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  1. #1
    solve et coagula
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    Predefinito Psichedelici e Tradizione

    Apro con interesse un confronto tra Tradizione e il culto dell'assunzione di piante più o meno sacre.

    Da grande appassionato di sophia perennis e religioni tradizionali, ho avuto la fortuna di assumere con cognizione di causa alcuni tipi di sostanze, tra cui d-thc-9, salvinorin-A e psilocibina. Le esperienze, nel corso di questi 5 anni, sono state al di poco sbalorditive nel complesso. In sintesi, ho sperimentato fattispecie quali perdita totale dell'ego indotta, parziale e totale perdita dell'individualità (con 'relativa' compenentrazione\fusione con l'Uno o suoi attributi), contatto con entità del sovrasensibile (intermediari celesti?) ed entità naturali di ogni sorta (ciò che Guenon definisce influenze erranti).
    La ritualità con queste sostanze è particolarmente intima e concerne l'aspetto più biologico-cuoreaperto della persona.
    Senza volermi dilungare troppo, constato che il 'percorso' spirituale con questi psichedelici sia effettivamente molto più tortuoso di quanto possa esserlo la 'via destra', ma è fenomenale la limpida bellezza che traspare da alcuni stati di coscienza alterati, e mi ha segnato radicalmente.
    Credo che la shakti si manifesti in svariate forme, possibilmente anche in queste.
    Attorno alle sostanze citate (che per intenderci sono la cannabis sativa, salvia divinorum, psylocibe cubensis) nei millenni si sono formati culti religiosi di ogni forma, da gnosticismi localizzati ad interi sistemi teosofici (svariati culti mesoamericani ed indoiraniani). E' emblematica perciò la rilevanza che la funzione trascendentale di queste piante\funghi abbia avuto nella storia.
    Potrei dilungarmi in merito, ma preferisco introdurre l'argomento.

    Aspetto risposte\confronti\integrazioni e contributi di ogni tipo, confidando che si evitino inutili moralismi sulla consapevolezza dell'assunzione di queste sostanze.

  2. #2
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    scusa ma che tipo di esperienze hai avuto con la cannabis? io ho fumato in passato, ma non ricordo esperienze molto particolari, a parte le solite cose.
    una volta ho provato i funghi, danno una sensazione molto strana, ma anche qua non riesco a collegare l'esperienza a qualcosa di spirituale...

  3. #3
    solve et coagula
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    Rasputin, le modalità e il contesto dell'assunzione di cannabis e psilocibe necessitano di grande attenzione e cura. A seconda del setting, incluse le persone che ti circondano, il tuo stato d'animo, i tuoi pensieri, le tue finalità, la sostanza produce effetti sensibilmente diversi. Spesso la cultura psichedelica ha cercato di definire una sorta di piramide degli stati di coscienza alterati, ma i fattori sono molteplici ed essere 'oggettivi' è azzardato. La cannabis manifesta i suoi aspetti più reconditi solo dopo che si è presa larga confidenza con essa: spesso l'intorpidimento o la confusione mentale possono prendere il sopravvento se non si comandano le briglie della psicoattività con fermezza. Probabilmente l'hai fumata assieme al tabacco (magari proprio quello delle sigarette, pieno di additivi tossici, ben distante dalla sostanza sacra delle tribù native americane, vedi F. Schuon), con effetti spesso opposti chimicamente, pertanto sconsigliato.
    Per quanto riguarda i funghi basta ricordare che l'assunzione di psichedelici per via orale dovrebbe comportare l'isolamento nella natura, il silenzio, e tassativamente la messa in atto di pratiche introspettive. Spesso vengono assunti per scopi ludico-sociali o per semplice passatempo con gli amici, tra musica e altri fattori di distrazione esterni.
    Quelle che tu definisci 'sensazioni strane' rappresentano la superficie di un oceano; sta al singolo individuo la responsabilità di addentrarsi o meno investigandone la natura.
    Aggiungerei che in molti report di assunzione di Salvia Divinorum, se il contesto non era favorevole a pratiche introspettive la sostanza non si 'manifestava' neppure, anche con assenza totale di effetti, nonostante la dose assunta fosse sufficiente. Senza voler speculare sulla volontà della sostanza di svelarsi e rivelarsi, meditare sotto psichedelici è solo apparentemente diverso dal meditare 'sobriamente': spesso ho sentito persone che hanno cercato di meditare infruttuosamente (vedevo solo immagini e sentivo i miei pensieri etc) e hanno abbandonato la pratica bruscamente. La differenza sta che gli psichedelici fungono da coadiuvanti meditativi, indebolendo l'ego e lasciando riaffiorare il nostro Sè attraverso stati di coscienza più o meno alterati.

