Riflessioni Sul Tema?:d
Riflessioni Sul Tema?:d
cultura inglese.
ma che ci sta a fare in Europa?
Samhain o Samonios, prego.
Halloween è una vaccata yankee, una alterazione in peggio di una grande tradizione nativa europea.
Giù le mani.
In attesa che si ridiffonda samonios usiamo halloween come cavallo di troia per riprendercelo.
http://ilselvaggio.jimdo.com/ Scaricatevi IL SELVAGGIO la vera origine e sviluppo delle razze umane
http://prometheus.greatnow.com/psicopat.html
CONTRO MONOTEISMO
http://www.thule-italia.net/religione/monoteismo.html
www.laliberacompagnia.org
Dozens of young people gathered in Novopushkinsky Park in the center of Moscow on Saturday to protest the celebration of Halloween, Interfax said.
The protesters were holding a banner depicting a slashed pumpkin. In addition, attendees were invited to write about their attitude toward Halloween with a marker on two signboards and to drink pumpkin juice. The organizers said they wished to suggest that “pumpkin should be used directly according to its purpose rather than be turned into a symbol of a disgusting pagan festival.”
“Modern mass culture imposes false symbols on young people. Satanic and pagan in their essence, they are actively used as brands for luring adolescents to clubs to take part in seemingly innocent parties, at which they are offered a pill or a joint to have more fun,” says a leaflet by the youth movement Georgiyevtsy, the organizer of the protest.
One of the picket organizers told Interfax that, despite the fact that Halloween is formally observed on October 31, its celebrations will begin this Saturday, a day that is traditionally considered one of the most lucrative for nightclubs, which “are especially closely associated with the distribution of illicit drugs.”
“We are against the narcotization of youth culture. We support a healthy lifestyle,” he said.
Basta chiamarlo Samhain ed ecco che in Europa ci sta più che bene, semmai è negli Stati Uniti che c'entra poco
Delle rane e dei topi
Lo scontro fra “pagani” e “cristiani” su Shamain/Ognissanti è sintomatico di ben altro disagio
Nella vita si crea e si combatte, il resto è contorno, pausa, attesa.
La vita moderna è inautentica per antonomasia: viviamo in vetrina, per un quarto da figuranti e per tre quarti da consumatori; il nostro essere sociali è come il trovarsi parcheggiati in un ospizio per anziani, in un CPT o nel un cortile di una prigione.
Questo ingenera in noi due pulsioni devastanti, entrambe figlie di una profonda insoddisfazione; la dis-cordia e l’ansia di definire un limite, una cornice, una palizzata, la cui presenza tangibile ci possa procurare (appunto per “procura”) quell’identità che ben di rado siamo in grado di scoprire, di coltivare e di sgrezzare come invece dovremmo per compito esistenziale.
Da qui nascono tutte quelle devianze e quelle dispersioni che già i nostri antenati seppero irridere nella “Batracomiomachia”, ovvero la guerra tra topi e rane.
Il nostro è un comportamento animale (“etologico”) per il quale ci scagliamo innanzitutto contro quello che ci è più vicino e, vsto che non possiamo distruggerlo, da esso tendiamo a separarci costruendo muri che sono enormi tanto quanto sono artificiali.
Scomuniche incrociate
Nulla sfugge a questo destino involutivo, nemmeno il modo di celebrare le feste tradizionali.
Così da più parti si è recentemente aperta la polemica cristian/pagana sulla festa dei morti.
Quelli che ritengono di essere eredi di una sensibilità antica vogliono celebrare Shamain, ovvero il capodanno celtico e accusano i cristiani di averlo rubato: coloro che si ancorano invece ad una tradizione che sentono tuttora corrente, non solo festeggiano Ognissanti ma suonano il campanello d’allarme perché sostengono che quella che ci è ritornata sotto il nome di Halloween sia una festa satanista che mira a scompaginare un credo consolidato.
Così si scambiano a vicenda scomuniche per escludersi dall’ambito dei tradizionalisti; e persino da quello dei fascisti.
