(di Marco Travaglio)
Il mangiapreti clericale
"I preti pensino all'anima, lascino stare la politica. Il peggior governo laico è sempre meglio del miglior potere teocratico. Ringrazio Napoleone che ha portato la fine del potere politico della Chiesa; basta con chi vuole controllarci in camera da letto e nel cesso. La Chiesa pensi a imitare Gesù che diceva di andare per il mondo a piedi nudi, invece di stare nei palazzi a mangiare e bere e a fare magari qualcosa altro. Lo dico perché sono un uomo di profonda spiritualità" (Umberto Bossi, Ansa, 4 settembre 1997)
"Siamo i più puliti e soprattutto non facciamo accordi con i preti" (Umberto Bossi, Ansa, 17 ottobre 1997)
"Il Sud è quello che è grazie all'Atea Romana Chiesa, con i suoi vescovoni falsoni che girano con la croce d'oro nei paesi dove si muore di fame: il principale potere antagonista dei padani" (Umberto Bossi, Ansa, 3 agosto 1997)
"La Chiesa è l'altra bretella del regime del partito-stato, insieme ai sindacati. La Padania deve combattere contro il nazionalsindacalismo e il nazionalclericalismo. Sono lontani i tempi di Giovanni XXIII, il gran lombardo: ora è arrivato il papa polacco, che ha portato la Chiesa a interessarsi molto di più del potere temporale invece che del potere spirituale. I vari casi Ior e Marcinkus sono lì a dimostrarlo" (Umberto Bossi, Ansa, 9 agosto 1997)
"È da un anno che il potere teocratico dei vescovoni, gli zuccotti rossi, ci martella sistematicamente: pensassero alle anime, piuttosto che agli affari o alla politica" (Umberto Bossi, Ansa, 5 settembre 1997)
"È ora di mandare la guardia di finanza da certi vescovoni per sapere dove vanno i soldi che hanno raccolto per i poveri. I veri razzisti sono i buonisti, associazioni caritatevoli, tipo Caritas. Agiscono per un solo scopo: riempirsi il portafogli. Come il caporalato delle parrocchie: miliardi di euro in nero gestendo badanti, cameriere eccetera. Sappiamo chi c'è dietro, quali associazioni hanno perso il Dio che sta nei cieli, sostituendolo col dio denaro" (Umberto Bossi, Ansa, 9 settembre 2002)
...poi, improvvisa, la "Grande Svolta"...
"L'hanno fatto apposta a Natale perché è la festa della famiglia'. Così il leader della Lega Umberto Bossi si è espresso sulle ultime decisioni del centro sinistra sulle coppie di fatto. 'Hanno voluto farlo apposta per dare uno schiaffo alla Chiesa e al Cristianesimo, non si spiega altrimenti'" (Ansa, 9 dicembre 2006).
"Gli omosessuali hanno i loro diritti, ma bisogna vedere quali sono questi diritti. Io ribadisco che se i diritti si fanno discendere dalla famiglia parallela, si rischia di dare una mazzata ai valori della famiglia tradizionale, e soprattutto al Cristianesimo" (Umberto Bossi, Corriere della sera, 16 dicembre 2006)
"Di famiglia il nostro popolo ne conosce una soltanto, ed è quella che si vede nel presepe: la famiglia è quella. Guai a chi vuol dare fondamento giuridico a un altro tipo di famiglia, istituzionalizzando le coppie di fatto, specie quelle omosessuali. Non riesco proprio a capire come sia possibile che tanti cattolici si dichiarino tali e poi abbiano fatto proprio sotto Natale il bel regalo dei Pacs, alla Chiesa e anche a Gesù Bambino. Ripeto: l'innalzare le coppie di fatto a famiglia parallela, è un scempio e porta guai" (Umberto Bossi, Libero, 16 dicembre 2006)
Ciceruacchio
la voce repubblicana: la sinistra vuole il dittatore
Fa un certo effetto leggere, dopo anni in cui si accusava Berlusconi di volere un regime e di instaurare una dittatura, di eminenti editorialisti vicini al centrosinistra che consigliano a Prodi di assumere i panni del dittatore. Come ha scritto Eugenio Scalfari su "Repubblica" di mercoledì, di “dittatore di salute pubblica”. E subito è un coro di consensi. Bocca lo si può capire, Foa lascia perplessi, e perfino Salvati, che la ritiene una “esagerazione”, ma pur sempre “efficace”. Scalfari ha scomodato precedenti illustri: “Nell’antica Roma era prassi legale quando bisognava risolvere problemi gravi ed urgenti. Durava sei mesi, massimo un anno non rinnovabile. L’errore di Cesare fu di chiederlo e ottenerlo a vita”. Un salto siderale nella storia che appare stordente. Cerchiamo allora di ragionare. E’ vero: la Repubblica (romana) quand’era minacciata, ricorreva alla dittatura. Cincinnato, ad esempio, che poi tornò al suo aratro. Ma qui chi minaccia la Repubblica? Forse i barbari che scendono in piazza contro la legge Finanziaria? Difficile una situazione del genere nell’antica Roma, dove la minaccia era rappresentata dall’esterno, ed il Senato si sforzava di interpretare i bisogni dei cittadini, non di contraddirli. E’ chiaro allora - e Scalfari non ne fa questione - che la minaccia alla stabilità