  4. #4
    against the modern world
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    Personalmente ho sperimentato in passato con varie sostanze naturali psichedeliche (cannabis, psilocibe, amanita, piante contenenti triptamine o mescalina, semi contenenti LSA...), e non posso negare che l'uso di queste sostanze mi abbia aiutato a consolidare la mia spiritualita' e ad accrescere il mio interesse per la Tradizione. Questo perchè squarciando artificialmente il velo della quotidianita', certe sostanze chimiche mi hanno aiutato a capire quanto multiforme sia la realta' in cui viviamo, e quanto dipenda da noi stessi (cioè dai nostri 'stati di coscienza').

    Detto questo, non penso che l'uso di sostanze psichedeliche possa aiutare la persona comune a progredire spiritualmente. Nella maggior parte dei casi, anche in persone come me che comunque sono alla ricerca della Via, l'uso di droghe è inutile, e in spesso allontana dallo sviluppo spirituale. Gli psichedelici ci danno un assaggio temporaneo di un qualcosa che non possiamo capire; perchè per capire bisogna essere, trasformarsi, ma queste sostanze agiscono su un piano chimico, 'grezzo'. Quindi mi spiace, ma non posso che dissentire da Psynerd: una sostanza chimica non portera' mai l'anima a sperimentare l'henosis, la fusione con l'Uno. Al massimo dara' l'illusione che questo stia succedendo (la nostra mente è insidiosa, e sa sempre come prenderci per i fondelli...)

    Discorso a parte ovviamente è l'uso consapevole e guidato di droghe all'interno di una Via ben precisa. In questo caso (e se ne parla ad esempio in 'Introduzione alla Magia' del Gruppo di Ur) le droghe diventano un mezzo controllato che puo' senz'altro essere utile (e magari approfondiremo il discorso piu' avanti...)

    Vorrei comunque segnalare, oltre al magnifico libro di E. Juenger 'Avvicinamenti: Droghe ed ebbrezza' (recentemente stampato da Guanda), un paio di siti gestiti da un mio conoscente che s'interessa di Tradizione e dell'uso di enteogeni:

    Psiconautica

    Moksha (Blog)


    Dateci un'occhiata, che sono carini.

    Valete bene!

  5. #5
    solve et coagula
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    Citazione Originariamente Scritto da Chaos88 Visualizza Messaggio
    Detto questo, non penso che l'uso di sostanze psichedeliche possa aiutare la persona comune a progredire spiritualmente. Nella maggior parte dei casi, anche in persone come me che comunque sono alla ricerca della Via, l'uso di droghe è inutile, e in spesso allontana dallo sviluppo spirituale.
    Se così fosse non avrebbe senso che tu abbia avuto benefici spirituali dall'utilizzo di psichedelici. E se non vado errato tu sei abbastanza giovane, e non so fino a che punto ti possa essere spinto per sperimentare realtà metafisiche a-individuali. Concordo sul fatto che l'attaccamento ad una sostanza sia deleterio per lo sviluppo incondizionato della nostra condotta spirituale, ma proibirne l'utilizzo considerandolo antispirituale è un controsenso. Culture indiane, cinesi, babilionesi, assire, iraniane, maya, egiziane, abramitiche utilizzavano varie specie di funghi allucinogeni, armalina e banisteros capii per le più svariate pratiche divinatorie\trascendentali\spirituali, inserite in religioni affermate e considerabili Tradizionali.

