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    Post Slogan e insulti per far tacere Pansa - di Luca Telese

    Un collettivo antifascista in trasferta da Roma per contestare il nuovo libro di Pansa

    Slogan e insulti per far tacere Pansa - di Luca Telese -


    Luca Telesenostro inviatoa Reggio Emilia«Pansa prez-zo-la-to con l'infamia ci hai spe-cu-la-to». E poi: «Morti di Reggio Emilia uscite dalla fossa. Fuori a cantar con noi Bandiera Rossa!». Urla, slogan, canzoni, contestazioni, un principio di rissa sedato a fatica dalla polizia: succede di tutto e di più, a Reggio Emilia, per la prima presentazione italiana dell'ultimo libro di Giampaolo Pansa. Nessuno avrebbe immaginato una protesta di simili proporzioni nel capoluogo emiliano, infatti i contestatori sono venuti da fuori con un coup de théâtre che, se non ci fosse stato qualche momento di panico, soprattutto fra le signore della platea, sarebbe apparso addirittura spettacolare. Lui, l'oggetto di tanta rabbia, Giampaolo Pansa, rimane impassibile per tutti i venti minuti in cui i ragazzi di area centri sociali romani hanno urlato i loro slogan. Appena i contestatori escono, riprende in mano la situazione e usa l'arma dell'ironia. «Io sono un signore di 71 anni, ne ho viste tante. Mi scuserete se non mi sono mai mosso dal tavolo ma ho vissuto tanti anni agitati e so ormai per esperienza che in questi casi basta aspettare una ventina di minuti. Poi gli slogan finiscono, le canzoni pure, l'adrenalina cala e noi ora possiamo riprendere il nostro dibattito».Tutto comincia dopo pochi secondi. Aldo Cazzullo, firma del Corriere della Sera e moderatore della serata, sta iniziando il suo dialogo con l'autore di La grande bugia (Sperling & Kupfer, euro 18) leggendo il primo capitolo del libro che proprio a Reggio Emilia era ambientato.

    A pagina 38, trovate il racconto della presentazione dello scorso anno in cui un signore si era alzato dicendo: “Caro Pansa, io sono un cittadino di serie B perché da cinquant'anni sto cercando le spoglie di mio padre”...». Cazzullo non fa in tempo a finire la frase, che un ragazzo con i capelli rasati fende la platea dirigendosi verso il palco, tenendo alta una copia de La grande bugia. Quando arriva davanti agli oratori grida: «Caro Pansa, io invece sono un cittadino di serie A, che ha fatto quattrocento chilometri per venirle a dire che questo libro è un'infamia. Viva la Resistenzaaaaaa!». Tutto era preparato, e infatti dagli angoli della sala accorrono sul palco quindici militanti che ripetono lo slogan «Ora e sempre Resistenza», qualcuno ha portato persino uno striscione. Si mettono tutti in fila davanti a Pansa a pugno chiuso e gridano: «Siete tutti fascisti, vergognatevi, non ce ne andremo finché non ci farete leggere il nostro comunicato».E iniziano venti minuti di panico. Un signore anziano della platea si infiamma: «Fateci sentire Pansa, stronzi! », qualche ragazzo tra i più giovani (degli spettatori) minaccia di passare alle vie di fatto, un commissario di polizia, con il distintivo in mano, si frappone fra i manifestanti e gli infuriati della platea. Un signore con la barba bianca si accascia su una sedia col fiatone («non posso accettare che dei ragazzotti mi impediscano di sentire»), c'è perfino un principio di rissa fra i tre che difendono lo striscione e due degli spettatori più giovani. Alla fine, quando si accorgono che non riusciranno a leggere il comunicato e che Pansa,


