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  1. #1
    Orazio Coclite
    Ospite

    Predefinito In uscita 'La Cittadella' 23-25: speciale monografico su Arturo Reghini

    E' in corso di stampa il numero che chiuderà l'annata 2006 della nostra rivista. Certi di fare cosa gradita ne comunichiamo nel frattempo contenuti ed editoriale.

    Per quanti non abbonati, la rivista può essere ordinata inviando un messaggio di posta elettronica a lacittadella@email.it.

    A seguire il sommario:






    LA CITTADELLA

    numero triplo 23-24 (2006) - 25 (2007)
    luglio-dicembre 2006 – gennaio-marzo 2007


    ARTURO REGHINI
    (1946-2006)
    LA SAPIENZA PAGANA E PITAGORICA DEL ’900


    Quaderno monografico per il 60° anniversario del dies ultimus di A.R.

    volume di 271 pagine con 45 illustrazioni
    l’edizione fuori abbonamento è in vendita come libro al costo di € 30,00


    Indice



    Incipit

    Il ritorno di Arturo Reghini
    Sandro Consolato


    I / Vita activa e Vita contemplativa

    Il Pitagorismo politico di Arturo Reghini
    Sandro Consolato

    Il Pitagorismo magico ed iniziatico di Arturo Reghini
    Gennaro D'Uva


    II / Memoria sanguinis

    Un'antica famiglia italiana. La stirpe dei Reghini
    Renato del Ponte


    III / Imagines

    Stella Salutis: sulla continuità storica del Pentalfa
    a cura di Gennaro D'Uva, Luca Mancini, Mario Foti, Mauro Curcuruto, Sebastiano Baglione

    Itinerarium Pythagoricum: luoghi della nostra Sapienza
    Armando Lopes


    IV / L'eredità di Reghini

    Di Arturo Reghini non immemori
    Moreno Neri

    La riscoperta di Arturo Reghini negli anni '80: da "Il Ghibellino" alla "Associazione Pitagorica"
    Mario Foti

    "Dei numeri Pitagorici": sicut erat in votis
    Christian Scimiterna e Stefano Loretoni


    V / Documenti

    "Mago e matematico"
    Giovanni Papini

    Una baruffa tra Dino Campana e Arturo Reghini
    Giacomo Natta

    Un "filosofo matematico alla maniera degli antichi esempi"
    Nicola Lisi

    Per la restituzione della Geometria Pitagorica
    Ercole Quadrelli

    "Arturo Reghini, gigante nel corpo e nello spirito"
    Giulio Parise

    Ricordo di A. Reghini
    Sebastiano Recupero

  2. #2
    Orazio Coclite
    Ospite

    Predefinito

    La IV di copertina:

    Di Arturo Reghini (1878-1946), “pythagoricus latomusque insignis”, come si legge nell’iscrizione latina della sua lapide nel cimitero di Budrio, Giovanni Papini, che gli fu lungamente amico, ebbe a scrivere: “… visse, povero e solitario, una vita di pensiero e di sogno: anch’egli difese e incarnò, a suo modo, il ‘primato dello spirituale’. Nessuno di quelli che lo conobbero potrà dimenticarlo”.
    Nel 60° anniversario della morte, “La Cittadella” e i libri del Graal, per onorare la memoria del primo, grande rinnovatore e testimone moderno della Sapienza pagana d’Italia e di Roma, propongono una serie di saggi, documenti ed immagini che offrono una nuova, approfondita visione della vita, del pensiero, dell’opera e dell’eredità di Arturo Reghini.
    Dal tema dell’imperialismo pagano al tema della continuità dell’iniziazione pitagorica, dalla genealogia famigliare alla ricezione e riscoperta del pensiero reghiniano nella massoneria, nell’area degli studi tradizionali e nello stesso mondo della matematica, questo volume monografico nulla tralascia al fine di restituire un’immagine autentica e integrale di una delle più originali “anime antiche” dell’Italia moderna, rendendo altresì vicino ed appassionante ai lettori di oggi il mondo dei suoi ideali, delle sue lotte intellettuali, dei suoi simboli e dei suoi luoghi sacri.

