Amici.......siamo in estate e spesso si è alla ricerca di libri da leggere.....o luoghi dentro i quali cercare tante risposte alle nostre domande spirituali...
Per chi è a Roma, o per chi volesse andarci, o per chi volesse scoprirne i suoi tesori, ecco qui una storia veramente singolare......
Le immagini che vi offrirò saranno grandi, le dividerò dal testo per rendere più agevole la lettura...cliccandoci sopra le potrete vedere nelle dimensioni grandi..
Buona lettura e....incontriamoci nella Memoria dei nostri Santi.....e un grazie all'amico Augustinus per aver ospitato questa storia.....
Fraternamente Caterina LD
PRESENTAZIONE di P. RAIMONDO SPIAZZI O.P. quando era Rettore della Basilica S.Sisto a lui ed alle Suore Domenicane dedico questa divulgazione
L a Basilica di San Sisto all'Appia, come è denominata nella nomenclatura ecclesiastica, è una delle più venerande di Roma.
Sorta tra le altre paleocristiane del V secolo, ricostruita da Innocenzo III, affidata a San Domenico da Onorio III, restaurata nei secoli del Rinascimen¬to, di nuovo ristrutturata nel Settecento da Benedetto XIII, dovette subire il logorio causato dall'umidità e dalla insalubrità della zona che si rivelava, sen¬za dubbio bellissima e archeologicamente ricca, ma poco abitabile. Ciò spiega i ripetuti abbandoni, i deperimenti, i successivi restauri e rifacimenti della Basi¬lica e del complesso sistino che vi fa capo.
La tenacia nel conservare e nel restaurare o ricostruire (secoli V, XIII e XVIII) questo vetusto monumento, è dovuta alla sua appartenenza al novero delle prime basiliche cristiane, alla "naemoria" del Papa martire San Sisto II del quale, secondo la tradizione agiografica ed epigrafica, custodisce le reliquie, alla "memoria"di San Domenico che qui fondò il primo monastero di perfetta clausura in Roma, al valore religioso e artistico degli edifici, degli ambienti monastici, dei dipinti - tutto vi è così sobrio ma distinto! - e, nell'ultimo secolo, alla presenza delle Suore Domenicane che per volere della Fondatrice, Suor M. Antonia Lalìa, prendono il nome da San Sisto. Tutte ragioni valide che, con íl rísanamento e l'abbellimento della zona, imponevano ancora una volta il restauro di tutto il complesso sistino, avvenuto in questi ultimi anni a cura di dette Suore Domenicane.
Il complesso monumentale di San Sisto Vecchia - chiesa, torre campana¬ria, chiostro, capitolo e refettorio di San Domenico - si trova nell'ampia val¬lata compresa tra le pendici occidentali del Celio e il secondo colle A ventino, da una parte, e, dall'altra, tra il Circo Massimo e le Terme di Caracalla. Quest'area venne sistemata a parco pubblico negli anni 1910-1911, dopo una serie interminabile di rinvii determinati dalle polemiche sui progetti, che vide¬ro impegnati anche grossi nomi della cultura e della politica romana del dopo 1870, quali Ruggero Bonghi e Guido Baccelli (1). Nella toponomastica l àrea fi¬gura col nome di Parco di Porta Capena. Ma è comunemente indicata come Passeggiata Archeologica. Il viale centrale porta il nome di Via delle Terme di Caracalla; quello parallelo, a destra di chi proviene dalla Via Appia, è Via delle Fonti delle Camene; a sinistra, nel tratto tra la chiesa dei Santi Nereo e Achilleo e il Circo Massimo, costeggiante lo Stadio delle Terme, ma oltre le Ter¬me, si snoda il Viale Guido Baccelli, a cui si accede dal Piazzale Numa Pompi¬lio attraverso la Via Antoniniana.
Già il Card. Cesare Baronio (1538-1607), discepolo e compagno di San Fi¬lippo Neri (1515-1595), essendo "titolare" della chiesa dei Santi Nereo e Achil¬leo aveva fatto restaurare l'edificio sacro e la zona antistante, inserendovi alcu¬ni reperti archeologici che fino a pochi anni fa abbellivano la zona: in parte ab¬battuti, in parte ritirati negli ultimi tempi per salvarli, non certo dai "barba¬ri'; che seminarono in questi luoghi le rovine tuttora sotto gli occhi di tutti, e nemmeno dai lanzichenecchi (o anche solo da nuovi... `BarberinO, ma dai 'nuovi barbari'; quelli del malcostume e dalla malavita che infestano anche questa parte di Roma e la Via Appia.
Il presente volume è stato composto per offrire ai visitatori le notizie storiche e archeologiche essenziali, una guida per la visita da compiere e un souvenir dell'esperienza, vogliamo sperare, piacevole e fruttuosa che avranno fatto nel loro contatto con le cose antiche e belle qui esistenti. Se saranno anche pellegri¬ni, il ricordo riguarderà, come sempre avviene, principalmente la Chiesa dei martiri e delle basiliche, San Domenico e il suo Ordine, il monastero di clausu¬ra - oggi trasferito a Monte Mario - e le suore di vita attiva, il campanile romanico, il chiostro e il capitolo nel loro significato religioso. Su tutte le `memorie'; avrà il primato quella dell'icona della Madonna detta di San Sisto, riprodotta nella vetrata dell'abside della Basilica.
Il contenuto del volume è tratto dalle opere che studiosi autorevoli e sicuri hanno dedicato a San Sisto negli ultimi decenni.
Una storia più completa e documentata è in preparazione e si spera di vederla pubblicata entro il 1993, anno centenario della fondazione delle Suore di San Sisto.
Il Libro “San Sisto all’Appia” può essere richiesto a:
Suore Domenicane Missionarie San Sisto, Via Druso 2 – 00184 Roma -
Naturalmente anche per visitare tutto il complesso è possibile farne richiesta tanto più che le Suore hanno la possibilità di ospitare i pellegrini che si recano a Roma
La Chiesa ed il monastero di San Sisto all'Appia, in R. Spiazzi (a cura di), Raccolta di studi storici, Edizioni Studio Domenicano, Bologna, 1992