  6. #6
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    Praticamete la Chiesa sarebbe una meretice casta, cioè una che va con tutti (come la meretrice), al contrario del chiuso popolo ebraico, ma casta perchè, ovviamente, annuncia il vangelo, lo fa santamente, etc...

    P.S.

    Da che è stata la Chiesa è santa, perchè il suo capo è Cristo, pur se le sue membra peccano.

  7. #7
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    Citazione Originariamente Scritto da Aganto Visualizza Messaggio
    Praticamete la Chiesa sarebbe una meretice casta, cioè una che va con tutti (come la meretrice), al contrario del chiuso popolo ebraico, ma casta perchè, ovviamente, annuncia il vangelo, lo fa santamente, etc...

    P.S.

    Da che è stata la Chiesa è santa, perchè il suo capo è Cristo, pur se le sue membra peccano.
    Appunto, sono gli uomini, i singoli, peccatori, non già la Chiesa nel suo complesso nè le colpe dei singoli possono imputate alla Chiesa.
    Qualcosa del genere, del resto, mi sia permesso il parallelo, è affermato nel diritto secolare per quanto riguarda le entità di persone: societas non potest delinquere; chi delinque è il singolo individuo.
    E la stessa cosa capita per la Chiesa. Chi pecca è il singolo, non la Chiesa, neppure quando i peccati siano commessi rivestiti di autorità.

  8. #8
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    Predefinito Chiesa colpevole... ma SANTA

    Citazione Originariamente Scritto da Augustinus Visualizza Messaggio
    Appunto, sono gli uomini, i singoli, peccatori, non già la Chiesa nel suo complesso nè le colpe dei singoli possono imputate alla Chiesa.
    Qualcosa del genere, del resto, mi sia permesso il parallelo, è affermato nel diritto secolare per quanto riguarda le entità di persone: societas non potest delinquere; chi delinque è il singolo individuo.
    E la stessa cosa capita per la Chiesa. Chi pecca è il singolo, non la Chiesa, neppure quando i peccati siano commessi rivestiti di autorità.
    Concordo sul fatto che si debba distinguere il peccato del singolo dal peccato della Chiesa, come pure la santità del singolo dalla santità della Chiesa.

    Tuttavia, credo che la motivazione teologica che vuole la Chiesa santa e non peccatrice non stia nel fatto che la "Chiesa" è un concetto astratto o collettivo (come società) al quale non è possibile attribuire il peccato, mentre il peccato è sempre personale. In questo caso non avrebbe senso neanche parlare di santità della Chiesa.

    Tuttavia le Scritture non ci presentano mai una Chiesa avulsa dalla realtà o sopra la realtà, ma composta di due realtà, l'una spirituale, l'altra umana. La realtà del corpo mistico incarna così una struttura concreta fatta di esseri umani, che vivono oggi in una certa regione di spazio... ma permeata dallo Spirito Santo, presente non solo nei singoli cristiani come unità a se stanti, ma in modo da creare tra loro un legame che va oltre il tempo e oltre lo spazio.

    Le due dimensioni dell'essere ecclesiale formano una sola complessa realtà risultante di un elemento umano e di un elemento divino (Lumen Gentium 8.) e fa si che i battezzati si sentano uniti tra loro pur nella diversità dei tempi e dei luoghi della storia. (Memoria e riconciliazione 3.1).

    Con questa concezione di Chiesa, nella duplice dimensione visibile e spirituale, umana e divina può aver senso parlare di santità della Chiesa o peccato della Chiesa.
    Non si può infatti affermare che un cristiano in quanto colpevole, AUTOMATICAMENTE non faccia più parte della Chiesa. Quindi, nonostante la colpa sia sempre e solo personale, il suo peccato ricade nella e sulla Chiesa. Facendo ancora parte della Chiesa, è come se parte della Chiesa avesse commesso il peccato.

    Perchè allora la Chiesa è solo santa?

    Le colpe commesse nel passato e ricordate anche in "Memoria e riconciliazione" sono state si commesse da singoli cristiani, ma la domanda è se sono state fatte CONTRO la Chiesa e la sua dottrina O A CAUSA della Chiesa e della sua dottrina.