    ostentando una tranquillità britannica, si è messo addirittura a firmare delle copie a chi è accorso vicino a lui sul palco, i contestatori si rassegnano a uscire dalla sala gridando «Triangolo rosso, nessun rimorso!» e tirando volantini firmati con la sigla che hanno scelto per la loro azione, Antifascismo militant, «senza tregua contro fascisti e revisionisti». Un altro tiratore lancia dei facsimile di banconota da 50 euro, con la scritta «Pansa prezzolato». Il logo che accompagna la scritta attira l'attenzione di Pansa: un casco stilizzato, con una stella a cinque punte sulla fronte: «Noi che abbiamo visto altri tempi, sappiamo che quella stella non è uno dei simboli più felici».Il leader della pattuglia antagonista si chiama Simone Veradio. Gli chiedi, a bruciapelo: il libro lo avete letto? «Certo». Cosa vorreste criticare, se poteste intervenire al microfono? Sorriso: «A noi non ci interessa intervenire, noi vogliamo solo contestare». E un altro fuori, parlando con i giornalisti mentre la polizia raccoglie i loro documenti: «Contestazione necessaria, il signor Pansa ha avuto sui giornali tutto lo spazio che voleva per le sue tesi revisionistiche. Con la scusa che lui è di sinistra ha scritto che i partigiani erano stupratori, ha raccolto le balle della storiografia fascista cercando di farle passare per verità. Senza citazioni e senza fonti».Rientri in sala e vedi che Pansa ha ripreso a parlare. Tono pacato, un discorso velato di ironia, amarezza, orgoglio: «Siete un pubblico straordinario, non so se questo intervento vi ha disturbato
    C'è qui il capo della saggistica della Mondadori, Ferrari, che mi ha chiesto: ma questi li hai pagati perché ti facessero pubblicità?». Sospiro. «No, non li ho pagati. Purtroppo hanno fatto tutto da soli. Voglio ringraziare voi, uomini e donne liberi che siete qui perché avete tante idee diverse e la passione per dibattere». Un'altra pausa. «Io considero la Resistenza come la mia patria morale e mi dispiace per questi giovanotti che cantavano Bella ciao contro la Resistenza a cui inneggiavano, non sapevano di essere dei nemici della libertà di opinione, di essere la contraddizione vivente dello spirito della democrazia che pretendevano di evocare». Pansa si ferma ancora, e la sala esplode in un lungo, lunghissimo applauso.
    Luca Telese

    www.ilgiornale.it

  2. #2
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    Hanno fatto bene gli autonomi a contestare quel servo di Pansa.
    Ora bisognerebbe pensare a far qualcosa per boicottare il libro di Pansa.

    Mai nessuna resistenza al mondo è stata tanto vituperata, oltraggiata e tradita dal sistema tutto (PCI e Rifondazione compresi) come quella italiana. Sono Sessant'anni e più che si cerca di cambiare le cose. Gli ultimi partigiani dovrebbero affacciarsi tutti alle finestre delle loro case e urlare un bel ingrati bastardi a tutti gli italiani.
    E di fare distinzioni non me ne frega assolutamente nulla stavolta.

    A luta continua

  3. #3
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    Reggio Emilia, pugni e schiaffi alla presentazione del libro.
    Lo scrittore: disonorate la Resistenza Skinhead di sinistra e partigiani, rissa per Pansa Calci e pugni, lo scrittore: disonorate la Resistenza

