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  1. #1
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    Predefinito Comunitaristi... gli OGM della politica.

    Sinistra e Destra

    Tradizione, identità, appartenenza, esaurimento, superamento

    di Costanzo Preve

    Si parla molto oggi di superamento della vecchia dicotomia fra sinistra e destra, ma non sempre si portano argomenti convincenti per rendere realmente credibile questo superamento. Chi sostiene che la dicotomia è ancora valida fa in genere riferimento al valore dell’eguaglianza e della solidarietà, dicendo che la destra non pratica questi valori, mentre la sinistra sostiene i salariati in nome dell’eguaglianza e gli immigrati in nome della solidarietà.
    Chi invece sostiene che la dicotomia è ormai obsoleta, e viene mantenuta artificialmente per creare una contrapposizione fittizia puramente elettorale, fa riferimento soprattutto al recente allineamento della cosiddetta "sinistra" (o almeno della sua parte largamente maggioritaria sul piano elettorale, sindacale ed intellettuale) all’imperialismo americano ed alle sue guerre di dominio geopolitico del mondo (Irak 1991, Serbia 1999, Afganistan 2001-2002).

    In questo breve testo non vorrei semplicemente ripetere queste polemiche, in cui tutto è già stato detto e ridetto. Preferirei esporre le cose in modo più rigoroso e sistematico, seguendo un filo del discorso maggiormente convincente.


    Per onestà verso il lettore, dico subito di essere convinto sostenitore del sostanziale esaurimento di questa dicotomia, e del fatto dunque che un sostanziale superamento sarebbe ormai possibile ed utile. Una simile affermazione non è però sufficiente, bisogna argomentarla sul piano prima storico e poi teorico e culturale. E’ quello che cercherò di fare.
    Farò prima una brevissima premessa autobiografica per spiegare i due momenti della mia vita in cui ho maturato questa convinzione, un primo momento in modo puramente teorico e culturale ed un secondo momento in modo anche emotivo.

    Dopo questa breve premessa autobiografica prenderò la strada della esposizione storica e teorica.

    In primo luogo sosterrò perché, a mio avviso, la dicotomia fra sinistra e destra, formalmente iniziata con la rivoluzione francese e la collocazione dei parlamentari nel 1791, ha però il suo vero inizio contemporaneo dopo la Comune di Parigi del 1871 e con la seconda rivoluzione industriale. Da questa data hanno inizio le tappe della vera e propria formazione progressiva delle identità di sinistra e destra, identità che strutturano fisiologicamente anche delle appartenenze.

    In secondo luogo affronterò il problema centrale di queste brevi note, e cioè se si possano classificare tranquillamente il fascismo e il nazismo come fenomeni storicamente di destra, ed il socialismo e il comunismo come fenomeni storici di sinistra. Una simile domanda può sembrare ovvia e retorica, ma in realtà non è così. Per quanto riguarda il fascismo ed il nazismo ritengo che nell’essenziale abbia ragione lo storico israeliano Zeev Sternhell, e cioè che si tratta di fenomeni la cui natura non è veramente né di destra né di sinistra. ....

    http://www.kelebekler.com/occ/prevedxsx.htm

  2. #2
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    Sono un Comunitarista. Qual è il tuo problema?!

    Perché hai dato quel titolo sciocco al thread?!

  3. #3
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    Antiglobal,almeno qui..
    mi dai le prove che i comunitaristi sono
    fascisti?

  4. #4
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    L'ANPI Magenta riporta sul suo sito l'articolo di Saverio Ferrari dell'osservatorio democratico sul sito ufficiale de PRC.
    I "COMUNITARISTI" ED I FILO-ISLAMICI.



    E’ questa un’area assai variegata e complessa. Si passa dalle riviste "Orion" e "Aurora" , alla rete italiana dei "circoli comunitaristi", per finire alla "Comunità Politica di Avanguardia" di Trapani.

    Il comune denominatore di questo micro-universo è l’idea, da un lato, della necessità del ritorno alle origini "rivoluzionarie", di "sinistra" del fascismo e del nazismo ( alle sue componenti "socialiste" ), e dall’altro, il sostegno politico ai movimenti antimperialisti, fino a scoprire nell’integralismo islamico uno strumento di lotta al cosiddetto "mondialismo".

    E’ in particolare la rivista "Orion", animata da Maurizio Murelli ( condannato per la morte di un agente di Polizia avvenuta a Milano il 12 aprile del 1973, dilaniato da una bomba a mano lanciata durante una manifestazione della "Maggioranza Silenziosa" ), a sostenere un ruolo di primo piano nel collegamento e nel dialogo fra le diverse anime di quest’area.

    Tra le figure più accreditate: Claudio Mutti, già fondatore dei comitati per la scarcerazione di Freda, proprietario della casa editrice "Edizioni del Veltro", indagato più volte nell’ambito di fatti eversivi, protagonista di diversi tentativi di infiltrazione a sinistra, autore di "Nazismo e Islam" ( in cui venivano esaltate le gesta della 13° Divisione SS mussulmana della Bosnia –Erzegovina ). Da anni Claudio Mutti si dichiara convertito all’islamismo.

