Pagina 1 di 7 12 ... UltimaUltima
Risultati da 1 a 10 di 62
  1. #1
    Cavaliere d'oro
    Data Registrazione
    12 Dec 2003
    Località
    L'ultima ridotta d'Italia
    Messaggi
    13,879
     Likes dati
    3,668
     Like avuti
    1,628
    Mentioned
    1 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito Celebriamo il 10 febbraio: Giornata del Ricordo

    Invito tutti a visualizzare le immagini e dare un segno di partecipazione.

    http://www.politicaonline.net/forum/...d.php?t=226420

    Quando le armi saranno fuorilegge, solo i fuorilegge avranno le armi

  2. #2
    roberto m
    Ospite

    Predefinito

    Onore Sempre E Non Solo Il 10 Febbraio Ai Martiri Delle Foibe La Cui Unica Colpa Era Quella Di Essere Italiani, Inchiniamo Le Nostre Bandiere Alla Loro Memoria

  3. #3
    Giuro di essere fedele al Re!
    Data Registrazione
    04 May 2003
    Località
    Luzern - Pesaro
    Messaggi
    5,826
     Likes dati
    0
     Like avuti
    1
    Mentioned
    11 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito la repubblica e le Foibe

    Per la repubblica è troppo tardi per spacciare una verginità che non ha mai avuta. Infatti, al pianto del coccodrillo ciampiano, asciugato cinicamente con il tricolore napoleonico e mafioso, si sovrappone la vera, concreta realizzazione della repubblica: la complicità nel crimine dei suoi degni "padri"... tanti ad ingravidare la "madre resistenza", che si esprime con la negazione, il silenzio, il boicottaggio della verità.
    Ecco:

    Le altre università le espongono
    L’ateneo anti Coca-Cola vieta mostra su foibe
    Il caso a Roma Tre: «Foto troppo crude».
    I giovani di An sfilano con le immagini al collo.
    Villari: doveva essere autorizzata
    ROMA - La mostra per ricordare le vittime delle foibe si farà lo stesso. Nonostante la mancata concessione dell’atrio della facoltà di Economia da parte dei vertici dell’ateneo. Gli organizzatori sfileranno, oggi, nel cortile di fronte alla sede universitaria a mo’ di uomini sandwich: con i cartelloni «censurati» al collo.
    Non accennano a diminuire le polemiche all’università Roma 3, dopo la decisione della preside della facoltà, Maria Paola Potestio, avallata dal rettore Guido Fabiani, di vietare la manifestazione in ricordo delle vittime trucidate tra il 1943 e il 1945: una mostra per un giorno organizzata dai giovani di «Azione universitaria», movimento studentesco vicino ad An, e dal «Comitato 10 febbraio».
    «L’ateneo romano è stato l’unico, su 70 università italiane, ad aver negato lo spazio per l’iniziativa», protesta il segretario del movimento Giovanni Donzelli. Un via libera unanime, quello degli altri atenei, che ieri ha messo in imbarazzo la preside Potestio. Dalla «Cattolica» di Milano alla «Sapienza» di Roma, la mostra ha ottenuto il permesso. «Se è così sono felice», risponde la preside. E non c’è ironia nelle sue parole: «Il mio "no" - spiega - è stato dettato dalla crudezza di certe immagini. Anche l’idea di esporre la prima pagina dell’"Unità" all’indomani della morte di Tito mi è parsa una provocazione. Ho pensato che una mostra così potesse accendere gli animi e suscitare tafferugli. Ma se altrove tutto andrà liscio ammetterò pubblicamente di aver sbagliato, chiedendo scusa». Una decisione, la sua, presa in totale autonomia? «Non mi faccia domande imbarazzanti». Ma la domanda è d’obbligo: ha deciso lei di vietare la mostra? «Sì. Ma mi sono consultata con il rettore».

