Risultati da 1 a 9 di 9
  1. #1
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    Predefinito Questione Decreto - Richiesta a tutti

    Salve, il governo ha emanato 3 giorni fa un decreto.
    Innanzitutto, non entro qui nel merito, posso dire che il decreto in sè è previsto dalla Carta Costituzionale quindi non ho nulla da eccepire da questo punto di vista.
    Il premier mi ha detto che a suo giudizio il potere di rinvio del Presidente dovrebbe essere - eventualmente - esercitato in questa fase.
    Questo è il passaggio su cui ho dubbi per cui chiedo a ex presidenti, ex presidenti del congresso, ex legislatori, e chiunque voglia partecipare a questo breve dibattito di dirmi, carta costituzionale alla mano, la sua opinione.
    Ovviamente poi io prenderò una decisione a prescindere, ma sono una persona abituata a mettere in discussione i propri convincimenti se le obiezioni mi convincono.
    La mia opinione attuale è che non esista un potere di rinvio dei decreti del governo, che secondo la costituzione il governo emana "sotto la sua responsabilità".
    Questo perchè la costituzione parla di rinvio di leggi al congresso

    Art,13
    Il Presidente di Pol promulga le leggi entro 10 giorni dall’approvazione in Congresso. In sua assenza provvede il Vicepresidente. Il Presidente può rinviare al Congresso la legge esprimendo tramite dichiarazione i punti della legge che non ritiene corretti e le necessarie modifiche. Se il congresso riapprova la legge il Presidente è obbligato a promulgarla. Nel caso in cui il Presidente o il vicepresidente non dovessero promulgare o rinviare la legge al Congresso nei tempi prestabiliti la legge è da considerarsi promulgata. In questo caso il presidente del Congresso sarà tenuto a pubblicare la legge nei 3d appositi, la legge entrerà in vigore solo dopo l'affissione.
    Qualora il Presidente del Congresso non pubblicherà la legge entro 10 giorni dalla promulgazione, decadrà dall'incarico.


    Io non desumo la possibilità di rinviare un decreto, ciò che mi sembra di poter dedurre è che il governo emana il decreto, Il Presidente lo firma, e entro 15 giorni dalla pubblicazione il Congresso deve convertirlo in legge.
    Solo a quel punto secondo me il Presidente ha il potere di rinvio, considerato anche che nella procedura di conversione la legge potrebbe essere emendata
    (quest'ultimo è un altro punto dibattibile, ma dall'intero impianto mi sembra di desumere che tutte le leggi possano essere emendate).

    Altri articoli da considerare
    Art.16
    Il Presidente di Pol firma le ordinanze e i decreti deliberati in Consiglio dei ministri. In sua assenza supplisce il Vicepresidente o comunque secondo l’articolo 9 comma 3.


    Art.27
    Le leggi sono votate dal Congresso di Pol. Il Governo può, sotto sua responsabilità, emanare provvedimenti temporanei che abbiano valore di legge su materia ordinaria. Il Governo è tuttavia vincolato a presentare al Congresso la formalizzazione in proposta di legge del provvedimento al Congresso in un tempo massimo di 15 giorni: passato quel termine, se il provvedimento non sarà stato formalizzato come P.d.L al Congresso, sarà da considerarsi nullo. L’eventuale insorgere di casi giuridici dovuti all’annullamento di decreti-legge non formalizzati sarà regolato dal Consiglio Costituzionale


    Io entro stanotte prenderò una decisione, dico sin da ora che nella mia interpretazione nel caso di firma con riserva di rinvio della legge approvata dal Congresso, i 15 giorni si dovranno intendere come decorrenti dalla mia firma.

  2. #2
    email non funzionante
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    Il decreto viene emanato dal Governo e il Presidente lo rende effettivo con la sua firma.

    Non ritengo si possa parlare di rinvio, ma comunque il Presidente è liberissimo di scegliere se firmare o meno il Decreto.

