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  1. #1
    INVICTIS VICTI VICTURI
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    Predefinito Lo Shintoismo e il culto dell'Imperatore

    Lo shintoismo, lo spirito del Giappone profondo
    un culto proteso verso la figura dell’imperatore, che intendeva realizzare una organizzazione perfetta della società

    di Ercolina Milanesi


    Lo Shintoismo o Shintoi è la religione tradizionale del Giappone e fu così chiamata nel sec. VI ° d. C. per distinguerla dal Buddhismo che, proprio in quel tempo, era stato introdotto in opposizione alla religione originaria. Il nome dello Shintoi proviene dalla lingua cinese: Shin significa divinità, Toi significa la via, la dottrina. Lo Shinto ed il Buddhismo si sono influenzati a vicenda, e non è raro che vengano praticati, alternativamente, anche dagli stessi individui. Si può ricevere la benedizione divina da bambino secondo il rituale Shintoistico, celebrare il matrimonio in una chiesa cristiana, ed essere seppelliti con una cerimonia Buddhista. Per questo il Giappone è considerato, oggi, un laboratorio di religioni. Lo Shinto non ha fondatore. E’ tipica religione nazionale, non ha dottrina né etica codificate. Cerimonie e rituali mettono il fedele in contatto con le divinità. Nello Shinto vi sono diversi milioni di dei, i Kami, manifestati attraverso la natura come alberi, animali, fiumi, montagne e uomini. La parola giapponese Kami si può anche tradurre come anima. La mitologia giapponese racconta che in epoca primordiale discese dal cielo una coppia divina: Izanagi e Izanami, che fece nascere le isole e tutto il resto del mondo. Indi una serie di Kami , prima fra tutti la dea del sole Amaterasu che mandò sulla Terra un suo nipote. Uno dei suoi discendenti fu il primo Imperatore del Giappone, quindi tutti i giapponesi sono di origine divina.
    Poco a poco dall’adorazione dei Kami degli imperatori deceduti si passò all’adorazione dello stesso Imperatore, considerato Kami nella sua vita terrena. Minacciato dall’espansione dell’Occidente, il Giappone si sentì costretto a rinforzare la propria identità nazionale, mentre l’Imperatore veniva relegato in secondo piano dai famosi Shogun, che detenevano il potere. Nel 1867 l’Imperatore Meyi, con un colpo di stato, si assicurò il controllo del paese e rinnovò politica e religione. Lo Shinto divenne religione di Stato. Templi e simboli del Buddhismo furono distrutti. La coscienza religiosa era legata alla coscienza nazionale. Lo Shinto costituì fondamento ideologico per i piloti suicidi: Kamikaze “vento divino“. Ogni soldato che moriva in guerra diveniva Kami ed onorato nei templi. Dopo la sconfitta del Giappone , nell’agosto del 1945, l’ Imperatore negò la natura divina del sovrano e lo Shinto fu soppresso come religione di Stato, ma lo Shinto popolare resistette ed acquistò proseliti. Il culto si svolge nelle case e nei templi dei quali ancora ventimila esistenti. Un tempio shintoista è la dimora del kami. Nella stanza più sacra del tempio vi è un oggetto che è simbolo di luogo sacro. Nei tre templi principali shintoisti in Giappone vi sono i tre simboli più importanti: uno specchio, un gioiello ed una spada legati a un mito riguardante la dea del sole Amaterasu ed il primo Imperatore del Giappone. Secondo una leggenda, una volta la dea, derisa, si era nascosta in una grotta. Per farla uscire, in modo che potesse diffondere, nuovamente, la sua luce sul mondo, fu usato lo stratagemma dello specchio.
    Il sacerdozio ereditario fu abolito ed i sacerdoti divennero pubblici funzionari. Hanno facoltà di sposarsi e, dopo la guerra, il sacerdozio fu concesso anche alle donne.
    Sono quattro gli elementi fondamentali del culto:
    La purificazione che serve per eliminare la presenza del male e dell’ingiustizia. L’impurità è associata alla malattia ed alla morte. Ogni cerimonia religiosa inizia con la purificazione. Riti semplici come sciacquarsi la bocca e versare un po’ d’acqua sulle dita.
    Il sacrificio; si corre il rischio di perdere il contatto con i Kami e di incorrere in incidenti e disgrazie se non si fanno offerte di denaro, cibo e bevande.
    Preghiera che si apre di solito con un inno di lode al Kami e di ringraziamenti.
    Il pasto sacro che è la conclusione della cerimonia chiamata naorai, assieme ai kami. I presenti ricevono un assaggio di riso, servito dai sacerdoti.
    Nella maggior parte delle case si trova un piccolo altare, kamidana, su cui sono disposti oggetti simbolici: un amuleto per i kami, uno specchietto, una candela ed un vaso con ramoscelli dell’albero di sakaki. Il rito inizia sempre con il lavacro delle mani ed il risciacquo della bocca. Indi si deposita davanti all’altare un’offerta di un po’ di riso ed una scodella d’acqua. Si sta in piedi o seduti su un tappetino e si china la testa verso l’altare in segno di deferenza. Dopo breve preghiera si piega altre due volte la testa, si battono due volte le mani, tenendole sollevate e si termina con un inchino. Infine si portano in tavola le offerte commestibili e si consumano.
    Sin dal tempo in cui il Giappone era una società rurale si è praticato il culto delle anime degli antenati, culto che, ancora oggi, è molto osservato con imparabile devozione.

