Okkkk, questa l'abbiamo pensata con Enrico ieri notte tardi, quindi POTREBBE essere delirante
1992: Tangentopoli, crollo della classe dirigente della Prima Repubblica.
1993: Amministrative, trionfano Lega e Progressisti; Berlusconi fa il suo coming out.
1994: Umberto Bossi annuncia di aver concluso con Mario Segni e con Martinazzoli un accordo elettorale per "fermare i comunisti"; il partito di Berlusconi, Forza Italia, si presenterà con MSI, CCD e UDC nel Polo del Buongoverno; i Progressisti perdono per strada i resti del PSI, dove Intini cavalcando l'onda del "Bettino, torna!" diviene segretario e si presenta fuori dai Poli con i Radicali.
Le elezioni arridono alla Sinistra: Patto e Progressisti hanno proporzionalmente gli stessi voti, ma il grande successo dell'MSI (18%) e il discreto risultato di FI+UDC+CCD (8,5%) portano a una netta sconfitta nel riparto maggioritario. In molti collegi del Nord, il Patto, grazie alla Lega, è attorno al 60%.
Il nuovo governo di sinistra guidato da Ciampi inaugura una politica di lacrime e sangue per farci rientrare in Europa, ma deve fare i conti con una violenta reazione da parte della Lega, che reclama "libertà di spendere i nostri sghei, senza mollarli ai terùn". La situazione inizia a farsi tesa, con scontri in piazza, e ad estendersi pericolosamente: le valli bergamasche vengono presidiate da 100 000 guardie padane in camicia verde che urlano "secessione", mentre un fantomatico Nuovo EVIS che molti ritengono finanziato dalla mafia inizia a fare sangue in Sicilia. Inizialmente, il governo prova a giocare la carta della linea dura, ma l'esempio della Iugoslavia di Milosevic che si sta sfasciando a pochi metri consiglia prudenza.
Ciampi e Scalfaro concordano così di accogliere le proposte della Lega per una mutazione istituzionale morbida, che salvaguardi l'Unità del Paese: si forma un governo di larghe intese, il cui ministro delle riforme Gianfranco Miglio disegna un assetto federale di tipo svizzero, con il ridisegno delle vecchie regioni, runite nelle macroregioni di Padania, Etruria e Ausonia, più le vecchie regioni a Statuto Speciale.
Questo assetto subisce una prima modifica pesante allorquando la Guardia Regionale Friulana, di fronte al caos che regna in Iugoslavia, interviene e "libera" la Slovenia e la Dalmazia. Una operazione piuttosto dubbia sul piano del diritto internazionale e anche delle autonomie locali italiane, ma che viene sancita da un referendum e riconosciuta dall'Europa.
La seconda modifica pesante c'è attorno al 1999, con la proclamazione di indipendenza dalla Padania della Zona Federale Serenissima, che include il Veneto, il macroFriuli e parti di Lombardia. In questa timeline, non c'è la guerra in Serbia, come vedremo prossimamente...
Siamo nel 2009, e nella variopinta compagine statale italiana, una confederazione governata da un direttorio spartito tra i maggiori partiti in maniera abbastanza caotica, visto l'intrecciarsi di vari Stati-nazione, si va a elezioni generali...