    Ritengo quindi che il Presidente possa rifiutarsi di firmare il Decreto emesso dal CdM.
    Se decidesse di approvarlo ed entro i 15 giorni il Congresso lo tramutasse in legge ritengo che possa esercitare il suo diritto a non approvare la legge.

    Ricordo che durante il mio mandato firmai un decreto presentato da te allora Primo Ministro. Avrei potuto rifiutare di firmare il decreto, condividendo il testo lo firmai.

    Inoltre qualora la tua funzione fosse solo quella di controfirmare tanto vale togliere la firma presidenziale sul decreto.


    saluti

  3. #3
    Repubblica
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    Spiego rapidamente il motivo della mia interpretazione. Credo che la nostra carta Costituzionale non possa aiutarci..
    Se il potere di rinvio presidenziale consistesse per la legge di conversione, avremmo una legge che ha avuto validità per un periodo di tempo indeterminato tra l'emanazione e la mancata conversione, che cmq produce effetti.. Credo quindi che, non avendo giuridicamente senso la prima ipotesi, si debba per forza optare per la seconda, come tra l'altro si usa in Italia, se non erro. Cioè, il Presidente rinvia gli atti del governo rifiutandosi di firmali e rimandandoli in Cdm dove possono essere modificati o meno, quindi c'è l'emanazione obbligatoria..

  4. #4
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    Citazione Originariamente Scritto da italianuova2 Visualizza Messaggio
    Il decreto viene emanato dal Governo e il Presidente lo rende effettivo con la sua firma.

    Non ritengo si possa parlare di rinvio, ma comunque il Presidente è liberissimo di scegliere se firmare o meno il Decreto.

    Ritengo quindi che il Presidente possa rifiutarsi di firmare il Decreto emesso dal CdM.
    Se decidesse di approvarlo ed entro i 15 giorni il Congresso lo tramutasse in legge ritengo che possa esercitare il suo diritto a non approvare la legge.

    Ricordo che durante il mio mandato firmai un decreto presentato da te allora Primo Ministro. Avrei potuto rifiutare di firmare il decreto, condividendo il testo lo firmai.

    Inoltre qualora la tua funzione fosse solo quella di controfirmare tanto vale togliere la firma presidenziale sul decreto.


    saluti
    Concordo parola per parola. Credo che giuridicamente questa sia l'interpretazione piu' corretta: analogamente al Preidente della Repubblica italiana il Presidente di Pol ha il potere di esercitare il suo controllo al momento della firma del decreto legge verificando la effettiva sussistenza del requisito di urgenza richiesto dalla Costituzione per la sua adozione.

  5. #5
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    Durante il mio mandato Presidenziale non si pose questo problema ma, letti gli articoli riportati da Cristiano convengo che secondo me la firma del Presidente è "un atto dovuto". In quanto si dice espressamente che è il Governo ad assumersi la responsabilità dei decreti mentre il Presidente è tenuto a firmarli. Non è scritto esplicitamente che il presidente possa rifiutare di firmarli o rimandarli al Congresso o al CDM, come invece è scritto per quanto riguarda i DDL approvati.

    Può non firmare comunque il decreto, ma in quel caso si passa, come da articolo 9 comma 3, al vicepresidente e così via.

  6. #6
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    Quello che voglio dire io è che il potere c'è, ma si manifesta prima che il DL acquisti efficacia, sennò sarebbe un potere senza senso...

    Mi sono spiegato o devo argomentare meglio?

