Originariamente Scritto da
Gian_Maria
1) Il capitalismo è un sistema sociale mondiale in cui una minoranza relativamente piccola possiede e controlla, direttamente o indirettamente attraverso lo stato, i mezzi di produzione e di distribuzione (terra con le sue risorse naturali, fabbriche, uffici, ferrovie, ecc.) delle ricchezze prodotte dalla società (beni e servizi). Questa minoranza è detta classe capitalista, mentre tutto il resto della popolazione (la stragrande maggioranza), ossia coloro che per vivere devono (s)vendere le proprie capacità lavorative a quei privilegiati in cambio di un salario o uno stipendio, costituisce la classe lavoratrice. La classe lavoratrice è sfruttata dalla classe capitalista, in quanto i salari e gli stipendi che gli vengono pagati da quest’ultima sono necessariamente inferiori al valore reale che essa produce con il suo lavoro (incorporato nei beni e nei servizi venduti sul mercato). La differenza tra il valore prodotto dai lavoratori e il valore dei salari/stipendi a loro pagati (questa differenza è detta plusvalore) è la fonte del profitto della classe capitalista, che permette ai capitalisti di vivere spesso nel lusso più sfrenato senza dover lavorare (mentre nel mondo migliaia di persone muoiono di fame ogni giorno!).
Il fatto che i mezzi di produzione siano posseduti e controllati da una minoranza non significa soltanto che chi lavora per essa è sfruttato, significa anche che molti possono essere esclusi dal beneficiarne. Il capitalista decide di impiegare i mezzi di produzione soltanto quando vede la possibilità di realizzare un profitto, altrimenti li lascia inutilizzati, impedendo con lo stato ai lavoratori di accedervi. Quindi con l’avvento del capitalismo (fine 16° secolo) la proprietà privata (e statale), che prima non riguardava i mezzi di produzione, è arrivata a significare soprattutto esclusione.
Un altro modo di chiamare il sistema capitalista è sistema del profitto, in quanto mette il profitto prima di tutto, a scapito dei bisogni umani e dell’equilibrio dell’ecosistema.
Capitalismo significa sviluppo incontrollato e non uniforme, significa competizione spietata, significa forte squilibrio nella distribuzione delle ricchezze, significa depredazione e spreco delle risorse e devastazione dell’ambiente, significa guerre tra stati-nazione per l’accaparramento delle risorse.
In conclusione, il capitalismo è un sistema sociale che si basa sul privilegio di classe e sullo sfruttamento, per tanto è oggi la fonte della stragrande maggioranza dei problemi sociali (povertà, criminalità, migrazione, stress sul lavoro, depressione, ecc.) e ambientali, e non può in nessun modo essere governato/riformato per operare nell’interesse della maggioranza della popolazione.
2) Il socialismo è un sistema sociale mondiale, ancora da realizzare, in cui i mezzi di produzione e di distribuzione delle ricchezze sono posseduti e controllati democraticamente da tutti i membri delle società e sono usati per il beneficio di tutti.
Il socialismo si basa sulla produzione per l’uso, non per il profitto, quindi sulla cooperazione, non sulla competizione, e sul lavoro volontario, in concordanza con il principio “da ognuno secondo le proprie capacità, a ognuno secondo i propri bisogni”. Quindi non si basa sulla coercizione e per tanto necessita di una vasta maggioranza che lo desideri e che ne abbia capito la natura.
Socialismo significa una società senza classi, in quanto i mezzi di produzione sono di tutti e controllati democraticamente da tutti (a livello locale, regionale e mondiale).
Socialismo significa una società senza stati, in quanto non essendo più i mezzi di produzione in mano a diverse minoranze nazionali in competizione tra loro, non sono più necessari degli strumenti di coercizione quali sono appunto gli stati con le loro organizzazioni gerarchiche, burocratiche, oppressive e quando serve repressive. Quello che serve è semplicemente l’amministrazione, democratica e il più possibile decentrata, degli affari umani.
Socialismo significa una società senza salari e stipendi, in quanto i lavoratori hanno libero accesso ai beni e ai servizi prodotti dalla società (in altre parole è tutto gratis).
Socialismo significa una società senza mercato, in quanto essendo i mezzi di produzione di tutti, lo sono anche tutti i beni e i servizi prodotti con essi (lo scambio dei prodotti sul mercato è necessario quando i beni sono di proprietà di singoli individui o gruppi di individui).
Socialismo significa una società senza denaro, in quanto non essendoci più la necessità della compravendita (scambio) il denaro è diventato obsoleto.
In conclusione, socialismo significa stesse opportunità di sviluppo per tutti senza sfruttamento dell’uomo sull’uomo e nel rispetto dell’equilibrio dell’ecosistema, in altre parole è un sistema sociale che opera nell’interesse della maggioranza della popolazione.
3) Comunismo ha lo stesso significato di socialismo. Non per niente Marx usava i due termini in modo interscambiabile. Purtroppo il termine socialismo dopo la morte di Marx è stato “violentato” più volte. Il primo a farlo fu Lenin, che lo associò a una forma dittatoriale e statale di capitalismo.
4) Considero tutti quei paesi dei sistemi capitalisti, in quanto esiste ancora una classe minoritaria privilegiata (funzionari di stato) che controlla attraverso lo stato i mezzi di produzione e pertanto esiste ancora una classe maggioritaria sfruttata e oppressa (classe lavoratrice). Inoltre non li considero nemmeno sulla strada per il socialismo, in quanto la storia ha ampiamente dimostrato che una élite non può, con l’uso della coercizione, realizzare il socialismo.
5) Essendo il capitalismo un sistema mondiale lo dovrà essere anche il socialismo/comunismo. La prima condizione che deve essere soddisfatta, e che lo è già ormai da diversi decenni, è che si sia arrivati a un livello sufficientemente elevato di sviluppo delle forze produttive (conoscenze tecnologiche, industrie, ecc.) per poter produrre a sufficienza per tutta la popolazione mondiale (a partite naturalmente dai beni e servizi essenziali). L’altra condizione è che una maggioranza più vasta possibile, a partite dai paesi maggiormente sviluppati e industrializzati, si sia resa conto che la causa radice della stragrande maggioranza dei problemi sociali e ambientali è l’attuale organizzazione sociale (capitalismo) e che allo stesso tempo abbia capito e desideri la vera e unica alternativa, il socialismo.
6) Quelli che hanno già capito (socialisti) devono unirsi e organizzarsi politicamente, in modo democratico e senza leader, in partiti nazionali facenti parte di un movimento mondiale, con l’intento principale di diffondere il più possibile, usando anche i moderni mezzi di comunicazione (Internet in primis), l’analisi e l’idea socialista in modo da permettere/facilitare la presa di coscienza da parte degli altri (lavoratori in primis) fino a diventare una maggioranza, maggioranza che con l’uso dei mezzi democratici (parlamento), soprattutto per impedire la reazione repressiva delle forze armate degli stati, potrebbe finalmente dare il via alla tanto sospirata rivoluzione socialista.