    Giampaolo Pansa
    REGGIO EMILIA — È la prima presentazione de «La grande bugia. Le sinistre italiane e il sangue dei vinti», il libro in testa alle classifiche. Giampaolo Pansa ha scelto Reggio Emilia, «città di misteri, terra del triangolo della morte», e ha invitato il cronista del Corriere a intervistarlo. L’autore esordisce rievocando quanto è accaduto un anno fa, in questa stessa sala dell’hotel Astoria, al termine della presentazione del suo penultimo libro, «Sconosciuto 1945». «Si alzò un signore sulla sessantina e disse: "Io non mi sento un cittadino di serie A. Sono solo un cittadino di serie B. Perché da sessant’anni cerco le ossa di mio padre, e non le ho ancora trovate».
    In quel momento nella sala entra un giovane dalla testa rasata, scaraventa una copia de «La grande bugia» sul tavolo, si avventa contro Pansa e urla: «Io sono un cittadino di serie A, e lei ha scritto un libro infame per fare soldi sulle spalle della Resistenza! ». Entrano di corsa venti giovani dei centri sociali, alcuni di Reggio, altri venuti da Roma. Lunghi capelli con le treccine, pugni chiusi. Occupano la sala, srotolano striscioni rossi con le scritte «Revisionisti assassini» e «Ora e sempre Resistenza», cantano in coro «Bella Ciao».
    La sala è strapiena, e ognuno reagisce a modo suo. Un gruppo di ragazzi di destra si scaglia contro i contestatori, tenta di strappare le bandiere rosse, volano spintoni e insulti. Ma pure alcuni ex partigiani si ribellano: «Siamo comunisti da cinquant’anni ma siamo qui per ascoltare Pansa, se non lo fate parlare siete peggio dei fascisti!». Altre botte, altri insulti. Dalla prima fila, dove siedono tra gli altri il direttore della Mondadori Gian Arturo Ferrari, quello della Sperling Marco Ferrario, Paolo Pisanò, l’avvocato Odoardo Ascari e l’editorialista di Repubblica Edmondo Berselli, alcuni si alzano per stringersi attorno a Pansa, che però rifiuta di abbandonare la sala: «Sono qui per incontrare i miei lettori reggiani e non mi lascerò intimidire da un gruppo di intolleranti».
    Il cronista del Corriere tenta di convincere i più disponibili al dialogo a leggere un comunicato e andarsene. «La sala è occupata, sarete voi ad andarvene! ». Altri cori di Bella Ciao, minacce, tafferugli con i fotografi. Vengono distribuiti volantini: «Pansa prezzolato/ con l’infamia c’hai speculato». Dalla sala ritmano: «Libertà! ». I ragazzi dei centri sociali urlano: «Viva i fratelli Cervi! Viva Giorgio Bocca!». Coro di «buuu». Pansa tenta di farli ragionare: «Non state rendendo un servizio alla memoria dei partigiani». Alla fine arrivano tre volanti della polizia e la sala viene sgomberata.
    Lungo applauso per Pansa, che a tarda sera può cominciare a parlare. «Sono contento di quanto è avvenuto. Perché indica di quale carica d’odio sia intrisa la vita pubblica italiana, e quanti pregiudizi ideologici facciano velo al dibattito libero sulla storia. L’importante è comportarsi come abbiamo fatto noi stasera: restare calmi, non lasciarci intimidire, e rendere ognuno libero di esprimere la sua opinione. Loro, e noi».

    Dal Corriere della Sera

  4. #4
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    Pansa e Reggio Emilia non possono che fare a pugni.

    Reggio Emilia è città con una forte tempra democratica ed antifascista.

    Dai fratelli Cervi,simbolo supremo della resistenza,via andando e passando per i "morti di Reggio Emilia" -quando 5 militanti del PCI furono uccisi a mitragliate nel luglio 1960 dalle forze "dell'ordine" del ministro fasciodemocristiano Tambroni (fra loro diversi expartigiani)per una semplice manifestazione -fino all'anomala concentrazione di militanti della lotta armata di sinistra negli anni 70',compresi fondatori delle BR.

    Mi scuso per gli impavidi accostamenti,ma un filo rosso che unisce queste cose c'è;una forte passione antitotalitaria e partecipativa e un'anelito civile alla giustizia che si è a volte spinto fino a rovesciarsi nel sorpruso,come nel caso delle vendette post-belliche o della lotta armata.

    Quel cretino di Pansa queste cose le sa benissimo;la storia non si dimentica facilmente.

    Ma sta lì a fare la scenetta borghese del "ricercatore storico" tollerante e ingiustamente perseguitato per le sue idee.

    Falso speculatore travestito da martire voltairiano.

    I suoi interessi monetari(per capire materialisticamente i quali vi invito a guardarvi il semplice ma efficace post che riporto in fondo da un altro thread)coincidono con il revisionismo aperto nell'era Berlusconi che andava dall'assenza del presidente del consiglio alle cerimonie del 25 Aprile alle serie televisive sulle foibe sponsorizzate da AN,ecc.ecc.

    Due piccioni con una fava;i soldi e la propaganda anticomunista,eterna dannazione delle borghesie di tutto il mondo dall'800 in poi.

    Che si sposa benissimo con la linea di politica culturale del Corriere della sera sopra nominato,che fra criminalizzazione del dissenso di sinistra in Italia e nel mondo e articoli culturali anticomunsti veri e propri(è da mesi che il corriere ha rafforzato questa linea)ci fa ripiombare di un secolo indietro nonostante i tempi siano alquanto cambiati.Mah,saranno gli incubi della borghesia moderna ,chissà..

