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    Predefinito 21 luglio - S. Lorenzo da Brindisi, dottore della Chiesa

    In onore di questo infaticabile predicatore contro le eresie e per la crociata contro i turchi, apro questo thread.

    Aug.

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    dal sito SANTI E BEATI (con piccole modifiche):

    San Lorenzo da Brindisi, Sacerdote e dottore della Chiesa

    21 luglio - Memoria Facoltativa

    Brindisi, 22 luglio 1559 - Lisbona, 22 luglio 1619

    Giulio Cesare Russo (questo era il suo vero nome) nacque a Brindisi - sul luogo in cui egli stesso volle che sorgesse la chiesa intitolata a Santa Maria degli Angeli - il 22 luglio 1559, da Guglielmo Russo ed Elisabetta Masella. Perse il padre da bambino e la madre ch'era appena adolescente. A 14 anni fu costretto a trasferirsi a Venezia da uno zio sacerdote, dove proseguì gli studi e maturò la vocazione all'Ordine dei Minori Cappuccini. Assunse il nome di Lorenzo e il 18 dicembre 1582 divenne sacerdote. Nel 1602 fu eletto Vicario generale. Nel 1618, sentendosi prossimo alla fine, voleva tornare a Brindisi, ma i nobili napoletani lo convinsero a recarsi dal re di Spagna Filippo III, per esporre le malversazioni di cui erano vittime per colpa del viceré spagnolo Pietro Giron, duca di Osuna. Il 22 luglio 1619 padre Lorenzo morì a Lisbona, forse avvelenato. Fu beatificato nel 1783 da Pio VI; canonizzato nel 1881 da Leone XIII; proclamato dottore della Chiesa, col titolo di doctor apostolicus, nel 1959 da Giovanni XXIII. (Avvenire)

    Etimologia: Lorenzo = nativo di Laurento, dal latino

    Martirologio Romano: San Lorenzo da Brindisi, sacerdote e dottore della Chiesa: entrato nell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini, svolse instancabilmente nelle regioni d’Europa il ministero della predicazione; esercitò ogni compito in semplicità e umiltà nel difendere la Chiesa contro gli infedeli, nel riconciliare tra loro i potenti in guerra, nel curare il governo del suo Ordine. Il 22 luglio morì a Lisbona in Portogallo.
    (22 luglio: A Lisbona in Portogallo, anniversario della morte di san Lorenzo da Brindisi, la cui memoria si celebra il giorno precedente a questo).

    Martirologio tradizionale (21 luglio): San Lorenzo da Brindisi, Confessore e Dottore della Chiesa, dell'Ordine dei Frati Minori Cappuccini, che salì al cielo nel giorno seguente.

    (22 luglio): A Lisbona, in Portogallo, il natale di san Lorenzo da Brindisi Confessore, dell'Ordine dei Frati Minori Cappuccini, il quale, illustre per la predicazione della divina parola, per la celeste dottrina, per le legazioni pontificie e per le imprese felicemente compiute a gloria di Dio e ad utIlità della Chiesa, fu ascritto nei fasti dei Santi dal Papa Leone decimoterzo e dichiarato Dottore della Chiesa universale dal Sommo Pontefice Giovanni vigesimoterzo, il quale fissò la celebrazione della sua festa nel giorno precedente.

