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  1. #1
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    Predefinito Effetto Bersani:Aumenta anche il Costo delle Tariffe Telefoniche

    Titolo originario di DZ...

    Dedicato a tutti quelli che prendono in giro il CDX perchè si oppone alle "leberalizzazioni"


    Telefonini, esplode la rabbia gli utenti


    Protestano i consumatori. Wind aumenterà un piano già sottoscritto. E costerà di più.

    Vodafone attiva l'Sms Vocale, senza alcuna richiesta. Poi le proteste e lo stop
    Telefonini, esplode la rabbia gli utenti: "Tariffe che salgono, servizi non richiesti"

    Ecco come l'abolizione dei costi di ricarica decisa dal decreto
    Bersani rischia di diventare una vittoria di Pirro per i clienti


    di ALESSANDRO LONGO


    ROMA - Cresce la protesta verso gli operatori della telefonia mobile. L'abolizione dei costi di ricarica rischia di diventare una vittoria di Pirro per i consumatori, perché è già in agguato l'aumento dei prezzi delle tariffe telefoniche. La redazione di Repubblica.it, così come le associazioni dei consumatori e vari siti Internet, sono stati sommersi dalle proteste degli utenti che segnalano due casi: Wind dal primo giugno aumenterà una tariffa già sottoscritta dagli utenti; Vodafone nei giorni scorsi ha attivato a tappeto il servizio Sms Vocale, senza che i clienti l'avessero richiesto. L'ha poi sospeso nel coro delle proteste.
    A fare rumore è soprattutto la mossa di Wind anche perché sembra destinata a scattare senza scampo. Dietro lo scudo delle norme.

    I lettori di Repubblica.it segnalano di avere ricevuto un Sms da Wind con l'annuncio lapidario: "Gentile Cliente, dal 01/05 il suo piano tariffario Wind 10 diventerà Wind 12. Per info sulle nuove condizioni chiami il 158". Il problema è che la nuova tariffa è più cara: 12 centesimi di euro al minuto e uno scatto alla risposta di 16 centesimi (contro i precedenti 15 cent). Per ogni Sms, 15 centesimi (contro i 10 cent di prima).

    "Non era mai capitato che un operatore mobile cambiasse una tariffa anche agli utenti che l'avevano già sottoscritta", spiega Marco Pierani, responsabile settore hi-tech per l'associazione dei consumatori Altroconsumo. "Ma è una possibilità prevista dal Codice delle Comunicazioni Elettroniche, se l'operatore dà 30 giorni di preavviso durante i quali l'utente può decidere di rifiutare il cambio e quindi di passare a un'altra tariffa o operatore".

    Conferma, a Repubblica.it, Enzo Savarese, consigliere dell'Autorità Garante delle Comunicazioni (Agcom): "In un libero mercato il nostro potere è quello di assicurare la trasparenza dei prezzi, non di imporli agli operatori. Certo, se tutti gli operatori aumentassero di concerto le tariffe potrebbe scattare un'indagine dell'Antitrust. Ma non è successo". Wind, nello specifico, è infatti un caso isolato.

    Ci sono anche voci contro. A dichiarare illegittima la mossa di Wind è l'associazione Aduc, secondo cui la modifica è ottenuta grazie a clausole di contratto vessatorie. Ci sono poi utenti secondo cui Wind potrebbe essere accusata di pubblicità ingannevole, "perché ha reclamizzato Wind 10 con frasi tipo "Parli e scrivi a 10 centesimi, per sempre"", dice Alberto dal sito di Aduc.it.

    Wind dice a Repubblica.it che "non ci saranno altri ritocchi di tariffa"; e che "questa mossa è stata necessaria per attutire almeno in parte la perdita dei costi di ricarica. Non potevamo fare altrimenti, considerato che abbiamo appena raggiunto l'utile e che le nostre tariffe erano e sono le più economiche sul mercato. Anche se purtroppo ora lo saranno un po' di meno".

    "Piuttosto - ribatte Pierani - bisognerebbe far notare che la possibilità di cambiare operatore per opporsi alle modifiche volute da Wind è una libertà azzoppata da vari problemi. La portabilità del numero può prendere fino a sei mesi; inoltre non è ancora chiaro se e come gli operatori si adegueranno alle novità prescritte dal decreto Bersani, secondo cui il credito della Sim prepagata deve sopravvivere al cambio operatore".