    A indicare direttamente nel «magnifico» Guido Fabiani «il vero e unico censore» sono gli stessi studenti di «Azione universitaria». Ma lui, già assurto nel marzo scorso ai ranghi della cronaca per il caso «Coca Cola» (una delibera in cui, dopo un’ipotesi di boicottaggio, si scelse di «affiancare» alle bibita, nelle macchinette dell’università, anche prodotti del consumo equo e solidale), difende la sua scelta: «Nessuna censura. Siamo pronti a trattare questa materia, serissima, in maniera seria. Nessun problema a concedere spazi per iniziative che si addicano a un’università. La storia nelle aule va bene, ma la politica resti fuori».
    Giustificazione che però lascia perplessi alcuni «big» che nelle aule di Roma 3 insegnano.
    «Non capisco perché non sia stata autorizzata - si stupisce lo storico Lucio Villari - tanto più in un momento in cui le alte cariche dello Stato celebrano giustamente il ricordo di una tragedia. Probabile che la mostra avesse una coloritura politica, ma ciò significa poco».
    Sulla stessa linea Linda Lanzillotta, docente e membro della direzione della Margherita: «Sono contraria a ogni forma di divieto per l’espressione di opinioni, anche se frutto di una visione storiografica discutibile».
    «Contrario a ogni censura» anche il filosofo Giacomo Marramao, che però giustifica Fabiani: «Giusto ricordare le vittime dell’orrore. Ma, se organizzata da studenti, una mostra congiunta su foibe, gulag e campi di concentramento sarebbe stata più opportuna».
    Edoardo Sassi
    Da: Corriere della Sera.it – Cronache
    http://www.italysoft.com/news/corriere-della-sera.html


    Il compiacente articolista del Corriere afferma non esserci ironia nelle parole di quella svergognata Vanna Marchi della Storia d'Italia, chissà perchè non ha completato la frase dicendo che quelle parole trasudano bieco cinismo!

    E l'ineffabile Marameo (o come diavolo si chiama quell'addirittura filosofo) che fa un affidamento totale sull'imbecillità innata dei figli della repubblica, tanto da nemmeno prendere in considerazione che uno di noi possa ribattere: scusi Professore, ma quando mai Benigni o quanti altri, parlandoci degli orrori del fascismo, ci ha congiuntamente edotti, per esempio, anche sulle Foibe?

  4. #4
    Fiamma dell'Occidente
    Data Registrazione
    31 Mar 2009
    Località
    Nei cuori degli uomini liberi. ---------------------- Su POL dal 2005. Moderatore forum Liberalismo.
    Messaggi
    38,171
     Likes dati
    984
     Like avuti
    1,389
    Mentioned
    139 Post(s)
    Tagged
    48 Thread(s)

    Predefinito

    Noi vi giuriamo che ritorneremo
    là dove Dio volle il tricolore.
    Noi vi giuriamo che combatteremo,
    fin quando avremo pace con onore.

    10 febbraio, io ricordo.
    _
    P R I M O_M I N I S T R O_D I _P O L
    * * *

    Presidente di Progetto Liberale

  5. #5
    Viva il Re!
    Data Registrazione
    24 Feb 2005
    Località
    Milano
    Messaggi
    1,610
     Likes dati
    0
     Like avuti
    0
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    Dai miei due balconi sventolano due bandiere sabaude con il nastro nero a lutto. L'unico di tutta la mia zona. Ma fin quando ricorderà anche uno solo di noi, i martiri delle Foibe da lassù dormiranno contenti.
    "Prima di tutto l'Italia" (S.M. il Re Umberto II)

  6. #6
    Giuro di essere fedele al Re!
    Data Registrazione
    04 May 2003
    Località
    Luzern - Pesaro
    Messaggi
    5,826
     Likes dati
    0
     Like avuti
    1
    Mentioned
    11 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito 10 - FOIBE: Ricordiamo le Vittime della bestialità repubblicana

    Dieci febbraio, “Giornata del ricordo”

    L’altra faccia, tutta italiana, del 27 gennaio, “Giornata della memoria”



    Con la legge n. 92 del 30 marzo 2004 il Parlamento italiano ha raccolto l’invito del Presidente della Repubblica Carlo Azelio Ciampi a “intraprendere una profonda opera di recupero della propria memoria storica per addivenire ad una effettiva unità ed identità condivisa” e rinnovare perciò la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle FOIBE, dell’ESODO dalle loro terre degli Istriani, Fiumani e Dalmati nel secondo dopoguerra attraverso l’istituzione di una giornata a loro dedicata.
    Ma istituire ufficialmente un giorno per ricordare non significa molto se non si riempe la forma di contenuti e personalmente credo che passerà molto tempo prima che una delle pagine più efferate nella nostra storia di Italiani trovi la giusta considerazione.
    Non voglio qui attizzare polemiche a sfondo politico, la mia stessa deontologia professionale non me lo permetterebbe, ma è un fatto che per più di cinquant’anni la stragrande maggioranza del paese ha ignorato vicende che hanno colpito la nostra italianità e gli stessi libri di storia hanno saltato il problema FOIBE ed ESODO ITALIANO o l’hanno sorvolato rapidissimamente e liquidato con poche parole come fosse solo un semplice episodio di guerra.