  2. #2
    INVICTIS VICTI VICTURI
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    Predefinito Izanagi e Izanami, i creatori del Giappone


  3. #3
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    Predefinito La nascita di Amaterasu, Dea del Sole e capostipite della Stirpe Imperiale


  4. #4
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    Vorrei segnalare questo interessante link sul Kojiki.

    http://www.bifrost.it/Sintesi/Kojiki.html

    Vale.

  5. #5
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    Predefinito Jimmu, il primo imperatore


  6. #6
    .... .....
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    Le notizie dal Giappone..sono sempre benvolute..in quanto Shinto e Buddismo..sono l'anima esoterica ed exoterica..dell'uomo..senza pericolose sovrapposizioni...come da noi..in genere succede...
    Lo Shinto..poi..sarebbe una specie di animismo semplice e raffinato..un ben disporsi nei confronti della Manifestazione..in attesa di trascenderla tramite il Buddismo..Cosa vogliamo di più..quando chiunque può adorare la Divinità che si manifesta sensibilmente nelle cose che ama? Una collina..un giardino..un oggetto..dietro..ci sta qualcosa di interiore..si sottile..di vivo..
    Un albero..ha la sua Divinità..perchè prima di esistere sul piano materiale..esiste in quello sottile..ed è a questo piano..che va indirizzata l'adorazione..di ciò che si vuole..e che ci nutre..non solo corporalmente..
    L'altro giorno mi ha colpito una frase di un film in TV..il protagonista..ha detto..prima di un'esibizione..preghiamo il Dio del rock..!
    Ho pensato che l'Animismo..e lo Shinto..non moriranno mai...
    Bisogna dare all'uomo non ciò che desidera..ma ciò di cui ha bisogno...
    (la via diretta non è la più breve)

  7. #7
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    mi associo.

  8. #8
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    Predefinito I tre tesori divini


    Lo specchio, la spada e i gioielli, i tre tesori che scesero dal cielo insieme a Ninigi, sono tuttora il simbolo dell'investitura divina del legittimo mikado. L'investitura del nuovo imperatore del Giappone avviene infatti dalla presa di possesso di questi tre tesori, che simboleggiano le virtù della saggezza, coraggio e benevolenza.

    Lo specchio [Yata no kagami] è considerato manifestazione della dea del sole Amaterasu-ō-mi-kami e quindi fondamento del dogma di stato della divinità del sovrano. È conservato nel tempio di Ise.

    La spada [Kusanagi no tsurugi] è conservata nel tempio di Atsuta.

    I gioielli [Yasakani no magatama] sono conservati nel palazzo imperiale.