    Ad oggi, solo Vodafone ha detto pubblicamente che si adeguerà a questa norma; in un modo- tra l'altro- che ha sollevato ulteriori polemiche: dice che sottrarrà otto euro dalla Sim degli utenti che abbandonano Vodafone, per le spese di gestione del processo.

    I clienti Vodafone sono già sul chi va là a causa della querelle dell'Sms vocale. Funzionava solo tra utenti Vodafone. Quando si telefonava a un numero non raggiungibile, scattava la possibilità di lasciargli un messaggio, che veniva spedito al chiamato in forma di messaggio vocale. Gratis per chi lo riceveva; a pagamento (29 cent) per chi lo mancava. Subito si è messa a girare un'e-mail, a mo' di catena di Sant'Antonio, che metteva in guardia contro questo nuovo servizio. L'e-mail sosteneva che i 29 centesimi venivano addebitati immediatamente al chiamante. Vodafone ha replicato con una nota, in cui annunciava di averlo sospeso e specificava che quell'e-mail diceva cose errate. "Se il cliente non parla, o parla meno di 2 secondi, il messaggio non parte e il cliente non paga", si legge nella nota. Un errore che senza dubbio Vodafone ha fatto è stato di non aver comunicato subito in modo completo agli utenti come funzionava il servizio. È così che è nato il sospetto tra i clienti; secondo Paolo Attivissimo, massimo esperto di bufale su internet, l'e-mail contro Vodafone è frutto della paranoia di alcuni utenti, massima in questa fase, all'indomani della sparizione dei costi di ricarica.
    La paura degli utenti è in realtà giustificata dalle circostanze. Gli operatori hanno già protestato contro le perdite che il decreto Bersani porterà loro ed è quindi prevedibile che cercheranno qualche modo per attutire i danni.

    Il punto è che il decreto Bersani arriva come una mannaia che non distingue tra operatori piccoli o grandi. Un distinguo che forse l'Autorità Garante delle Comunicazioni avrebbe ritenuto opportuno fare, in una delibera che stava preparando sui costi di ricarica. I piccoli operatori soffrono di più per la perdita dei costi di ricarica. Avendo una minore quota di mercato, è loro interesse, più che dei grandi, premere su tariffe aggressive, per farsi spazio. Se i piccoli adesso sono incapaci di abbassare le tariffe e anzi sono costrette ad aumentarle, non c'è rischio che l'abolizione dei costi di ricarica abbia nel lungo periodo un effetto svantaggioso per i consumatori? È il pericolo segnalato nei giorni scorsi da Elserino Piol, uno dei padri delle telecomunicazioni italiane. Il paradosso è che la battaglia della politica per fare risparmiare gli utenti mobili non è finita ma comincia proprio ora.

    La Repubblica

  2. #2
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    Credo che alcune battaglie della CDL siano state di bandiera e sterili. Credo che non dovevano tout court opporsi alle liberalizzazioni. Credo anche però che la critica verso l'abolizione dei costi di ricarica senza una riduzione dei costi delle compagnie telefoniche fosse giusta. Insomma andava abolita anche la tassa di concessione governativa per permettere alle compagnie di riassorbire le mancate entrate dovute all'abolizione dei costi di ricarica.

    La sinistra ovviamente non ha voluto sentire ragioni (salvo credo approvare uno di quegli ordini del giorno che tanto vanno di moda adesso) e ha tirato dritto. Ecco i risultati.

  3. #3
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    Certo, i poverini delle compagnie hanno bisogno di soldi... libbberali...

  4. #4
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    Fatemi capire... lo volevate il liberismo o no? Sapete che libbberismo significa il termine 'liberismo'? No, perchè liberalizzazioni, in Italia, vuol dire soprattutto 'eliminazione di privilegi' che vecchi interventi dello stato avevano concesso.

    Fatemi capire: va bene liberismo basta che non tocchi me?

  5. #5
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    Citazione Originariamente Scritto da gigionaz Visualizza Messaggio
    Fatemi capire... lo volevate il liberismo o no? Sapete che libbberismo significa il termine 'liberismo'? No, perchè liberalizzazioni, in Italia, vuol dire soprattutto 'eliminazione di privilegi' che vecchi interventi dello stato avevano concesso.