    Sarebbe troppo comodo dire che il comunismo non ha fatto morti, affermando che gli orrori e gli eccidi commessi sono stati fatti da uomini e non dal comunismo in se stesso.
    Ma parlare di "colpe del comunismo" (come pure del nazismo o di altro totalitarismo) ha senso se la colpa è INSITA in una stortura dell'ideologia stessa.

    Così la domanda è:
    - le crociate
    - la caccia alle streghe
    - lo sterminio e la persecuzione degli eretici
    - gli abusi sulle donne
    ...
    pur ridimensionati dalla recente storiografia che dimostra come molte delle colpe attribuite ai cristiani dell'epoca sono state gonfiate da un certo storicismo protestantico, mentre i nuovi dati dimostrano che molte colpe andrebbero ridimensionate...

    dicevo pur riconoscendo un ridimensionamento è innegabile che queste colpe ci sono state.

    Ora queste colpe sono dovute a "schegge impazzite", singoli cristiani che hanno preso certe iniziative, oppure erano insite nella struttura stessa ecclesiale e in una certe teologia di supporto?

    Si deve dire infatti che la caccia e i roghi delle streghe o degli indemoniati, la condanna a morte degli eretici, le crociate contro i mori e contro gli eretici, l'anti-giudaismo... erano ampiamente giustificati dalla dottrina ecclesiale e ampiamente giustificate da una struttura verticistica della Chiesa sempre più lontana dal Vangelo e dalle origini cristiane, sempre più burocratizzata, impastata di cielo, ma soprattutto di terra, del potere termporale e di interessi economici. Sempre più giurisdizionalizzata e lontana dalla gente che invece voleva il ritorno alle origini evangeliche, alla purezza. Una riforma della Chiesa in senso evangelico per la quale abbiamo dovuto aspettare il grande Concilio Vaticano II.

    In questo senso e SOLO in questo senso la Chiesa può essere detta colpevole, perchè gli atti commessi erano ampiamente giustificati e dovuti a storture teologiche insite nella Chiesa stessa.

    Tuttavia, ritengo che nella sua essenza la Chiesa sia veramente, come diciamo nel Credo, SANTA. Perchè?

    Perchè tali storture teologiche e strutturali della Chiesa, non fanno parte del progetto evangelico. Sono "fioriture" di rami che dovevano essere potati. Quindi non facevano propriamente parte del cristianesimo e non erano in linea con il Vangelo, cioè con la Parola di Dio. Erano uno sviluppo FUORI DELLA CHIESA, che (è il caso di dirlo) grazie a Dio, è stato potato (non del tutto purtroppo).

    Oggi la Chiesa Cattolico-Romana è in assoluta continuità con la Chiesa del Medioevo, per quanto riguarda il tronco principale, ma non per quanto riguarda altri rami di certa dottrina e certa sovrastruttura che è stata abbandonata.

    Lo Spirito Santo promise che non avrebbe abbandonato la sua Chiesa.
    Non l'ha fatto.
    Promise che le porte degli inferi non avrebbero prevalso. Così infatti è stato. Nonostante le cadute della Chiesa, essa ha centrato l'obiettivo dell'evangelizzazione: così fiori di santità sono sempre nati sul suo tronco.
    La Chiesa può errare, cadere, ma verrà sempre rialzata dallo Spirito, sempre sarà rimessa in carreggiata, perchè lo Spirito di Verità e di Vita è Colui che da vita alle sue membra, è colui che la permea, come il sangue nelle vene.
    La Chiesa è SANTA perchè lo Spirito è Santo e la permea in ogni membro, in ogni parte.

    Pace & bene.

  9. #9
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    Citazione Originariamente Scritto da VeteroCatholico Visualizza Messaggio
    Concordo sul fatto che si debba distinguere il peccato del singolo dal peccato della Chiesa, come pure la santità del singolo dalla santità della Chiesa.

    Tuttavia, credo che la motivazione teologica che vuole la Chiesa santa e non peccatrice non stia nel fatto che la "Chiesa" è un concetto astratto o collettivo (come società) al quale non è possibile attribuire il peccato, mentre il peccato è sempre personale. In questo caso non avrebbe senso neanche parlare di santità della Chiesa.