  9. #9
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    Shintoismo, una religione Etnocentrica

    Solo nel VI secolo grazie all'influsso della Cina che pertò la scrittura ideografica in Giappone, l'antica religione originaria, ricevette la denominazione cino-giapponese di Shin-to derivato dal cinese shen dao, mentre in giapponese era la Kami no michi (strada degli dei), per distinguersi dal buddismo che si chiamava Butsu-do (via del Budda) .

    La parola giapponese kami significa letteralmente "superiore", indicando tutto ciò che, essendo la sede di una forza, trascende la materialità. Un dio è kami, uno spirito è kami, un antenato è kami così come un albero, una pietra, una montagna.
    Lo shintoismo si potrebbe definire una forma di animismo piuttosto sofisticato per cui tutto può essere kami. Già all'origine della religione giapponese, s'incontrano un gran numero di divinità della natura a cui si aggiungono, in epoca più tarda, le divinità terrestri, locali e familiari. Si parla di un numero di divinità che va da 80 a 800 mila.
    Come detto anche i defunti della famiglia, ed in particolare gli antenati, sono considerati esseri superiori, pure se un gradino al di sotto degli antichi dei e degli antenati imperiali.
    Il culto dei defunti è una delle principali caratteristiche dello scintoismo. Il giapponese, crede che i morti continuano a vivere come spiriti buoni o spiriti maligni, in un paese chiamato Yomi, che corrisponde all'antico Ade dei greci.
    Non esistono un premio o una punizione dopo la morte e quindi non esistono il paradiso o l'inferno. Per quanto riguarda le tombe, queste sono considerate vere e proprie residenze dei morti, visitate dai parenti che comunicano all'antenato defunto gli avvenimenti più importanti della famiglia.
    L'anima è custodita in un piccolo scrigno di legno detto Mitamaya (casa dell'anima illustre), che si pone nella casa della famiglia prima del funerale. Ogni famiglia scintoista possiede un Kami-dame (mensola per gli dei), che in genere è situata nel salotto e consiste in un'asse infissa nel muro su cui sono disposti -uno o più - piccoli scrigni (Miya) di legno rosso, nonché delle tavolette che riportano i nomi dei Kami più venerati e alcune statuette di dei portafortuna; vi sono utensili per compiere i sacrifici casalinghi.
    All'origine lo scintoismo non aveva nessuna immagine degli dei; solo a seguito della commistione, nel Medioevo, di questa religione primitiva con il buddismo, si cominciarono a vedere statuette, rappresentanti le divinità, disposte nei vari templi.
    I tempietti scinto (Miya o Yashiro) sono molto semplici, sorgono in boschetti recintati e sono caratterizzati da uno o più portoni che precedono il vero e proprio edificio del culto. Nella loro forma originale consistono in due stipiti rotondi su cui poggiano due travi, pure rotonde, che ai due lati sporgono al di là degli stipiti (torì)
    Il tempio consiste in due edifici, che spesso sono collegati fra loro da un passaggio coperto.
    Il primo edificio, il più grande, è l'atrio (Haiden), in cui si recitano le preghiere e si pongono le offerte. All'ingresso si trova un gong, o una campana, con cui il fedele si fa sentire dal dio, e vi si trova anche la cassetta per le offerte in denaro. Il secondo edificio, dietro al primo, è quello sacro, detto Honden (edificio principale) o Shinden (casa del dio), in cui si conserva il Kami, lo Scintoi, ed in cui i fedeli non hanno accesso. Uno dei templi più belli è quello di Ise, dedicato ad Amaterasu no Oomikami.
    I sacerdoti possono sposarsi e tramandano ereditariamente la loro carica nella famiglia. Oltre alle loro cariche religiose, esplicano anche una professione e indossano l'abito sacerdotale, che consiste in una veste bianca e sciolta con ampie maniche e in un berretto nero; quest'ultimo solo quando si occupano di culto.
    Il fedele, nella sua attività di culto, considera gli esseri divini come donatori di beni terreni; nelle preghiere si implorano prosperità, un ricco raccolto, salute, abbondanza di prole, allontanamento della sventura; il peccato e la colpa, il pentimento e la redenzione non sono oggetto di preghiere.
    Le feste Scinto, dette Matsuri, che hanno una diversa durata, un mese, tre giorni o un giorno, sono cerimonie di ringraziamento per i benefici ricevuti dagli dei o cerimonie di supplica per allontanare le sciagure e sono spesso di connesse ai vecchi cicli di lavorazione contadina. Un posto di particolare rilievo rivestono le feste connesse con l'adorazione religiosa della famiglia imperiale.
    In occasione di queste feste è l'imperatore in persona che officia il culto nell'"atrio sacro" del palazzo imperiale.
    Dopo la forte commistione con la religione buddista (venuta dalla Cina) allo scintoismo delle origini, nel XV secolo ci fu un primo tentativo di restaurazione della religione giapponese, nella sua accezione più pura, ad opera di Yoshida Kametomo (1435-1515), che eliminò buddismo, confucianesimo e taoismo e dichiarò che i Kami giapponesi erano "sufficienti a tutti". Un successivo passo avanti, nel senso della rinascita dello scintoismo puro, fu operata da un gruppo di scienziati, tra cui da ricordare Hirata Atsutana (1843), che si dedicarono allo studio della filosofia e dell'archeologia giapponese e che studiarono a fondo lo scintoismo nella sua forma originaria. Hirata, dando particolare rilievo alle divinità della famiglia imperiale e al suo diritto assoluto al potere, appoggiò la restaurazione politica del 1868. Fu allora che il nuovo governo imperiale di Tokio assunse come religione di Stato lo Scinto, proprio nella forma predicata da Hirata. A questo periodo risale anche la formazione e il consolidamento di varie sette scintoiste, che, con contenuti più o meno diversi, caratterizzano la religione giapponese fino ai giorni nostri. Dopo la restaurazione nazionale del 1868, lo scintoismo tornò in auge e fu considerato religione nazionale. Il mito dell'origine divina del primo imperatore, Jimmu, da cui, attraverso una serie ininterrotta, discende l'imperatore attuale, è la base dello scinto moderno. Il fulcro del culto nazionale era rappresentato dal sommo sacerdote, mentre l'imperatore era il vero oggetto della venerazione popolare. L'interesse dello Shintoismo di stato fu concentrato esclusivamente sul Giappone ma anche nei miti antichi non si parla affatto di una creazione dell'universo, ma solo della creazione del Giappone.