    Giulio Cesare Russo nacque da Guglielmo Russo ed Elisabetta Masella il 22 luglio 1559. Allorché intraprese gli studi nelle scuole esterne dei Francescani Conventuali di San Paolo Eremita in Brindisi, era già orfano del padre, scomparso dopo il 1561 e prima del 1565. Tra il 1565 e il 1567 prese l'abito dei conventuali e passò dalla scuola esterna a quella per oblati e candidati alla vita religiosa. In questo periodo tradizioni variamente riportate collocano le prime sortite pubbliche del futuro santo; il riferimento è all'uso dei Conventuali di far predicare i fanciulli in determinate solennità.
    Il futuro santo, orfano ora anche di madre, è in notevoli difficoltà economiche. I parenti, fra questi Giorgio Mezosa suo insegnante presso i Conventuali, non pare se ne prendessero molta cura; è forse per questo che Giulio Cesare, quattordicenne, si trasferisce in Venezia presso uno zio sacerdote che dirigeva una scuola privata e aveva cura dei chierici di San Marco. La scelta, infatti, gli consente di proseguire i suoi studi e maturare la vocazione all'ordine dei Minori Cappuccini. Il 18 febbraio 1575 gli è concesso l'abito francescano e gli è imposto dal vicario provinciale, padre Lorenzo da Bergamo, il suo stesso nome: da quel momento sarà padre Lorenzo da Brindisi. Mandato a Padova a seguire i corsi di logica e filosofia e a Venezia quello di teologia, il 18 dicembre 1582 diviene sacerdote.
    La sua ascesa nell'ordine è rapida; nel 1589 è vicario generale di Toscana; nel 1594 provinciale di Venezia; nel 1596 secondo Definitore Generale; nel 1598 vicario provinciale di Svizzera; nel 1599 ancora Definitore Generale. In questo stesso anno è posto a capo della schiera di missionari che i cappuccini, su sollecitazione del pontefice, inviano in Germania. Qui, a divulgare e ad accrescere la sua fama di santità contribuì un episodio avvenuto nell'ottobre del 1601; il brindisino volle essere uno dei quattro cappellani necessari per assistere spiritualmente le truppe cattoliche nella campagna in atto contro i turchi ed il 9 ottobre giunse ad Albareale, l'attuale Székeshefer vár in Ungheria, ove era accampato l'esercito imperiale.
    Padre Lorenzo, quando il nemico sferrò l'attacco, fu d'esempio sia con la parola che coi comportamenti. I turchi lo ritennero un negromante e un mago, i cristiani un santo. Il 24 maggio 1602, quasi all'unanimità, padre Lorenzo viene eletto vicario generale dell'ordine; con l'alta carica gli è affidato il compito di visitare tutte le province oltre le Alpi.
    Nel triennio del generalato, il 1604, può tornare a Brindisi ove decide la costruzione di una chiesa sotto il titolo di Santa Maria degli Angeli con annesso monastero per le claustrali. Finanziatori dell'opera, che doveva svilupparsi sul luogo stesso in cui era la casa natale del santo, saranno il duca di Baviera, la principessa di Caserta e altre personalità che il cappuccino aveva avuto modo d'incontrare durante le sue missioni in Europa.
    Più volte, dopo il 1604, pensa di tornare a Brindisi e nel 1618 vi è ormai diretto quando è costretto a mutare itinerario e fermarsi a Napoli. Qui è convinto dal patriziato napoletano a recarsi in Spagna per esporre al re Filippo III le malversazioni del viceré don Pietro Giron duca di Ossuna. Il 25 maggio 1619, evitati sicari e ostacoli d'ogni genere, padre Lorenzo raggiunge il re a Lisbona; ricevuto il giorno seguente, a conferma delle sue parole soggiunse che era sicuro di ciò che riferiva quanto del fatto che presto sarebbe morto e che il re, se non avesse provveduto al bene dei propri sudditi, lo sarebbe stato entro due anni. Il 22 luglio del 1619, forse avvelenato, il brindisino moriva; il 31 marzo 1621, giusto l'ammonimento, si spegneva Filippo III che aveva continuato a favorire di fatto l'Ossuna.
    Padre Lorenzo sarà beatificato nel 1783 da Pio VI, canonizzato nel 1881 da Leone XIII, proclamato dottore della chiesa, col titolo di doctor apostolicus, nel 1959 da Giovanni XXIII.
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    Frate Lorenzo Russo è a Piacenza malato; grave, ma ancora vivo. Anzi, guarirà. Ma intanto il duca Ranuccio I di Parma si fa già promettere dai Cappuccini la consegna della salma, da tenere come reliquia. Questo accade nel 1616. Nel 1619 il frate muore a Lisbona, in casa di don Pedro di Toledo (già governatore spagnolo di Milano), e questi vuole il suo corpo per mandarlo a un monastero della Galizia fondato da sua figlia.
    D’altra parte già nel 1601, alla battaglia di Albareale (poi Székesfehérvàr, in Ungheria) contro i Turchi del sultano Maometto III (Mehmet III), molti soldati imperiali (dell'imperatore Rodolfo II) lo credevano un essere soprannaturale, vedendolo passare disarmato e illeso tra frecce, pallottole e scimitarre, per soccorrere feriti e confortare morenti. Questo frate Lorenzo Russo da Brindisi è principalmente uno studioso, ma le vicende del tempo fanno della sua vita un’avventura continua.
    Orfano dei genitori a 14 anni, è accolto da uno zio a Venezia. Studia a Verona e a Padova, poi ancora a Venezia. Si è fatto cappuccino, nel 1582 è ordinato prete, nel 1586 è maestro dei novizi, e poi avrà sempre cariche nell’Ordine, fino a quella di Generale. Lui è uomo da libri, conoscitore eccezionale della Bibbia (che può citare a memoria anche in ebraico), e diviene famoso come predicatore, appunto per la vasta cultura, aiutata poi dalla bella voce e dalla figura imponente.
    Lo mandano sulle prime linee più difficili: in Boemia, per esempio, dove in gran parte la popolazione si è staccata dalla Chiesa cattolica. Accolto ostilmente, si dedica a un’intensa predicazione, sostiene controversie, guida l’opera dei Cappuccini. L'evidente coerenza tra le sue parole e la sua vita lo fa rispettare anche da autorevoli avversari. Quando celebra la messa, poi, lo si vede davvero “rivivere” il sacrificio della Croce rinnovato sull’altare: si può respingere la sua fede, ma non si resta indifferenti di fronte al suo modo appassionato di sentirla e di manifestarla.
    I papi e vari prìncipi europei gli affidano continue missioni diplomatiche. Per tre anni frate Lorenzo rappresenta la Santa Sede in Baviera. E i napoletani, che non ne possono più del duca di Osuna (viceré spagnolo), vogliono lui come loro ambasciatore presso Filippo III di Spagna. Il 26 maggio 1619, evitato l'agguato di sicari ed ostacoli di varia natura, padre Lorenzo viene ricevuto alla corte di Filippo III. Al termine del colloquio col sovrano per conferma le sue parole profetizza al re la propria morte imminente e che se il sovrano non avesse provveduto ai propri sudditi, sarebbe deceduto entro due anni. Appunto nel corso di questa missione lo coglie la morte; e immediata si divulga la voce della sua santità. Il 31 marzo 1621, come profetizzato, si spegneva anche Filippo III, che aveva ignorato le richieste napoletane e aveva favorito il vicerè Ossuna.
    La causa canonica, però, viene bloccata dai decreti di papa Urbano VIII (1623-1644) che modificano i procedimenti per i santi. Riprenderà nel XVIII secolo, concludendosi con la beatificazione ad opera di papa Pio VI il 1° giugno 1783 e la canonizzazione ad opera di Leone XIII l'8 dicembre 1881.
    I suoi scritti rimangono inediti fino all’edizione integrale negli anni 1925-1956, in seguito alla quale Giovanni XXIII, il 19 marzo 1959, con breve apostolico Celsitudo ex humilitate, proclamerà san Lorenzo da Brindisi Dottore della Chiesa, con la qualifica di doctor apostolicus.