    Fatemi capire: va bene liberismo basta che non tocchi me?
    va bene solo il liberismo fatto dal berlusca, cioe' il nulla..


  6. #6
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    Citazione Originariamente Scritto da gigionaz Visualizza Messaggio
    Fatemi capire... lo volevate il liberismo o no?
    Per quanto mi riguarda, No.
    E sono abbastanza stanco di questa solfa,la destra italiana non è mai stata liberista e se Dio vuole,non lo sarà mai.

  7. #7
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    com'è che si chiama? Libero mercato?

  8. #8
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    Poveretti...pretendere che un Comunista faccia le "Liberalizzazioni" è tipico dell'Italietta dell'Unione...era stato annunciato da tempo che il risultato sarebbe stato questo...come volevasi dimostrare e soprattutto come TUTTI possono constatare di persona...

  9. #9
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    Liberalizzazioni alla sovietica

    Scritto da Davide Giacalone

    Quando la politica si mette a fare i gargarismi con il mercato e le liberalizzazioni o prevalgono le idee chiare, o il risultato saranno gorgheggi cacofonici. Il ministro Bersani, poi, è stato abilissimo nell’agitare la bandiera senza badare troppo alla sostanza, e siccome in molti hanno incautamente sparacchiato sullo stendardo lui può, impropriamente, fregiarsi del titolo di “lord liberalizzatore”.

    Se si parlerà seriamente di liberalizzazioni i temi sul tavolo saranno quelli delle municipalizzate (autentici potentati locali, rendite di posizione al servizio della politica), delle poste (che ora vogliono, per la terza volta, far rientrare lo Stato nelle telecomunicazioni), dei trasporti, ferrovie in testa, dell’energia (dove il paradosso sarà quello di aprire il mercato non alla concorrenza, ma alla commercializzazione curata dai produttori russi).

    Le lenzuolate bersaniane si tengono a prudente distanza da tutto questo.

    Vabbé, diranno i ben disposti, ma almeno buona parte delle cose fatte sono pur sempre giuste. Certo, anch’io ho scritto che aprire il mercato dei taxi o la vendita dei farmaci da banco fuori dalle farmacie, erano cose buone e giuste, così come ho scritto che intervenire per decreto su una tariffa telefonica è l’esatto contrario della liberalizzazione. Ma troppo spesso ci si accontenta dei proclami e poi si trascura la realtà.

    Guardate i taxi: le licenze non sono aumentate, le macchine disponibili sono sempre le stesse, le tariffe sono amministrate e sono destinate ad aumentare. Il contrario di quel che Bersani aveva annunciato.

    A Roma si sono adottati i prezzi fissi per l’aeroporto, ma si pagano 40 euro se la macchina è romana, 60 se di Fiumicino. Direte: nessuno prenderà mai un taxi di Fiumicino. Lo prendono, perché ci sono file in stile moscovita e transenne che impediscono di caricare e partire se il primo taxi non si è tolto di mezzo, il che significa che discussioni e ritardi diventano oggetto di rivolta popolare. La situazione è così demenziale che fiorisce il mercato parallelo delle auto a noleggio o quelle del tutto irregolari.

    Il cocktail di tariffe fisse, transenne e mercato nero si serve non al banco delle liberalizzazioni, ma a quello della pianificazione sovietica. Lo dico per chiarezza, e per riconciliare Bersani con la sua storia.

    www.davidegiacalone.it

  10. #10
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    I Verdi: rincari ingiustificati per i servizi.
    «Prima i tagli, poi gli aumenti» Cellulari, protesta per le tariffe
    Consumatori contro Wind. La compagnia: colpiti dal decreto Bersani. Ds e Margherita: intervenga il Garante

    MILANO — Sconfortati: «Era troppo bello per essere vero». Concentrati: «Fatti i conti è un aumento del 20% sulle telefonate e del 50% sui messaggi: assurdo». Inviperiti: «Io cambio operatore, scelgo chi non fa sgambetti ai vecchi clienti». Il popolo dei blog e dei forum è alle prese con un inaspettato effetto Bersani: telefonate più care, una doccia fredda dopo il gradito taglio dei costi di ricarica. Messaggi di protesta su Internet, centinaia di telefonate alle associazioni dei consumatori: quelli che venti giorni fa festeggiavano il funerale della ricarica, oggi cercano affannosamente notizie sul loro destino di utenti, preoccupati dall'effetto boomerang.