    I "circoli comunitaristi", dal canto loro, provengono dall’esperienza della rivista "Rosso è Nero" interna al "Fronte Nazionale" di Tilgher. Dopo essersene scissi, si sono presentati per qualche tempo come sezione italiana del "Partito Comunitarista Nazional-Europeo", vecchia creatura di Jean Thiriart, ex-combattente SS condannato per collaborazionismo, divenuto a partire dagli anni ’60 una delle personalità principali nell’ambito del neonazismo europeo nel secondo dopoguerra. Teorico del "comunitarismo", come "superamento in avanti del nazismo e del comunismo" ( depurato ovviamente da Marx ) Jean Thiriart ha fondato più di un ‘ internazionale nera, tra le altre "Jeune Europe", che in Italia originò prima "Giovane Europa" e poi "Lotta di Popolo". Sua la frase:"Il plastico sarà il megafono dell’anticomunismo nella seconda metà del ventesimo secolo".

    I "circoli comunitaristi" si sono sempre rifiutati di farsi collocare a destra, cercando con una certa insistenza di "infiltrarsi" nel movimento no-global, prima come "Unione dei Comunisti Nazionalitari" ed ora sotto la sigla di "Socialismo e Liberazione". Esattamente come provò a fare "Lotta di Popolo" nel 1969 nel movimento studentesco di Roma. Si tratta con tutta evidenza di un gruppo di provocatori che per rendere credibile la propria opera di camuffamento attinge a piene mani dalla simbologia della sinistra. Sui loro siti-internet è possibile leggere contemporaneamente scritti di Marcos e Che Guevara, di Mussolini e Nietzche.
    http://www.anpimagenta.it/pagine/agg...4/ferrario.htm

  5. #5
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    La piccola vittoria dei comunitaristi e dell’estrema destra passa attraverso Preve.

    Leggendo l’ultimo art. di Costanzo Preve (Demos e libertà) sulla rivista Eretica (del Campo antimperialista) n. 2/2005 gli occhi, sbalorditi, mi sono caduti su alcune indicazioni bibliografiche del Nostro : il riferimento è ad alcuni suoi libri stampati da case editrici quali le Edizioni Settimo Sigillo e le Edizioni all’Insegna del Veltro. Incredulo proseguo avanti. Comincio a pensarci un po’ su ma non mi convinco del tutto finché non controllo sui siti delle rispettive case editrici l’esistenza di tali libri. Ora, il problema è il seguente: il Settimo Sigillo è la casa editrice della libreria romana Europa, notoriamente vicina a tutti gli ambienti dell’estrema destra romana e italiana. Enzo Cipriano & co. si sono sempre dati un tocco di intellettualismo rispetto al panorama disperante di un ambiente politico dove ancora pensano di prendere la pistola se sentono parlare di cultura. Le Edzioni all’Insegna del Veltro sono addirittura di un certo Claudio Mutti che è da decenni uno dei massimi esponenti italiani dei nazimaoismo , scrive sulla rivista Orion (nazionalcomunista: cioè praticamente nazisti infatuati del nazionalismo staliniano e dalla ferrea disciplina delle guardie rosse maoiste; “razza ario-pagana” più “nazionalismo antimperialista”), è stato (forse lo è ancora) il referente italiano di un certo Aleksandr Dughin, un teorico russo del nazionalbolscevismo, molto vicino, tanto da scriverne, qualche anno fa, alcune parti del programma, al Partito Comunista Russo di Gennadij Zjuganov (che ha pubblicato in Italia un libro Stato e potenza per le Edizioni all’Insegna del Veltro con prefazione dello stesso Mutti). Si potrebbe scrivere ancora molto su quest’ambiente ma era giusto solo schizzare un affresco, un’istantanea di questa “comunità umana” che Preve frequenta sempre più negli ultimi tempi.