    una sostanza chimica non portera' mai l'anima a sperimentare l'henosis, la fusione con l'Uno. Al massimo dara' l'illusione che questo stia succedendo (la nostra mente è insidiosa, e sa sempre come prenderci per i fondelli...)
    Cosa ti fa pensare che sia un'illusione ? E se lo sperimenti da sobrio cosa cambia ? La sostanza in sè non genera alcunchè, è sempre la nostra individualità modificata che 'sperimenta'. La fusione con l'Uno può 'accadere' secondo le più svariate forme. Se assumo una sostanza e medito profondamente per ore, perchè negare l'evidenza ?

    Vorrei comunque segnalare, oltre al magnifico libro di E. Juenger 'Avvicinamenti: Droghe ed ebbrezza' (recentemente stampato da Guanda), un paio di siti gestiti da un mio conoscente che s'interessa di Tradizione e dell'uso di enteogeni:

    Psiconautica

    Moksha (Blog)
    Questi siti sono per la maggiore fuorvianti e per certi versi supportano la tua tesi. Sul blog che hai citato ci sono avvicinamenti inappropriati a pratiche sataniche piuttosto che speculazioni egoiche su alcune sostanze.
    Qualche articolo di psiconautica è interessante ma come al solito la Quantità prevale sulla Qualità. Diffidare dalle documentazioni casuali sugli psichedelici è buona cosa, a mio avviso.

  6. #6
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    quindi secondo te come bisognerebbe assumere la cannabis? con un "purino"? e in che situazione?

  7. #7
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    Citazione Originariamente Scritto da Rasputin! Visualizza Messaggio
    quindi secondo te come bisognerebbe assumere la cannabis? con un "purino"? e in che situazione?
    L'assunzione migliore è per via orale (i cannabinoidi si attivano solo in acidi grassi - ergo soffritto o mischiati col burro o latte e riscaldati), possibilmente cannabis sativa sana, da soli, a casa o in mezzo alla natura (il bel tempo rende l'esperienza più positiva). I fattori fondamentali sono la tranquillità, la pace e la mancanza di distrazioni fastidiose. Tieniti vicino della frutta acida contenente molto acido ascorbico (la vitamina C è antagonista degli effetti, agrumi o fragole andranno benissimo) che potrebbe rivelarsi una salvezza nel caso ti sentissi male.

    Il purino essendo particolarmente broncodilatatore potrebbe farti tossire, e il fumo irritarti il cavo orale, arrecandoti spiacevoli fastidi, che risulterebbero solo d'ostacolo alla meditazione.

  8. #8
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    Psynerd:

    dici bene che sono giovane, o meglio, che sono ancora immaturo (ho 25 anni), ma resto della mia opinione. Io non parlavo nel mio caso di progresso spirituale coadiuvato dall'uso di droghe, ma di come l'uso di certe sostanze mi ha aiutato a livello psicologico a indirizzarmi verso un certo cammino (cosa molto diversa).

    Personalmente trovo l'uso di cannabis del tutto deleterio per la meditazione, visto che la cannabis e' fortemente eideitica (se questo termine esiste), nel senso che aiuta le libere associazioni mentali, mentre la meditazione consiste nel liberare la mente dalle associazioni mentali.

    Ripeto: questa e' la mia esperienza: se tu invece trovi utile l'uso di certe sostanze nel tuo cammino spirituale, ben per te (e mi farebbe piacere sentirne di piu').

    Ah, e giusto a scanso di equivoci: non sono mai stato proibizionista, e tuttora consumo svariate droghe. Pero' lo faccio in un contesto profano, conscio che l'uso di certe sostanze, cosi' come tante altre cose, e' semplicemente il frutto del mio attaccamento e della mia passione.