  3. #3
    Orazio Coclite
    Ospite

    Predefinito

    ****** INCIPIT ******
    IL RITORNO DI ARTURO REGHINI

    1° luglio 1946: l’ultimo giorno della vita terrena di Arturo Reghini, “pythagoricus latomusque insignis”, come si legge nell’iscrizione latina della sua lapide nel cimitero di Budrio. A sessanta anni da quella data, anche “La Cittadella” rende omaggio al Sapiente italiano di cui Giovanni Papini, che gli fu amico per tutta la vita, scrisse: “…visse, povero e solitario, una vita di pensiero e di sogno: anch’egli difese e incarnò, a suo modo, il ‘primato dello spirituale’. Nessuno di quelli che lo conobbero potrà dimenticarlo” (in Passato remoto 1885-1914, Firenze 1948, p. 129).
    Come già in occasione dei trent’anni dalla morte di Julius Evola, “La Cittadella” non insegue il mondano spirito del “dover esserci” ad ogni costo in una celebrazione, in una ricorrenza, con altri, al pari di altri o contro altri. Vi sono Maestri, più e meno noti, che noi onoriamo sempre, leggendoli, rileggendoli, studiandoli, servendoci delle loro opere per i nostri lavori: basta leggerci con attenzione tutto l’anno, tutti gli anni. Certe ricorrenze - come questo 60° anniversario del trapasso di Reghini - sono tuttavia l’opportunità per fermarci, riflettere per un tempo più lungo del solito sul nostro cammino spirituale e intellettuale, chiedendoci quali figure, quali libri lo abbiano determinato e, nello stesso tempo, cosa, di quelle figure e di quei libri, noi dobbiamo trattenere, rielaborare, trasmettere, non solo per il nostro individuale bisogno, ma soprattutto per le necessità spirituali delle nuove generazioni del nostro Paese, e forse della stessa Europa, che si affacciano agli studi tradizionali cercando, nel confuso presente, una via di realizzazione spirituale individuale, una religio comunitaria, un progetto di rinnovamento della società in una forma che affermi - come dalla citazione di Papini - il “primato dello spirituale”.
    Il Movimento Tradizionale Romano, che anima “La Cittadella”, non ha origini definibili come “reghiniane”. Reghini, in quanto pythagoricus latomusque insignis, ha trovato nella avanzata seconda metà del Novecento i suoi più diretti eredi, interpreti e divulgatori, da un lato in minoritari ambiti massonici, dall’altro in altrettanto minoritari ambiti pitagorico-pagani dell’Italia meridionale. Ma senza dubbio la conoscenza di Reghini ha contribuito ampiamente a costruire l’identità e la cultura del M.T.R., giusto quanto scriveva negli anni ’80 Renato del Ponte in un suo fortunato saggio: “La sua [di A. R.] importanza fra i più autorevoli esponenti europei della Tradizione, e del filone romano-italico in particolare, risiede certamente non tanto nel tentativo, vano e fatalmente destinato all’insuccesso, per quanto disinteressato, di rivitalizzare la massoneria al suo interno, quanto nell’attenzione da lui portata allo studio ed alla riscoperta della tradizione classica e romana, che gli era stato dato in compito di rivitalizzare ‘in segreto’” (Il movimento tradizionalista romano nel Novecento, Scandiano 1987, pp. 27-28).
    Moreno Neri, autorevole rappresentante del Rito Simbolico Italiano, che coraggiosamente crede sia possibile, invece, rivitalizzare la Massoneria al suo interno e riscoprire e rivitalizzare al contempo le radici classiche, greco-latine, della nostra civiltà, nel suo contributo a questo nostro numero monografico ha scritto, con evidente rammarico: “Il fatto è che le persone che sono rimaste conquistate e ispirate da Reghini, sono, nella maggior parte dei casi, isolate e fra loro sconosciute. Ma il fatto ancor più grave non è il loro isolamento e la loro dispersione, bensì la loro incomunicabilità. I seguaci della “via romana agli dèi” rifiutano l’esoterismo massonico; i tradizionalisti pitagorici ne restano ai margini; i massoni sospettano la contiguità con un’ideologia che ha avuto come risultato l’assalto ai templi massonici”. Neri ha certamente ragione, perché certamente esistono identità, storie personali e collettive diverse tra coloro che, a vario titolo e in varia misura, si riconoscono nel pensiero e nell’azione che furono di Arturo Reghini. Ma questo 60° anniversario della morte del nostro Autore, questo sentire comunitariamente il dovere di rendere omaggio ai suoi Mani, servono anche ad avvicinare, come Neri auspica, quanti amano guardare più al futuro che al passato.