    La mentalità giapponese è sempre stata ed è tuttora fortemente etnocentrica.

  10. #10
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    Il culto dell'Imperatore tuttavia è un elemento che non faceva parte dello Scintoismo originario, e non fa parte di quello moderno. Andò affermandosi con l'introduzione della cultura cinese (lo Scintoismo si è dato un'organizzazione ben definita proprio per autodifesa, per non essere soppiantato o assimilato dal Buddhismo), e fu fortemente enfatizzato nel processo di modernizzazione del Giappone, per poi subire un troncamento definitivo nel 1946 con la dichiarazione dell'imperatore che affermò di non essere discendente della dea Amaterasu, comportando la separazione dello Stato dalla Chiesa. E' in quegli anni che inizia un profondo rinnovamento dello Scintoismo: con la perdita di centralità dell'imperatore viene istituita quella che si potrebbe definire una Chiesa, ovvero un'organizzazione che coordina gli oltre 100.000 templi in Giappone e i pochi e recenti templi in America, Australia e altri Paesi. Lo Shintoismo perse le connotazioni nazionalistiche e tornò ad essere semplicemente la religione seguita da praticamente quasi tutti i giapponesi, tornò dunque al suo spirito originario.

    Il fatto che lo Scintoismo abbia superato la crisi post-bellica e il relativo e opportunistico tentativo di infiltrazione da parte del Cristianesimo, non ha fatto altro che rafforzarlo: nonostante le orde missionarie in Giappone il Cristianesimo non ha mai attecchito, forse proprio grazie alla straordinaria autenticità e purezza dell'insegnamento scintoista, e alla sua grande capacità di adattamento e riforma.

 

 
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