    Ma i fatti non cessano di esistere perché, volutamente o meno, vengono fatti scivolare nell’oblio e per fortuna negli ultimi dieci anni la storia, quasi a prendersi una rivincita, è emersa lentamente attraverso la stampa indipendente e anche un recente sceneggiato tv come “Il cuore nel pozzo” ha avuto il merito di contribuire a far conoscere questa realtà al grande pubblico, pur essendo accompagnato dalla solita bagarre.

    Divulgare sempre più questa Storia, dovrebbe avere il senso oggi di essere un omaggio al popolo d’Istria, della Venezia Giulia, di Fiume e della Dalmazia, un popolo italiano nel sangue e nell’anima che fu disperso, senza più la sua terra, le sue radici; di rendere omaggio a più di ventimila vittime (e sono solo dati ufficiosi) infoibate e ai 350.000 vivi allontanati dalle lorocase e che non possono dimenticare.
    Ma per me, che insegno storia ed insegno -o spero di farlo- ai miei ragazzi ad essere obiettivi, a pensare con le loro teste, a non farsi fuorviare da nessuna impostazione ideologica precostituita, far conoscere questa pagina è anche e soprattutto divulgare una verità indispensabile per formarli al concetto stesso di Giustizia: non esistono crimini di destra o di sinistra. Esistono crimini contro l’umanità e basta. Tutti ugualmente esecrabili, tutti da conoscere e da condannare….

    La verità lungamente negata, insabbiata o ridimensionata è che tra il '43 e il '45 tutto un popolo italiano ha dovuto abbandonare la sua terra natale nelle province allora italiane di Pola, Fiume, Zara per sfuggire al processo di snazionalizzazione di quei territori da parte del Maresciallo Tito, poi a capo della Repubblica Socialista Jugoslava fino al 1980.

    Fu un vero massacro, una pulizia etnica e non politica iniziata in Istria dopo l’armistizio dell’8 settembre del 43 e continuata fino al maggio del 45 quando le truppe titine invasero la Venezia Giulia spingendosi fino alle porte di Udine.

    Le foibe, per quei pochi che non ne ricordano il signifcato, sono voragini di natura carsica, presenti in tutta la Venezia Giulia, profonde anche 200 metri, per cui far precipitare in esse la gente costituisce uno dei metodi più sbrigativi per farla sparire senza lasciar traccia. Solo da alcune, perché nella stragrande maggioranza dei casi non è possibile calarvisi dentro, sono state estratte le salme, a grappoli, a partire dal '43.

    I prigionieri avevano i polsi legati con filo di ferro, incatenati gli uni agli altri. Spesso era solo il primo della colonna ad essere ucciso e, scaraventato dentro, si trascinava gli altri vivi e destinati ad una morte atroce. Le fotografie ed i filmati d’epoca documentano un agghiacciante genocidio e mostrano vittime già in precedenza torturate e orrendamente sfigurate, nude per evitare ogni possibile riconoscimento.

    A volte si estraevano anche i resti di cani che secondo una credenza dovevano servire per fare da guardia alle anime degli infoibati ed impedire di uscire a perseguitare i loro carnefici.


    Norma Cossetto

    Il caso di Norma Cossetto, studentessa universitaria di appena 23 anni, violentata da 17 partigiani titini, mutilata al seno, pugnalata e infoibata agonizzante è l’emblema di una mattanza senza plausibili giustificazioni, così come assurda appare la morte del sacerdote Angelo Tarticchio ritrovato nella foiba di Vines con i genitali in bocca e, supremo atto di scherno, con una corona di spine in testa o quella di Giuseppe Cernecca, segretario di un Comune, arrestato, torturato, lapidato e poi decapitato perché aveva in bocca due denti d’oro che furono estratti da un orologiaio. La sua testa servì -ad orrore si aggiunge l’orrore- per far giocare a pallone i suoi aguzzini.
    E’ la guerra, si potrebbe obiettare, sono solo casi sporadici perpetrati da feroci delinquenti, ma le vittime, non solo infoibate, furono migliaia, quindicimila, ventimila, forse molte di più. Per chi si interroga sulle motivazioni di queste atrocità può valere come risposta quanto detto, nel corso di una pubblica intervista del 21 luglio 1991 da Milovan Gilas, braccio destro di Tito. “Nel 1945 io e il Ministro degli Esteri Edward Kardelj fummo mandati da Tito in Istria. Era nostro compito indurre tutti gli italiani ad andar via con pressioni di ogni tipo. E così fu fatto”.