    Tuttavia le Scritture non ci presentano mai una Chiesa avulsa dalla realtà o sopra la realtà, ma composta di due realtà, l'una spirituale, l'altra umana. La realtà del corpo mistico incarna così una struttura concreta fatta di esseri umani, che vivono oggi in una certa regione di spazio... ma permeata dallo Spirito Santo, presente non solo nei singoli cristiani come unità a se stanti, ma in modo da creare tra loro un legame che va oltre il tempo e oltre lo spazio.

    Le due dimensioni dell'essere ecclesiale formano una sola complessa realtà risultante di un elemento umano e di un elemento divino (Lumen Gentium 8.) e fa si che i battezzati si sentano uniti tra loro pur nella diversità dei tempi e dei luoghi della storia. (Memoria e riconciliazione 3.1).

    Con questa concezione di Chiesa, nella duplice dimensione visibile e spirituale, umana e divina può aver senso parlare di santità della Chiesa o peccato della Chiesa.
    Non si può infatti affermare che un cristiano in quanto colpevole, AUTOMATICAMENTE non faccia più parte della Chiesa. Quindi, nonostante la colpa sia sempre e solo personale, il suo peccato ricade nella e sulla Chiesa. Facendo ancora parte della Chiesa, è come se parte della Chiesa avesse commesso il peccato.

    Perchè allora la Chiesa è solo santa?

    Le colpe commesse nel passato e ricordate anche in "Memoria e riconciliazione" sono state si commesse da singoli cristiani, ma la domanda è se sono state fatte CONTRO la Chiesa e la sua dottrina O A CAUSA della Chiesa e della sua dottrina.

    Sarebbe troppo comodo dire che il comunismo non ha fatto morti, affermando che gli orrori e gli eccidi commessi sono stati fatti da uomini e non dal comunismo in se stesso.
    Ma parlare di "colpe del comunismo" (come pure del nazismo o di altro totalitarismo) ha senso se la colpa è INSITA in una stortura dell'ideologia stessa.

    Così la domanda è:
    - le crociate
    - la caccia alle streghe
    - lo sterminio e la persecuzione degli eretici
    - gli abusi sulle donne
    ...
    pur ridimensionati dalla recente storiografia che dimostra come molte delle colpe attribuite ai cristiani dell'epoca sono state gonfiate da un certo storicismo protestantico, mentre i nuovi dati dimostrano che molte colpe andrebbero ridimensionate...

    dicevo pur riconoscendo un ridimensionamento è innegabile che queste colpe ci sono state.

    Ora queste colpe sono dovute a "schegge impazzite", singoli cristiani che hanno preso certe iniziative, oppure erano insite nella struttura stessa ecclesiale e in una certe teologia di supporto?

    Si deve dire infatti che la caccia e i roghi delle streghe o degli indemoniati, la condanna a morte degli eretici, le crociate contro i mori e contro gli eretici, l'anti-giudaismo... erano ampiamente giustificati dalla dottrina ecclesiale e ampiamente giustificate da una struttura verticistica della Chiesa sempre più lontana dal Vangelo e dalle origini cristiane, sempre più burocratizzata, impastata di cielo, ma soprattutto di terra, del potere termporale e di interessi economici. Sempre più giurisdizionalizzata e lontana dalla gente che invece voleva il ritorno alle origini evangeliche, alla purezza. Una riforma della Chiesa in senso evangelico per la quale abbiamo dovuto aspettare il grande Concilio Vaticano II.

    In questo senso e SOLO in questo senso la Chiesa può essere detta colpevole, perchè gli atti commessi erano ampiamente giustificati e dovuti a storture teologiche insite nella Chiesa stessa.

    Tuttavia, ritengo che nella sua essenza la Chiesa sia veramente, come diciamo nel Credo, SANTA. Perchè?

    Perchè tali storture teologiche e strutturali della Chiesa, non fanno parte del progetto evangelico. Sono "fioriture" di rami che dovevano essere potati. Quindi non facevano propriamente parte del cristianesimo e non erano in linea con il Vangelo, cioè con la Parola di Dio. Erano uno sviluppo FUORI DELLA CHIESA, che (è il caso di dirlo) grazie a Dio, è stato potato (non del tutto purtroppo).

    Oggi la Chiesa Cattolico-Romana è in assoluta continuità con la Chiesa del Medioevo, per quanto riguarda il tronco principale, ma non per quanto riguarda altri rami di certa dottrina e certa sovrastruttura che è stata abbandonata.