    Ma partiamo dal recente passato. Preve in seguito alle sue numerose elaborazioni teorico-filosofiche e a precise convinzioni politiche negli ultimi anni è arrivato a teorizzare l’impossibilità di una rivoluzione nel centro del cuore imperialistico (e su questo nulla di nuovo sul fronte occidentale); tale tesi deriva dalla ben più gravida di conseguenze convinzione della scomparsa delle classi sociali e della lotta di classe nei paesi imperialistici. L’unica nostra speranza sarebbero i paesi e i popoli “periferici” (attenzione: non si parla di classi). Preve qualche anno fa inizia a scrivere su un rivista, tuttora pubblicata e di nicchia all’interno di una panorama già estremamente “nicchiesco”, intitolata Indipendenza fautrice di una politica “nazionalitaria” che sarebbe un’evoluzione “intelligente” del nazionalismo novecentesco e si schiera in difesa della sovranità nazionale senza però scadere in nazionalismi prevaricatori, razzistici ecc. Il tutto per rendere più digeribi le la “questione nazionale” alla sinistra radicale, che ancora “fantasticherebbe” di lotta di classe. In questo percorso previano, sicuramente legittimo, si inserisce l’esperienza “comunitarista” di qualche anno fa che fece imbestialire tanti compagni italiani. I “comunitaristi”, un gruppetto di una ventina di persone in tutta Italia, provenienti da esperienze della destra estrema e “nazional-rivoluzionaria” (Thiriart, Giovane Europa, gruppi nazimaoisti degli anni ’60 e ’70, un po’ di Freda della Disintegrazione del sistema ecc.) cominciano a pubblicare una rivista cartacea propria (poi saranno anche sul web) e cominceranno a stringere rapporto con il Campo Antimperialista. Essi sostengono qualcosa di molto simile al “nazionalitarismo” di Preve, Labonia (direttore di Indipendenza) e compagnia varia. E abbracciano completamente la tesi (di Preve ma anche di altri studiosi non solo di sinistra, si pensi a Marco Tarchi, alla sua esperienza di “fiancheggiatore” della Nouvelle Dr oite di De Benoist e poi al superamento della stessa elaborando una nuova idea politica in progress quale quella delle “nuove sintesi”) del superamento delle vecchie categorie destra/sinistra finalizzato all’elaborazione di una nuova “sintesi” politica che prenda il meglio di entrambi gli schieramenti (detto in maniera un po’ banale, triviale e schematica). I comunitaristi fanno incazzare molti compagni che pensano ad incursioni indebite, ad infiltrazioni facendo scoppiare un “caso nazionale” (all’interno del panorama striminzito della sinistra radicale, è charo) dando visibilità ad un gruppetto di nostalgici del nazional-bolscevismo. Altre discussioni accese si ripetono quando il Campo antimperialista cercherà di organizzare delle manifestazioni a favore della resistenza irachena accettando l’adesione di numerosi personaggi della destra nazi-fascista (su questi argomenti non mi dilungo perché ci sono delle belle documentazioni molto più approfondite su Indymedia). Preve, do po le prime titubanze, accetta di collaborare con i comunitaristi che per anni gli hanno fatto la corte (e sono riusciti ad aggiudicarsi già da tempo la collaborazione di Bontempelli, che per anni ha fatto parte dello stesso cenacolo di intellettuali marxisti vicini alle edizioni C.R.T., pubblicando anche la rivista Koiné).
    Arriviamo all’oggi saltando alcuni passaggi. Preve nell’anno 2004 fa il “grande balzo”, il salto di qualità. Non si limita più a scrivere cose troppo simili a quello che scrivevano già trent’anni fa i gruppi dell’estrema destra “anti-sistemica” italiana, belga, francese (che si rifanno poi al mito dell’Europa potenza unita ritualizzato dalle Waffen-SS nell’ultimo periodo della Seconda Guerra Mondiale). Preve comincia a collaborare con una rivista di geopolitica di orientamento ben preciso (estrema destra radicale, erede di esperienze politico-letterarie passate chiaramente nazional-comuniste, nazional-rivoluzionarie): è Eurasia- Rivista di studi geopolitici, ove appaiono articoli di soggetti come Claudio Mutti, Yves Bataille, Aldo Braccio (studioso di Evola e pensiero tradizionale e curatore di alcuni libri per le Edizioni Ar), Serge Thion (noto negazionista condannato in Francia), Tiberio Graziani (docente presso l’Università di Perugia; ha curato l’edizione italiana di div ersi testi degli scrittori francesi Pierre Drieu La Rochelle, che morì stalinista affascinato dal mito del ferreo uomo nuovo sovietico, e Robert Brasillach, collaborazionisti nel periodo della Fancia di Vichy, editi dalle Edizioni all’insegna del Veltro, Il Settimo Sigillo, Settecolori, Il Cavallo Alato, Il Sigillo, Ar). Ma non si ferma qui. Nel solo anno 2004 pubblica ben quattro libri con case editrice della destra estrema: tre con il Settimo Sigillo (Filosofia del presente; L’ideocrazia imperiale americana; Dove va la destra? Dove va la sinistra?, quest’ultimo in collaborazione con Giano Accame teorico e storico della destra sociale e “amico” di Alleanza nazionale; scrive sulla rivista di Alemanno e De Angelis: Area; ha scritto libri sulla destra sociale, Ezra Pound contro l’usura, e sul fascismo “immenso e rosso”, tutti editi da Settimo Sigillo). Un altro libro l’ha pubblicato con una casa editrice minore, Noctua (il libro è Comunitarismo Filosofia Politica) che pubblica testi di Evola, Ingravalle (vicino a Freda e alle edizioni Ar), del Partito Nazionale Fascista, di Terracciano (teorico del nazional-comunismo), insieme a libri di Lin Piao e Mao Tse-tung (sono nazional-comunisti sul serio mica solo a parole!). Comincia nei suoi libri e scritti su Eurasia a flirtare con l’europeismo delle nazioni (con apprezzamenti problematici allo stesso progetto politico di De Gaulle), parla di Eurasia come soggetto e proposta politici, dimentica puntualmente la lotta di classe. Nel 2005, quasi a voler dimostrare che non è una semplice sbandata la sua, ma è una collaborazione ben stretta e rodata con l’estrema destra, pubblica un novo libro: Geopolitica e filosofia, addirittura per le Edizioni all’insegna del Veltro, che pubblicano testi di nazisti come Codreanu, Szálasi, Moţa, Ionescu e dello stesso Mutti.

