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Discussione: La banda degli onesti

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    Veneta sempre itagliana mai
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    '' E' in gran parte merito di Luca Cordero di Montezemolo se la Juventus non si rivolse ai tribunali ordinari '' (Joseph S. Blatter - Presidente F.I.F.A. - Dicembre 2007)
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    Predefinito La banda degli onesti

    prendo da altro sito....da leggere con attenzione


    GIÙ LE MANI DALLO SCUDETTO (LA BANDA DEGLI ONESTI). DI FRANCESCO CHERCHI
    di AV
    Settantasei giornate di campionato al comando della classifica, 53 vittorie in due anni con 136 reti segnate e 51 subite. Una trionfale cavalcata che ha portato la Juventus alla conquista del suo 29esimo scudetto, figlio di una schiacciante superiorità suffragata da quei 91 punti finali che mai nessuna squadra nella storia del calcio ha mai totalizzato. I bianconeri hanno frantumato quasi tutti i record ed hanno chiuso la stagione con 27 vittorie, 10 pareggi ed una sola sconfitta. Una squadra tenace e spettacolare, capace di dettare la propria legge in casa ed in trasferta. Memorabile l’1-4 dell’”Olimpico” sulla Roma alla 12.a giornata e l’1-2 del “Franchi” sulla Fiorentina alla 14.a. Quindi l’impresa di San Siro alla 25.a. giornata, con la Vecchia Signora che impartisce una severa lezione di calcio alla presuntuosa Inter di Mancini, letteralmente umiliata dallo spunto di Ibrahimovic e dal capolavoro su punizione di Capitan Del Piero. Orbene, non c’erano ombre dietro questo Tricolore, se non quella occulta dei potentati del calcio, capeggiati da noti personaggi che ormai stanchi di viaggiare per l’’Italia con l’etichetta dei perdenti hanno architettato quel Trappolone chiamato Calciopoli. L’Inter di Massimo Moratti e di Tronchetti Provera rientra sicuramente in questa schiera, come testimoniano i tragici eventi delle ultime settimane: Juventus spinta in Serie B e scudetto magicamente assegnato ai nerazzurri, su precisa volontà del neocommissario straordinario della Federcalcio Guido Rossi,ex consigliere nerazzurro, e del subcommissario Paolo Nicoletti, «legato da rapporti professionali con la Saras della famiglia Moratti». Alla faccia dell’onestà, rivendicata con strabiliante ipocrisia da Massimo Moratti, da Mancini e da tutti i componenti della rosa. "E’ lo scudetto della correttezza - ha detto il patron nerazzurro -. Siamo fieri di questi successo. Era giusto premiare chi si è sempre comportato onestamente". Davanti a cotanta spudorezza anche il più morigerato tra i tifosi bianconeri è trasalito: "Ma che ca**o sta dicendo?", si sono detti in tanti. Moratti dipinge l’Inter come la verginella del calcio italiano, dimenticandosi forse di tutte le porcate fatte in tempi più o meno recenti dalla sua società. Forse è il caso che qualcuno gli rinfreschi un po’ la memoria:

    LE CONFESSIONI DI FERRUCCIO MAZZOLA: "LA GRANDE INTER VINCEVA COL DOPING".
    Ferruccio Mazzola, ex Inter negli anni Sessanta, racconta di doping e della Grande Inter. Pillole nel caffè che Helenio Herrera avrebbe dato ai giocatori, molti dei quali sono scomparsi. Fratello minore di Sandro, chiama a testimoniare in un’aula del tribunale di Roma i campioni che hanno fatto la storia del calcio ricorda tutto, lo scrive e lo dice: «All’Inter ci dopavano come bestie».
    ’’L’allenatore dava le pasticche da mettere sotto la lingua. Le sperimentava sulle riserve, io ero spesso tra quelle, e poi le dava anche ai titolari. Un giorno Herrera si accorse che le sputavamo, allora si mise a scioglierle nel caffè. Da quel giorno il caffè di Herrera divenne una prassi. Una volta, dopo quel caffè, era un Como-Inter del 1967, sono stato tre giorni e tre notti in uno stato di allucinazione totale, come un epilettico. Oggi tutti negano incredibilmente’. Con la biografia ’Il terzo incomodo’, Ferruccio ha rotto con il fratello Sandro e si è guadagnato la querela per diffamazione di Facchetti, ma è comunque strano che nessuno dei personaggi tirati in mezzo abbia parlato del libro, fosse anche per smentire quello che c’è scritto senza entrare nel rapporto personale Sandro-Ferruccio, più materia da psicanalisi che da addetti ai lavori-livori calcistici. Perchè al di là del merito della questione, la base di tutto è l’omertà che esiste in ogni ambiente professional-corporativo, dai professori universitari ai giornalisti. Chi vuole rimanere nel giro del calcio non può parlare né esprimere opinioni sue, nemmeno se ha visto morire prematuramente buona parte dei compagni di squadra. E non erano tutte riserve... Chiamato a testimoniare dal tribunale di Roma, il fratello minore di Sandro ha richiesto a sua volta le testimonianze degli ex compagni nerazzurri Corso, Suarez, Facchetti, Burgnich, Bedin, Domenghini, Guarneri. «Non l’ho fatto partire io questo processo, mi ci hanno tirato dentro. Ma adesso devono parlare tutti, deve venire fuori tutto».