è tutta interna, dovuta allo stato conflittuale che agita la coalizione. Come scrive Salvati, “non è possibile andare avanti con un ministro che dice una cosa e l’altro che lo contraddice”, una prassi comune del governo, per la verità. D’altra parte, va dato atto al presidente Prodi di essersi posto il problema fin dalla campagna elettorale, quando in una conferenza stampa disse che si doveva discutere finché si poteva, ma che era chiaro che ad un dato momento sarebbe spettato a lui - in qualità di presidente del Consiglio - di prendere le decisioni, e agli altri di “ubbidire”. Questo il termine usato. Apriti cielo. La reazione di Bertinotti non fu, diciamo, molto accondiscendente. Se adesso lo è diventata, se Rifondazione è pronta ad ubbidire, è una novità di cui si può prendere atto volentieri. Ma Prodi si limitava a pensare ad un premierato forte, non ad una dittatura. Le parole non sono casuali. Scalfari chiede la dittatura “per salvare la res publica dallo sfarinamento e dal dominio delle lobby”. Benissimo. Poi aggiunge che occorre anche “il ridimensionamento del clan prodiano che ha procurato più danni che vantaggi”. Strana chiosa. I partiti e le lobby minacciano la res publica ed anche il clan personale del futuro dittatore. E quando mai un dittatore non ha un clan personale - visto che non ha un partito che lo sostiene - un clan che chiede più potere? Come fa Scalfari ad immaginare un dittatore che esercita il suo potere senza nessuno che lo sostenga? Una tale contraddizione dovrebbe essere sufficiente a far cadere una tale ipotesi e a rivelarne l'inconsistenza. Quali poteri demiurgici si riconoscono mai a Prodi per riuscire in una tale impresa? Noi temiamo che qualcuno abbia perso la testa. Anche perché Prodi, lo dice Scalfari, non è Cesare, piuttosto, scrive, “dà l’immagine di un curato di campagna”. E allora, ci perdoni Scalfari, ma come può un curato di campagna assumere il ruolo di un dittatore? Non vorremmo che da una parte si sottovalutasse Prodi e dall’altra lo si sopravvalutasse, per cui egli non ha il carisma del dittatore ma deve esercitarne il mandato - e deve esercitarlo non solo contro i partiti che lo sostengono e lo imprigionano, ma anche contro il suo clan. Ma nemmeno Bonaparte fu capace di tanto e, se Prodi non è Cesare, tantomeno è Bonaparte. Tutto è talmente confuso che crediamo finisca e cada da sé, e che ci si misuri realisticamente con i problemi di una coalizione divisa ed ingovernabile. Il nostro timore è che, incominciando ad invocare la figura di un dittatore, un dittatore vero si possa alla fine far arrivare. E questo, state certi, che del parroco di campagna avrà ben poco.
NELLA BASILICA DEI SANTI XII APOSTOLI IL 28 MARZO IL "CONCERTO PER IL POPOLO"
Mercoledì 28 Marzo 2007 alle ore 21:00 presso la Basilica dei Santi XII Apostoli (Piazza Santi Apostoli - Roma) il "Concerto per il Popolo", eseguito dalla Ensemble "Voci Italiane". Il concerto è ad entrata libera e gratuita.
Il concerto, che prevede l'esecuzione di brani di musica sacra per voci soliste e organo, si terrà nella splendida cornice settecentesca della Basilica dei Santi XII Apostoli che, di origine bizantina fu completamente ristrutturata dopo il terremoto del 1348 da Papa Innocenzo XI nel 1702, conserva molte opere d'arte tra cui le principali sono la volta affrescata dal Baciccio con il Trionfo dell'Ordine Francescano del 1707, l'imponente monumento a Papa Clemente XIV di Antonio Canova del 1787 e l'impressionante effetto illusionistico della Caduta degli Angeli ribelli (sopra il presbiterio), di Giovanni Odazzi .
L'Ensemble Voci Italiane, composta dal Maestro Paolo Tagliapietra (Organo), Patrizia Roberti (Soprano), Flavia Caniglia (Mezzo Soprano), Massimo Iannone (Tenore) e Renato Vielmi (Basso) eseguirà lo Stabat Mater di Antonio Caldara, il Dies Irae di Francesco Durante, Et in Spiritum di J.S.Bach e il Magnificat di Giovanni Paisiello.
Comellì e che cazz!!!!!
Un minimo di decenza!! se vuoi provocare questo è il posto sbagliato, è pieno di iene anticlericali.
Comellì ma tu sei un repubblicano o cosa??
http://pasquale1.wordpress.com/2007/...to-il-cazzo-2/
http://www.repubblica.it/2007/03/sez...lla-prova.html
http://pasquale1.wordpress.com/2007/...e-le-reazioni/
http://pasquale1.wordpress.com/2007/...e-le-reazioni/
APPELLO LAICO: L'8 X 1000 ALLA CHIESA VALDESE
http://micromega.repubblica.it/micro...mille_all.html
Aboliamo il concordato: firma la petizione
http://www.petitiononline.com/vaticano/petition.html
Paolo, Alberich, cortesemente mi riunite questo thread in un altro chiamato Offensiva anticlericale accorpando tutti questi link in un solo post?? grazie!!
Lo farei io se potessi ma non sono mod ^_^
TNX Paolo.