    Lo Spirito Santo promise che non avrebbe abbandonato la sua Chiesa.
    Non l'ha fatto.
    Promise che le porte degli inferi non avrebbero prevalso. Così infatti è stato. Nonostante le cadute della Chiesa, essa ha centrato l'obiettivo dell'evangelizzazione: così fiori di santità sono sempre nati sul suo tronco.
    La Chiesa può errare, cadere, ma verrà sempre rialzata dallo Spirito, sempre sarà rimessa in carreggiata, perchè lo Spirito di Verità e di Vita è Colui che da vita alle sue membra, è colui che la permea, come il sangue nelle vene.
    La Chiesa è SANTA perchè lo Spirito è Santo e la permea in ogni membro, in ogni parte.

    Pace & bene.
    La Chiesa non erra mai. Gli uomini sì. Tu continui a confondere i due aspetti. Se avesse anche solo errato, le porte degli Inferi avrebbero prevalso, sebbene per un attimo. Non è MAI stato così. Neppure per un attimo ha prevalso l'errore. Altrimenti la promessa di Gesù .... beh .... sarebbe stata vana.
    Quanto alle crociate, io sono un grande estimatore delle Crociate così come di quelli che, a tua detta, sarebbero "errori", ma che, invece, erano grandi testimonianze di santità e di coerenza della Chiesa. Non a caso, in quelle epoche sono fiorite grandi personalità di Santi come un S. Domenico o altri.
    Stando a quel che dici, il tuo errore è che la Chiesa per 2000 anni avrebbe tradito Cristo e che solo ora (cioè dopo il Vaticano II) sarebbe tornata a Lui ... . Io dico bene che sei sedevacantista di fatto. L'errore degli amici di TC è ritenere che la Chiesa attuale non sia più la Chiesa di Cristo, ma il tuo - più grave - è dire che prima degli anni '60 del '900, la Chiesa cattolica non era quella di Cristo, ma era stata "oscurata" per 2000 anni! E' tipico dei modernisti quest'ultimo errore.
    Come vedi il forum si pone in senso diametralmente opposto sia al sedevacantismo formale sia a quello sostanziale (che è quello tuo e dei modernisti).

  10. #10
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    Citazione Originariamente Scritto da Augustinus Visualizza Messaggio
    La Chiesa non erra mai. Gli uomini sì. Tu continui a confondere i due aspetti. Se avesse anche solo errato, le porte degli Inferi avrebbero prevalso, sebbene per un attimo. Non è MAI stato così. Neppure per un attimo ha prevalso l'errore. Altrimenti la promessa di Gesù .... beh .... sarebbe stata vana.
    Quanto alle crociate, io sono un grande estimatore delle Crociate così come di quelli che, a tua detta, sarebbero "errori", ma che, invece, erano grandi testimonianze di santità e di coerenza della Chiesa. Non a caso, in quelle epoche sono fiorite grandi personalità di Santi come un S. Domenico o altri.
    Stando a quel che dici, il tuo errore è che la Chiesa per 2000 anni avrebbe tradito Cristo e che solo ora (cioè dopo il Vaticano II) sarebbe tornata a Lui ... . Io dico bene che sei sedevacantista di fatto. L'errore degli amici di TC è ritenere che la Chiesa attuale non sia più la Chiesa di Cristo, ma il tuo - più grave - è dire che prima degli anni '60 del '900, la Chiesa cattolica non era quella di Cristo, ma era stata "oscurata" per 2000 anni! E' tipico dei modernisti quest'ultimo errore.
    Come vedi il forum si pone in senso diametralmente opposto sia al sedevacantismo formale sia a quello sostanziale (che è quello tuo e dei modernisti).
    Prima di tutto dovresti deciderti sulla definizione che mi vuoi appioppare: mi chiami modernista, poi mi critichi perchè voglio tornare alle origini (dici che io voglio il seme invece dell'albero rigoglioso...).
    Due cose che non stanno insieme.