    LA DENUNCIA DI GEORGATOS: "DOPING ANCHE ALL’INTER".
    "In squadra c’era chi prendeva pillole". Grigoris Georgatos in contropiede è andato poche volte almeno nei due anni passati ad Appiano Gentile. Centrocampista offensivo o attaccante aggiunto, della sua brave tappa milanese si ricordano in pochi, una parentesi a riflettori spenti. Oggi, il quasi trentaquattrenne greco alle dipendenze del tecnico norvegese Trond Sollied all’Olympiacos scuote però l’ambiente nerazzurro dalle colonne del quotidiano Ethno Sport. E’ una lunga confessione quella di Georgatos, un’intervista che suona come un atto di accusa all’indirizzo di qualche compagno d’avventura di allora. «... non ho mai fatto uso di anabolizzanti nella mia carriera, ma ho visto alcune cose ed ho capito cosa stava accadendo...», e ancora: «... il club non aveva niente a che fare, ho visto giocatori prendere pillole e fare iniezioni... l’Inter non c’entrava nulla... c’erano gruppi di persone che rifornivano i giocatori...». Affondi pesanti, passaggi che vogliono, nelle intenzioni del centrocampista greco, svelare certe pratiche di spogliatoio senza che la società ne fosse a conoscenza. L’Inter non avrebbe alcuna responsabilità, ci tiene a precisare più volte Georgatos. Nessun dirigente nerazzurro poteva essere al corrente di «... pillole o punture...» sospette. L’atto di accusa continua e, senza svelare i nomi dei giocatori, il centrocampista greco disegna comunque un identikit, seppur sbiadito, dei suoi accusati. «... chi gioca per tanti anni ad alti livelli non ha bisogno di ricorrere agli anabolizzanti... chi gioca pochi anni ad altissimi livelli e poi sparisce invece...

    SCANDALO PASSAPORTI. ORIALI E RECOBA PATTEGGIANO.
    Il Gip del Tribunale di Udine, Giuseppe Lombardi, ha accolto la richiesta di patteggiamento dell’attaccante uruguayano dell’Inter, Alvaro Recoba, e di Gabriele Oriali, responsabile dell’area tecnica della società nerazzurra, infliggendo la pena di sei mesi di reclusione ciascuno (sostituita con una multa di 21.420 euro) per i reati di concorso in falso e ricettazione. I patteggiamenti sono stati definiti nell’ambito dell’inchiesta sulle procedure seguite per far diventare comunitari giocatori che invece, nella realtà, non avevano antenati in Europa. Nell’inchiesta, divisa in vari filoni, sono coinvolte 31 persone, fra le quali 12 calciatori. Oltre al concorso in falso per l’assenza di antenati in Europa, a Recoba e Oriali l’accusa contesta il reato di ricettazione relativo alla patente italiana ottenuta dal calciatore uruguayano, che faceva parte di un gruppo di documenti rubati negli uffici della Motorizzazione di Latina. E la giustizia sportiva intanto latita.