    Ad un certo punto mi viene in mente un libro letto qualche anno fa scritto da Sergej Kulešov e Vittorio Strada, Il fascismo russo, Marsilio, 1998 dove gli autori si ponevano problematicamente la domanda sulla possibilità o meno della nascita di una fascismo nelle terre della vecchia Unione Sovietica. L’analisi era condotta dal punto di vista storico e anche dell’attualità politica. Gli autori sostenevano in fine che un progetto politico autenticamente fascista sarebbe stato difficilmente vincente in Russia, però… se qualche forma di fascismo e nazionalismo estremi fossero rinate lo avrebbero fatto sotto le bandiere “rosso-brune” del nazional-comunismo. Avvisaglie di tali possibili sintesi si vedevano, stando agli autori, già in alcuni cortei e manifestazioni dell’opposizione nazionale ai governi Eltsin ove le bandiere rosse e le fascette con falce e martello sfilavano insieme alle bandiere nere e alla svastiche neonaziste. Si aggiunga che all’interno del PCR sono numerosissi me le posizioni “nazionaliste” e addirittura antisemite e non vi sarà troppo difficile credere al tutto.

    Alla fine quindi i comunitaristi, sbeffeggiati, censurati, demonizzati, si sono presi una piccola rivincita (Preve è un sintomo, ma il Campo antimperialista e tanti “satelliti” e loro strani “amici” islamici sono collegati in un modo o nell’altro con teorie e pratiche politiche (nazional)comuniste ove scompare la lotta di classe, le stesse classi sociali e rimane solo la lotta di liberazione nazionale). Ma c’è di più. È l’estrema destra che si è presa una piccola rivincita. Riuscendo a “dettare” l’agenda politico-strategica di formazioni politiche di “sinistra” che, sebbene microscopiche, e magari anche in buona fede, stanno abbracciando ideologie estranee al marxismo nonostante la loro pervicace pretesa di “ri-fondarlo”. C’è un sottile filo nero (nazionalista) che unisce Habermas, Preve, Pesce, Mutti, D’Alema, Negri (lo so che ognuno mi lincerebbe per gli accostamenti fatti, ma…) e compagnia blaterante: tutti, in un modo o nell’altro, sostengono la necessità di un’Europa fo rte, armata, indipendente, sovrana (qualcuno arriva a ipotizzare l’Eurasia) e sostenitrice di una politica multipolare, in contrapposizione a quella unipolare degli USA (che soggetti come Preve, il Campo Antimperialista, anche Losurdo sostengono essere l’unico imperialismo da battere e nemico attuale: bel passo indietro compagni, non c’è che dire: l’imperialismo di casa propria è sempre quello più bello, o più debole e quindi da difendere contro quello dominante),. A ben pensarci però questi stessi slogan politici sono gli stessi di Forza nuova, gli stessi della Fiamma tricolore, gli stessi della classe capitalistica europea, gli stessi obiettivi che aveva in mente Hitler nell’ultimo periodo della sua vita. Certo, le strade della politica sono infinite, ma… gli obiettivi da raggiungere a me sembrano troppo comuni.

    Il “fascismo rosso” non esiste, è solo un’ipotesi politica, ma forse che qualche intellettuale troppo deciso a decostruire il marxismo abbia perso la strada e abbia abbracciato troppe categorie teoriche e politiche del nemico?

    Non solo, il prof. Preve (che comunque merita grande stima per tanta produzione teorica importantissima sul marxismo) non sta forse cominciando a romperci un po’ troppo le palle con le sue lezioncine impartite ogni mese o bimestre ad una massa di decerebrati marxisti che non sono all’altezza di ascoltarlo e non sono capaci di dialogare con Lui? Non solo: se proprio ci vuole fare lezioncine di neo-comunismo, perché ce le viene a proporre con riviste e case editrici dell’estrema destra? Ancora, perché scrive oramai le stesse identiche cose della destra radicale?

    http://www.laltralombardia.it/public...ollabora18.htm

  6. #6
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    Questa discussione si è protratta anche troppo per me.
    E' stata voluta ed iniziata per l'ennesima volta nel forum di Rifondazione comunista, il moderatore dello stesso forum l'ha chiusa e Antiglobal l'ha voluta trasportare nel nostro per una giornata intera.
    Siamo stati accusati dallo stesso di avere un comportamento ambiguo nei confronti del fascismo e di tentare manovre infiltrative nel comunismo extraparlamentare e non solo.
    L'utente Antiglobal ha parlato di nostri contatti con Romagnoli e Rauti senza portare alcuna prova sebbene queste stesse prove siano state richieste per tutta la serata di ieri dal sottoscritto progressivamente e senza soluzione di continuità dalle dieci di sera alle una e mezza, ha sostenuto che nel nostro sito sono leggibili degli articoli di Mussolini. Il nostro sito eccolo: www.comunitarismo.it
    Verificate di persona se volete farlo.
    Ha sostenuto che noi siamo negazionisti. Chi vuole può verificare le nostre posizioni sulle apposite discussioni che in questi giorni si sono sviluppate sia nel forum di Politica Internazionale sia nel nostro stesso forum Comunismo e Nazionalitarismo.

