Dal Bresciaoggi di Sabato 13 Gennaio 2007
Una volta c’era la Padania, zona che comprendeva sostanzialmente tutto le regioni del nord Italia, accomunate dalla posizione geografica e dalle origini storiche. Ora per la Lega Padana questo è un concetto superato, che deve lasciare spazio ad una nuova concezione, quella di una macroregione comprendente Lombardia e Veneto, le due regioni più produttive del paese.
«Da oggi tutti i componenti della Lega Padana presenti nei comuni bresciani ed in Provincia saranno rappresentati da questo nuovo simbolo ed il partito cambierà denominazione: il Pne (progetto nord est) nasce da un connubio con il Pne ideato da Giorgio Panto, e dall’idea che queste due regioni debbano essere autonome, visto che il 50% del prodotto interno lordo del Paese proviene da queste zone» ha sottolineato Giulio Arrighini, capogruppo in provincia della Lega Padana, accompagnato da Mario Mantovani, capogruppo nel comune di Lonato, Vittorio Borghetti, capogruppo a Roncadelle e Flavio Carretta, consigliere della comunità montana di Valsabbia.
«La scomparsa di Panto ci ha creato qualche problema, ma siamo convinti che proseguire in questa direzione sia la strada giusta verso la formazione di una nuova forza politica realmente autonomista e, soprattutto, che sia al di fuori di ogni alleanza per meglio rappresentare coloro che condividono le nostre idee» ha continuato Arrighini. «Voglio, comunque, chiarire che il Pne lombardo e quello veneto resteranno indipendenti l’uno dall’altro» ha voluto chiarire il rappresentante della ormai ex Lega Padana.
Con il nuovo simbolo il Pne si presenterà, con un gazebo, in piazza Malvezzi a Desenzano, per due domeniche, questa ed il 28 di gennaio, con lo scopo di raccogliere firme in vista delle prossime elezioni comunali della cittadina gardesana.
Anche Carretta, in qualità di membro del consiglio della comunità montana, ha voluto dire la sua, in particolare sulla questione della problematica viabilità della Valsabbia: «Devo dire che negli ultimi tempi c’è stata un’apertura nei confronti di questa tematica ed i meriti sono anche del presidente della comunità montana che si è dato parecchio da fare in questo senso. Stiamo aspettando i fondi da Roma ed ora, tocca all’attuale Governo attuale, risolvere definitivamente la questione». «Se i soldi dei valsabbini, pagati attraverso l’Irap, fossero rimasti qua, le cose si sarebbero già risolte da tempo» ha concluso il consigliere della comunità montana. Diego Serino