    "FACCHETTI FIRMO’ FALSE FIDEIUSSIONI PER LA REGGINA".
    L’ex DG della Juve Luciano Moggi fa riferimento a "fideiussioni false" sottoscritte da Facchetti in favore della Reggina. Lucianone attacca: "Fatemi capire, il passaporto falso di Recoba per cui l’Inter ha patteggiato, che cos’è? Qual è la sola società di serie A che ha cointeressenze con una di B? Non è l’Inter con lo Spezia? Fatemi capire, c’è differenza se Moggi va a cena da Bergamo con lo scudetto già in tasca e Giacinto Facchetti si attovaglia, con Bergamo, mentre l’Inter ancora lotta per un posto in Champions? Le fideiussioni false firmate da Giacinto Facchetti per la Reggina, non sono forse illeciti pieni? E allora perché la presunzione dell’illecito - cioè non il peccato, ma il solo pensiero del peccato - è sufficiente alla giustizia sportiva per condannare? Lo chiedo, badate, non per me, ma per un club come la Juventus condannato con quella penalizzazione in serie B. Io ho molti tifosi che mi chiamano e mi informano. Nel mondo dei tifosi ce n’è di tutti i tipi. C’è chi arriva a fatica a fine mese e, nonostante ciò, compra un biglietto di curva e chi invece bazzica il mondo della finanza e degli affari".

    FACCHETTI E LE CENE CON BERGAMO.
    "Andavo a cena con Facchetti e con lui parlavo anche di griglie arbitrali". Paolo Bergamo, ex designatore arbitrale ammette i suoi frequenti incontri con Facchetti durante la trasmissione televisiva "Matrix": "A casa mia venivano molti dirigenti, non solo Moggi. Ad esempio veniva spesso anche Giacinto Facchetti, mio amico da trent’anni. Non ci vedo nulla di male E con il presidente dell’Inter potevo parlare di griglie tranquillamente". E Moggi giustamente ha sbottato: "Fatemi capire, c’è differenza se Moggi va a cena da Bergamo con lo scudetto già in tasca e Giacinto Facchetti si attovaglia, con Bergamo, mentre l’Inter ancora lotta per un posto in Champions?