    Noi abbiamo sempre parlato di superamento della dicotomia destra/sinistra non come un nostro desiderio ma come presa di coscienza da parte del proletariato che i partiti che si definiscono comunisti e che gravitano nell'Unione al governo sono attualmente in tutto e per tutto i tutori del sistema borghese unidimensionale (parola che mutuiamo dalle teorie marcusiane). In questo sistema noi inseriamo anche tutta l'area neofascista italiana. Chi vuol verificare può verificare le nostre posizioni nel nostro forum.
    Chi volesse leggere le altre accuse e le risposte che sono state date all'utente Antiglobal sulla questione può leggerle al seguente link:
    http://www.politicaonline.net/forum/...d.php?t=310330

    Molte delle domande di Antiglobal sono state censurate poi dal moderatore Outis che arrivato ieri notte si è piuttosto scazzato di vedere che per l'ennesima volta si doveva perdere tempo con chi fa il questurino da dietro una tastiera.
    Comunque molte delle sue domande sono rimaste nelle citazioni di risposta che ho riportato io nei miei interventi.
    Chi avesse voglia di leggerle le può leggere.

    Io ho invitato tutti i compagni interni ed esterni al movimento dei Comunisti Nazionalitari che ci sostengono a non intervenire più in questa discussione.
    Io personalmente oltre a dire questo non ho più alcuna intenione di perdere tempo.
    Chi vuole credere alle bugie diffamatorie di Antiglobal ci creda, chi vuol approfondire lo faccia.
    Noi non siamo più interessati a scusarci e giustificarci sul nulla.

    Che siano gli altri a giustificare la politica imperialista e borghese che ricalca perfettamente quella della destra populista cidiellina che stanno sostenendo con la propria presenza comunista nel governo.
    Noi continuiamo per la nostra strada.

    A luta continua

  7. #7
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    Citazione Originariamente Scritto da Sandinista Visualizza Messaggio
    Questa discussione si è protratta anche troppo per me.
    E' stata voluta ed iniziata per l'ennesima volta nel forum di Rifondazione comunista, il moderatore dello stesso forum l'ha chiusa e Antiglobal l'ha voluta trasportare nel nostro per una giornata intera.
    Siamo stati accusati dallo stesso di avere un comportamento ambiguo nei confronti del fascismo e di tentare manovre infiltrative nel comunismo extraparlamentare e non solo.
    L'utente Antiglobal ha parlato di nostri contatti con Romagnoli e Rauti senza portare alcuna prova sebbene queste stesse prove siano state richieste per tutta la serata di ieri dal sottoscritto progressivamente e senza soluzione di continuità dalle dieci di sera alle una e mezza, ha sostenuto che nel nostro sito sono leggibili degli articoli di Mussolini. Il nostro sito eccolo: www.comunitarismo.it
    Verificate di persona se volete farlo.
    Ha sostenuto che noi siamo negazionisti. Chi vuole può verificare le nostre posizioni sulle apposite discussioni che in questi giorni si sono sviluppate sia nel forum di Politica Internazionale sia nel nostro stesso forum Comunismo e Nazionalitarismo.

    Noi abbiamo sempre parlato di superamento della dicotomia destra/sinistra non come un nostro desiderio ma come presa di coscienza da parte del proletariato che i partiti che si definiscono comunisti e che gravitano nell'Unione al governo sono attualmente in tutto e per tutto i tutori del sistema borghese unidimensionale (parola che mutuiamo dalle teorie marcusiane). In questo sistema noi inseriamo anche tutta l'area neofascista italiana. Chi vuol verificare può verificare le nostre posizioni nel nostro forum.
    Chi volesse leggere le altre accuse e le risposte che sono state date all'utente Antiglobal sulla questione può leggerle al seguente link:
    http://www.politicaonline.net/forum/...d.php?t=310330

    Molte delle domande di Antiglobal sono state censurate poi dal moderatore Outis che arrivato ieri notte si è piuttosto scazzato di vedere che per l'ennesima volta si doveva perdere tempo con chi fa il questurino da dietro una tastiera.
    Comunque molte delle sue domande sono rimaste nelle citazioni di risposta che ho riportato io nei miei interventi.
    Chi avesse voglia di leggerle le può leggere.

    Io ho invitato tutti i compagni interni ed esterni al movimento dei Comunisti Nazionalitari che ci sostengono a non intervenire più in questa discussione.
    Io personalmente oltre a dire questo non ho più alcuna intenione di perdere tempo.
    Chi vuole credere alle bugie diffamatorie di Antiglobal ci creda, chi vuol approfondire lo faccia.
    Noi non siamo più interessati a scusarci e giustificarci sul nulla.

    Che siano gli altri a giustificare la politica imperialista e borghese che ricalca perfettamente quella della destra populista cidiellina che stanno sostenendo con la propria presenza comunista nel governo.
    Noi continuiamo per la nostra strada.

    A luta continua
    tu chiedi troppo da antiglobal e dalle sue ridotte capacità mentali, lui è buono solo a fare battute idiote ed a postare copia ed incolla

  8. #8
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    Citazione Originariamente Scritto da Spartaco Visualizza Messaggio
    tu chiedi troppo da antiglobal e dalle sue ridotte capacità mentali, lui è buono solo a fare battute idiote ed a postare copia ed incolla
    http://groups.msn.com/Arsenale-Antif...58048471794636

    Da: Soprannome MSNedoneo8 (Messaggio originale) Inviato: 13/01/2006 21.29
    Ultimamente c'è stato il caso dell'articolo di Liberazione titolato "Pasolini come Evola" che ha riaperto vecchie ferite.
    Così abbiamo rivissuto le emozioni contrastanti suscitate dalla lettera aperta del poeta che riguardava i "poliziotti proletari" che a Valle Giulia furono "aggrediti" da studenti borghesi.

