Milano, 29 ago. (Apcom) - "E' vero che tra i militanti leghisti c'è un rischio allontanamento. Lo vedo e farò di tutto perchè non accada. Nel movimento c'è già stata una piccola diaspora e ora bisogna convincere e riavvicinare, non allontanare". Così l'europarlamentare della Lega Nord, Mario Borghezio, traccia un quadro di ciò che potrebbe accadere all'interno del Carroccio dopo le parole pronunciate ieri dal segretario federale Umberto Bossi, che ha 'stupito' i duri e puri del partito affermando di concordare sull'indulto per "motivi umanitari", di ritenere doveroso aiutare l'Africa e i paesi del Terzo mondo, di essere "nemico della parola secessione". Parole che hanno fatto parlare di una "svolta buonista" del senatur, che piace a molti leghisti e non solo, ma che potrebbe portare il Carroccio ad un calo di consensi tra i convinti secessionisti, ancora molto presenti nel movimento.
Borghezio spiega ad Apcom che ci sono, in effetti, "dei consensi e entusiasmi che si potrebbero raffreddare", come è successo domenica a Ca' San Marco, quando i militanti in camicia verde hanno sentito Bossi pronunciare parole che hanno causato "qualche sbadamento". In particolare, pesano le affermazioni "molto dure" di Bossi nei confronti di chi nella Lega ancora inneggia alla secessione e vorrebbe 'bruciare il tricolore'. "Bossi ha dettato una linea politica nella quale tutti ci riconosciamo, ma è necessario che anche lui tenga conto del sentimento profondo e dell'attaccamento alla Lega da parte di quei militanti che ancora credono nella via rappresentata dalla secessione - dice Borghezio -. A questi leghisti va fatta capire la bontà della linea scelta da Bossi, che va comunque nella direzione della libertà e della indipendenza". Insomma, l'appello è chiaro ed è rivolto a Umberto Bossi: "Faccia capire ai nostri militanti che lo spirito di indipendenza e di autodeterminazionedella Padania c'è ancora: Bossi ha ostracizzato un metodo, quello della secessione, ma non il sentimento della libertà".
Per l'europarlamentare, che da sempre si è definito "indipendentista", le parole di Bossi non rivelano un senatur "più buono" né rappresentano una "svolta buonista", ma piuttosto sono frutto "di una lunga riflessione fatta in questi ultimi anni. Dopo la malattia - prosegue - abbiamo trovato un Bossi ancora più maturo di come lo conoscevamo, meno istintivo, ma capace di fare la sintesi di 25 anni di lotta politica. Quanto alla via democratica, devo confessare che io fatico un po', ma i fatti dimostrano che alla fine Bossi ha sempre ragione".