    SCANDALO INTERCETTAZIONI. "PAIRETTO A FACCHETTI: "TI HO MESSO MEIER".
    C’è anche il presidente dell’Inter Giacinto Facchetti in due intercettazioni fatte dalla Procura di Torino all’ex designatore arbitrale Gigi Pairetto nell’ambito dell’inchiesta sulla frode sportiva. Il primo colloquio tra Pairetto e Facchetti è del 15 settembre 2004. Sono le 12,59. Al centro della telefonata tra i due ci sono le valutazioni sugli arbitri di Champions League (l’Inter era in un girone con il Valencia, il Werder Brema e l’Anderlecht) e alcune tessere dell’Inter per Pairetto.
    FACCHETTI: "e li han gia’ deciso poi per le prossime partite?". PAIRETTO: "si’ sulla seconda c’e’ Meier eh poi ok". FACCHETTI: "sulla seconda quella con..." PAIRETTO: "qual’e’ non non". FACCHETTI: "non con il Valencia". PAIRETTO: "non quella...l’ult..qual’e’ la terza di di". FACCHETTI: "la terza" PAIRETTO: "quella piu’ importante che avete". FACCHETTI: "la terza e’ con l’Anderlecht eh la terza è l’Anderlecht". PAIRETTO: "non allora aspetta te lo...ce l’ho di là infatti avevo detto ho fatto mettere Meier, no allora è la seconda perché era la partita quella importante". FACCHETTI: "eh si perche’ dovrebbe essere". PAIRETTO: "allora dovrebbe essere quella adesso te...lo vado a prendere e te lo dico". FACCHETTI: "me lo dici". PAIRETTO: "te lo verifico si si si e te lo dico". FACCHETTI: "grazie". PAIRETTO: "e te lo dico subito perche’ avevo fatto mettere Meier appunto perche’ e’ un arbitro molto..." FACCHETTI: "si perche’ li a Valencia" PAIRETTO: "affidabile, no no li’ a Valencia e’ un ambientino...bello tosto, anche se ieri e’ stato un bel risultato, lui è stato bravo". FACCHETTI: "si’ si’ buono abbiamo sofferto fino all’ultimo perche’ un gol solo non si sa mai". PAIRETTO: "si’ si’ infatti, poi loro in dieci quindi era un po"’. FACCHETTI: "eh pero’ sai si sbagliano". PAIRETTO: "eh si nel calcio basta un...sbagliare un calcio di rigore" FACCHETTI: "eh eh" PAIRETTO: anche psicologicamente no e’ non e’ il massimo quindi". FACCHETTI: "eh si’ ma" PAIRETTO: "va bene". FACCHETTI: "va bene fammi sapere". PAIRETTO: "allora ti chiamo e ti faccio sapere". FACCHETTI: "fammi sapere grazie". PAIRETTO: "per le tessere invece le hai gia’...". FACCHETTI: "si le tessere sono, guarda abbiamo...pensa che ieri hanno consegnato" PAIRETTO: "si". FACCHETTI: "le tessere ai consiglieri sono" PAIRETTO: "solo fate adesso proprio". FACCHETTI: "sono arrivate talmente in ritardo voi preferite mandarle a ritirare magari ?". PAIRETTO: "Io posso magari anche chiedere se va a ritirarle". FACCHETTI: "fammi sapere se". PAIRETTO: "magari dico alla persona che puo’ andare a ritirare in sede ?" FACCHETTI: "aspetta aspetta che sento la signora". PAIRETTO: "si cosi’ eventualmente..." FACCHETTI: Monica, sono al telefono con Pairetto mi chiedeva le loro due te...sono li ? gli dico di mandare a ritirare almeno cosi’ eh ? eh si si allora mi faccio dire il nome di chi viene a ritirarle grazie. Eccola se tu sono, erano li pronte". PAIRETTO: "perfetto allora io adesso" FACCHETTI: "mi sai dire il nome di chi viene a ritirare". PAIRETTO: "te lo faccio sapere di chi viene a ritirarle il nome cosi"’. FACCHETTI: "si perche’ non si sa mai". PAIRETTO: "no no se non passa un altro se le prende è chiaro". FACCHETTI: "va bene". PAIRETTO: "va bene allora cosi’ ti dico anche l’al...tutte e due le cose anche l’ altra". FACCHETTI: "grazie". PAIRETTO: "ok grazie" FACCHETTI: "ciao". PAIRETTO: "buon appetito ciao"
    Un’ altra telefonata è del 16 settembre 2004. Sono le 9,28 del mattino. PAIRETTO: "pronto". FACCHETTI: "si Pierluigi". omissis PAIRETTO: "allora la seconda e’ Anderlecht non e’ Valencia". FACCHETTI: "la seconda non e’ ah ero convinto". PAIRETTO: "no, no infatti mi dicevo porca miseria che abbia confuso io e allora son andato a vedere ad Anderlech c’e’ Vassaras il greco". FACCHETTI: "chi e"’. PAIRETTO: "Vassaras". FACCHETTI: "ah Vassaras". PAIRETTO: "Vassaras si e’ un top class e la Mayer poi con il Valencia". FACCHETTI: "e la Mayer" PAIRETTO: "si che era quello che". FACCHETTI: "si ho visto ieri". PAIRETTO: "ha fatto bene". FACCHETTI: "si si ho visto che". omissis FACCHETTI: "chi passa a ritirare le tessere allora ?" PAIRETTO: "allora Santambrogio". FACCHETTI: "ah Santambrogio". PAIRETTO: "sempre Santambrogio". FACCHETTI: "va bene va bene".

