Risultati da 1 a 9 di 9
  1. #1
    Forumista senior
    Data Registrazione
    03 Aug 2006
    Messaggi
    1,860
     Likes dati
    0
     Like avuti
    2
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito 9 agosto - S. Teresa Benedetta della Croce, religiosa carmelitana e martire

    Il Corriere della Sera-20 MAGGIO 2000

    "LA STEIN SARA' DOTTORE DELLA CHIESA"
    La filosofa morta ad Auschwitz potrebbe ottenere il riconoscimento del PapaEdith Stein, ovvero Santa Teresa Benedetta della Croce, canonizzata da Giovanni Paolo II il 12 ottobre 1998 e proclamata patrona d'Europa assieme a Santa Brigida di Svezia e a Santa Caterina da Siena, filosofa ebrea, potrebbe essere dichiarata dottore della Chiesa, dignità oggi riconosciuta soltanto a due donne: santa Caterina da Siena e santa Teresa di Lisieux. Lo ha dichiarato padre Abelardo Lobato, rettore della facoltà di teologia di Lugano, nel corso di un convegno sul femminismo al Pontificio ateneo Regina Apostolorum. "Papa Wojtyla ha chiesto di lavorare per verificare se questa filosofa e teologa possa essere dichiarata dottore della Chiesa", ha spiegato. "Con Simone de Beauvoir e Simone Weil, è tra le donne più importanti del XX secolo per il loro pensiero e per l'attenzione alla questione della donna". Nata a Breslavia nel 1891 da famiglia ebrea, divenne allieva prediletta del fondatore della fenomenologia Edmund Husserl e animatrice del gruppo di filosofi di Gottinga dove si laureò nel 1916. Convertitasi al cristianesimo dopo aver letto, nel 1921, l'autobiografia di Santa Teresa d'Avila e divenuta leader del movimento femminista cattolico, entrò nel '33 nel convento delle Carmelitane di Colonia col nome di Teresa Benedetta della Croce; quando infieriva la persecuzione nazista, il primo dell'anno 1938 fuggì in un convento olandese, per non mettere in difficoltà le suore tedesche che la ospitavano. Ma quando la Germania invase l'Olanda la suora ebrea fu prelevata nel luglio 1942 dal convento insieme alla sorella Rosa che l'aveva raggiunta, portata ad Auschwitz e subito avviata alla camera a gas. Tra le sue opere, La donna. Il suo compito secondo la natura e la grazia; Mistica della Croce; Vita come totalità (tutte edite da Città Nuova); Incontro a Dio (San Paolo).

  2. #2
    Forumista senior
    Data Registrazione
    03 Aug 2006
    Messaggi
    1,860
     Likes dati
    0
     Like avuti
    2
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    Inoltre la rivista Maria Ausiliatrice dopo la sua canonizzazione riportò un immagine con il titolo di "Dottore della CHiesa"...

    E' realmente in corso il processo per tale riconoscimento?
    Per quali altri santi è in corso il processo?

  3. #3
    Forumista senior
    Data Registrazione
    03 Aug 2006
    Messaggi
    1,860
     Likes dati
    0
     Like avuti
    2
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    Con il titolo modificato, però, questa discussione non attira più i lettori...

  4. #4
    vetera sed semper nova
    Data Registrazione
    14 Mar 2007
    Località
    Lazio
    Messaggi
    529
     Likes dati
    0
     Like avuti
    0
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    Edith Stein:
    ebrea, filosofa, carmelitana, martire
    Articolo pubblicato dall'Osservatore Romano il 13 settembre 1998

    Ebrea, filosofa, carmelitana, martire, Edith Stein (1891-1942), "che porta nella sua intensa vita una sintesi drammatica del nostro secolo" (Giovanni Paolo II, 1 maggio 1985), e che la Chiesa annovera fra i suoi santi, apre cammini di rapporto e di comunione in ambiti e a livelli diversi, ma in punti nodali dell'esperienza umana, cristiana, ecclesiale, interreligiosa.