    Ma ora una parola per i migliori;i partigiani che erano fra il pubblico e i contestatori.

    Ai partigiani;quando si fa una guerra civile ,oltre al meglio delle persone,vien fuori anche il peggio.
    Inutile rammaricarsi.Il segreto sta nell'evitare le guerre .
    Ma i padroni di Pansa e del mondo,negli anni 20' e 30' erano troppo impauriti dal comunismo per non fare accendere le guerre e farvi scannare tutti .
    Chiedete a quell'asino di Pansa di smetterla con queste cazzate e di scrivere la prossima volta un libro sui veri "perchè" della seconda mondiale.

    Ai contestatori;nulla da rimproverare se non l'eterno fanciullismo "estremista " nel senso deteriore della parola;cioè l'evitare di pensare a come rendere comprensibile alla gente (e partecipata dalla gente) una forma di protesta.
    Il "popolo" è il sangue e la radice della giustizia che volete.Sappiate meritarvelo.

    Quindi,per la, prossima volta,agite diversamente.

    Ecco qualche suggerimento;
    1)all'entrata distribuire volantini dove si denuncia
    -quanto guadagna Pansa con questi schifi di scritti
    -la colpa delle guerre non è dei popoli ma dei signori(quelli che pagano Pansa)
    - fra mille persone eroiche e generose c'è n'è sempre qualcuna che sbaglia
    -i partigiani lottavano contro l'invasore e per la libertà,gli altri esattamente al contrario,per Hitler e per l'oppressione
    -quanto guadagna Pansa con questi schifi di scritti (per fomentare le pance della destra reazionaria italiana,cosa che sa benissimo)

    2)Andate alla conferenza.Entrate in ordine sparso uno di quà e uno di là,a macchia di leopardo e sedetevi tranquilli.Al momento delle domande vi alzate uno per volta,e ponete,tranquillamente e senza altro proferire le seguenti domande:
    "Gentilmente,se possibile,vorrei sapere quanto ha guadagnato con questo libro,al netto delle tasse"
    un altra:
    "Le chiedevo se dopo il "sangue dei vinti" che ha venduto mezzo milione di copie la sua scelta di continuare con altri titoli contro il comunismo come "sconosciuto 1945" sia dettata dalla passione per un filone storico anticomunista,lo stesso che ha ispirato la vendita a prezzo di costo del "libro nero del comunismo" da parte di Berlusconi o dalla passione per i soldi che l'editore e lei vi siete visti arrivare in tasca?"
    "lo sa che recentemente sono stati compiuti assassini a sicuro sfondo razzista e fascista in italia?perchè non scrive qualcosa su queste pericolosi ritorni di fiamma dell'odio,dell'intolleranza e della violenza nel mondo d'oggi?"
    ecc.ecc.
    inventatene altre,l'importante è che il personaggio sia messo a nudo nella sua pochezza di pseudostorico e nella sua pochezza umana.Vanno anche bene argomenti storici seri(mica giornalistici come quelli di Pansa)magari spiegati da un docente amico,ecc.

    3)Sfondo permanente e silenzioso di ciò deve essere uno (o più)striscione con scritto
    "Pansa,il business della revisione"
    oppure
    "Pansa,vergognati"
    o anche
    "Pansa,l'associazione degli orfani e delle vedove da fascismo ha bisogno di soldi,dagliene un pò dei tuoi".

    4)Niente aggressioni

    Ciao
    Tiresia



    Ecco il post che vi dicevo:
    Il libro sul "sangue dei vinti" ha venduto circa 500.000 copie.
    Un autore di libri ai primi esordi spunta circa il 5-6 % di guadagno per sè.
    Uno che ha roba buona arriva anche al 7-8.
    Facciamo il 7% per Pansa.
    Il libro viene venduto al prezzo di copertina di 17 euri.
    Recentemente è uscito in economica a 10,50.
    Facciamo 300.000 copie a 17 e 200.000 copie a 10,50.