    AUMENTI — La prima sgradita sorpresa è arrivata nei giorni scorsi, via sms, ai clienti Wind che hanno il piano tariffario Wind10: «L'operatore li ha informati che sono stati dirottati su Wind12, con un aggravio del 20% — spiega Paolo Martinello, presidente di Altroconsumo — Le compagnie stanno cercando di recuperare quello che hanno lasciato sul campo con l'abolizione delle ricariche». Sul campo hanno lasciato 1,7 miliardi di euro (costi delle ricariche), un duro colpo, soprattutto per chi ha meno margini. Il rincaro delle tariffe di Wind non è piaciuto ma è regolare, le tariffe si possono modificare, basta avvisare 30 giorni prima i clienti e così è stato. Ma è vero che Wind ha ritoccato i prezzi per «colpa» di Bersani? I diretti interessati confermano che «il decreto ha colpito in maniera particolare chi come noi ha sempre proposto offerte a costo zero al minuto e guadagnava sulle ricariche. Comunque nonostante il modesto ma necessario rincaro — dicono a Wind — Le nostre sono ancora le tariffe più competitive».

    PROTESTE — A temere un aumento dei prezzi non è soltanto il popolo dei blog. Secondo l'esperto di telecomunicazioni Elserino Piol «il taglio ai costi danneggerà la concorrenza quindi anche i consumatori» perché «le compagnie più piccole come Wind o 3Italia rischiano di essere spazzate via. E si rischia l'effetto contrario: invece di scendere le tariffe saliranno». Il sottosegretario all'Economia Mario Lettieri dichiara: «Le ipotetiche ristrutturazioni delle tariffe non saranno di certo avallate dal Governo». C'è un'interrogazione parlamentare di Villari e Ceccuzzi (Margherita e Ds) per fare chiarezza sugli aumenti seguiti all'eliminazione dei costi di ricarica. E si sono rivolti al Garante, chiedendo un'indagine, i Verdi. Altroconsumo parla di «far west» e ha attivato un servizio di Sos tariffe telefoniche (tel. 02-6961517) gratuito dal 23 marzo a fine aprile e sul sito ha aperto anche ai non soci il servizio per un calcolo personalizzato delle tariffe più convenienti. «Riceviamo ogni giorno più di cento chiamate e il sito registra centinaia di contatti. Adesso l'aspetto su cui fare chiarezza è quello dei crediti residui perché molti potrebbero decidere di cambiare operatore e ci sarà il problema del credito non speso». Una delle novità introdotte da Bersani è proprio la durata illimitata del credito. Ma la legge non specifica se il cliente che sceglie la number portability (sposta il numero su un altro operatore) ha diritto al rimborso della cifra che non ha speso. Oggi l'unico operatore che ha scelto di restituire il denaro (con assegno) agli ex clienti è Vodafone. Ma il servizio è a pagamento: otto euro. Un «balzello», che ha scatenato una valanga di mail avvelenate. Gli altri tre operatori propongono una soluzione diversa: chi cambia compagnia può spostare il credito su un'utenza diversa, una Sim intestata al diretto interessato o ad altri purché clienti dello stesso operatore. Quanto agli otto euro trattenuti da Vodafone è stato interpellato il Garante delle Comunicazioni che ha già chiesto spiegazioni alla compagnia.

    CREDITI — Come si regoleranno gli altri operatori? A dare indicazioni sarà l'Agcom, che al Corriere anticipa: «Il Garante interverrà per consentire lo spostamento del credito residuo da un operatore all'altro». Chi cambia compagnia potrà portare con sé numero e credito. E la scelta del rimborso diretto che ha fatto Vodafone? «Nulla in contrario purché il prezzo del servizio sia allineato al costo». «La spesa è giustificata», è la risposta di Vodafone che ieri ha temporaneamente sospeso un servizio appena introdotto di sms vocali a pagamento: «Siamo stati ingiustamente attaccati su forum e siti dei consumatori. Preferiamo in ogni caso fare chiarezza prima di riproporlo».

    Federica Cavadini da Il Corriere della Sera

 

 
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