    Mi sembra doveroso ribadire che si è trattato di una pulizia non politica, ma etnica, perché è stata compiuta un’eliminazione fisica di Italiani da parte di Slavi e non di fascisti da parte di comunisti come evidenziato dalla sintesi storica. D’altra parte i fascisti erano già scomparsi dal maggio del 45. Sono le foibe a conservare il segreto del numero reale delle loro vittime, non solo persone che rappresentavano lo Stato Italiano, ma gente comune, uomini donne, bambini; un numero impressionante che si accompagna a quello degli affogati con una pietra al collo o a quello degli spariti nei campi di concentramento slavi o dei fucilati.

    Ma questi eventi così luttuosi furono seguiti da un altro altrettanto drammatico: l’esodo. Quando nel '47 l’Istria passa alla Jugoslavia, il Popolo Istriano, Fiumano e Dalmata (una parte del quale si era già rifugiato in Italia a partire dal '43) decide di non voler diventare cittadino jugoslavo e su 400 mila abitanti ben 350 mila abbandonano case, averi, tutto; significativo il caso di Pola che fu abbandonata da 28 mila abitanti su un totale di 30 mila e che Tito trovò praticamente vuota.
    La paura dell’infoibamento, della delazione, delle fucilazioni facili, dei licenziamenti, delle angherie, delle confische, delle espropriazioni di ogni tipo di bene individuale, in una parola il terrore, spinse tutto un popolo vissuto in armonia anche plurietnica a cercare asilo in un’Italia sentita come patria e in cui venne disperso in 120 campi profughi e non sempre nell’ottica dell’accoglienza.
    Molti emigrarono verso altri paesi d’Europa, nelle due Americhe, in Canada, persino in Australia e per loro l’esodo divenne diaspora; per altri si trattò di restare cinque, ma anche dieci anni in baracche, campi dismessi di prigionia, caserme abbandonate prima di riannodare faticosamente i fili di una vita normale in terra italiana.
    Drammatico anche il destino di chi rimase e si ritrovò esule nella propria terra, con l’obbligo di parlare una lingua non propria, senza le proprie istituzioni o la libertà di praticare il proprio culto. Una tragedia dunque non politica, ma umana. E una tragedia taciuta per tanti, troppi anni.

    Solo nel 1991 il Presidente della Repubblica Francesco Cossiga si reca sulla foiba di Basovizza, vicino a Trieste, seguito da Luigi Scalfaro nel 1993.
    Piero Fassino, segretario Politico Nazionale dei D.S. nel suo libro “Per Passione” scrive che “le forze democratiche e la sinistra per ragioni di realismo politico rimuovono del tutto l’Esodo...; Stelio Spadaro, già segretario del PCI e del PDS triestino, nel 96, dalle colonne dell’Unità invitava il partito ad una severa autocritica e affermava: “negli anni 43 e 45 il comunismo italiano diede copertura e legittimazione alle foibe…Inoltre agli istriani costretti all’esodo è mancato un riconoscimento morale dell’ingiustizia subita”. E le parole del nostro attuale Presidente della Repubblica Carlo Azelio Ciampi sono l’importante ultimo riconoscimento di una tragedia che ha colpito tutta l’Italia: “…non si deve dimenticare quel passato. I popoli lo ricordino affinché quelle tragedie non si ripetano...” .

    Non dimentichiamo o se non conosciamo, cerchiamo di conoscere. Una nazione senza memoria di sé non è una Nazione. E la storia dei Fiumani, Istriani, Dalmati è storia d’Italia, né i trattati che possono trasferire sovranità possono cancellare questa verità: l’Istria, la Dalmazia, il Quarnaro hanno partecipato per millenni alla cultura e alle vicende d’Italia: dall’epoca romana, al Rinascimento, dall’età moderna con la Repubblica di Venezia e Ragusa fino al Risorgimento e ai due conflitti mondiali.