    Pasolini, per questo e altri episodi, è divenuto un mito anche per la destra.
    Tranne a voler esaminare l'atto d'accusa del libro "Petrolio" di Pasolini dove il dito dell'autore è puntato contro Monti e Andreotti, Fanfani e Cefis.
    Così da presupporre che Pasolini indicasse il caso Mattei e gli enormi scandali legati a petrolio e metano che andavano dritti a generare lo stragismo italiano nelle sue varie sfumature.
    Questo spiegherebbe perchè un gruppo di picchiatori (presumibilmente fascisti) lo uccise all'unico motivo di chiudergli la bocca.

    Quando si parla di un fronte unico sinistra-destra a Valle Giulia, si vuole dimenticare che a piazza Euclide erano localizzati i gruppi dei fascisti all'epoca.
    Venivano definiti pariolini e figli di papà.
    E questa era la loro identificazione precisa che Pasolini volle centrare non ostante le riletture successive cerchino di dimostrare il contrario.

    Alcune indicazioni sull'identificazione comunitararista:

    Una lettura certa dei comunitaristi (oltre Evola) era "Il mattino dei Maghi" di Louis Pauwels e Jacques Bergier.
    Da questo testo presero concetti come "nostalgia del futuro" e altri abusati da Mario Merlino e tutti i nazimaoisti romani provenienti dal movimento neonazista tedesco "Nazione Europa".

    Il gruppo XXII Marzo di Merlino dichiarava di ispirarsi al Maggio Francese e decisamente a Cohn Bendit.

    Alla manifestazione davanti l'Ambasciata francese, dove esordirono accanto ai veri compagni di Linea Rossa, c'erano Stefano Della Chiaie, Serafino Di Luia, Loris Facchinetti e l'ex legionario e para' Buffa, detto il Lupo di Monteverde.

    Avevano uno striscione dove si leggeva "Hitler e Mao uniti nella lotta".

    Questo era l'esordio.

    Il tentativo del '77 è documentato da "Fascisti immaginari" di Maurizio Messina.

    Ecco un estratto dove si descrivono i tentativi di infiltrazione risalenti agli ultimi anni
    e "minimizzati" da Luciano Lanna.

    Interroghiamoci fino in fondo sui movimenti che contrastano il globalismo, sui “nuovi bisogni”, sul diffuso volontariato giovanile e non, sul senso consapevole di buona parte del movimento che contrasta le nuove guerre imperialiste, su molte pulsioni della stessa New Age, sull’ambientalismo profondo, sulle nuove forme di spiritualità, sul ritorno alle religioni. Mi sembra che sul fronte metapolitico davvero molto si stia muovendo. Occorre però avere occhi per vedere, orecchie per intendere e capacità di vivere le pulsioni del nostro tempo. La storia la si fa “facendola”, non teorizzando progetti di partecipazione. Ripeto: i nuovi movimenti – quelli veri, non i tentativi dei partiti o dei sindacati di “inserirsi” – sono, come ieri, il bacino delle innovazioni. E quello che nel 1914 furono le trincee, oggi potrebbe essere rappresentato dalle manifestazioni contro la guerra. Del resto, la parabola del grande vecchio del Novecento, Ernst Jünger, passato dal bellicismo al neutralismo e all’ecologismo, potrebbe rappresentarne la migliore metafora.

    Quindi i punti vulnerabili dell'altermondialismo sono: le tendenze spiritualiste ma anche tutte quelle manifestazioni che nascono dagli integralismi cattolici oppure ebraici.
    I comunitaristi vogliono inserirsi e parassitare il movimento per strumentalizzarlo (oggi come ieri).
    C'è sempre il grande sogno eurocentrico in agguato che può essere mediato da Rifkin.

    L'antisemitismo sfegatatato
    e il rifiuto della nonviolenza.

    Questo è un concetto piu' articolato perchè i disobbedienti, per esempio, usano questo concetto per azioni dimostrative a metà strada tra Gandhi e il situazionismo.

    I comunitaristi una volta "innestati" tendono a rimuovere la nonviolenza per poter ottenere quella militarizzazione statale e poliziesca che diventa pura azione violenta che paralizza i movimenti e consegna alcuni apparati direttamente nelle loro mani.

    I comunitaristi entrano attraverso i varchi aperti da personaggi come il Che o Pasolini che loro stessi hanno lungamente operato per rendere fortemente bipolari.
    Sono legittimati dall'antiamericanismo.

    (Provate a mandare su Indy un post molto antiamericano e troverete consensi tra tutti i fascisti-troll che passano, forse stipendiati dallo stato, 12 ore al giorno su quel sito e spesso soverchiano i compagni in numero e continuità.)

    Gli integralismi religiosi in tutte le salse.
    L'europeismo spinto.

    Il passo successivo, se gli viene permesso, consiste nell'entrare nel meccanismo movimentista, disconnettendo le direttive nonviolente e puntano all'azione pura.

    In questo agendo con quella logica apparentemente rivoluzionaria che già rendeva stridente lo slogan del PCI, negli anni '60, che diceva: "Il PCI per la pace" e spingeva Merlino a scrivere: "Non sono veri comunisti perchè i rivoluzionari non sono certo pacifisti". Dimenticando di aggiungere: "Gli unici violenti dichiarati sono i fascisti".