    GUIDO ROSSI, L’ULTRA’ NERAZZURRO MESSO A CAPO DELLA FIGC.
    Il commissario straordinario della Federcalcio che ha scippato lo scudetto alla Juventus per consegnarlo all’Inter è nientemeno che un ultrà nerazzurro. Guido Rossi, infatti, stimatissimo e costosissimo avvocato milanese di 75 anni, professore emerito di diritto al quale è toccato in sorte pure di avere sotto esame Barbara Berlusconi, è un uno che arriva, rimette in sesto aziende e gruppi industriali, redime questioni finanziarie e quant’altro e se ne vola via come un supereroe. Tra le sue opere figurano il risanamento del gruppo Ferruzzi e la guida di Telecom negli anni della privatizzazione, con qualche ombra legata ai fatti di Telekom Serbia. Più recentemente è stato consulente per Abn Amro per la conquista di Antonveneta, contro Fazio, Fiorani e i furbetti del quartierino, poi travolti dalle intercettazioni telefoniche. Ha anche contribuito a risolvere la questione del controllo della BNL. Nonostante passi tutto il suo tempo tra denaro e capitalisti, passa per uomo di sinistra e fu anche eletto senatore indipendente del PCI nel 1987. E’ stato consulente di grandi gruppi come la Montedison e l’Inps, legale di Mediobanca, nel CdA delle Assicurazioni Generali e presidente della Consob. Ha avuto un lungo contenzioso con Silvio Berlusconi ai tempi delle guerre mondadoriane contro Carlo De Benedetti. Insomma uno con due “cosi così” come direbbe Gattuso. Nella notizia del 16 maggio che annunciava la sua nomina alla Figc, si trova conferma della sua fede calcistica: “Nota di colore, Guido Rossi è tifoso dell’Inter” (AGI/DS). Sul Guido Rossi tifoso da curva sempre con sciarpa nerazzurra al collo circolano gustosi aneddoti, come quello raccontato da Milly Moratti: “E’ un uomo passionale, tutt’altro che compassato. Ricordo un gol importante dell’Inter e ho in mente la sua reazione: si alzò e baciò e abbracciò mio marito Massimo. Rimasi colpita da quella reazione istintiva. Ma l’uomo è fatto così: un grande impasto di razionalità e umanità che calamita simpatia”. Il giorno dopo la nomina, il presidente di Telecom Tronchetti Provera, sponsor e tifoso illustre dell’Inter, dichiarava: “Il calcio deve ottenere ’chiarezza’ in tempi rapidi e poi, cosi’, potra’ ’voltare pagina’ e ripartire. Credo che con Guido Rossi sia possibile”’.
    Rossi però, oltre ad essere tifoso interista, è stato effettivamente nel consiglio d’amministrazione del club di via Durini dal 1995 al 1999, nella prima fase dell’era Moratti. Ha elargito i suoi preziosi consigli riguardo al contratto di Ronaldo ma non solo; ha rappresentato Inter, Milan e Juventus nella guerra per i diritti televisivi scatenata dalla Fiorentina e dal consorzio Calcio Italia. E pensare che Diego Della Valle per un certo periodo era stato anche lui nel CdA dell’Inter. Pare che la ruggine con Rossi risalga a quell’epoca. Quando è diventato commissario straordinario della Figc, all’onorevole di Forza Italia Paniz che gli aveva chiesto conto del possibile conflitto di interessi, come ex componente del CdA dell’Inter, Rossi ha replicato: ’Il fatto che io sia stato per un brevissimo periodo [quattro anni, ndr] nel Cda dell’Inter e che io sia amico personale di Massimo Moratti non c’entra niente. Moratti da quando ho assunto questo incarico per la sua estrema delicatezza non mi ha più neanche telefonato...’

    CLAMOROSO: NICOLETTI, SUBCOMMISSARIO FICG, E’ "SOCIO" DI MORATTI.
    Scudetto 2005-2006 ai nerazzurri? «Sarebbe uno scandalo visto che il vice commissario della Figc lavora per la famiglia Moratti». Ad addensare ombre sull’«operazione-pulizia» della Federazione è un’interrogazione rivolta al ministro dello Sport Giovanna Melandri dalla senatrice Maria Burani Procaccini. A Palazzo Madama, quindi, Forza Italia avanza pesanti dubbi sul processo a Calciopoli e punta l’indice sul subcommissario della Figc, Paolo Nicoletti, «figlio dell’avvocato Francesco Nicoletti, originario di Dipignano, in provincia di Cosenza, trasferitosi negli Anni Sessanta a Milano per divenire stretto collaboratore e legale di fiducia di Angelo Moratti». Nicoletti, dunque, è «legato da rapporti professionali con la Saras della famiglia Moratti». Un inaccettabile conflitto d’interessi, secondo la Burani Procaccini, che manda in frantumi la terzietà degli organismi federali, «soprattutto se lo scudetto 2005-2006 fosse assegnato all’Inter». Il pericolo infatti è che al duopolio Juventus-Milan che «ha gestito il calcio per tanti anni» si sostituisca un monopolio che veda «l’Inter con uomini di sua fiducia piazzati in Federazione». La richiesta della senatrice di Forza Italia è perentoria: dimissioni immediate dei «Moratti-boys» dagli incarichi dirigenziali in Figc. In serata, però, una nota della Federazione smentisce seccamente che l’avvocato Nicoletti sia legato da alcun rapporto professionale con l’azienda Saras, il gruppo industriale del settore petrolifero che fa capo al patron dell’Inter, Massimo Moratti.