E via con le risse ideologiche e con le compartimentazioni astratte e nullificanti!
Ma sarebbe ora di cambiare registro.
Hanno tutti ragione ma soprattutto hanno tutti torto
Partiamo da un postulato. Tutti hanno ragione e torto al tempo stesso.
I “pagani” – ma il termine è quanto mai improprio – hanno ragione nel senso che Shamain è molto più antica di Ognissanti che si è, evidentemente, sostituita alla festa celtica senza acquisirne tuttavia l’importanza capitale che aveva in passato. Un’importanza che rivestiva anche nelle religioni bilbliche visto e considerato che la creazione del mondo, secondo quanto riportano gli enciclopedisti, era stata fatta risalire dal padre Peteau al 26 ottobre di seimiladieci anni fa (e il “settimo giorno” così cadrebbe proprio in Ognissanti). Il 26 ottobre, ovvero nel pieno di quel periodo di porta aperta fra i due mondi che era per i celti, ma anche per altre civilizzazioni non necessariamente indoeuropee, il momento principale dell’anno.
I “pagani” – ma il termine è quanto mai improprio – hanno anche torto però perché il fatto che le feste tradizionali, che corrispondono ad aperture sacre, siano festeggiate da tutte le re-ligioni è un fondamento proprio dell’Idea del mondo monistica, plurale e tollerante alla quale essi dovrebbero rifarsi: e il fatto che i cristiani - se tali possono correttamente essere definiti quelli che si definiscono così - celebrino una festa che storicamente li precede è non solo sacrosanto ma è molto positivo.
Halloween e la “sovversione”
I “cristiani” – ma il termine è verosimilmente improprio – hanno ragione quando dicono che dietro la festività di Halloween, tal quale è proposta sugli schermi della nostra televita, ha un valore anti-tradizionale e nello specifico anti-cristiano. Hanno però torto a trasporre la negatività sovversiva di oggi alle origini antiche e autentiche di quella che adesso viene a proporsi come una semplice parodia. Evidentemente non sono ancora guariti dal delirio di onnipotenza che accompagnò l`affermarsi orizzontale e terreno – che fu e resta IL vero tradimento nei confronti del Cristo – con il quale la nuova casta dominante e globalizzatrice cercò, “nel nome di Dio” di far sparire financo il ricordo di tutto ciò che non riusciva ad appiattire sulla falsa riga della propria imposizione.
Se alcuni aspetti di quello che comunemente chiamiamo cristianesimo sono oggi aggrediti da forze metafisicamente oscure non è perché la “sovversione” sia specificatamente anticristiana come taluni pensano un po’ troppo precipitosamente ma perché è disgregatrice di ogni Forma. Tant’è che nelle Americhe, ad esempio, lo stesso fenomeno si verificò in passato avendo come vettore antitradizionale proprio le chiese e come oggetto quei culti che le chiese consideravano “satanici” o “pagani”.
Polemia e ansia di definizione
Gli uni e gli altri, sedicenti “pagani” e sedicenti “cristiani”, sono affetti dalle pulsioni negative che ho elencato in apertura: da una “polemia” dovuta a brama di discordia e dall’ansia di definirsi (ovvero di de-finire, di de-limitare) che altro non è se non l’abdicare al proprio compito esistenziale e a qualsiasi riferimento superiore.
Non mi metterò qui a disquisire di metafisica ché non sarebbe sufficiente un’enciclopedia (ma ai puri e semplici basterebbe un battito di ciglia...) né, dunque, a dare giudizi sulle re-ligioni, anzi sulla re-ligione, quelle precristiane essendo, attualmente, non esplicizzate. Perché si dovrebbe parlare al tempo stesso di teologia, di mistica, di filosofia, di potere, di logica, di storia sacra e profana, di quotidianità e non si giungerebbe mai a una conclusione sufficiente, ammesso poi che qualcuno sia autorizzato a farlo (ovvero ne abbia l’autorità).