    Ebrea

    Ebrea, nata a Breslavia nel giorno del Kippur, condotta dall'incontro con Cristo al battesimo e alla Chiesa, ma non a dimenticare la fede dei padri e di Israele.

    "All'origine di questo piccolo popolo... c'è il fatto dell'elezione divina. Questo popolo è convocato e condotto da Jahvè, Creatore del cielo e della terra. La sua esistenza non è un mero fatto di natura né di cultura... è un fatto soprannaturale" (Giovanni Paolo II, 31 ottobre 1997)

    Edith Stein vive la fede nell'alleanza, di cui vede il compimento nell'alleanza nuova, rilegge alla sua luce la storia del suo popolo e ne sposa il destino, con una consapevolezza lucida e senza pentimenti: "Sotto la croce ho intuito il destino del popolo di Dio, che fin da allora cominciava a preannunziarsi. Ho pensato che chi capisce che tutto questo è la croce di Cristo, dovrebbe prenderla su di sé in nome di tutti gli altri" (scritto da Edith Stein il 9 dicembre 1938).

    Edith si carica della croce del suo popolo eletto, e ne condivide la sorte fino alla morte. Essa riconduce così i cristiani a "comprendere che un mondo senza Israele sarebbe un mondo senza il Dio di Israele" (A. Heschel), che "finché ilgiudaismo resterà estraneo alla nostra storia di salvezza, noi saremo in balìa di riflessi antisemitici" (R. Etchegaray), e soprattutto che "la religione ebraica non ci è estrinseca ma, in un certo qual senso, è intrinseca alla nostra religione"(Giovanni Paolo II).

    Edith Stein opera nella sua persona e lascia in eredità a ebrei e cristiani una riconciliazione che la tragedia disumana della Shoah aspetta da tutti. Perché Auschwitz non è solo un fatto storico, ma anche una punta estrema della malvagità umana, che riduce tutti al silenzio e al pentimento.

    Se "la Chiesa incoraggia i suoi figli e figlie a purificare i loro cuori, attraverso il pentimento per gli errori e le infedeltà del passato" (E. Cassidy), Edith, morta per il suo popolo, "può rifulgere, come santa cristiana, portatrice dell'origine ebraica" (B. Di Porto, Il tempo e l'Idea, n. 9, maggio 1997, p. 60), anche ai fratelli ebrei.

    Come riconosce uno di loro: "Io, ebreo, credo fermamente al valore della nostra coesione di popolo, ma non la circondo di cordoni e paletti. Ammetto, nella libera dinamica dello spirito, la possibilità degli scambi e delle folgorazioni...

    Rispetto la canonizzazione di Edith, martire cristiana, nata mia sorella ebrea, gassata ad Auschwitz da chi fissava indelebile la sua fraternità di carne e di sangue con me"(B.Di Porto, op.cit.).

    Filosofa

    Filosofa, discepola e poi assistente di Husserl (1916-1922), condiscepola dei partecipanti al circolo di Gottinga (Adolf Reinach, Hedwig Conrad-Martius, Roman Ingarden, Hans Lipps...), Edith Stein segue anche lezioni di Max Scheler. Contatterà più tardi Heidegger, succeduto a Husserl, e Peter Wust, che descriverà il suo itinerario dalla filosofia al Carmelo, quando Edith ne vestirà l'abito, il 15 aprile 1934.

    Non persuasa dal positivismo della psicologia sperimentale di Stern, Edith è attratta verso la fenomenologia dalla valutazione di Husserl della coscienza come emergente sul mondo e donatrice di significati, dall'ammirazione di una realtà che suscita meraviglia, stimola la ricerca, invita a quell'"andare alle cose" senza presupposti, che "mette tra parentesi" l'essere inteso in modo naturalistico, e quindi ogni forma di realismo che affermi la priorità dell'essere sul pensiero.