    17:100x7=1,19 euri a copia x 300.000 copie=357.000 euri
    più
    10,50:100x7=0,735 euri a copia X 200.000 copie= 147.000 euri
    totale
    357.000 più 147.000=504.00 euri guadagnati da pansa.

    Cioè circa un miliardo delle vechie lire.!!

    una operatrice delle coop sociali che accudisce i nostri nonni al ricovero(cioè noi in futuro)e gli fa l'igiene intima,gli prepara il cibo,li veste,fa i turni di notte,ecc.arriva a malapena a 900 euri al mese .

    Pansa con quel solo libro ha guadagnato come questa operatrice in tutta la sua vita e la sua carriera di lavoro di quasi 40 anni di marchette e levatacce,sputi e mal di schiena,morti e carrozzine,flebo e feci.

    Ecco cosa ha scoperto Pansa!!!
    IN MINIERA LUI ,I DIRITTI D'AUTORE E TUTTI I BORGHESI DI DESTRA E DI SINISTRA!!!!!!!!!!!!!!!!!

    Da un post su Indymedia: http://italy.indymedia.org/news/2006...nt.php#1166766

  5. #5
    LictoriuS
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    Citazione Originariamente Scritto da Sandinista Visualizza Messaggio
    Hanno fatto bene gli autonomi a contestare quel servo di Pansa.
    Ora bisognerebbe pensare a far qualcosa per boicottare il libro di Pansa.

    Mai nessuna resistenza al mondo è stata tanto vituperata, oltraggiata e tradita dal sistema tutto (PCI e Rifondazione compresi) come quella italiana. Sono Sessant'anni e più che si cerca di cambiare le cose. Gli ultimi partigiani dovrebbero affacciarsi tutti alle finestre delle loro case e urlare un bel ingrati bastardi a tutti gli italiani.
    E di fare distinzioni non me ne frega assolutamente nulla stavolta.

    A luta continua
    Sono stati scritti milioni di libri sui crimini fascisti e altrettanti autori si sono arricchiti e continuano farlo. Non credo sia questo il punto, perchè chi si occupa di queste cose dovrebbe poterlo fare senza censure o intimidazioni.
    Non credo che le posizioni politiche possano essere modificate dall'emergere di questi fatti. Se è così, vuol dire che il retaggio politico/culturale è un pò debole.
    La Resistenza per coloro che vi si riconoscono, rimarrà un valore a prescindere da questi fatti. Mi sembra piuttosto che si cerchi di oscurare degli avvenimenti, per mero tifo politico, della serie: "i buoni siamo noi e i cattivi tutti dall'altra parte".
    La storia non deve avere tabù e il "tifo calcistico" trasferito alla politica, non dovrebbe intaccare certe ricerche. Non credo che il nazionalsocialismo possa venire legittimato anche nel caso vincesse la versione revisionista, come non credo ci potrà mai essere una transizione di massa verso posizioni filofasciste, anche con l'emergere di questi eccidi. Tutte le ricerche storiche devono potere essere dibattute e contestate, ma di certo non vietate.

  6. #6
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    Citazione Originariamente Scritto da LictoriuS Visualizza Messaggio
    Sono stati scritti milioni di libri sui crimini fascisti e altrettanti autori si sono arricchiti e continuano farlo. Non credo sia questo il punto, perchè chi si occupa di queste cose dovrebbe poterlo fare senza censure o intimidazioni.
    Non credo che le posizioni politiche possano essere modificate dall'emergere di questi fatti. Se è così, vuol dire che il retaggio politico/culturale è un pò debole.
    La Resistenza per coloro che vi si riconoscono, rimarrà un valore a prescindere da questi fatti. Mi sembra piuttosto che si cerchi di oscurare degli avvenimenti, per mero tifo politico, della serie: "i buoni siamo noi e i cattivi tutti dall'altra parte".
    La storia non deve avere tabù e il "tifo calcistico" trasferito alla politica, non dovrebbe intaccare certe ricerche. Non credo che il nazionalsocialismo possa venire legittimato anche nel caso vincesse la versione revisionista, come non credo ci potrà mai essere una transizione di massa verso posizioni filofasciste, anche con l'emergere di questi eccidi. Tutte le ricerche storiche devono potere essere dibattute e contestate, ma di certo non vietate.
    Da ricercatore di storia, mi trovo sostanzialmente d'accordo con te.

