La controversia che oppose il noto platonico Giorgio Gemisto Pletone (1353-1452) al suo ‘arcinemico’ Gennadio (ca. 1400-1472) è meglio illuminata da una lettera che Gennadio scrisse a proposito di Iouvenalios, uno dei più devoti discepoli di Gemisto.
La lettera è diretta a Manuel Oisses, un signore feudale del Peloponneso, che pare si sia occupato di ‘politica religiosa’ sotto Teodoro I Paleologo. A lui Gennadio si rivolge quale Arconte, ed in tale veste gli richiede di punire Iouvenalios.
Ma chi era Iouvenalios? Dalla lettera di Gennadio sappiamo che egli fu, come detto, uno dei più devoti discepoli di Gemisto. Egli fu battezzato come cristiano ed assunse l’abito monastico, rigettando entrambi in seguito, pubblicamente. Probabilmente si trattava di un erudito, anche se Gennadio scrive che Iouvenalios era semplicemente un uomo "ordinario", un "idiotes," che non aveva ricevuto insegnamenti specifici di teologia o di filosofia e che la sua conoscenza e l’uso della scrittura erano mediocri. Egli dice anche che a causa delle sue limitazioni gli era stato rifiutata l’ordinazione, ma esagera, sminuendo volutamente la preparazione di Iouvenalios. Probabilmente questi non era un erudito, bensì un letterato e come tale era un oratore preparato ed influente.
Eccezion fatta per alcune lettere cadute nelle mani di Gennadio, andate distrutte o perdute, egli non scrisse niente, ma viaggiò parecchio e divenne, tramite i suoi discorsi, un efficace propagatore del Platonismo pagano di Pletone. Tra le accuse che Gennadio muove a Iouvenalios, infatti, ci sono quelle di politeismo e panteismo.
In questi viaggi, Iouvenalios visitava monasteri, xenones ed altri centri religiosi. La cosa non poteva non irritare Gennadio, il quale vedeva che nel parlare alle masse il monaco ‘dissidente’ finiva per condurle fuori strada e ‘deviarle’. Tra l’altro, nelle sue visite ai monasteri Iouvenalios attaccava il monachesimo come istituzione e criticava la verginità ed il celibato.
Per ben tre volte Gennadio, incontrandolo di persona, aveva ammonito Iouvenalios, esortandolo a ‘correggersi’.
(continua)