    La fenomenologia, che influenzerà poi tanta parte del pensiero moderno - da Scheler a Hartmann, da Sartre a Merleau-Ponty, Lévinas, Ricoeur... - affascina Edith Stein, che vede in Husserl "ilfilosofo dei nostri tempi" per la chiarificazione che opera della realtà, mediante un'analisi dei processi conoscitivi nel loro offrirsi originario, come riflessione su ciò che appare nel fluire della coscienza, con l'ampiezza di un metodo di indagine non solo gnoseologica e psicologica, ma anche etica, che può essere utilizzato perfino dalla psichiatria, in particolare dalla logoterapia.

    Nel 1917 la fede serena della giovane vedova di Adolf Reinach, caduto in guerra, conduce Edith "al suo primo incontro con la croce... e [con] la luce di Cristo". Nel 1921 la lettura dell'autobiografia di Teresa d'Avila la pone in modo limpido e vivo davanti a Cristo-verità.

    Battezzata il 1° gennaio 1922, Edith è orientata dal gesuita Padre Erich Przywara allo studio della philosophia perennis: prima Tommaso d'Aquino, poi, al Carmelo, Giovanni della Croce e Dionigi l'Areopagita.

    Divenuta cristiana al termine di una ricerca appassionata e ansiosa della verità, per volontà di risposta alle grandi domande sull'uomo e sul suo destino, che avevano acceso in lei il desiderio di un'indagine che non lasciasse inevaso alcun problema esistenziale, attratta dal mistero della persona e dal bisogno di un incontro con la realtà che non ne rendesse l'uomo succube, ma signore, Edith Stein è figura emblematica di una ricerca che per l'ampiezza degli orizzonti e il rigore del metodo critico interessa credenti e non credenti, sollecitando a un impegno forte, incarnato nella vita, nei confronti dei grandi interrogativi che la sovrastano.

    Carmelitana

    Giunta al Carmelo (14 ottobre 1933), "alto monte sul quale bisogna cominciare a salire dal basso" (27-8-1939), per la sua sete di partecipazione al mistero pasquale, Edith ne vive la condizione di deserto, che rende il Carmelo particolarmente adatto a capire la cultura del nulla di tanta parte del nostro secolo. Se tutta la vita cristiana è esodo verso la terra promessa, il Carmelo vive la dimensione dell'esodo con una radicalità che Edith Stein ha sperimentato, in modi diversi, lungo tutta la vita.

    La sua conversione, che rendendola cristiana la lascia comunque figlia di Israele, innamorata della sua santa progenie, la distacca però dolorosamente dalla famiglia e dall'amatissima madre, che ha "lei pure una grande fede" (estate 1933). "Mia madre si oppone ancora con tutte le sue forze alla decisione che sto per prendere. È duro dover assistere al dolore e al conflitto di coscienza di una madre, senza poterla aiutare con mezzi umani" (26-1-1934).

    Il distacco dalla fede della madre, che resterà "fino all'ultimo", con ammirazione di Edith, "fedele alla sua fede" (4-10-1936), si coniuga in lei con quello dei successivi esili: prima dall'Università di Friburgo (1922), poi dal liceo di Spira (1931), dall'Accademia pedagogica di Münster (1933), infine dallo stesso Carmelo di Colonia (1938), fino al distacco supremo dal Carmelo di Echt (2 agosto 1942) per il campo di Amersfort, il lager di Wersterbork (3 agosto 1942) e quello di Auschwitz-Birkenau (7 agosto 1942), dove Edith e la sorella Rosa saranno subito selezionate per l'eliminazione (9 agosto 1942).

    Edith verifica che "la storia della salvezza è quella di un continuo camminare sulle orme del Signore... Una nuova scoperta, una nuova esperienza di Dio nella storia, una nuova richiesta da parte di lui possono farci camminare in una direzione inattesa. Il cammino terminerà quando vedremo Dio come egli è (1 Gv 3,2)" (C. Maccise).

