Visualizza Risultati Sondaggio: Perche' il criminale milosevic aveva fatto i crimini della guerra nell'ex Jugoslavia?

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Risultati da 1 a 10 di 163

Discussione: I Crimini Di Milosevic

  1. #1
    Sanjica
    Ospite

    Predefinito I Crimini Di Milosevic

    La scomparsa di Milosevic ferma il processo, ma non cancella il giudizio della storia sulla pulizia etnica». E' quanto dice Emma Bonino, leader radicale.

    Con la morte di Miloaevic si ferma anche la giustizia e quindi l'indagine giudiziaria e storica su un decennio di sangue?

    «La giustizia penale internazionale, nata proprio in seguito alle guerre provocate dalla politica pan-serba di Milosevic, non potrà terminare il processo per genocidio, crimini di guerra e crimini contro l'umanità. Le garanzie processuali inserite nei regolamentì istitutivi del Tribunale ad hoc per la ex Jugoslavia, hanno dato a Milosevic la possibilità di difendersi con ogni mezzo. Ciò ha portato, anche per via delle cattive condizioni dì salute dell'imputato, ad una dilazione continua».

    Considerando che le guerre balcaniche sono iniziate nei primi anni 90 non si può dire che la giustizia internazionale abbia lavorato speditamente...

    «Pesavano su Milosevic ben 66 capi d'imputazione, 29 relativi a crimini commessi in Bosnia, addirittura 32 in Croazia, e 5 in Kosovo, ciascuno dei quali riguardano diversi episodi a sé stanti. Carla Del Ponte ha istruito il dossier in due anni, dal febbraio 2002 al febbraio 2004, e il processo vero e proprio sì è aperto ad agosto 2004. Se teniamo conto del namero dei capi d'imputazione, delle prove raccolte e delle testimonianze ricevute, non credo si possa parlare di una giuìstizia lenta, anche perché per un processo di tale importanza occorreva dare garanzie all'opinione pubblica, serba in particolare, di un rigoroso rispetto delle regole processualì e dei diritti della difesa. Non credo, da questo punto di vista, che la giustizia penale internazionale ne esca diminuita. Dopo le migliaia dì ore di testimonianze raccolte e la montagna di documenti prodotti, il lavoro svolto impedirà a chiunque di poter negare che cosa è veramente successo sotto il regime di Milosevic».

    Non si può tuttavia dimenticare il fatto che Milosevic, per molti anni, è stato considerato un interlocutore e non un pericoloso dittatore da molti paesi dell'Occidente, ricorda a Dayton...

    «La morte di Milosevic non consentirà, come dicevo, una sentenza definitiva sul suo operato e sul suo disegno di pulizia etnica che in Europa si può apparentare solo all'esperienza nazista, il giudizio della storia, credo, sia stato già dato. Non è inutile ripensare al tentativo compiuto con gli Accordi di Dayton del 1995 di passare oltre i crimini orrendi di Srebrenica, Goradze, Zepa e dì scendere a patti con Milosevic che, mentre firmava Dayton con la mano destra, con la sinistra già appiccava il fuoco in Kosovo. I radicali, quando venne avviata la campagna internazionale per l'istituzione del Tribunale ad hoc, fatta propria nel 1992 dal governo presieduto da Giuliano Amato, hanno avuto il merito di essersi opposti dall'inizio ad una politica dì «pace senza giustizia» e di aver individuato in Mìlosevic, non la soluzione ma «il» problema principale della ex Jugoslavia, avviando una campagna per la sua incriminazione e ammonendo, inascoltati, che lo scenario bosniaco si sarebbe ripetuto dì li a poco».

    La scomparsa di Milosevic non cancella le responsabilità di altri protagonisti di quell'epoca..

    «Non solo per rispetto alla memoria delle vittime oggi non dobbiamo considerare vanificato il lavoro del Tribunale dell'Aja. Occorre anzi fare il possibile affinché Radovan Karadzìc e Ratko Mladic siano assicurati alla giustizia internazionale, e che lo stesso possa avvenire per l'ex signore della guerra liberiano Charles Taylor, e per tutti gli altri inseguiti da mandati d'arresto spiccati dalla Corte Penale Internazionale. E' ora di dire chiaramente che i dittatori e gli autocrati, di qualunque colore, non devono, non possono mai essere «i nostri» dittatori. Dobbiamo smetterla di coltivare I'illusione dell'uomo forte, del regime autoritario, come puntello dell'Occidente e come argine all'instabilità. Occorre avviarci con forza, tanto a livello italiano che a livello europeo, ad una nuova politica che promuova e sostenga la democrazia e i democratici, e che ponga al centro la laicità e il rifiuto dì piegarsi a logiche di relativismo culturale e religioso, di una «comprensione» per i limiti imposti alla libertà individuale, ai diritti della persona umana. Sul caso Iran, ad esempio, occorre sostenere quanto proposto da Shirin Ebadi e Timothy Garton Ash, e non fare in definitiva il gioco subdolo di Ahmadinejad, ma rafforzare la società iraniana, potenziando l'informazione libera, sostenendo con forza i movimenti delle donne, i giornalisti, gli ambienti culturali e universitari. Occorre tar tunzionare la Community ot Democracies in seno alle Nazioni Unite, in cui l'Italia siede nel consiglio direttivo, la nuova Fondazione per la Democrazia, dare vita finalmente a un vero Consiglio Onu per i diritti umani in cui i regimi dittatoriali non la facciano da padroni».