    Ancorato negativamente al passato (l’ancoramento alle radici è un’altra cosa) è chi pensa di vivere nel 1929 e di dover testimoniare in tribunale pro-Evola o pro-Reghini, quando basterebbe fermarsi a riflettere sul limpido fatto che, mentre molti massoni di Reghini non conoscono neppure il nome, tutti i migliori lettori di Evola, tra cui peraltro vi sono stati sempre dei Liberi Muratori, dalle pagine di memoria e di riconoscenza che questi dedicò a Reghini ne Il Cammino del Cinabro hanno avuto l’impulso a conoscere ed apprezzare il Pitagorico fiorentino, non certo a farne oggetto di infinite contumelie. E ancorato negativamente al passato è pure chi, per ragioni ideologiche più che esoteriche, non è disposto a riconoscere, dall’evidenza dei riti e dei simboli, che la Massoneria ha origini antichissime e spiritualmente valide, e che il “problema massonico”, se esiste, è appunto quello della effettiva fedeltà della moderna Libera Muratoria a quelle origini nonché quello, necessariamente collegato, “della direzione predominante, effettiva e attestata, della sua azione” (così Evola ne Il mistero del Graal, Roma 1972, p. 194 n. 7, chiedendo contestualmente al lettore che non supponesse da parte sua “una qualche animosità preconcetta verso la massoneria”).
    Il limes del futuro, per noi, nel campo degli studi tradizionali, è tra chi vuole la reconquista cristiana dell’Occidente o la conquista islamica dello stesso (non si dimentichi che esistono pure massoni devoti, pur se in forme assai particolari, all’una e all’altra causa) e chi (fuori della Massoneria o nella stessa Massoneria) intende lavorare ancora e sempre per il ritorno dell’Occidente alla sua Tradizione, che è quella greco-latina (pur senza disconoscere le antiche culture celtiche, germaniche, slave e baltiche), e che è e deve essere necessariamente romana nel suo centro catalizzatore: centro imperialista pagano secondo la formula coniata proprio da Reghini. Oggi, in Italia, è pertanto importante, come chiede Neri, che si comunichi. Ma - questo è il nostro punto di vista - è in quanto “pagani” che si deve comunicare. Ognuno può anche, perché ancora il cammino da farsi è lungo, restare ciò che è (con i simboli, i riti che gli sono più con-geniali, ma, questo va sottolineato, con gli stessi Dei: le tre realtà richiamate da Neri, non onorano tutte Giano, Minerva, Ercole, Venere?), operando entro il proprio ambito ma anche in ambiti contigui o comuni per quella che chiameremmo “la rigentilizzazione dell’Occidente” o, il che è lo stesso, “la fuoriuscita dall’Era Volgare” (ormai Volgarissima, in verità).
    Onorare Reghini, che cosa altro potrebbe voler dire oggi, fuor dal cerimonialismo degli anniversari?
    Questo numero speciale de “La Cittadella” - lo crediamo e lo diciamo rinunciando ad ogni falsa umiltà - è destinato a rappresentare una pietra miliare negli studi reghiniani. I lettori conosceranno per la prima volta che Reghini, il quale, in ciò molto somigliante ad Evola, quasi celava la sua appartenenza ad una famiglia con padre madre e fratelli, veniva da un’antica e nobilisima stirpe, di cui è stata ricostruita la genealogia. Per la prima volta vedranno analizzata dettagliatamente l’ideologia politico-sociale del nostro Autore e delineato, con ampio ricorso ai suoi scritti, il suo operato politico-esoterico di mezzo secolo. Per la prima volta verrà, soprattutto, esplorata in modo approfondito e dottrinalmente sicuro la