    La Storia deve raccontare fatti e questo inevitabilmente richiama ad una valutazione dei fatti, ma non può per erronei comportamenti ideologici diventare dismemoria. Deve piuttosto prendere la distanza dagli avvenimenti il più possibile e consentire una valutazione serena da parte di chi si avvicina ad essa. Ed è questo, a mio avviso, il senso autentico della Storia necessario per insegnare ai nostri ragazzi a promuovere autenticamente la convivenza pacifica, la collaborazione e la solidarietà in un’Italia democratica, rispettosa delle diversità, ma anche più consapevole della sua unità.
    Lucia Vaccarella

    da: I.T.I.S. “Luigi di Savoia” – Chieti
    Il SAVOIArdo
    http://www.itisavoia.ch.it/sito2/ind...=59&Itemid=103

    http://www.itisavoia.ch.it/sito2/pdf...do3%20pag1.pdf
    http://www.itisavoia.ch.it/sito2/pdf...o3%20pag15.pdf
    http://www.itisavoia.ch.it/sito2/pdf...o3%20pag16.pdf


    Non posso esimermi dall'aggiungere quanto l'ottima Professoressa Vaccarella ha omesso di "ricordare" nella "Giornata del Ricordo": i sigg. presidenti, dei quali celebra il memore impegno per gli Italiani infoibati, sono nient'altro che complici omertosi del grande inganno in cui, con il loro silenzio, ci fecero vivere per oltre cinquant'anni. Essi, tutti, da Cossiga a Ciampi, ben sapevano che l'altro loro collega, il "più amato", tradì e oltraggiò con cinismo bestiale gli Italiani vivi e morti camminando quasi sulle Vittime, dovendo passarvi accanto per recarsi a baciare il loro infoibatore, a baciare l'assassino dello stesso Popolo del quale il turpe avrebbe avuto il compito istituzionale di rappresentare il Diritto e la Dignità. Ma tacquero.
    Furono complici omertosi tutti i presidenti della repubblica, interessatamente, giacchè all'infoibatore dovevano la riconoscenza per il grande aiuto prestato nel ricatto al nostro Sovrano, ricatto che si concluse con l'imposizione della repubblica, madre delle loro carriere politiche.

  7. #7
    the dark knight's return
    Data Registrazione
    06 Jul 2006
    Località
    Gotham City
    Messaggi
    26,970
     Likes dati
    786
     Like avuti
    1,581
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    SEMPRE PRESENTI

  8. #8
    più arcipreti, meno arcigay
    Data Registrazione
    03 Jun 2004
    Località
    Tra la verità e l'errore non c'è nessuna via di mezzo, tra questi due poli opposti non c'è che un immenso vuoto. Colui che si pone in questo vuoto è altrettanto lontano dalla verità di colui che è nell'errore (J. Donoso Cortes)
    Messaggi
    19,842
     Likes dati
    0
     Like avuti
    1
    Mentioned
    1 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    Gloria eterna agli italiani martiri della barbarie slavo-comunista.

    Vergogna altrettanto eterna ai carnefici titini, ai loro complici materiali italo-comunisti e ai loro complici istituzionali: URSS, Francia, Gran Bretagna e De Gasperi.

  9. #9
    Giuro di essere fedele al Re!
    Data Registrazione
    04 May 2003
    Località
    Luzern - Pesaro
    Messaggi
    5,826
     Likes dati
    0
     Like avuti
    1
    Mentioned
    11 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    Il genocidio degli Italiani d’Istria e Dalmazia fu perpetrato dai repubblicani jugoslavi con la complicità morale e politica, in alcuni casi persino con la partecipazione attiva, di quella resistenza che ogni 25 aprile, supportata dal presidente della repubblica, si presenta agli Italiani quale madre della repubblica stessa secondo lo slogan: “la repubblica nata dalla resistenza”.... quella rossa e repubblicana… naturalmente!, che niente ha a che vedere con i patrioti come Montezemolo, Pizzoni, Sogno, De Gregori, Pasolini e quanti altri dei quali, invece, la resistenza madre della repubblica fu la feroce assassina.

    Due pagine di Storia, raccontate da due opposti testimoni: un laico rosseggiante ed un cattolico, quali sono rispettivamente il cantante Gino Paoli e la Medaglia d’Oro al Valor Militare Monsignor Aldo Moretti, il partigiano "Lino", narrano le criminali collusioni tra la resistenza repubblicana ed il genocidio del quale oggi facciamo memoria.