    Per questo non possiamo dimenticare che il comunitarismo il Sismi, Sisde, ecc. sono le due facce della stessa medaglia.
    In quanto il crescendo della violenza è l'obiettivo dei Servizi che puntano alla legge marziale come antitodo ad ogni manifestazione popolare e al terrore come conservazione dell'immobilismo neoliberista attuale.

    Una osservazione inevitabile che nasce da questo excursus è che l'antisemitismo è solo uno dei vari punti utilizzati dai comunitaristi (da sempre) per tentare infiltrazioni.

    Edoneo
    Ultimamente c'è stato il caso dell'articolo di Liberazione titolato "Pasolini come Evola" che ha riaperto vecchie ferite.
    Così abbiamo rivissuto le emozioni contrastanti suscitate dalla lettera aperta del poeta che riguardava i "poliziotti proletari" che a Valle Giulia furono "aggrediti" da studenti borghesi.

    Pasolini, per questo e altri episodi, è divenuto un mito anche per la destra.
    Tranne a voler esaminare l'atto d'accusa del libro "Petrolio" di Pasolini dove il dito dell'autore è puntato contro Monti e Andreotti, Fanfani e Cefis.
    Così da presupporre che Pasolini indicasse il caso Mattei e gli enormi scandali legati a petrolio e metano che andavano dritti a generare lo stragismo italiano nelle sue varie sfumature.
    Questo spiegherebbe perchè un gruppo di picchiatori (presumibilmente fascisti) lo uccise all'unico motivo di chiudergli la bocca.

    Quando si parla di un fronte unico sinistra-destra a Valle Giulia, si vuole dimenticare che a piazza Euclide erano localizzati i gruppi dei fascisti all'epoca.
    Venivano definiti pariolini e figli di papà.
    E questa era la loro identificazione precisa che Pasolini volle centrare non ostante le riletture successive cerchino di dimostrare il contrario.

    Alcune indicazioni sull'identificazione comunitararista:

    Una lettura certa dei comunitaristi (oltre Evola) era "Il mattino dei Maghi" di Louis Pauwels e Jacques Bergier.
    Da questo testo presero concetti come "nostalgia del futuro" e altri abusati da Mario Merlino e tutti i nazimaoisti romani provenienti dal movimento neonazista tedesco "Nazione Europa".

    Il gruppo XXII Marzo di Merlino dichiarava di ispirarsi al Maggio Francese e decisamente a Cohn Bendit.

    Alla manifestazione davanti l'Ambasciata francese, dove esordirono accanto ai veri compagni di Linea Rossa, c'erano Stefano Della Chiaie, Serafino Di Luia, Loris Facchinetti e l'ex legionario e para' Buffa, detto il Lupo di Monteverde.

    Avevano uno striscione dove si leggeva "Hitler e Mao uniti nella lotta".

    Questo era l'esordio.

    Il tentativo del '77 è documentato da "Fascisti immaginari" di Maurizio Messina.

    Ecco un estratto dove si descrivono i tentativi di infiltrazione risalenti agli ultimi anni
    e "minimizzati" da Luciano Lanna.

    Interroghiamoci fino in fondo sui movimenti che contrastano il globalismo, sui “nuovi bisogni”, sul diffuso volontariato giovanile e non, sul senso consapevole di buona parte del movimento che contrasta le nuove guerre imperialiste, su molte pulsioni della stessa New Age, sull’ambientalismo profondo, sulle nuove forme di spiritualità, sul ritorno alle religioni. Mi sembra che sul fronte metapolitico davvero molto si stia muovendo. Occorre però avere occhi per vedere, orecchie per intendere e capacità di vivere le pulsioni del nostro tempo. La storia la si fa “facendola”, non teorizzando progetti di partecipazione. Ripeto: i nuovi movimenti – quelli veri, non i tentativi dei partiti o dei sindacati di “inserirsi” – sono, come ieri, il bacino delle innovazioni. E quello che nel 1914 furono le trincee, oggi potrebbe essere rappresentato dalle manifestazioni contro la guerra. Del resto, la parabola del grande vecchio del Novecento, Ernst Jünger, passato dal bellicismo al neutralismo e all’ecologismo, potrebbe rappresentarne la migliore metafora.

    Quindi i punti vulnerabili dell'altermondialismo sono: le tendenze spiritualiste ma anche tutte quelle manifestazioni che nascono dagli integralismi cattolici oppure ebraici.
    I comunitaristi vogliono inserirsi e parassitare il movimento per strumentalizzarlo (oggi come ieri).
    C'è sempre il grande sogno eurocentrico in agguato che può essere mediato da Rifkin.

    L'antisemitismo sfegatatato
    e il rifiuto della nonviolenza.

    Questo è un concetto piu' articolato perchè i disobbedienti, per esempio, usano questo concetto per azioni dimostrative a metà strada tra Gandhi e il situazionismo.

    I comunitaristi una volta "innestati" tendono a rimuovere la nonviolenza per poter ottenere quella militarizzazione statale e poliziesca che diventa pura azione violenta che paralizza i movimenti e consegna alcuni apparati direttamente nelle loro mani.