  7. #7
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    Citazione Originariamente Scritto da Repubblica Visualizza Messaggio
    Spiego rapidamente il motivo della mia interpretazione. Credo che la nostra carta Costituzionale non possa aiutarci..
    Se il potere di rinvio presidenziale consistesse per la legge di conversione, avremmo una legge che ha avuto validità per un periodo di tempo indeterminato tra l'emanazione e la mancata conversione, che cmq produce effetti.. Credo quindi che, non avendo giuridicamente senso la prima ipotesi, si debba per forza optare per la seconda, come tra l'altro si usa in Italia, se non erro. Cioè, il Presidente rinvia gli atti del governo rifiutandosi di firmali e rimandandoli in Cdm dove possono essere modificati o meno, quindi c'è l'emanazione obbligatoria..
    Dunque abbiamo 2 ipotesi
    -Decreto
    -Firma del Decreto (dovuta) - Il Decreto inizia ad avere efficacia
    -Conversione entro 15 gg dalla firma
    -Potere di rinvio
    -Promulgazione

    oppure
    -Decreto
    -Potere di rinvio
    -Firma del Decreto - inizia l'efficacia
    -Conversione
    -Promulgazione, che sarebbe in questo caso dovuta.

    Fermo restando che come da te detto la Costituzione non scioglie completanebte il nodo, a me la prima interpretazione sembrerebbe più "prudente" perchè mi risolve alcuni problemi
    1) Non devo forzare la Carta introducendo un potere di rinvio dei decreti che non è previsto, mentre quello delle leggi lo è, quindi mi limito ad applicare alla legge di conversione un generale potere che mi viene esplicitamente attribuito per tutte le leggi (e non per i decreti)
    2) Lascio intatta la possibilità di intervenire con emendamenti in fase di conversione, che invece nel secondo caso aprirebbe qualche problematica (ovvero, il Presidente ha rinviato o - meglio ancora - non rinviato un testo diverso, questo qui invece magari voleva rinviarlo)
    Riguardo a questo secondo passaggio, io ritengo che in fase di conversione il potere legislativo sulla specifica materia trattata dal decreto venga "restituito", nella sua *pienezza* al Congresso.

    Rimarrebbe, come "bug" da superare, il problema dell'efficacia, ovvero che succede dell'efficacia del Decreto se il Presidente rinvia al Congresso la Legge di conversione? L'ipotesi di efficacia a "singhiozzo" va in qualche modo superata.
    Rileggendo l'articolo specifico
    " Il Governo è tuttavia vincolato a presentare al Congresso la formalizzazione in proposta di legge del provvedimento al Congresso in un tempo massimo di 15 giorni: passato quel termine, se il provvedimento non sarà stato formalizzato come P.d.L al Congresso, sarà da considerarsi nullo."
    dedurrei che comunque , una volta adempiuto al dovere di presentare la formalizzazione dei tempi richiesti, l'efficacia del Decreto Governativo perdura fino alla conversione (o non conversione) finale in legge, senza soluzione di continuità.

    Il fatto che il potere di rinvio si inserisca dopo che il Decreto ha già avuto efficacia non mi sembra "irrazionale" se si passa l'interpretazione che è sulla Legge di conversione e non già sul Decreto che il potere si innesta.
    Il decreto è comunque un atto a efficacia limitata nel tempo, e che in caso di non conversione avrebbe disciplinato una determinata materia in un certo modo solo per un periodo limitato di tempo.

    Questa è più o meno la mia opinione, che collima con quella di Danny.
    Ovviamente quando ci sarà la Corte si potrà tranquillamente sottoporre la questione, in questo caso credo comunque, tra le 3 diverse ipotesi delinate (Repubblica, Italianuova-C@scista, Danny) di dover scegliere quella che mi convince di più dal punto di vista Costituzionale e che mi sembra essere la minore forzatura della Carta.

  8. #8
    Repubblica
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    Ottimo, ora sappiamo come procedere...

  9. #9
    Repubblica
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    C'è cmq da modificare, a mio avviso, la Costituzione nel punto in cui prevede che il DL è efficace purchè sia presentato entro 15 gg nel 3d di presentazione delle proposte di legge... Bisognerebbe scrivere che il DL va convertito entro 15 gg e non solo presentato al Congresso...

 

 

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