Risultati da 1 a 5 di 5
  1. #1
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    Predefinito Enea Rossi Passavanti compagnia "La Disperata"

    Gradirei dai camerati del forum alcune informazioni su Enea Rossi Passavanti comandante della Disperata che a me non è riuscito trovare niente di convincente.
    Chi sia in grado di dirmi qualcosa posti qui
    eja

  2. #2
    Alvise
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    Se non erro poi fu partigiano.

  3. #3
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    Ospite

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    Citazione Originariamente Scritto da Alvise Nutti Visualizza Messaggio
    Se non erro poi fu partigiano.
    è questo che volevo sapere...
    ma non si riesce proprio a saperne di più?

    E SOPRATTUTTO CHI è CHE ORGANIZZA LA SERATA IN SUO ONORE A TERNI?
    CI CANTANO GLI "ULTIMA FRONTIERA"...

  4. #4
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    Elia non Enea...
    due medaglie d'oro, quattro menzioni al merito, ardito, legionario fiumano, fascista, podestà di Terni, storico, partigiano ( nessuno é perfetto!)
    in rete trovi questo:

    Elia Rossi Passavanti è nato a Terni il 5 febbraio del 1896 da Ruggero Rossi e Virginia Passavanti. Parte come volontario nella prima guerra mondiale e viene colpito in battaglia, nel settembre del ’19 arriva a Fiume dove diventa comandante della Guardia di Gabriele D’Annunzio, con cui stringerà una profonda amicizia. Rientrato in Italia come tenente è destinato al comando delle truppe di Massaua. Torna in Italia nel ’22 dopo la marcia su Roma e l’ascesa di Mussolini al potere. Nel 23 arriva la medaglia d’oro al Valor Militare. Nel ’24, su segnalazione di D’Annunzio, è inserito da Mussolini nella Lista Nazionale. Viene eletto deputato. Passavanti fonda anche dei giornali convinto dell’importanza che questi avrebbero potuto avere nella sua campagna propagandistica. Nel 1927 è eletto anche podestà di Terni. Ma Mussolini lo sacrifica agli interessi del grande capitale che mal vedevano le sue orazioni contro chi procurava danno alla città, prima tra tutte la Società Terni. Passavanti si rimette a studiare ed ottiene tre lauree: in Giurisprudenza, Lettere, Scienze politiche. Studioso di storia locale nel ’30 scrive i tre volumi della “Storia di Terni” che sono ancora oggi un prezioso documento. Scoppiata di nuovo la guerra abbandona tutto e corre alle armi. Arriva in Albania e per i meriti durante le operazioni militari gli viene attribuita la seconda medaglia d’oro al Valor Militare. Partecipa anche alla guerra di Liberazione. Tornato a Terni, una volta in pensione lavora ancora sulla storia locale e scrive i due volumi: “Terni, splendidissimo municipio d’Italia”. Fu anche un modo per aprire il dialogo con l’amministrazione di sinistra che governava la città. Muore l’11 luglio del 1985, nella sua casa di via Carrara.

  5. #5
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    Con agghiacciante ritardo:

    Elia Rossi Passavanti

    Arruolatosi nel maggio 1915 come volontario nel "Genova Cavalleria" quale soldato semplice, per non perdere tempo alla Scuola Allievi Ufficiali, veniva promosso per merito di guerra:
    - Caporale (1916)
    - Sergente (1917)
    - Aiutante di battaglia (1917)
    - Sottotenente in spe (1918)
    e intanto... veniva decorato di:
    - Medaglia d'Oro al Valor Militare (Hermada, settembre 1916 - Grappa, ottobre 1918) Com.te Reparto Arditi 252" Reggimento Fanteria. Da soldato, da caporale, da aiutante di battaglia, fulgido, costante esempio, trascinatore di uomini, cinque volte ferito, tre volte mutilato, mai lo strazio della sua carne lo accasciò, sempre fu dovuto a forza allontanare dalla lotta, sempre appena possibile vi seppe tornare, ed in essa fu sempre primo fra i primi, incurante di sè e delle sofferenze del suo corpo martoriato. In critica situazione, con generoso slancio, fece scudo del suo petto al proprio comandante, e due volte, benchè gravemente ferito, si sottrasse, attaccando, alla stretta nemica. Con singolare ardimento, trascinava il suo plotone di arditi all'attacco di forte, munitissima posizione nemica; impossibilitato ad avanzare perchè intatti i reticolati, fieramente rispondeva con bombe a mano alle intense raffiche di mitragliatrici. Obbligato a ripiegare, sebbene ferito, sostava ripetutamente per impedire eventuali contrattacchi. Avuta notizia di una nuova azione, abbandonava l'ospedale in cui l'avevano ricoverato e raggiungeva il suo reparto; trasportato dai suoi, riusciva a prendere parte anche alla gloriosa offensiva finale. Soldato veramente, più che di carne e di nervi, dall'anima e dal corpo forgiati di acciaio e di ottima tempra.
    - Medaglia d'Argento al Valor Militare (Altipiano Carsico, 1916) "Anche se ha del miracoloso, Passavanti morì veramente due volte: la prima durante la Grande Guerra, la seconda nella drammatica campagna di Grecia. Colpito in bocca da un soldato austriaco e caduto in catalessi, non prima di essere tornato non si sa come in trincea, fu trasportato nella camera mortuaria: aveva la faccia a pezzi ed era in tutto simile a un morto tranne che per un particolare, il cuore batteva ancora. Riuscì a muovere un braccio facendo saltare il cappellano dalla sedia e fu così che lo liberarono di ben 492 schegge, gli applicarono una mascella di stagno e gli ricucirono la lingua. Così, rabberciato alla meglio, dopo un breve licenza non rinunciò a riprendere il suo posto, non appena seppe che il suo reggimento era andato in linea sul Carso. II 30 ottobre del 17 non esitò a buttarsi davanti al suo colonnello per proteggerlo da una pallottola le cui schegge gli entrarono in un occhio «Mi sentii morto». Le schegge gli furono tolte con molta difficoltà con una calamita. Non contento scappò dall'ospedale per accorrere a Fiume da d'Annunzio, sebbene maciullato di ferite."

