| Mercoledì 15 Novembre 2006 - 18:18 | Michel Schneider |
Bruno Gollnisch è cambiato molto in questi ultimi tempi… Aveva già cambiato pettinatura, automobile, nome e forse anche moglie… Ed ecco che ora cambia pure d’idea. Riprende senza dubbio la tradizione di un antenato, sindaco di Sedan all’epoca della capitolazione del 1870. Nello stesso momento del Beaujeolais anche il nuovo Gollnisch è arrivato! Tempo qualche mese, si è convinto che le camere a gas omicide erano veramente esistite (poiché nel paese del libero pensiero è ormai un obbligo riconoscerlo, almeno in pubblico). Martedi’ 7 novembre 2006, Bruno Gollnisch si è dunque piegato al diktat che gli era stato presentato dall’avvocato della «lobby inuit» (sapete, questa lobby che non esiste: leggere su questo soggetto il libro virtuoso e documentato di Jean Robin «La Giudeomania nuoce agli ebrei. Nuoce alla Repubblica», edita da Tatamis, www.judeomanie.blogspot.com).
«Queste confessioni pubbliche (di Gollnisch) sono la vittoria più bella per le parti civili» così si è congratulato l’avvocato Jakubowicz ritirandosi dal processo. Questo voltafaccia spettacolare e pietoso di Bruno Gollnisch -poiché ci sono delle persone con le quali non si transige né si tratta- chiarisce un nuovo cambiamento nella strategia del Fronte Nazionale (l’ennesimo, ma questa volta fondamentale).
L’anno scorso avevamo già assistito ad un viaggio di Marina Le Pen negli Stati Uniti, dove, tutta fiera di sé, aveva leccato gli stivali degli amici del criminale di guerra George Busch. Recentissimamente è stato pure peggio. Ci ha fatto parte, cigliegina sulla torta, della sua volontà di recarsi in Israele –stato terrorista e razzista al soldo degli Stati Uniti, nonché principale minaccia per la pace nel mondo- per farsi un’idea…)
(questo prova che ce n’ha proprio poche…). Per fare cio’ non aveva trascurato nulla. Avera rilasciato all’inizio dell’anno un’intervista alla «European Jewish press», poi molto recentemente ha incontrato per sua iniziativa in banchiere ebreo Cukierman responsabile del Crif (!).
Al di là delle manifestazioni d’enfasi di Marina Le Pen con l’Impero e la sua appendice sionista, al di là dell’acquiescenza di Bruno Gollnisch all’accordo imposto dall’avvocato della lobby esiste sicuramente un voltafaccia politico importante, ancora per il momento relativamente nascosto. Vi rivelero’ infine che gli elettori del del FN, senza che essi avessero la possibilità di protestare, sono stati ancora una volta gabbati a loro insaputa e senza preavviso.
Ero stato colpito ed inquietato durante le mie conversazioni telefoniche con Le Pen (registrate a beneficio delle storia), dalla sua pusillanimità a riguardo di qualsiasi campagna energica contro Nicolas Sarkozy «Si, seramente, bisogna attaccarlo, ma vedrai non sarà candidato e nemmeno Ségolène Royal». Adesso sono tutt’e due sul proscenio solo per «parlare del più e del meno»…
La realtà è che il FN attacca Sarkozy molto superficialmente sull’insufficienza delle sue politiche in materia di lotta all’immigrazione e di sicurezza. Questi attacchi non vanno lontano. A tutt’oggi Sarkozy non è mai stato attaccato a fondo. Ora l’argomento principale e fondamentale che deve motivare una lotta seria contro la candidatura di Sarkozy è il fatto che costui - e le prove abbondano- è il candidato, possiamo dire ufficiale, dell’estero: la pedina principale degli Stati Uniti e di Israele. E’ l’espressione chiara e ben sostenuta di questo motivo che ci saremmo legittimamente dovuto attendere da un partito che pretende avere il monopolio del patriottismo (è patiota colui che ama la sua patria e la serve con devozione. Contrario: cosmopolita, come per esempio Sarkozy «straniero nel suo proprio paese»).
Allora perché questa manovra «in ritirata» del FN e del suo capo? Il 25 novembre 2004, «le Monde» titolava in maniera affermativa e senza usare il condizionale: «Le Pen ha richiesto ed ottenuto un intervento di Sarkozy su una procedura fiscale». Si potrebbe trovare qui una spiegazione da causa ad effetto? Non osiamo credere che la politica di un «gran partito al governo» possa essere influenzata da tali miserabili «dettagli»…
I responsabili del Fronte Nazionale sono pronti, e lo sono sempre stati, a scendere a compromessi con la «vecchia destra» nonché ad accordi «mutualmente benefici», basta che gli si prongano.
Il 9 settembre scorso a Vichy (un posto scelto !), Le Pen aveva approvato la privatizzazione e dunque lo smantellamento di Gaz de France, così come auspicato da Bruxelles, dalle potenze finanziarie mondiali e da tutti gli speculatori. Come per scusarsene con i suoi elettori la cui maggioranza sarà la prima a soffrire di questa liquidazione di un servizio pubblico essenziale, aveva aggiunto: «sono obbligato a tener conto della mondializzazione». Ricordiamo che il FN si fregia di difendere «prima di tutto la Francia e i francesi». Questo è proprio un bell’esempio. Proviamo ad immaginare quello che avrebbe detto De Gaulle davanti un tale processo di disapprovazione nazionale ! Breve, Le Pen , lui, lanciava un segno di consenso alla «sistemazione»…
In funzione delle mie informazini ad oggi – non domando che essere informato meglio- sono certo che esista un accordo fra il FN (o piuttosto il suo presidente e sua figlia) e Nicolas Sarkozy. Che i militanti del Fronte Nazionale stiano tranquilli, il loro presidente otterrà le sue firme. A questo soggetto è stato recentemente rassicurato da Bruxelles. Ed Hervé Novelli, tra i primi d’Occidente e del FN ai suoi inzi, ormai deputato telegrafista al fianco di Nagi Bocsa, ha appena dichiarato che è inconcepibile che un uomo che nel 2002 aveva partecipato al secondo turno delle elezioni presidenziali e che oggi dispone del 15% delle intenzioni di voto non possa ottenere le 500 firme necessarie alla sua candidatura del 2007. Ora é chiaro. Quelli che dovevano capire avranno capito…
Beninteso ogni aiuto in questo senso avrà il suo ritorno. Vedrete che dopo Gollnisch, Le Pen in persona si lascerà andare ad una manifestazione spettacolare di ripensamento. E’ il prezzo da pagare per essere sicuro di partecipare al primo turno. Poi due soluzioni: o Sarkozy partecipa alle presidenziali indebolito e Le Pen lo supera di poco. Effettua quindi un brillante secondo giro di pista (30/35%) al secondo turno, beneficiando dell’elettorato radicalizzato di Sarkozy. Oppure Sarkozy riesce a tenere le sue posizioni di oggi e al secondo turno diventa il candidato unitario della destra e dell’estrema destra. Alle legislative si tirano le somme e l’UMP beneficia del ritiro dei candidati FN al prezzo dell’elezione di un pugno di candidati frontisti. E così i fedeli elettori del Fronte Nazionale saranno ancora una volta gabbati e trattati come i classici capponi in questa nuova (pseudo) farsa patriottica!