Chi li può emettere?Buoni Ordinari a Tasso Negativo
Tutti gli Enti Locali come il Comune, la Provincia, la Regione
Sono legali?
Le condizioni che la legge (art. 35 l.724/94) richiede agli enti locali per emettere obbligazioni da collocare sul mercato obbligazionario, sono un tasso massimo applicabile e la copertura in bilancio.
L’emissione di BOC a tasso negativo è del tutto legittima in quanto la legge determina solo il tasso massimo applicabile e non quello minimo e poiché i titoli emessi sono destinati ad estinguersi nel tempo (es. 20 anni con un tasso di deprezzamento del 5% annuo) non è necessaria la copertura nel bilancio dell’ente emittente in quanto l’ente a fine periodo avrà incassato 20 cedole del 5%, necessarie per la circolazione del titolo, che ne garantiscono il rimborso. Ovviamente questo tipo di titoli non verranno collocati nel mercato obbligazionario, ma verranno immessi direttamente in circolazione assumendo così una funzione monetaria.
Cosa vuol dire esattamente: questo tipo di titoli non verranno collocati nel mercato obbligazionario, ma verranno immessi direttamente in circolazione assumendo così una funzione monetaria?
Normalmente l’ente locale emittente emette dei titoli di debito (obbligazioni) e li colloca sul mercato obbligazionario tramite le banche che vendono i titoli agli acquirenti (investitori privati ed istituzionali)
Nel caso di Buoni Ordinari a tasso negativo, questo non avviene perché i titoli, stampati in tagli da 100 e 200 euro vengono immessi direttamente nel circuito economico come mezzo di pagamento e quindi assumono la funzionedi moneta.
Quale è il vantaggio dell’ente locale ad emettere questi Buoni?
La risposta è semplice, il solo modo di reperire fondi per l’ente locale è quello dei tributi (addizionali Irpef, ICI, rifiuti oneri di urbanizzazione ecc.), le odiose multe (nel 2006 +52% rispetto al 2005), oppure indebitarsi attraverso mutui e obbligazioni.
Emettendo i Buoni Ordinari a tasso negativo, l’ente locale può realizzare opere pubbliche che altrimenti non avrebbe realizzato senza ricorrere né ai tributi, né all’oneroso indebitamento.
Oltretutto per emettere questi BO l’ente locale non ha necessità nemmeno della copertura in bilancio perché l’ente locale alla scadenza di questi BO avrà la cifra necessaria a rimborsare i portatori dei Buoni è garantita dalla tassa sull’uso (tasso negativo) pagata annualmente.
Quale è il vantaggio per la comunità e delle imprese che realizzano le opere?
La comunità vede realizzate delle opere pubbliche che altrimenti non sarebbe stato possibile realizzare se non con aggravio dei tributi
Sono sicuri?
L’ente locale garantisce che alla scadenza pagherà ai portatori dei titoli emessi il controvalore in euro riportato dal titolo stesso alla sola condizione che siano state pagate tutte le tasse annuali che ne hanno garantito la scambiabilità fino alla scadenza. A dimostrazione di questo il titolo deve avere tutte le marche olografiche anticontraffazione apposte sul titolo.
Essendo garantito da un’istituzione pubblica il titolo verrà facilmente accettato anche da aziende e persone anche di altre province o regioni.
In pratica come funzionano?
L’ente locale che vuole realizzare un’opera pubblica emette dei Buoni Ordinari a Tasso Negativo in piccoli tagli da 100 e 200 euro e li da in pagamento alle imprese che realizzano l’opera. Su ogni Buono emesso l’ente locale potrà anche scrivere:questo buono è stato emesso per la realizzazione dell’impianto di illuminazione pubblica solare, o la centrale a biomasse, il teleriscaldamento ecc.I BO a tasso negativo hanno una durata di 10 o 20 anni e sono garantiti dall’ente locale che li ha emessi e alla scadenza verranno rimborsati al portatore dei BO.
Alla fine di ogni anno i vari portatori dovranno versare nelle casse dell’ente locale una tassa sull’uso (10% per 10 anni di durata, e 5% per 20 anni).
La tassa è necessaria perché il Bo possa essere validamente scambiato fino alla scadenza e alla scadenza possa essere rimborsato dall’ente locale ai vari portatori.
Se non viene pagata la tassa il portatore non potrà più dare il Bo in pagamento a nessuno e quindi perderà ogni suo valore perché non potrà nemmeno essere rimborsato alla scadenza.
La tassa sull’uso, o tasso negativo, accentuerebbe anche la velocità di circolazione di questi titoli, che non ricoprendo più un ruolo di riserva di valore (non possono essere versati in banca, non producono interessi attivi ecc.) i possessori avrebbero tutto l’interesse a disfarsene attuando un numero di transazioni molto maggiore che con il denaro ufficiale.
Ma perché le aziende e le persone dovrebbero accettarlo?
Per le aziende che effettuano l’opera pubblica la risposta è semplice perché l’alternativa sarebbe non eseguire il lavoro.
Se consideriamo che normalmente gli enti locali effettuano pagamenti molto lunghi, incassando subito BO diventerebbe sicuramente più conveniente che pagare onerosi interessi bancari, anche nel caso in cui si dovesse pagare la tassa sull’uso che a quel punto sarebbe solo uno sconto del 5-10%.
Se i BO avessero stampato anche l’opera pubblica che viene finanziata con la loro emissione, faciliterebbe molto l’accoglimento e la loro circolazione tra il pubblico.
La frammentazione dell’emissione in titoli da 100 e 200 euro di valore facciale permette, oltre a facilitarne lo scambio, anche di pesare poco sia sulla persona che sul negoziante che lo accetta in prossimità della scadenza in quanto il 10% di 100 euro sono 10 euro il 5% appena 5.
Se l’ente locale poi fa una buona opera di informazione sul territorio e fa capire alle persone e alle aziende che grazie a quel piccolo sacrificio annuale, si rimette in moto l’economia locale, si realizzano le opere pubbliche senza indebitarsi o mettere nuove tasse, chiunque sarà ben felice di accettare in pagamento questi BO.