  2. #2
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    Citazione Originariamente Scritto da Sanjica Visualizza Messaggio
    La scomparsa di Milosevic ferma il processo, ma non cancella il giudizio della storia sulla pulizia etnica». E' quanto dice Emma Bonino, leader radicale.

    Con la morte di Miloaevic si ferma anche la giustizia e quindi l'indagine giudiziaria e storica su un decennio di sangue?

    «La giustizia penale internazionale, nata proprio in seguito alle guerre provocate dalla politica pan-serba di Milosevic, non potrà terminare il processo per genocidio, crimini di guerra e crimini contro l'umanità. Le garanzie processuali inserite nei regolamentì istitutivi del Tribunale ad hoc per la ex Jugoslavia, hanno dato a Milosevic la possibilità di difendersi con ogni mezzo. Ciò ha portato, anche per via delle cattive condizioni dì salute dell'imputato, ad una dilazione continua».

    Considerando che le guerre balcaniche sono iniziate nei primi anni 90 non si può dire che la giustizia internazionale abbia lavorato speditamente...

    «Pesavano su Milosevic ben 66 capi d'imputazione, 29 relativi a crimini commessi in Bosnia, addirittura 32 in Croazia, e 5 in Kosovo, ciascuno dei quali riguardano diversi episodi a sé stanti. Carla Del Ponte ha istruito il dossier in due anni, dal febbraio 2002 al febbraio 2004, e il processo vero e proprio sì è aperto ad agosto 2004. Se teniamo conto del namero dei capi d'imputazione, delle prove raccolte e delle testimonianze ricevute, non credo si possa parlare di una giuìstizia lenta, anche perché per un processo di tale importanza occorreva dare garanzie all'opinione pubblica, serba in particolare, di un rigoroso rispetto delle regole processualì e dei diritti della difesa. Non credo, da questo punto di vista, che la giustizia penale internazionale ne esca diminuita. Dopo le migliaia dì ore di testimonianze raccolte e la montagna di documenti prodotti, il lavoro svolto impedirà a chiunque di poter negare che cosa è veramente successo sotto il regime di Milosevic».

    Non si può tuttavia dimenticare il fatto che Milosevic, per molti anni, è stato considerato un interlocutore e non un pericoloso dittatore da molti paesi dell'Occidente, ricorda a Dayton...

    «La morte di Milosevic non consentirà, come dicevo, una sentenza definitiva sul suo operato e sul suo disegno di pulizia etnica che in Europa si può apparentare solo all'esperienza nazista, il giudizio della storia, credo, sia stato già dato. Non è inutile ripensare al tentativo compiuto con gli Accordi di Dayton del 1995 di passare oltre i crimini orrendi di Srebrenica, Goradze, Zepa e dì scendere a patti con Milosevic che, mentre firmava Dayton con la mano destra, con la sinistra già appiccava il fuoco in Kosovo. I radicali, quando venne avviata la campagna internazionale per l'istituzione del Tribunale ad hoc, fatta propria nel 1992 dal governo presieduto da Giuliano Amato, hanno avuto il merito di essersi opposti dall'inizio ad una politica dì «pace senza giustizia» e di aver individuato in Mìlosevic, non la soluzione ma «il» problema principale della ex Jugoslavia, avviando una campagna per la sua incriminazione e ammonendo, inascoltati, che lo scenario bosniaco si sarebbe ripetuto dì li a poco».

    La scomparsa di Milosevic non cancella le responsabilità di altri protagonisti di quell'epoca..