    TRONCHETTI E MORATTI TENEVANO SOTTO CONTROLLO DE SANTIS: DALL’INTER A TELECOM, I 100 MILA FILE DEGLI SPIONI. (Inchiesta pubblicata da l’"Espresso").
    Ricordate lo spionaggio contro Piero Marrazzo e Alessandra Mussolini? Era soltanto un capitolo della spy story che coinvolge la Telecom e che ora si arricchisce anche di un capitolo calcistico. Ma la vera notizia è che l’intero archivio illegale è stato finalmente trovato e quel che si immagina da tempo diventa purtroppo una realtà che inquieta. Gli spioni privati, ingaggiati e pagati da Pirelli e dalla sua controllata Telecom Italia, hanno raccolto migliaia di "fascicoli" sul conto di politici, uomini di finanza, banchieri e finanche su arbitri e manager di calcio. I più prudenti e discreti, tra gli interlocutori, sono disposti a dire che "i file raccolti illegalmente sono decine e decine di migliaia". Altre fonti offrono un numero tondo: "I file sono centomila". Ora l’"archivio" è all’esame della procura di Milano. Che, dopo molti tentativi infruttuosi, è riuscita a entrare nella memoria di un computer difeso con dieci livelli di protezione e scovato quasi per caso. I tecnici dei pubblici ministeri sarebbero forse ancora al lavoro se l’ultima, decisiva password non fosse stata fornita proprio dallo "spione" capo, Emanuele Cipriani, 45 anni, boss di un’importante agenzia d’investigazione, la Polis d’Istinto, da tre lustri al centro di un network d’intelligence messo su da Giuliano Tavaroli, 46 anni, già responsabile della sicurezza di Telecom. Entrambi sono accusati di "associazione per delinquere finalizzata alla rivelazione del segreto istruttorio" (da una costola di quest’inchiesta sono già saltate fuori le manovre storte contro Piero Marrazzo e Alessandra Mussolini). Il pasticcio spionistico incrocia anche lo scandalo del calcio. Per quanto racconta Emanuele Cipriani ai magistrati, nei file illegali della Polis d’Istinto ci sono alcuni dossier raccolti, su input dell’Inter di Massimo Moratti e ordine di Marco Tronchetti Provera, contro l’arbitro Massimo De Santis, il direttore sportivo di Messina e Genoa Mariano Fabiani, il direttore sportivo del Catanzaro Luigi Pavarese. La scoperta ha amareggiato (e irritato) molto la Procura di Milano. Ai pubblici ministeri, tre anni fa, è stata segnalata la confessione che l’arbitro Danilo Nucini affida "in privato" al presidente dell’Inter, Giacinto Facchetti. La "giacca nera" racconta della presunta e mai provata collusione tra Luciano Moggi e l’arbitro De Santis, accusati di movimentare le partite a loro piacimento. Quindi il club neroazzurro si rivolge alla rete spionistica di Telecom, alla Polis d’Istinto di Emanuele Cipriani, per venire a capo della presunta corruzione di Massimo De Santis. caso rischia di essere archiviato, ma durante alcune perquisizioni ordinate nell’ambito dell’inchiesta su Cipriani spunta un dvd. Contiene gli atti di una indagine privata compiuta proprio su De Santis e Fabiani. «Con il presente report - si legge sull’intestazione datata febbraio 2003 - siamo a riportare quanto emerso dall’attività di intelligence attualmente in corso a carico del De Santis Massimo e della di lui coniuge, sviluppata al fine di individuare eventuali ‘‘incongruità’’ in particolare dal punto di vista finanziario e patrimoniale a carico del soggetto di interesse, oltre a collegamenti con tali Pavarese Luigi e Fabiani Mariano». Il primo è attualmente il direttore sportivo del Catanzaro. Allegate al fascicolo ci sono le foto dell’abitazione romana di De Santis che documentano gli appostamenti. Ma soprattutto l’esito delle ricerche patrimoniali, l’elenco delle proprietà, quello delle automobili acquistate, persino gli hotel dove avrebbe soggiornato tra il 2001 e il 2002.

    Se Moratti è pulito... "Moggi santo, subito".

    Francesco Cherchi




  2. #2
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    visto che i soliti noti intertristi, aldilà di augurare buona B non entrano nel merito dell'articolo, lo chiudiamo e lo mettiamo in rilievo

 

 

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