    Per il resto vorrei sapere dove trovi nel mio intervento che la Chiesa sia stata "oscurata per 2000 anni"!
    Casomai ho parlato di Medioevo e le storture (per non dire gli orrori) commessi dagli ecclesiastici risalgono al tardo Medioevo, quando cioè la Chiesa Cattolico-Romana si è staccata parzialmente dalla sua cattolicità, gerarchizzandosi, diventando una macchina burocratica, impastandosi di potere temporale, professando dottrine in contrasto con le Scritture e la Chiesa Antica.
    Tutto questo è accaduto certamente non prima dell'anno 1000: è una deriva cominciata dopo che a parte la felice parentesi del concilio di Costanza ha proseguito la sua corsa, fino all'apice del Vaticano I.
    Solo il Vaticano II ha prodotto un cambio di rotta, ripristinando (per quanto possibile) il valore della sinodalità.

    Infatti, nel primo millennio si dava valore a qualcosa che "alcuni" disprezzano, ossia il dialogo. I concili erano fatti a tal proposito. Perchè la Verità è qualcosa che si cerca e si approfondisce INSIEME, camminando INSIEME.
    Invece la Chiesa d'Occidente, dopo l'anno 1000 ha cominciato ad intendere il Magistero come qualcosa calato dall'alto, i cui unici recettori erano il papa e coloro che sono in comunione col papa. Così il Magistero invece di esprimere la fede della Chiesa-una-intera, è diventato un insieme di dottrine che una parte della Chiesa imponeva categoricamente e dogmaticamente a tutti gli altri.

    Il Vaticano II, pur non potendo contraddire a 360° un cammino secolare, ha tuttavia cambiato rotta su molti punti. Al Vaticano II va tutta la mia stima.

    Per quanto riguarda il versetto: "le porte degli inferi non prevarranno contro di essa" ll'interpretazione attuale che ne viene data dai teologi cattolico-romani, in genere, è quella data da te. Ma è piuttosto arbitario pensare che è sufficiente che la Chiesa sia caduta una sola volta nell'errore dottrinale o morale per pensare di aver perso non una battaglia, ma la guerra!

    Tuttavia, come puoi affermare che la Chiesa non sia caduta nell'errore? Infatti il Magistero ordinario non viene ritenuto infallibile neanche dal Vaticano!

    L'abolizione della schiavitù propugnata per secoli come giustificata biblicamente, fu un errore enorme. Tanto per fare un esempio.

    Così pure l'uso della violenza per sterminare i "nemici" della Chiesa. Non mi pare che Gesù ci abbia chiesto di usare la violenza contro chi non lo segue!
    Si possono trovare delle attenuanti (la violenza contro i cristiani da parte mussulmana, la "liberazione" del Sepolcro di Cristo, il coinvolgimento di banditi che avrebbero fatto solo scorrerie, la mentalità dell'epoca molto incline alla violenza...) ma sono solo attenuanti che non giustificano proprio niente.

    I concili locali si sono contraddetti continuamente. A Sirmio si sono svolti 5 concili, con 5 risultati diversi e opposti. Sinodi di un luogo

    La storia è storia e non si può piegare a proprio piacimento.

    Quello che non capiscono alcuni è che tali errori inficiano la fede nella Chiesa. Anzi, è proprio in quanto la Chiesa si presenta come PERFEZIONE ASSOLUTA, come colei che non erra mai, (ma SOLO DIO NON SBAGLIA MAI) che poi è costretta (per non perdere consenso) a trovare ogni possibile giustificazione anti-storica.

    Forse una Chiesa più umana, metterebbe più in risalto la presenza dello Spirito Santo, che non una Chiesa che contro ogni evidenza, si vuole presentare come senza errore. Ed è così che perde consenso.

    La Chiesa può anche cadere, come Cristo sotto la Croce. Non è stato promesso che OGNI PASSO sarebbe stato esente da errore, ma che gli inferi non avrebbero prevalso. Quindi che nonostante tutto, sarebbe rimasta sostanzialmente nella Verità, perchè lo Spirito Santo non avrebbe mai smesso di soffiare su di essa e di usarla per trasmettere e donare infallibilmente la salvezza e la santità.

    E' infallibile perchè lo Spirito Santo è infallibile, e ha scelto di servirsi della Chiesa per portare la Parola fino ai confini della terra. E su questo non ci piove, le porte degli inferi non prevarranno e la Chiesa porterà a compimento questa missione.

    Pace & bene.

 

 
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