    «Non solo per rispetto alla memoria delle vittime oggi non dobbiamo considerare vanificato il lavoro del Tribunale dell'Aja. Occorre anzi fare il possibile affinché Radovan Karadzìc e Ratko Mladic siano assicurati alla giustizia internazionale, e che lo stesso possa avvenire per l'ex signore della guerra liberiano Charles Taylor, e per tutti gli altri inseguiti da mandati d'arresto spiccati dalla Corte Penale Internazionale. E' ora di dire chiaramente che i dittatori e gli autocrati, di qualunque colore, non devono, non possono mai essere «i nostri» dittatori. Dobbiamo smetterla di coltivare I'illusione dell'uomo forte, del regime autoritario, come puntello dell'Occidente e come argine all'instabilità. Occorre avviarci con forza, tanto a livello italiano che a livello europeo, ad una nuova politica che promuova e sostenga la democrazia e i democratici, e che ponga al centro la laicità e il rifiuto dì piegarsi a logiche di relativismo culturale e religioso, di una «comprensione» per i limiti imposti alla libertà individuale, ai diritti della persona umana. Sul caso Iran, ad esempio, occorre sostenere quanto proposto da Shirin Ebadi e Timothy Garton Ash, e non fare in definitiva il gioco subdolo di Ahmadinejad, ma rafforzare la società iraniana, potenziando l'informazione libera, sostenendo con forza i movimenti delle donne, i giornalisti, gli ambienti culturali e universitari. Occorre tar tunzionare la Community ot Democracies in seno alle Nazioni Unite, in cui l'Italia siede nel consiglio direttivo, la nuova Fondazione per la Democrazia, dare vita finalmente a un vero Consiglio Onu per i diritti umani in cui i regimi dittatoriali non la facciano da padroni».

    Non mi risulta che sia stato condannato all'Aja e quindi ritengo non corrispondente al vero quanto scritto nel titolo. Solo il popolo Serbo puo' recriminare sull'operato del proprio ex presidente. Egli infatti avrebbe dovuto fare di piu' e non firmare accordi svantaggiosi, considerando che sul campo l'esercito Jugoslavo era di gran lunga il piu' forte. Comunque pace all'anima sua.

  3. #3
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    Comunque si puo' discutere cosa e' successo il 7 gennaio 1993 ed a Sebrenica prima della sua liberazione.

  4. #4
    Sanjica
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    Citazione Originariamente Scritto da rafrad6164 Visualizza Messaggio
    Comunque pace all'anima sua.
    Un criminale condannato dal tutto mondo

    Comunque sia maledetto nell'inferno , come tutti i criminali di guerra

  5. #5
    Sanjica
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    Citazione Originariamente Scritto da rafrad6164 Visualizza Messaggio
    Comunque si puo' discutere cosa e' successo il 7 gennaio 1993 ed a Sebrenica prima della sua liberazione.
    si , il criminale milosevic a Srebrenica aveva liberato 9000 dei civili .. li aveva liberati dalla loro vita.

  6. #6
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    Citazione Originariamente Scritto da Sanjica Visualizza Messaggio
    Un criminale condannato dal tutto mondo

    Comunque sia maledetto nell'inferno , come tutti i criminali di guerra
    Izetbegovic non e' mica nel Nirvana!

  7. #7
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    Citazione Originariamente Scritto da Sanjica Visualizza Messaggio
    si , il criminale milosevic a Srebrenica aveva liberato 9000 dei civili .. li aveva liberati dalla loro vita.
    Sul numero dei morti e sul fatto che fossero civili o meno c'e' tutto da discutere.

  8. #8
    Sanjica
    Ospite

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    Citazione Originariamente Scritto da rafrad6164 Visualizza Messaggio
    Izetbegovic non e' mica nel Nirvana!
    Izetbegovic non e' perfetto , ma almeno non porta il sopranome CARNEFICE BALCANICO (il sopranome di milosevic)

  9. #9
    Sanjica
    Ospite

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    Citazione Originariamente Scritto da rafrad6164 Visualizza Messaggio
    Sul numero dei morti e sul fatto che fossero civili o meno c'e' tutto da discutere.
    aha

    e domani dirai che anche HITLER non aveva ucciso nessun civile

  10. #10
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    sanjica io comprendo il tuo essere anti milosevic per il fatto di essere bosniaca (sarebbe come per un armeno non riconoscere il genocidio turco) e comunque anche meglio informata dei fatti, ma liquidarlo come carnefice e basta non mi sembra il caso.L'artefice del conflitto che fu nel tuo paese non fu certo lui, ma Tito, che sottovalutò il problema delle enclavi delle varie etnie della ex jugoslavia, siano esse bosniache, serbe o croate(uno dei suoi demeriti fu di reprimere e non comprendere quei focolai di nazionalismo croato nei primi anni settanta).Per quel che mi riguarda milosevic ha affrontato dignitosamente la propria detenzione di fronte ad un tribunale fantoccio come quello dell'aja e non lo si può liquidare come colpevole tra tanti.La sua condanna non l ho vista per nulla legata ai crimini di guerra da lui commessi o presunti tali(molti sono stati amplificati dai media), ma per il suo ostracismo ad una politica di ingerenza americana per dirla in parole povere (e il signor Soros lo si può considerare artefice della sua caduta).Per concludere, i tribunali di guerra sono giusti, ma bisogna diffidarne da quelli a "senso unico".

 

 
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