    Condizione della disponibilità all'esodo è l'abbandono a Dio. Edith, innamorata del Carmelo - "c'era solo il monte Carmelo in cima ai miei pensieri" (27-03-1934) -, affondata nel ringraziamento per essere carmelitana - "non mi resta che ringraziare continuamente Dio per l'immensa grazia, non meritata, della vocazione" (11-2-1935) - rimane però spalancata agli imprevisti di Dio: "Ho sempre presente che non abbiamo un posto durevole quaggiù. Non desidero altro che si compia la volontà di Dio in me e attraverso di me. Lui sa quanto tempo mi lascerà ancora qui e che cosa accadrà poi. In manibus tuis sortes meae... Non ho di che preoccuparmi" (16-10-1939).

    Dio è dovunque perché abita il cuore umano, più grande di ogni spazio e di ogni luogo anche sacro: "Dio è con noi con tutta la Trinità. Se nell'intimo del cuore abbiamo costruito una cella ben protetta in cui ci ritiriamo il più spesso possibile, non ci mancherà mai niente dovunque citroveremo" (22-10-1938).

    Neppure in un lager. In quello di Westerbork, a tre giorni dalla morte, Edith dirà: "Qualunque cosa avvenga, io sono preparata. Gesù è anche qui con noi" (6-08-1942).


    Martire

    Il martire è il più povero dei poveri e il più credibile degli evangelizzatori. Edith Stein passa dalla "lieta povertà" del Carmelo (26-1-1934) alla miseria amara, annientata, della camera a gas. Non per caso.

    Fin dal momento del battesimo si sente evangelizzatrice: "Sono solo uno strumento delSignore. Se uno viene a me, vorrei condurvelo" (14-12-1930). "Dio non chiama nessuno unicamente per se stesso" (15-10-1938). "Ogni giorno questa pace mi sembra una grazia immensa che non può esserci data per noi sole" (2-1-1934).

    Un'autentica evangelizzazione non sopporta condizionamenti, è forte e libera testimonianza della verità: "Il nostro agire in mezzo agli altri sarà efficace e benedetto da Dio solo se non cederemo nemmeno di un centimetro sul sicuro terreno della fede, e seguiremo la nostra coscienza senza lasciarci influenzare dal rispetto umano" (20-3-1934).

    Nessuna remora nel testimoniare la verità, ma anche profonda consapevolezza che Dio è in ogni ricerca sincera, oltre la percezione di chi lo cerca: "Non mi è mai piaciuto pensare che la misericordia di Dio si fermi ai confini della Chiesa visibile. Dio è la verità. Chi cerca la verità cerca Dio, che lo sappia o no" (23-3-1938).

    Il martire evangelizza perché il suo sacrificio è offerta a Dio per i fratelli. Edith Stein, che condivide coi fratelli ebrei il tragico destino che ne coinvolse sei milioni, che muore cristiana, ma "quale figlia del suo popolo martoriato" (Giovanni Paolo II, 1° maggio 1987), e - per sua esplicita e ripetuta ammissione - "per" questo popolo, ci ricorda che, se oggi dopo Auschwitz la fede è ancora possibile, è perché "Dio stesso è stato ad Auschwitz, soffrendo con i martirizzati e gli assassinati" (G. Dossetti, che richiama J. Moltmann).

    Il suo sacrificio conduce i cristiani a "rinnovare la consapevolezza delle radici ebraiche della loro fede... [a] ricordare che Gesù era un discendente di Davide; che dal popolo ebraico nacquero la Vergine Maria e gli Apostoli; che la Chiesa trae sostentamento dalle radici di quel buon ulivo a cui sono stati innestati i rami dell'ulivo selvatico dei gentili (Rm 11,17-24); che gli ebrei sono nostri cari e amati fratelli" (Noi ricordiamo: una riflessione sulla Shoah, 16 marzo 1998).