  7. #7
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    Citazione Originariamente Scritto da LictoriuS Visualizza Messaggio
    Sono stati scritti milioni di libri sui crimini fascisti e altrettanti autori si sono arricchiti e continuano farlo. Non credo sia questo il punto, perchè chi si occupa di queste cose dovrebbe poterlo fare senza censure o intimidazioni.
    Non credo che le posizioni politiche possano essere modificate dall'emergere di questi fatti. Se è così, vuol dire che il retaggio politico/culturale è un pò debole.
    La Resistenza per coloro che vi si riconoscono, rimarrà un valore a prescindere da questi fatti. Mi sembra piuttosto che si cerchi di oscurare degli avvenimenti, per mero tifo politico, della serie: "i buoni siamo noi e i cattivi tutti dall'altra parte".
    La storia non deve avere tabù e il "tifo calcistico" trasferito alla politica, non dovrebbe intaccare certe ricerche. Non credo che il nazionalsocialismo possa venire legittimato anche nel caso vincesse la versione revisionista, come non credo ci potrà mai essere una transizione di massa verso posizioni filofasciste, anche con l'emergere di questi eccidi. Tutte le ricerche storiche devono potere essere dibattute e contestate, ma di certo non vietate.
    Ma io assolutamente non voglio che sia nascosto nulla anche perchè non trovo nulla da ridire sulle azioni della Resistenza. Era una guerra di guerriglia ed in guerra di guerriglia si uccide la gente in maniera strategica.
    Quello che non sopporto è che dal dopoguerra immediato in poi ci sia stata una svolta a senzo unico nella letteratura sulla Resistenza italiana tutta volta a togliere importanza a quest'ultima da parte di tutto il sistema PCI-Rifondazione compresi.
    Punto. A me di nascondere eventuali eccessi non me ne frega nulla, nella Resistenza italiana c'erano centinaia di persone che avevano visto morire per mano dei nazifascisti parenti e amici in tanti modi, dalle rappresaglie alla guerra vera e propria nei diversi fronti. Non mi stupisce che qualcuno abbia voluto farsi giustizia sommaria.
    Per ora però vedo un proliferare di voglia di verità solamente verso la parte sconfitta mentre nessuno ancora ha messo in luce in un opera organica il grande tradimento del PCI nei confronti della Resistenza italiana, nessuno che abbia organicamente messo in luce come magistrati, poliziotti, vertici fascisti della RSI rimasero in carica grazie all'amnistia Togliatti mentre tanti partigiani venivano perseguitati. E questo tornerò a ripeterlo ossessivamente fino a che non ci sarà una giustizia storica reale e non volta solamente a giustificare e sdoganare chi sostanzialmente con la fine della guerra ci ha rimesso molto poco.
    Capisco il discorso del compagno Outis che è uno storico. Io non lo sono e riesco a vedere questa faccenda solamente con questi occhi.

    A luta continua

  8. #8
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    Citazione Originariamente Scritto da percy Visualizza Messaggio
    e allora perché mi avete censurato due volte (articolo su auschwitz e mia commento in risposta alla censura)?
    Non ho idea di cosa tu stia parlando.

  9. #9
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    Citazione Originariamente Scritto da Sandinista Visualizza Messaggio
    Ma io assolutamente non voglio che sia nascosto nulla anche perchè non trovo nulla da ridire sulle azioni della Resistenza. Era una guerra di guerriglia ed in guerra di guerriglia si uccide la gente in maniera strategica.
    Quello che non sopporto è che dal dopoguerra immediato in poi ci sia stata una svolta a senzo unico nella letteratura sulla Resistenza italiana tutta volta a togliere importanza a quest'ultima da parte di tutto il sistema PCI-Rifondazione compresi.
    Punto. A me di nascondere eventuali eccessi non me ne frega nulla, nella Resistenza italiana c'erano centinaia di persone che avevano visto morire per mano dei nazifascisti parenti e amici in tanti modi, dalle rappresaglie alla guerra vera e propria nei diversi fronti. Non mi stupisce che qualcuno abbia voluto farsi giustizia sommaria.
    Per ora però vedo un proliferare di voglia di verità solamente verso la parte sconfitta mentre nessuno ancora ha messo in luce in un opera organica il grande tradimento del PCI nei confronti della Resistenza italiana, nessuno che abbia organicamente messo in luce come magistrati, poliziotti, vertici fascisti della RSI rimasero in carica grazie all'amnistia Togliatti mentre tanti partigiani venivano perseguitati. E questo tornerò a ripeterlo ossessivamente fino a che non ci sarà una giustizia storica reale e non volta solamente a giustificare e sdoganare chi sostanzialmente con la fine della guerra ci ha rimesso molto poco.
    Capisco il discorso del compagno Outis che è uno storico. Io non lo sono e riesco a vedere questa faccenda solamente con questi occhi.