    I comunitaristi entrano attraverso i varchi aperti da personaggi come il Che o Pasolini che loro stessi hanno lungamente operato per rendere fortemente bipolari.
    Sono legittimati dall'antiamericanismo.

    (Provate a mandare su Indy un post molto antiamericano e troverete consensi tra tutti i fascisti-troll che passano, forse stipendiati dallo stato, 12 ore al giorno su quel sito e spesso soverchiano i compagni in numero e continuità.)

    Gli integralismi religiosi in tutte le salse.
    L'europeismo spinto.

    Il passo successivo, se gli viene permesso, consiste nell'entrare nel meccanismo movimentista, disconnettendo le direttive nonviolente e puntano all'azione pura.

    In questo agendo con quella logica apparentemente rivoluzionaria che già rendeva stridente lo slogan del PCI, negli anni '60, che diceva: "Il PCI per la pace" e spingeva Merlino a scrivere: "Non sono veri comunisti perchè i rivoluzionari non sono certo pacifisti". Dimenticando di aggiungere: "Gli unici violenti dichiarati sono i fascisti".

    Per questo non possiamo dimenticare che il comunitarismo il Sismi, Sisde, ecc. sono le due facce della stessa medaglia.
    In quanto il crescendo della violenza è l'obiettivo dei Servizi che puntano alla legge marziale come antitodo ad ogni manifestazione popolare e al terrore come conservazione dell'immobilismo neoliberista attuale.

    Una osservazione inevitabile che nasce da questo excursus è che l'antisemitismo è solo uno dei vari punti utilizzati dai comunitaristi (da sempre) per tentare infiltrazioni.

    Edoneo

  9. #9
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    Quasi quasi mi metto a scrivere punto per punto contro tutte le cazzate che sono state scritte qui!

  10. #10
    Omia Patria si bella e perduta
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    Citazione Originariamente Scritto da Antiglobal Visualizza Messaggio
    Sinistra e Destra

    Tradizione, identità, appartenenza, esaurimento, superamento

    di Costanzo Preve

    Si parla molto oggi di superamento della vecchia dicotomia fra sinistra e destra, ma non sempre si portano argomenti convincenti per rendere realmente credibile questo superamento. Chi sostiene che la dicotomia è ancora valida fa in genere riferimento al valore dell’eguaglianza e della solidarietà, dicendo che la destra non pratica questi valori, mentre la sinistra sostiene i salariati in nome dell’eguaglianza e gli immigrati in nome della solidarietà.
    Chi invece sostiene che la dicotomia è ormai obsoleta, e viene mantenuta artificialmente per creare una contrapposizione fittizia puramente elettorale, fa riferimento soprattutto al recente allineamento della cosiddetta "sinistra" (o almeno della sua parte largamente maggioritaria sul piano elettorale, sindacale ed intellettuale) all’imperialismo americano ed alle sue guerre di dominio geopolitico del mondo (Irak 1991, Serbia 1999, Afganistan 2001-2002).

    In questo breve testo non vorrei semplicemente ripetere queste polemiche, in cui tutto è già stato detto e ridetto. Preferirei esporre le cose in modo più rigoroso e sistematico, seguendo un filo del discorso maggiormente convincente.


    Per onestà verso il lettore, dico subito di essere convinto sostenitore del sostanziale esaurimento di questa dicotomia, e del fatto dunque che un sostanziale superamento sarebbe ormai possibile ed utile. Una simile affermazione non è però sufficiente, bisogna argomentarla sul piano prima storico e poi teorico e culturale. E’ quello che cercherò di fare.
    Farò prima una brevissima premessa autobiografica per spiegare i due momenti della mia vita in cui ho maturato questa convinzione, un primo momento in modo puramente teorico e culturale ed un secondo momento in modo anche emotivo.

    Dopo questa breve premessa autobiografica prenderò la strada della esposizione storica e teorica.

    In primo luogo sosterrò perché, a mio avviso, la dicotomia fra sinistra e destra, formalmente iniziata con la rivoluzione francese e la collocazione dei parlamentari nel 1791, ha però il suo vero inizio contemporaneo dopo la Comune di Parigi del 1871 e con la seconda rivoluzione industriale. Da questa data hanno inizio le tappe della vera e propria formazione progressiva delle identità di sinistra e destra, identità che strutturano fisiologicamente anche delle appartenenze.

    In secondo luogo affronterò il problema centrale di queste brevi note, e cioè se si possano classificare tranquillamente il fascismo e il nazismo come fenomeni storicamente di destra, ed il socialismo e il comunismo come fenomeni storici di sinistra. Una simile domanda può sembrare ovvia e retorica, ma in realtà non è così. Per quanto riguarda il fascismo ed il nazismo ritengo che nell’essenziale abbia ragione lo storico israeliano Zeev Sternhell, e cioè che si tratta di fenomeni la cui natura non è veramente né di destra né di sinistra. ....

    http://www.kelebekler.com/occ/prevedxsx.htm
    Grazie per la pubblicità!!!!
    Comunque non ti preoccupare ti lascio volentieri difendere il Castello del Vero Comunismo Proletario tutto solo. Io non sono interessato..... sai io penso che i barbari sono già passati e hanno ridotto tutto in rovine. Non mi piace abitare tra i rovi e i rottami, preferisco le comodità.
    Con tutto il cuore:
    Buona sfortuna e good-bye Lenin.

 

 
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