I "tulpa" tibetani
Le apparizioni esistono soltanto nell'immaginazione? E' quanto pensano numerosi ricercatori. Tuttavia, alcuni testimoni affermano di aver visto dei tibetani materializzare delle "forme di pensiero"
Come sempre in inverno, la strada che collega la Cina a Lhasa, la capitale della regione del Tibet, è, anche in quell'anno 1923, in pessimo stato; ciò non impedisce a gruppetti di viaggiatori (per lo più pellegrini che si recano alla città santa nella speranza di scorgere il dalai lama, una specie di semidio loro capo spirituale) di continuare il loro cammino, malgrado il freddo pungente e la neve che acceca.
Tra i pellegrini c'è una donna anziana, in niente diversa dalle altre contadine venute dalle province più lontane dell'impero: invece è francese e si chiama Alexandra David-Neel. La tinta scura dei suoi capelli, originariamente bianchi, è dovuta a inchiostro di china. Il colorito della pelle lo ha ottenuto spalmandovi un miscuglio d'olio, di cacao e di carbone pestato. Trent'anni prima, Alexandra David-Neel era una cantante d'opera assai conosciuta per aver ottenuto la parte di protagonista nella Manon di Massenet. Poi, si era appassionata ai viaggi, che le avevano fatto vivere molte avventure e le avevano insegnato molte cose. Durante uno di questi viaggi, per esempio, aveva incontrato un mago che l'aveva iniziata all'arte del tumo: sedersi nudi nelle nevi dell'Himalaia senza sentire freddo. Aveva anche imparato, esercitando la forza della mente, a creare dei tulpa, cioè delle forme di pensiero in grado di materializzarsi.
Per comprendere la natura di un tulpa, bisogna ricordare che i buddisti tibetani, come gli occultisti occidentali, ritengono che il pensiero non sia una semplice funzione intellettuale: ogni pensiero è legato all'esistenza di quell'"energia spirituale" che permea il mondo della materia, come i cerchi prodotti da una pietra gettata nell'acqua di un ruscello.
In genere, le onde di pensiero hanno solo breve esistenza e non hanno il tempo di venire a contatto con l'energia spirituale che penetra nel piano fisico. Ma se la paura o una passione violenta producono un pensiero più intenso, o se un pensiero è rimuginato a lungo, allora verrà permeato dall'energia spirituale e darà vita a una "forma di pensiero".
Per i buddisti tibetani, i tulpa non hanno una loro realtà: ma, del resto, neppure il mondo materiale è reale, secondo loro. Secondo la loro concezione filosofica, tutto è illusione. Ecco quanto affermava, a questo proposito, un buddista tibetano del I secolo d.C.: "Tutto è creazione dello spirito, nulla ha forma esteriore reale. E' errato pensare che le cose abbiano una forma. Ogni fenomeno nasce da errori dello spirito. Se lo spirito è indipendente da queste false idee, allora i fenomeni scompaiono".
Se la tesi dei buddisti tibetani, dei mistici e dei maghi è fondata, i casi di apparizioni cessano di essere un mistero. Essa spiegherebbe, per esempio, il fatto che un luogo in cui è stato commesso un omicidio resterebbe "abitato" dalle "forme di pensiero" dell'assassino e delle sue vittime, e che mesi o secoli più tardi queste onde di violenza o d'angoscia potrebbero essere capitate, talvolta addirittura rivissute, da soggetti particolarmente sensibili. Gli specialisti dell'occulto affermano che certi fantasmi sono dei tulpa, cioè "forme di pensiero" create deliberatamente da un mago con scopi ben precisi.
L'esistenza di "forme di pensiero" molto potenti provenienti dal passato spiegherebbe anche le numerose testimonianze di apparizioni su antichi campi di battaglia. Fenomeni di questo tipo si sono prodotti, per esempio, a Naseby, in cui si svolse una battaglia decisiva durante la guerra civile inglese; la stessa cosa si è verificata a Dieppe, teatro di un'importante azione militare nel 1942.
Un tulpa è una "forma di pensiero" estremamente potente, della stessa natura delle altre apparizioni: se ne differenzia, tuttavia, perché non è frutto del caso ma il risultato di un processo mentale, di un atto della volontà. Il termine tulpa è di origine tibetana, ma in tutto i mondo adepti del Buddismo affermano di essere capaci di creare apparizioni simili: e dicono che è sufficiente captare una parte dell'energia spirituale dell'Universo infondendole una determinata forma e poi trasferirvi un po' della propria energia vitale.
Nel Bengala, patria dell'occultismo indiano, questa tecnica è conosciuta col nome di kriya shakti ("potenza creatrice"). Fa parte delle pratiche della filosofia tantrica, un sistema magico-religioso che si interessa degli aspetti spirituali della sessualità. Tra gli adepti del tantrismo ci sono indù e buddisti.
(continua)