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    Predefinito Tremonti e il suo boss: numeri rubati

    Tremonti e il suo boss: numeri rubati





    «Il rigoroso controllo della spesa pubblica sta dispiegando i suoi effetti positivi». Non è il presidente emerito Carlo Azeglio Ciampi che commenta così il positivo dato del fabbisogno del settore statale per il 2006 (ossia la differenza fra tutte le entrate effettivamente versate alle casse dello Stato e tutte le spese effettivamente fatte). Non è nemmeno il ministro dell´Economia Tommaso Padoa-Schioppa. Il commento è di Silvio Berlusconi, di nuovo in piena attività propagandistica. Che così continua: «Resta il grande rammarico di non aver potuto dare continuità a una così efficace azione di risanamento che ha saputo coniugare rigore e sviluppo, mentre ora le leve della politica economica sono finite in mano al partito delle "più tasse-più spese"». Ovviamente, i meriti che Berlusconi si attribuisce sono infondati. Per confutarli basta far parlare i dati. Nel 2006, la spesa corrente delle pubbliche amministrazioni, al netto delle uscite per pagare gli interessi sul debito pubblico, arriva al punto più alto della storia dell´Italia repubblicana: il 40,2 percento del Pil.

    Nel 2001, quando prese in mano le redini del Governo, l´esecutivo di centrodestra, nonostante il lassismo praticato nella seconda metà dell´anno, si ritrovò una spesa corrente primaria pari al 37,6 percento del Pil. Niente male come «rigoroso controllo della spesa pubblica» un´impennata delle uscite di 2,6 punti percentuali di Pil, circa 37 miliardi di euro. Niente male come «eredità coi fiocchi» lasciata all´Italia, un debito pubblico di nuovo in aumento nel 2005, dopo 12 anni di riduzione faticosamente raggiunta mediante il risanamento attuato dai Governi di Ciampi, Amato, Dini e dai successivi governi de l´Ulivo. E che dire della rivendicazione di aver «saputo coniugare rigore e sviluppo»? Nella legislatura governata dal centrodestra, l´economia italiana è rimasta piatta, la produttività - risultato senza precedenti storici - è addirittura diminuita e le retribuzioni dei lavoratori hanno perso potere d´acquisto. Ma l´euro non c´entrava nulla, come non c´entrava nulla l´invasione delle merci cinesi o indiane: nello stesso periodo, infatti, l´area dei Paesi euro registrava performance nettamente migliori. L´unica variabile effettivamente in espansione grazie alle iniziative del Governo Berlusconi, come documentato dall´Istat un paio di settimane fa, è stata l´evasione fiscale, alimentata dall´abbandono di direzione politica delle iniziative per contrastarla e da oltre venti condoni (più o meno tombali).

    Inoltre, verrebbe da chiedere agli eccitati leader del centrodestra come mai, pur essendo così sicuri della bontà delle misure da essi adottate, stimavano nella Relazione Trimestrale di Cassa del 5 aprile 2006 (non dell´aprile 2005) un fabbisogno di circa 31 miliardi di euro (quasi due punti percentuali di Pil!) peggiore di quello indicato ieri dal ministero dell´Economia? (fabbisogno previsto da Tremonti per il 2006: 66,5 miliardi di euro; fabbisogno effettivo: 35,2 miliardi di euro). Una sottostima non proprio trascurabile, un errore che imporrebbe la rescissione del contratto con quell´istituto di ricerca economica che facesse una previsione per l´anno in corso così radicalmente sbagliata. Delle due l´una: o l´ex ministro dell´Economia non credeva nell´efficacia delle sue politiche e ne sottostimava in modo clamoroso gli effetti; o - ipotesi decisamente più realistica - le sue politiche non c´entrano nulla con il risultato raggiunto.

    Tale positivo risultato si deve, infatti, in parte ad una crescita dell´economia leggermente migliore delle previsioni e, soprattutto, a quanto prospettato dall´esecutivo Prodi durante la campagna elettorale e poi via via realizzato a partire dal giorno del suo insediamento. Innanzitutto, la chiusura - credibile - della stagione dei condoni, il riavvio di guida politica alla lotta all´evasione fiscale, le misure legislative ed amministrative introdotte con il decreto Bersani-Visco del 4 luglio scorso. Come evidenziano i dati mensili sulle entrate tributarie, a partire guarda caso dal mese di aprile 2006, il comportamento fiscale dei contribuenti è significativamente migliorato. Ad esempio per il gettito dell´Iva, l´imposta più evasa: l´incremento mensile, misurato rispetto al corrispondente mese del 2005, è aumentato da aprile 2006 in avanti ad un tasso medio doppio rispetto a quello registrato nel primo trimestre dell´anno. In secondo luogo, ha concorso al positivo risultato di consuntivo il controllo della spesa corrente, nonostante la necessità di finanziare Ferrovie dello Stato e i cantieri dell´Anas lasciati a secco dall´ultima Finanziaria di Tremonti.

    In sintesi, i dati sono a prova di propaganda e segnalano senza ombra di dubbio che durante la precedente legislatura non c´è stato né rigore, né sviluppo e che il rigore è merito dell´attuale governo, come pure da ascrivere all´attuale esecutivo il ritorno di attenzione politica per lo sviluppo economico.

    Infine, un commento alle dichiarazioni di quanti nel centrosinistra si sentono già liberi dalla necessità di fare le riforme per riqualificare le politiche di spesa pubblica: il dato sul fabbisogno 2006 è indubbiamente positivo, ma sta dentro un quadro in cui permangono notevoli criticità e, non deve essere usato in modo strumentale: 1) è un dato di cassa, ossia non tiene conto dei rinvii di spesa, quale ad esempio i circa 17 miliardi dovuti alle imprese a causa dell´insipienza e dell´irresponsabilità del Governo Berlusconi che non adottò le misure necessarie ad evitare la condanna da parte della Corte di Giustizia Europea sull´Iva per le auto aziendali: 2) è un dato gonfiato, sia sul versante delle spese che su quello delle entrate, dalle una tantum di Tremonti, ad esempio i circa 5 miliardi di entrate in conto capitale dovute ad anticipazioni di imposte sulla rivalutazione dei beni strumentali delle imprese. Insomma, le riforme devono continuare, anzi il Governo e la sua maggioranza devono essere ancora più determinati nel disegnarle e condurle in porto.

  2. #2
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    verrebbe da chiedere agli eccitati leader del centrodestra come mai, pur essendo così sicuri della bontà delle misure da essi adottate, stimavano nella Relazione Trimestrale di Cassa del 5 aprile 2006 (non dell´aprile 2005) un fabbisogno di circa 31 miliardi di euro (quasi due punti percentuali di Pil!) peggiore di quello indicato ieri dal ministero dell´Economia? (fabbisogno previsto da Tremonti per il 2006: 66,5 miliardi di euro; fabbisogno effettivo: 35,2 miliardi di euro). Una sottostima non proprio trascurabile, un errore che imporrebbe la rescissione del contratto con quell´istituto di ricerca economica che facesse una previsione per l´anno in corso così radicalmente sbagliata. Delle due l´una: o l´ex ministro dell´Economia non credeva nell´efficacia delle sue politiche e ne sottostimava in modo clamoroso gli effetti; o - ipotesi decisamente più realistica - le sue politiche non c´entrano nulla con il risultato raggiunto.

 

 

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