Avanzo un dubbio però sul fatto che tali “pagani” e “cristiani” esistano davvero, che siano autentici rappresentanti di quello in nome di cui si permettono di parlare.
Degli incompiuti
Io ritengo che gli uni e gli altri siano dei veri e propri incompiuti; altrimenti non avrebbero ragione alcuna di de-finirsi e men che meno di farlo per opposizione a un presunto Altro-da-sé.
Vieppiù se questi “pagani” o “cristiani” si pretendono tradizionali e/o fascisti.
La via eroica, che è rivoluzionaria e sacri-ficale per eccellenza, richiede l’esperienza del sacro e non la sua teorizzazione, men che meno la sua teorizzazione ideologica, integralista, fondamentalistica, esclusivistica.
Ciò è palese nelle grandi figure del “paganesimo” eroico, ma lo è non di meno nel Cristo che ha aperto la via della regalità e della resurrezione con l’offerta di se stesso e con l’e-s-p-e-r-i-e-n-z-a anche tragica del Nomos, smascherando così la nullità dei farisei e di tutti i dotti delle Tavole.
Non pretendo di essere condiviso ma ritengo che a tradire il Cristo non fu tanto Giuda, che eseguì il disegno metafisico di compierne il destino, quanto Pietro e Paolo che trasformarono la via della Redenzione in una redenzione acquisita per procura e nel farlo si sostituirono de facto ai farisei e ai dotti delle Tavole trasformando così il cristianesimo dalla via eroica a un’istituzione che, in quanto tale, teme gli impulsi di rigenerazione.
Sia ben chiaro: questo misfatto, questo peccato originale non va esteso a tutto quello che ci viene presentato come “cristiano”. A mio avviso – ma ancora una volta non pretendo di essere condiviso - la via eroica e cristica venne rigenerata nel corpus cattolico dall’operato profondo delle riminiscenze mitraiche e dalla visione alchemica dell’esperienza cristica, fattori che poi hanno dato vita al ciclo arturiano e alla Cavalleria.
Tale è la mia lettura che può essere tranquillamente opinata, ma non è la giustezza della mia interpretazione che conta bensì il fatto oggettivo che, quali che ne siano state le radici profonde, spontaneamente, semplicemente o per trasporto, molti hanno vissuto un cristianesimo “arturiano”, “benedettino”, “domenicano” o “francescano”.
Ebbene costoro non furono “definitori” dogmatici, corrosi da logiche “ad excludendum”, non si pretesero fondamentalisti; i quali ultimi sono, invece, alla ricerca disperata di una nuova stabilità “de iure”, sulla falsariga dei farisei: e difatti trascorrono il loro tempo non tanto a interrogarsi sul COME sono cristiani (ammesso che lo siano e, francamente ne dubito) quanto a crocefiggere gli altri. È l’opposto esatto dell’esempio del Cristo...
Era il ventotto ottobre
È un vero peccato che ci si debba perdere in queste diatribe, in questi “derby” del sacro, che per me sono invece dei “derby” della blasfemia. In particolare quando si pretende di rifarsi ad un’esperienza storica (e non solo storica) che dell’eroismo sacrificale ha fatto il suo fondamento e che fece convivere senza alcun’ostilità reciproca e nessun ostracismo incrociato cattolici, protestanti, neopagani, scettici, gnostici ed agnostici, filosofi e uomini d’azione: animati da una vera e propria Mistica e da un’esperienza diretta dell’interezza e dell’immanenza, protesi alla trascendenza. Concordi tra loro perché inseriti r-e-l-i-g-i-o-s-a-m-e-n-t-e in un’esperienza del sacro che si realizzava tangibilmente nel proprio sangue trasfigurato.
E quell’esperienza, guarda caso, prendeva forma compiuta proprio durante quell’apertura magica che precede il capodanno celtico (Shamain e Ognissanti). Era il ventotto ottobre.
Di un altro millennio.
beh, basta chiamarlo Calenda
Comunque da noi è ritornato americanizzato.