Nell'occasione il relatore presenterà il suo nuovo lavoro "Carnera e i miei campioni" edito da Ritter
Per info:
www.raido.it
06/86217334
raido@freemail.com
Nell'occasione il relatore presenterà il suo nuovo lavoro "Carnera e i miei campioni" edito da Ritter
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Se volete vedere gli incontri di Primo Carnera, andate su "you tube" e scrivete il nome sul motore di ricerca.
Visto che nell'occasione della conferenza verrà presentato il nuovo libro di Emilio Del Bel Belluz, riportiamo un estratto dal libro...
(Dalla seconda di copertina)
…Ricordo molto bene la gigantesca foto del pugile Primo Carnera che mio padre mi procurò quand’ero ragazzo. Gliela aveva donata un suo amico con il quale aveva fatto il militare al tempo della seconda guerra mondiale, forse perché gli aveva raccontato di avere un figlio grande e grosso che amava il pugilato e aveva sempre una grande fame. […] La gigantesca foto di Primo Carnera ormai mia proprietà, la attaccai alla parete della mia stanza e quando la guardavo mi sembrava di assomigliare a quel personaggio. A soli dieci anni pesavo ottanta chili ed ero capace di sollevare un sacco di patate e portarlo sulle spalle dalla cantina alla soffitta. Questo pugile mi entrò nel cuore come una luce che non si spegne mai, caricandomi di entusiasmo. Da quel momento cominciai a cercare a destra e a manca tutto ciò che riguardasse la vita di questo campione, morto qualche anno prima che io lo conoscessi: ossia nel 1967. Allora avevo appena otto anni, ma ricordavo molto bene il momento della sua morte, perché fu proprio mio padre a darmi la notizia, facendomi leggere il giornale che titolava in lutto così: “Il gigante Primo Carnera è morto a Sequals nella sua terra”.
…Presentatosi a Carnera, con il coraggio tra le mani gli disse subito che era un calzolaio con la bottega in paese. Il pugile, sorridendogli, gli mostrò allora una scarpa che aveva bisogno di una cucitura e proprio quella mattina se ne era accorto. Al calzolaio non parve di meglio che provvedere alla bisogna. Una volta che ebbe la scarpa tra le mani si avviò subito alla bottega, attraversando la piazza, gremita di gente per il mercato settimanale. Naturalmente, ancor prima di arrivare alla bottega, tutti sapevano che lui doveva riparare una scarpa di Carnera. Molti, incuriositi, volevano osservarla da vicino e gli intralciavano il passaggio. Il suo orgoglio di ciabattino era talmente grande che chiese al fotografo di fargli una foto, mentre lui nella sua bottega aggiustava la scarpa famosa. Alcune persone si erano fermate davanti alla sua porta per osservarlo mentre riparava la calzatura, e lui, terminata la riparazione eseguita con molta meticolosità tanto che la scarpa poteva sembrare nuova, corse all’albergo per consegnarla al campione. Rifiutò il compenso che gli spettava, perché aver servito il campione era davvero un grande onore. Questo ricordo era il più bello della sua semplice vita.
(Dalla quarta di copertina)
«Primo ha potuto affinare la sua tecnica pugilistica e integrare le sue eccezionali doti naturali coi preziosi insegnamenti del mestiere... Nessun pugilatore è stato calunniato più di lui. Eppure egli ha spedito al mondo dei sogni una trentina di avversari nella sua prima permanenza in America senza aver subito una sconfitta»
Jack Dempsey*
(da «Illustrazione del Popolo»
del 29 giugno 1933)
*campione del mondo pesi massimi anni '19-'20
"Carnera e i miei campioni"
Euro 18.00 – pagine 250
Ritter
Oggi a Milano, presso il Palazzo della Ragione (p.zza Mercanti) si è aperta una mostra dedicata a Carnera. Chi è di Milano (e comuni limitrofi) dovrebbe evitare di perderla. Nel 2007 sarà portata anche a Roma.
Su!
Giuliana V. Fantuz - Ivan Malfatto
Mio padre Primo Carnera. La carriera sportiva, il personaggio, l'opera nei ricordi di Umberto e Giovanna Maria Carnera
SEP, pagg.160, ill., Euro 25,00
IL LIBRO - "A scuola come compito dovevo leggere la Divina Commedia e la trovavo noiosa. Allora papà me l'ha spiegata, cercando di farmi capire ciò che Dante voleva dire. Gli ho chiesto dove l'avesse letta, e mi ha risposto che in ogni suo viaggio, tra un incontro di boxe e l'altro, si portava un classico, sforzandosi di leggerlo parola per parola". Nelle parole di Umberto e Giovanna Carnera, la figura del padre, il primo italiano a conquistare il titolo mondiale di pugilato nella categoria pesi massimi, assume nuovi connotati, rivelando il lato profondamente umano e complesso del "gigante buono" (chiamato anche, per le soprendenti dimensioni fisiche, 2,05 m. per 120 kg di peso, la "montagna che cammina"), capace di alternare i set di Hollywood alle visite nelle carceri minorili di Los Angeles. Nasce così il ritratto intimo e inedito di un grande campione e di un grande uomo, ricostruendone la vita dall'infanzia a Sequals, attraverso l'emigrazione e gli esordi sportivi in Francia e la partenza per gli Stati Uniti, paese che gli darà la gloria ma che non sostituirà mai nel cuore del campione l'Italia, dove, ormai malatissimo, vorrà tornare a morire.
DAL TESTO - "In patria, la vittoria fu salutata con incredibili manifestazioni di gioia dagli italiani che si erano radunati davanti alle sedi dei vari quotidiani, per meglio seguire il match. Inni all'Italia fascista risuonavano ovunque, e grandi ritratti di Carnera e Mussolini circondati di nastri tricolori furono esposti un po' dappertutto".
GLI AUTORI - Ivan Malfatto, giornalista sportivo del "Gazzettino di Venezia" e collaboratore per la rubrica pugilato della "Gazzetta dello sport".
Giuliana Fantuz, giornalista e scrittrice.
INDICE DELL'OPERA - 1. Gigante fin da bambino - 2. La dura vita dell'emigrante - 3. Le prime vittorie - 4. La conquista dell'America - 5. Il campione arruolato dal Fascismo - 6. Carnera e la famiglia - 7. Un rimpatrio definitivo - 8. La leggenda continua... - Il "Gigante buono" nei ricordi - Carnera sul ring giorno dopo giorno - Le tappe della sua carriera - Bibliografia