    La fusione con l'Uno poi e' stata sperimentata da un individuo 'divino' come Plotino mi pare una volta sola nella sua vita (e un paio di volte da Porfirio, stando a quanto lui stesso ci racconta), dopo anni di esercizi all'interno di una scuola iniziatica. Ho come l'impressione che tu stia confondendo la parziale perdita di ego che insorge attraverso esercizi di meditazione o l'uso di psichedelici/dissociativi con una trasformazione metafisica. Ovviamente non conosco la tua esperienza (e non ho la facolta' di comprendere l'henosis), per cui e' probabilmente mi sbaglio.

    P.S. mi trovo in parte d'accordo su quanto affermi dei due siti che ho segnalato, anche se comunque li trovo molto interessanti.

  9. #9
    solve et coagula
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    Citazione Originariamente Scritto da Chaos88 Visualizza Messaggio
    Psynerd:
    Personalmente trovo l'uso di cannabis del tutto deleterio per la meditazione, visto che la cannabis e' fortemente eideitica (se questo termine esiste), nel senso che aiuta le libere associazioni mentali, mentre la meditazione consiste nel liberare la mente dalle associazioni mentali.
    Quoto, precisando che questo aspetto è ambivalente: può condurre (a briglia sciolta) fino al delirio psichico, con una tempesta dei più svariati pensieri-oggetti mentali o può essere contratto (con volontà e concentrazione) su un singolo oggetto o su di un non-oggetto inducendo stati meditativi.

    Ho come l'impressione che tu stia confondendo la parziale perdita di ego che insorge attraverso esercizi di meditazione o l'uso di psichedelici/dissociativi con una trasformazione metafisica. Ovviamente non conosco la tua esperienza (e non ho la facolta' di comprendere l'henosis), per cui e' probabilmente mi sbaglio.
    Proprio Porfirio e Plotino vissero nel periodo di maggior diffusione di enteogeni nel medio-oriente. L'utilizzo di amanita muscaria e psilocibe era largamente praticato da svariati culti gnostico-inziatici, tra cui mi permetto di annoverare anche il Cristianesimo post-tradizionale (sperando di non generare panico e allarmismi). Non capisco cosa tu intenda per 'trasformazione metafisica', perchè la stessa perdita dell'ego e fusione con l'Uno credo che in parte rappresenti il sintomo di questa trasformazione. Vi sono svariate testimonianze delle pratiche divinatorie con il 'cibo degli dei' (amrita, soma, haoma, teonanacatl etc): lo stesso Giovanni mandato da solo a Kos per scrivere l'apocalisse con il 'corpo di Cristo' lascia presupporre proprio questo.

    La mia intenzione iniziale era quella di appuntare quanto in questa fase del Kalpa gli psichedelici da me citati mi siano stati d'aiuto per disattaccarmi da un infinità di finti bisogni derivati dal consumismo economico moderno.

    Come dici giustamente, ognuno assume le sostanze che a lui più si confanno.

  10. #10
    Figlio di Kālī
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    L'argomento in questione e' molto serio, delicato ed estremamente affascinante.

    Purtroppo non ho molto tempo a disposizione, ma intendo prendere parte alla discussione sugli stati alterati di coscienza e sulla funzione rituale di alcuni principii attivi ed anche sulle esperienze dirette con determinate sostanze.

    Chi e' totalmente a digiuno in materia e guarda (direi anche giustamente) con sospetto tali argomenti che possono sembrare in qualche modo scandalosi se non aberranti, consiglio la lettura di due libri piuttosto illuminanti in materia:

    LSD il mio bambino difficile - riflessioni su droghe sacre, misticismo e scienza - di Albert Hofmann (il chimico svizzero che sintetizzo' l'LSD verso la fine degli anni '30 ed ebbe esperienze psichedeliche anche assieme ad Ernst Junger).

    Le porte della percezione
    - di Aldous Huxley.

    Purtroppo ora o poco tempo, spero di poter tornare presto sull'argomento.....

 

 
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