  10. #10
    Giuro di essere fedele al Re!
    Data Registrazione
    04 May 2003
    Località
    Luzern - Pesaro
    Messaggi
    5,826
     Likes dati
    0
     Like avuti
    1
    Mentioned
    11 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito il testimone Gino Paoli

    Gino Paoli:
    i miei parenti finiti nelle foibe

    (tratto dal "Corriere della Sera" del 21 dicembre 2005).

    Racconta Gino Paoli che:

    «Mio padre, figlio di un operaio analfabeta delle ferriere di Piombino, aveva fatto l’accademia di Livorno ed era arrivato ai cantieri di Monfalcone come ingegnere navale. Là aveva sposato mia madre, che invece veniva da una famiglia benestante, i Rossi. Io sono nato nel 1934 e ho vissuto i primi mesi a Monfalcone, poi ci siamo trasferiti a Genova.

    Dieci anni dopo, parte della famiglia di mia madre morì infoibata.
    I miei parenti non erano militanti fascisti, erano persone perbene, pacifiche. Ma la caccia all’italiano faceva parte della strategia di Tito, che voleva annettersi Trieste e Monfalcone. I partigiani titini, appoggiati dai partigiani comunisti italiani, vennero a prenderli di notte: un colpo alla nuca, poi giù nelle foibe.

    Mia madre e mia zia non hanno mai perdonato. Mi ricordavano spesso i nomi dei loro cari spariti in quel modo, senza lasciare dietro di sé un corpo, una tomba, una memoria. Peggio: una memoria negata.
    ……Una parte della nostra famiglia è finita nelle foibe e di queste cose per decenni non si è parlato. E la sinistra porta una responsabilità culturale, perché il partito doveva coprire la connivenza dei partigiani rossi con la strategia di Tito….

    ----------------------------

    No comment. O meglio si, con tre domande. Visto che Gino Paoli ritiene la “sinistra” solo “culturalmente” responsabile della sola “memoria negata”:

    1. L’infoibamento dei suoi Familiari è per lui irrilevante, non imputabile e non perseguibile?
    2. Da chi crede che prendessero ordini gli stessi “partigiani comunisti” assassini della famiglia di sua Madre?
    3. Oppure pensa che quelli, sia gli assassini che i mandanti, non fossero di “Sinistra”, tanto che giunse a far con essi comunella sugli scranni di Montecitorio?


    Per me è un mistero. Qualcuno può illuminarmi?

 

 
Pagina 1 di 7 12 ... UltimaUltima

Discussioni Simili

  1. Ricordiamo le vittime del razzismo e della persecuzione
    Di Nazionalistaeuropeo nel forum Socialismo Nazionale
    Risposte: 5
    Ultimo Messaggio: 10-04-12, 20:47
  2. Noi ricordiamo...altre vittime.
    Di Nazionalistaeuropeo nel forum Socialismo Nazionale
    Risposte: 0
    Ultimo Messaggio: 21-03-12, 21:41
  3. Foibe: ricordiamo tutti
    Di Giò nel forum Destra Radicale
    Risposte: 33
    Ultimo Messaggio: 11-02-08, 23:30
  4. 10 Febbraio: Ricordiamo i martiri delle Foibe!
    Di Giò nel forum Destra Radicale
    Risposte: 25
    Ultimo Messaggio: 11-02-08, 01:35
  5. Ricordiamo i martiri delle foibe e gli esuli istriani, fiumani e dalmati
    Di Schmittiano nel forum Centrodestra Italiano
    Risposte: 14
    Ultimo Messaggio: 10-02-08, 09:19

Permessi di Scrittura

  • Tu non puoi inviare nuove discussioni
  • Tu non puoi inviare risposte
  • Tu non puoi inviare allegati
  • Tu non puoi modificare i tuoi messaggi
  •  
[Rilevato AdBlock]

Per accedere ai contenuti di questo Forum con AdBlock attivato
devi registrarti gratuitamente ed eseguire il login al Forum.

Per registrarti, disattiva temporaneamente l'AdBlock e dopo aver
fatto il login potrai riattivarlo senza problemi.

Se non ti interessa registrarti, puoi sempre accedere ai contenuti disattivando AdBlock per questo sito