Cosi' mi è finalmente arrivato 'Il libro dei segreti' di Osho, e ho iniziato a leggerlo. Il testo è un commento al Vigyan Bhairav Tantra, testo costituito dalle risposte di Shiva a queste domande poste da Devi:
O Shiva, qual'è la tua realta'?
Che cos'è questo mondo pieno di meraviglia?
Che cosa costituisce il seme?
Chi centra la ruota universale?
Cos'è questa vita oltre la forma che pervade la forma?
Come possiamo penetrarla appieno,
oltre lo spazio e il tempo,
i nomi e le descrizioni?
Chiarisci i miei dubbi!
Le risposte di Shiva, sotto forma di 'sentenze', rappresentano descrizioni di 112 tecniche di meditazione tantrica, che Osho spiega capitolo per capitolo.
Devo dire che la mia impressione generale di quanto scritto da Osho è piu' che positiva: sono rimasto sorpreso e affascinato oltre ogni mia aspettativa.
Quello che contraddistingue le parole di Osho è un apparente rifiuto di tutte le tradizioni religiose 'essoteriche', rifiuto pero' che si colloca in un approccio mistico-esoterico, e quindi genuinamente 'tradizionale', di superamento o completamento di queste stesse dottrine. Mi spiego meglio: Osho non solo cita piu' volte Sacre Scritture, ma presenta in quanto dice numerosi echi di insegnamenti tradizionali (per fare un esempio a caso, ho trovato sorprendenti affinita' tra quanto spiega Osho nel suo testo e quanto spiega Platone nel Simposio...); nonostante questo pero' il punto centrale dell'insegnamento di Osho è un approccio non-speculativo e non-filosofico. In altre parole, ad Osho - come a Shiva nel Vigyan Bhairav Tantra - non interessa esporre una dottrina, o fornire delle risposte.
Osho sottolinea i limiti del pensiero speculativo: ad esempio, parla di come anche il concetto di desiderare l'assenza del desiderio è una contraddizione. Invece di indicare cio' che è giusto e cio' che è sbagliato, Osho prende ogni dottrina come uno strumento per la trasformazione personale; questa è una posizione molto originale trovo, perchè supera le apparenti contraddizioni tra un insegnamento e l'altro. Ossia: ogni affermazione religiosa viene inserita nel suo contesto particolare (spazio-temporale) e interpretata come mezzo per un fine trasformativo. Non conta insomma cio' che è 'giusto' o 'sbagliato' in termini assoluti, ma cio' che 'funziona', posto che comunque l'insegnamento di Osho è fondato su una premessa non-duale, cioè sull'Advaita.
Mi fa piacere aver scoperto questo autore (o Maestro), perchè al di la' dell'aspetto apparentemente 'New Age' (o addirittura kitsch) delle sue pubblicazioni, espone in modo limpido e semplicissimo, con una vera abilita' narrativa, concetti sublimi. Dalla mia prospettiva 'pagana' poi, è interessante che l'insegnamento Advaita è fondamentalmente identico a quello dei maestri neoplatonici, che non escludo (per lo meno nel caso di Plotino) abbiano fatto ricorso a simili tecniche di meditazione per raggiungere l'henosis.
Valete optime!