    - Medaglia d'Argento al Valor Militare (San Giovanni di Duino, 1917)
    - Croce di Guerra al Valor Militare (Pozzuolo del Friuli, ottobre 1917)
    - Croce di Guerra al Valor Militare (Monte Grappa, luglio-agosto 1918)
    ferito in combattimento sei volte e mutilato tre volte, tenne il comando:
    - della 4a sezione del VI° Reparto d'Assalto sul Piave
    - del Plotone Arditi del 252° Reggimento Fanteria
    - del Reparto Arditi della Brigata "Massa e Carrara" durante la offensiva di Vittorio Veneto

    Dopo la guerra partecipò all'occupazione di Fiume, dove era comandante della guardia personale di D'annunzio, e nel 1921, promosso tenente, chiese di passare al Regio Corpo Truppe Coloniali venendo assegnato al comando del presidio di Massaua.

    Rientrato dall'Eritrea alla fine del 1922 prese servizio presso "Nizza Cavalleria" quale Aiutante Maggiore del 2° Gruppo Squadroni.

    Eletto deputato al parlamento, per la Circoscrizione Lazio-Umbria, nel 1924, venne successivamente nominato Podestà di Terni.

    Ripresi, intanto, gli studi si laureò in Giurisprudenza (1927) e in Lettere (1929) all'Università di Torino, in Scienze Politiche (1929) all'Università di Roma.

    Promosso Capitano l'8 gennaio 1929 (e oggi, per caso, ricorre il 78° anniversario) venne collocato a riposo a domanda nel maggio 1930.

    Conseguì quindi la Libera Docenza presso l'Università di Roma e, nel 1932, la cattedra di Contabilità di Stato nella facoltà di Scienze Politiche della stessa Università.

    Nello stesso anno viene nominato Consigliere della Corte dei Conti.

    E' di questi anni la gran parte della sua produzione letteraria a tema storico-politico ed economico sociale che ammonta a oltre 20 pubblicazioni.

    Nel giugno 1940 viene richiamato a domanda nel "Genova Cavalleria", di cui reggerà il comando, interinalmente, dal 18 giugno al 7 novembre.

    Nel novembre 1940 viene inviato in Albania, quale Direttore del Settore Propaganda del Comando del III Corpo d'Armata, e nell'agosto 1942, promosso colonnello, assume l'incarico di Comandante del Quartier Generale del Comando Gruppo Armate Sud.

    Nell'aprile del 1941 viene decorato della 2a Medaglia d'Oro al Valor Militare, onore tributato, nelle Forze Armate Italiane, solo 7 volte e solo due volte a vivente.Mutilato e superdecorato, volontariamente nei ranghi della nuova guerra, per la maggiore grandezza della Patria, riconfermava il suo meraviglioso passato di eroico soldato. A capo della propaganda di una grande unità, seppe dimostrare che più che le parole valgono i fatti e fu sempre dove maggiore era il rischio e combatté con i fanti nelle linee più tormentate. Nella manovra conclusiva, alla testa dell’avanguardia del Corpo d’Armata, entrò per primo in Korcia ed in Erseke, inalberandovi i tricolori affidatigli dal Duce. Superba figura di combattente, animato da indomito eroismo, uscì illeso da mille pericoli e fu l’idolo di tutti i soldati del III Corpo d’Armata, che in lui videro il simbolo del valore personale, della continuità dello spirito di sacrificio e della più pura fede nei destini della Patria, che legano idealmente le gesta dei soldati del Carso, del Piave, del Grappa con quelle dei combattenti dell’Italia fascista."
    Albania, gennaio - aprile 1941.


    Intanto, dal dicembre 1941, era stato nominato Presidente di Sezione della Corte dei Conti.

    Dal settembre 1943 al giugno 1944 operò come partigiano e nell'estate del 1944 rientro in servizio attivo come Capo Ufficio Assistenza della 228a Divisione, successivamente, nel dicembre 1944, assunse il comando delle truppe italiane operanti con l'VIIIa Armata Inglese.

    Nel settembre 1945 viene nuovamente, e finalmente, collocato in congedo nella riserva.

    Nel 1948 viene promosso Generale di Brigata della riserva.

    Dopo la guerra continuò l'insegnamento all'Università di Roma, le funzioni di Presidente di Sezione della Corte dei Conti, la pubblicazione di altre opere a carattere storico ed economico.

    Dall'estate del 1953 alla primavera del 1954, data del suo collocamento a riposo, assolve le funzioni di Presidente Generale della Corte dei Conti.

    Nel 1953 viene anche eletto Presidente Nazionale dell'Associazione Nazionale Arma di Cavalleria, carica in cui viene riconfermato più volte fino al 1966.

    Epico... quando, ultra-ottantenne, a passo di marcia... sfilava ancora alla testa della colonna, durante i raduni dell'ANAC, al suono della marcia del Principe Eugenio, con le due medaglie d'oro sul petto, il sovracolletto con i colori di "Genova" e lo stick in mano.

    E' deceduto l'11 luglio 1985 a Terni e ha donato alla città la sua biblioteca e il suo immenso archivio storico-documentario che è conservato nella sua casa di Palazzo Carrara.

 

 

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