Nel luglio dello scorso anno è stato approvato l'indulto - il condono penale di tre anni per i colpevoli di crimini i più disparati ed odiosi, quali omicidio, tentato omicidio, sequestro di persona, associazione per delinquere, truffa, estorsione, voto di scambio mafioso, rapina, lesioni, molestie sessuali, disastro ambientale, delitti contro la pubblica amministrazione e molti altri ancora.
Per effetto di questa legge, sono stati scarcerati quasi trentamila criminali: hanno beneficiato del provvedimento un numero rilevantissimo di boss ed appartenenti ad organizzazioni mafiose (tra i quali il cognato di Bernardo Provenzano), un numero elevatissimo di camorristi (i quali, una volta liberi, hanno riacceso le faide con decine di morti nel napoletano), alcuni terroristi (rossi ed islamici) e perfino pluriassassini pedofili (Luigi Chiatti, il mostro di Foligno).
Per effetto di questa legge - approvata con i voti del centrosinistra tutto (eccezion fatta per il movimento di Antonio Di Pietro, l'Italia dei Valori), di Forza Italia e dell'UDC; unici partiti ad essersi opposti Alleanza Nazionale e Lega Nord - è stato inferto il colpo fatale al già debole residuo di senso della legalità che ancora sopravviveva, miracolosamente, nel nostro Paese.
Per effetto di questa legge, tre cittadini onesti sono stati uccisi: Salvatore Buglione, Antonio Pizza e Luigia Polloni, vittime della ferocia di delinquenti liberati anzitempo e della scelta sciagurata delle forze politiche sopra elencate.
Per effetto di questa legge, quasi il 90 per cento dei processi, nei prossimi cinque anni - secondo le stime del Consiglio Superiore della Magistratura - si concluderà con una pena totalmente amnistiata, garantendo l'impunità all'intera platea dei condannati.
Per effetto di questa legge, hanno goduto della clemenza insperata i criminali più ricchi e potenti: i corrotti e corruttori, i politici collusi con la mafia, gli affaristi d'assalto (Ricucci, Cragnotti, etc.) e i grandi truffatori (Callisto Tanzi, Wanna Marchi), le multinazionali coinvolte in processi su morti bianche e danni all'ambiente (Eternit), addirittura gli schiavisti (la trafficante di esseri umani Madame Gennet).
Per effetto di questa legge - alla quale era e resta contrario il 70 % degli italiani - enormi e difficilmente calcolabili sofferenze sono state create a danno di persone innocenti, e la più vasta, intollerabile, assurda ingiustizia legislativa degli ultimi venti anni si è compiuta.
"Sono più il ministro vostro che non dei magistrati; questa è un’occasione per sentirsi più solidali. So che aspettate da me parole, ho visto un cartello con su scritto: «Amnistia, indulto»; vi prometto che promuoverò il provvedimento.", Clemente Mastella, ministro della giustizia, rivolgendosi ai detenuti riuniti del carcere romano di Regina Coeli, 2 giugno 2006.
"Si tratta di un provvedimento necessario, che non avrà ricadute sulla sicurezza dei cittadini.", Massimo Brutti, responsabile politiche della giustizia dei DS, 26 luglio 2006.
"Oggi è una bella giornata per le istituzioni.", Fausto Bertinotti, nel giorno dell'approvazione dell'indulto alla Camera, 27 luglio 2006.
"Vedrete che l'indulto passerà anche al Senato: se non passa, il governo cade.", Clemente Mastella, nel giorno della votazione finale sul provvedimento di clemenza, 30 luglio 2006.
"Nessun mafioso uscirà per l'indulto!", Francesco Forgione, presidente della commissione antimafia, 1 agosto 2006.
"Ho votato l'indulto con gioia.", Massimo D'Alema, ministro degli esteri, 12 settembre 2006.
"Era indispensabile approvare l'indulto: bisognava mantenere la promessa fatta.", Anna Finocchiaro, capogruppo Ulivo al Senato, 9 novembre 2006.
"Mi assumo, a nome del governo e del ministero della giustizia, tutta la responsabilità politica dell'indulto.", Romano Prodi, presidente del consiglio dei ministri, 1 Dicembre 2006.