    Edith sospinge ebrei e cristiani a nutrirsi alle sorgenti della "santa radice" e a un "rispetto reciproco, condiviso, come conviene a coloro che adorano l'unico Creatore e Signore e hanno un comune padre della fede, Abramo".

  5. #5
    **********
    Data Registrazione
    04 Jun 2003
    Messaggi
    23,775
     Likes dati
    18
     Like avuti
    35
    Mentioned
    2 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    Una piccola precisazione: S. Teresa Benedetta della Croce muore martire cattolica. E' improprio dire che sia morta "quale figlia del suo popolo martoriato". Ella è stata uccisa in odium fidei. Diversamente non sarebbe stata martire cristiana. Altrettanto errato è affermare che il suo sacrificio rinnovi "la consapevolezza delle radici ebraiche della loro fede", giacché il popolo ebraico è stato riprovato da Dio: "il suo sangue - cioè quello di Cristo - ricada su di noi ed i nostri figli", esclamarono gli ebrei dinanzi a Pilato.
    Ed in ogni caso, è altresì errato stabilire una linea di continuità tra l'ebraismo mosaico e quello farisaico-talmudico attuale, che, rispetto al primo, vera pianta nobile e vera religione di Dio sino all'Ultima Cena, ne rappresenta una setta ed una deviazione.
    Detto in altri termini, non deve farsi l’errore di ritenere che l’ebraismo mosaico, alle cui prescrizione si attennero Gesù, Maria e gli Apostoli, fosse quello farisaico del tempo ovvero quello talmudico-farisaico attuale. Questo, infatti, è l’ebraismo di una setta (peraltro riprovata da Gesù), non già quello mosaico ed autentico fondato sulla Torah e sulla tradizione orale della Cabala pura (o verace) (cfr. S. TOMMASO D’AQUINO, Summa Theol., II-II, q.2, a.7). La riprova migliore, che differenzia l’ebraismo puro (vero antenato del Cristianesimo) e l’ebraismo attuale, è che quest’ultimo ha sostituito allo studio biblico lo studio delle prescrizioni talmudiche e rabbiniche, tanto da dichiarare lo stesso Talmud superiore persino alla Torah (Nel trattatello Babha Metsia, fol. 33a, leggiamo: «Coloro che si dedicano alla lettura della Torah esercitano una certa virtù, ma non moltissima; coloro che studiano la Mischnah esercitano una virtù per cui riceveranno un premio; coloro, comunque, che si impegnano nello studio dalla Gemarah esercitano la più alta virtù».
    Similmente, nel trattatello Sopherim, XV, 7, fol. 13b: «La Torah è come l’acqua, la Mischnah il vino, e la Ge-marah vino aromatico». La seguente è un’opinione nota e se ne trovano alte lodi negli scritti dei rabbini: «Figlio mio, ascolta le parole degli scribi piuttosto che le parole della legge». Il motivo di ciò si trova nel trattatello Sanhedrin, X, 3, fol. 88b: «Colui che trasgredisce le parole degli scribi pecca più gravemente che chi trasgredisce le parole della legge». Nel libro Mizbeach, cap. V, infine, troviamo la seguente opinione: «Non c’è niente che sia superiore al Santo Talmud»), anteponendosi in tal guisa tradizioni umane alla Legge di Dio (già, nel Vangelo, rimproverava Gesù: «trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini» - Mc 7, 8). Come ha scritto giustamente rabbi Ben Zion Bokser (1907-84), «Judaism is not the religion of the Bible» (B. Z. BOKSER, Judaism and the Christian Predicament, New York, 1967, 59. Il «non» è evidenziato dall’autore nell’originale inglese). Ed ancora: «This is not an uncommon impression and one finds it sometimes among Jews as well as Christians - that Judaism is the religion of the Hebrew Bible. It is, of course, a fallacious impression» (Ibidem, 59. Aggiunge lo stesso autore: «Chiunque cercasse di paragonare la tradizione ebraica classica col mondo biblico della fede e della vita troverebbe dei sorprendenti contrasti. [...] Molto di ciò che esiste nel giudaismo è assente nella Bibbia, e molto di ciò che si trova nella Bibbia non può esser trovato nel giudaismo» (nostra traduzione, ndr)).
    La ragione è semplice. Se si desse rilievo allo studio biblico, senz’altro gli ebrei attuali rico-noscerebbero Gesù quale loro Messia … . Di qui l’incredulità ebraica, che nasce dalla superbia umana: «Il peccato dell’incredulità nasce dalla superbia, che suggerisce all’uomo di non piegare la propria intelligenza alle regole della fede, e alla sana interpretazione dei Padri [‘Padri’ come Abramo, Isacco e Giacobbe per la Sinagoga; come Giustino, Crisostomo o Cirillo d’Alessandria per la Chiesa, ndr.]. Perciò san Gregorio afferma che “dalla vanagloria nascono le stravaganze dei novatori”» (S. TOMMASO D’AQUINO, Summa Theol., II-II, q. 10, a. 1, ad. 3).

