Originariamente Scritto da
UgoDePayens
Cari fratelli conservatori, amici di mille passate avventure, e compagni delle ultime battaglie, a voi tutti mi rivolgo con questo mio personale messaggio.
Sono passati molti anni da quando, qui su POL, ci riunimmo in pochi attorno a un'idea ancora piuttosto confusa per alcuni di noi. Sono stati anni nei quali sono nate grandi amicizie, seppur virtuali, e nei quali ognuno di noi ha seguito un proprio cammino di crescita culturale e politica.
In molti hanno avuto per me parole di elogio, quale "padre fondatore" del gruppo, ma, vi assicuro, è molto di più ciò che il conservatorismo E I CONSERVATORI hanno dato a me, di quanto io ho dato loro.
Il vincolo di amicizia e di lealtà che ci unisce però mi impone di essere chiaro, ora. E non posso ignorare una cosa per me personalmente FONDAMENTALE.
Lo statuto è chiaro: i conservatori si mettono al servizio dell'Italia e dell'Europa. Ebbene, se sull'Europa già abbiamo chiaro (penso) il fatto che la fedeltà all'Europa è la fedeltà a un'IDEA di Europa, talvolta lontana talvolta addirittura antitetica rispetto alla realtà politico-istituzionale nella quale siamo immersi, sull'Italia il discorso si fa diverso.
Io, cari amici, da qualche tempo a questa parte non credo più all'Italia, non riconosco più la Repubblica Italiana essere la mia Patria. E questo mi mette, temo, molto al di fuori da quelli che sono gli orizzonti del nostro gruppo.
Il Tricolore per il quale qualche tempo fa avrei potuto morire, oggi non mi rappresenta più. Per me esso non è che una fola, un inganno sanguinoso dietro al quale si nasconde il nemico mio e della mia gente.
Porto un grande rispetto per i caduti delle guerre italiane, da quelli più recenti di Nassirija, ai poveri cavalieri del '99, soldatini che nel 1918 dimostrarono di che pasta fossero... ma non mi riconosco in uno Stato nato da un processo di massonica conquista manu militari, cresciuto su espropri di beni ecclesiastici, nutritosi del sangue dei contadini e della povera gente. Povera gente alal quale ha imposto un clique artefatto (l'italianità piemontese-romana), sradicando la secolare cultura locale.
Non voglio più fare parte di uno Stato Leviatano, che pensa di essere padrone dei diritti di ogni persona (PERSONA, non individuo), dei suoi averi e della sua coscienza. Chi è , questo benedetto Stato, che mi deruba del frutto del mio lavoro, per darmi in cambio l'IMPOSIZIONE di un'istruzione becero-progressista, un servizio sanitario pieno zeppo di baronie e stoltezze inumane, una burocrazia putrida e malfunzionante?
Cos'è questo Stato dal quale i presunti miei concittadini di Napoli reclamano "il lavoro"?
L'Italia? E' quell'entità maligna che con i miei soldi paga l'infanticidio di migliaia di essere indifesi nel grembo materno. E' il marcio che permette a imam disgraziati di gettare il Crocifisso dalla finestra degli ospedali, e riconosce ai trolls benpensanti il diritto di prendere per i fondelli il Santo Padre. Basta che non si tratti di Maometto, e tutti gli sproloqui sono ammessi...
No. Non è questo il mio orizzonte ideale. Non canto l'inno di Mameli, che mi ricorda solo Porta Pia. Non voglio Napolitano come Presidente di una repubblica che per me è apostata.
Perciò, visto che non voglio prendere in giro nessuno (men che meno VOI, amici) rimetto in toto il mio mandato nelle vostre mani, e vi prego di valutare bene la mia esclusione dal movimento. Senza ovviamente che questo pregiudichi la mia partecipazione ai temi che da sempre mi sono, CI sono cari.
Il vento di Vandea, delle insorgenze, e quello di Lepanto continuano a gonfiare le nostre vele, ma il mio timone si è scostato di molto dalla rotta iniziale... spero capiate cosa intendo.
+Non Nobis+