dimensione del Pitagorismo magico-iniziatico di Reghini, con assolute novità anche sui temi di “Ur” e della sua eredità. Le questioni della ricezione di Reghini in Massoneria e della sua riscoperta in altri contesti saranno pure trattate con considerazioni e informazioni di non poco interesse. La più bella novità di questo “anno reghiniano”, cioè la pubblicazione del primo libro dell’inedito Dei numeri Pitagorici in sette libri, ha potuto pure, in extremis, essere da noi recepita. Anche dal punto di vista documentario ed iconografico, questo è un volume che non potrà non essere apprezzato e ricordato.
    I lettori devono comunque sapere che il nostro “speciale” corrisponde ad una volontà di apertura, di “ecumenismo pagano”, che il M.T.R., che non ha mai voluto fare de “La Cittadella” il bollettino interno di un gruppo autoreferenziale ma la voce della migliore cultura “gentile” del nostro Paese, ha inteso rendere editorialmente palese, accogliendo anche i gesti di buona volontà e di amicizia che da tempo gli vengono da individualità ed ambienti che ora possono trovare sulle nostre pagine l’occasione per offrire il frutto di loro studi, di loro memorie, di loro riflessioni a partire dall’incontro con l’opera reghiniana.
    Non abbiamo rinunciato, come M.T.R., a evidenziare il nostro punto di vista su certi fatti storici, su certe personalità, su certi studi recenti. D’altro canto, non abbiamo chiesto all’amico Neri, che per la prima volta scrive per noi, di rinunciare ai suoi punti di vista; né si è fatto altrimenti con gli amici D’Uva e Foti. Il che vuol dire che, dato il comune denominatore dello (si può dire?) affetto intellettuale per Arturo Reghini e della militanza spirituale e culturale per il ritorno ad una civiltà romana (civiltà unitaria e non totalitaria, spirituale e non confessionale, gerarchica e non livellatrice), ognuno ha scritto e ha potuto scrivere ciò che riteneva giusto e necessario. Pertanto, è bene chiarirlo fin da ora, “La Cittadella” risponde dell’indirizzo pagano degli Autori, gli Autori rispondono delle loro proprie affermazioni, e anche delle curiosità e delle polemiche cui possono dar luogo.
    Infine, è da dire che il confronto con precedenti, importanti, fondamentali lavori su Reghini, quali quelli di Roberto Sestito e di Natale Mario Di Luca, è stato necessario e doveroso per quasi tutti gli scriventi. Quando ci si impegna in lavori di ricostruzione storica e di esegesi del pensiero, si mettono in gioco le proprie conoscenze e le proprie abilità in tali campi, si forniscono nuovi dati e nuovi strumenti ad altri studiosi ma, al contempo, si dà a questi altri studiosi anche l’occasione per la revisione, la conferma e/o la confutazione di quanto si è scritto. La storia degli studi sull’esoterismo non fa eccezione. Che poi l’esoterismo non sia lo studio storico o filosofico dell’esoterismo, lo sappiamo già: nessuno si prenda l’inutile briga di ricordarcelo.

    Sandro Consolato

  4. #4

  5. #5
    ulfenor
    Ospite

    Predefinito

    Attendo Con Ansia L'arrivo Tramite Posta Di Questo Numero De La Cittadella....

  6. #6
    Paul Atreides
    Ospite

    Predefinito

    Attendo pure io

  7. #7
    Registered User
    Data Registrazione
    03 Sep 2006
    Messaggi
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    Pure io

  8. #8
    ennerre
    Ospite

    Predefinito



    Gli altri facciano ciò che vogliono. Sappiano che non possono vincere. Ce lo assicura la nostra fede nel destino della Città Eterna, ed ai nemici palesi e nascosti dell'imperialismo pagano ricordiamo e ricorderemo la sentenza latina

    Ducunt volentes fata, nolentes trahunt

  9. #9
    M. Murelli
    Ospite

    Predefinito

    In attesa...

  10. #10
    Orazio Coclite
    Ospite

    Predefinito

    Beh, tutto si può dire tranne che non abbiamo una clientela selezionata...

 

 
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