  6. #6
    vetera sed semper nova
    Data Registrazione
    14 Mar 2007
    Località
    Lazio
    Messaggi
    529
     Likes dati
    0
     Like avuti
    0
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    S. Teresa Benedetta nel 1938,
    cinque anni dopo il suo ingresso al Carmelo di Colonia

  7. #7
    vetera sed semper nova
    Data Registrazione
    14 Mar 2007
    Località
    Lazio
    Messaggi
    529
     Likes dati
    0
     Like avuti
    0
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito


    Edith Stein nel 1931

  8. #8
    vetera sed semper nova
    Data Registrazione
    14 Mar 2007
    Località
    Lazio
    Messaggi
    529
     Likes dati
    0
     Like avuti
    0
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito


    Edith Stein nel 1925

  9. #9
    vetera sed semper nova
    Data Registrazione
    14 Mar 2007
    Località
    Lazio
    Messaggi
    529
     Likes dati
    0
     Like avuti
    0
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito


    Edith Stein, nel 1926

 

 

Discussioni Simili

  1. 24 agosto - S. Bartolomeo, apostolo e martire
    Di Augustinus nel forum Tradizionalismo
    Risposte: 20
    Ultimo Messaggio: 25-08-19, 00:24
  2. 9 agosto - S. Romano, martire
    Di Augustinus nel forum Tradizionalismo
    Risposte: 4
    Ultimo Messaggio: 04-11-18, 19:33
  3. 15 agosto - S. Tarcisio, martire
    Di Augustinus nel forum Tradizionalismo
    Risposte: 14
    Ultimo Messaggio: 15-08-08, 10:42
  4. 6 agosto (7 agosto) - S. Sisto II, Papa e martire
    Di Caterina63 nel forum Tradizionalismo
    Risposte: 6
    Ultimo Messaggio: 06-08-08, 08:21
  5. 10 agosto - S. Lorenzo, diacono e martire
    Di Colombo da Priverno nel forum Cattolici
    Risposte: 32
    Ultimo Messaggio: 11-08-05, 10:27

Permessi di Scrittura

  • Tu non puoi inviare nuove discussioni
  • Tu non puoi inviare risposte
  • Tu non puoi inviare allegati
  • Tu non puoi modificare i tuoi messaggi
  •  
[Rilevato AdBlock]

Per accedere ai contenuti di questo Forum con AdBlock attivato
devi registrarti gratuitamente ed eseguire il login al Forum.

Per registrarti, disattiva temporaneamente l'AdBlock e dopo aver
fatto il login potrai riattivarlo senza problemi.

Se non ti interessa registrarti, puoi sempre accedere ai contenuti disattivando AdBlock per questo sito