    A luta continua
    Ma, guarda, io capisco perfettamente il discorso che fai, ma qui il problema non è ciò che si scrive, ma l'uso politico della storia. Io, ti ripeto, voglio la verità, cioè la ricerca e la pubblicazione delle fonti storiche; poi ognuno ne tragga beneficio come ritiene meglio, ma non si usi la storia per giustificare la propria politica attuale o per affossare altri. Mi spiego: non si può parlare della RSI per "sdoganare" gli ex-post-pseudo-neo-fascisti, né per affossarne le "gesta".

    A me interessa studiare la storia, cioè interpretarne le fonti, per far luce nel buio. Il lavoro che sta facendo Pansa, come quello di Telese, mi puzza. Però non accetto la censura politica sulla storia, né da una parte, né dall'altra.

  10. #10
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    Citazione Originariamente Scritto da Outis Visualizza Messaggio
    Ma, guarda, io capisco perfettamente il discorso che fai, ma qui il problema non è ciò che si scrive, ma l'uso politico della storia. Io, ti ripeto, voglio la verità, cioè la ricerca e la pubblicazione delle fonti storiche; poi ognuno ne tragga beneficio come ritiene meglio, ma non si usi la storia per giustificare la propria politica attuale o per affossare altri. Mi spiego: non si può parlare della RSI per "sdoganare" gli ex-post-pseudo-neo-fascisti, né per affossarne le "gesta".

    A me interessa studiare la storia, cioè interpretarne le fonti, per far luce nel buio. Il lavoro che sta facendo Pansa, come quello di Telese, mi puzza. Però non accetto la censura politica sulla storia, né da una parte, né dall'altra.
    Ed io sono pienamente daccordo con te su tutto. L'unica cosa è che non credo che si possa parlare di censura riguardo le proteste degli autonomi. Se fossi stato lì avrei protestato anche io non per la ricerca storiografica in sè che va valutata in termini di affidabilità e completezza o meno (quindi con occhiali da storico e non da politico), io come gli autonomi avrei protestato perchè questo libro a detta stessa di Pansa nasce per tentare di superare il rancore verso la RSI ed i collaborazionisti.
    Sappiamo tutti a chi gioverebbe questo. Sicuramente nè alla Storia (ed uso volontariamente la S maiuscola) nè ai partigiani che di ricerca storiografica dal '45 ad oggi ne hanno prodotta a tonnellate senza che nessuno se lo filasse minimamente questo materiale.
    Questo lavoro di Pansa serve al sistema e basta. A destra serve per poter mitigare l'ingombrante passato di AN, a sinistra serve a sciacquare le coscienze dei vecchi catafalchi del PCI-Rifondazione-PdCI e a tutti serve per far superare l'idea al popolo italiano che tra il 1943 ed il 1945 in Italia c'è stata la guerra civile e che allora una parte dell'Italia era fascista e stava con i nazisti. Questo non si può far dimenticare chiaramente ma si può tentare di edulcorarlo così che non si indeboliscano le armi della repressione dell'Occidente odierno ovvero l'uso del fascismo come archetipo del male da associare ad ogni tentativo di opposizione interna ed esterna al sistema unidimensionale e la religione del "perchè non accada mai più".
    Questo è il mio punto di vista che nulla ha a che vedere con la sacrosanta, e portatrice intrinseca di libertà di pensiero, ricerca storiografica.

    A luta continua

 

 
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