    Autore: Domenico Agasso






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    Predefinito Dai «Discorsi» di san Lorenzo da Brindisi, sacerdote.

    Per sostenere la vita spirituale, che abbiamo in comune con gli angeli del cielo, creati come noi ad immagine e somiglianza di Dio, é certamente necessario il pane della grazia dello Spirito Santo e della carità di Dio. Ma la grazia e la carità senza la fede non valgono nulla, perché senza la fede é impossibile piacere a Dio. Né la fede può svilupparsi senza la predicazione della parola di Dio: «La fede dipende dalla predicazione, e la predicazione a sua volta si attua per la parola di Cristo» (Rm 10, 17). Pertanto la predicazione della parola di Dio é necessaria alla vita spirituale, come la semina al sostentamento della vita corporale.
    Perciò Cristo dice: «Il seminatore uscì a seminare la sua semente» (Lc 8, 5). Il seminatore uscì come banditore della giustizia e proprio di essa leggiamo che un tempo si fece banditore Dio, come quando nel deserto diede a tutto il popolo, dal cielo, a viva voce la legge della giustizia. Altre volte fu un angelo del Signore a rimproverare, nel luogo dei piangenti, il popolo per la trasgressione della legge divina (cfr. Gdc 2, 4-5). Per questo tutti i figli d'Israele, udite le parole dell'angelo, pentiti di cuore piansero a dirotto con alte grida. Anche Mosé predicò a tutto il popolo la legge del Signore nelle steppe di Moab, come appare dal Deuteronomio. Finalmente a predicare la parola di Dio venne Cristo, Dio e uomo, che a tal fine inviò gli apostoli, come prima aveva inviato i profeti.
    Perciò la predicazione é un compito apostolico, angelico, cristiano, divino. La parola di Dio é talmente ricca di ogni bene che é come un tesoro di tutti i beni. Da essa sgorgano la fede, la speranza e la carità. Da essa derivano tutte le virtù, tutti i doni dello Spirito Santo, tutte le beatitudini evangeliche, tutte le opere buone, tutti i meriti della vita, tutta la gloria del paradiso: «Accogliete con docilità la parola che é stata seminata in voi e che può salvare le vostre anime» (Gv 1, 21).
    Infatti la parola del Signore é luce per l'intelletto e fuoco per la volontà, perché l'uomo possa conoscere e amare Dio. Per l'uomo interiore, che per mezzo della grazia vive dello Spirito di Dio, é pane ed acqua, ma pane più dolce del miele e acqua migliore del vino e del latte. Per l'anima é un tesoro spirituale di meriti, perciò viene chiamata oro e pietra assia preziosa. E' invece un maglio contro un cuore duramente ostinato nei vizi. E' una spada contro la carne, il mondo e il demonio per distruggere ogni peccato.

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    Predefinito Altra biografia

    Lorenzo da Brindisi

    (1559-1619)

    "DOTTORE APOSTOLICO"


    Nacque a Brindisi il 22 luglio 1559 da Guglielmo Russo e da Elisabetta Masella. Si conosce molto poco della sua infanzia, trascorsa nella città natale, ove ricevette la prima formazione. Rimasto orfano di padre, fu accolto dai conventuali brindisini, tra i quali frequentò con profitto la scuola. Morta piú tardi anche la madre, si trasferí ormai adolescente a Venezia presso uno zio sacerdote, con il quale approfondí la sua formazione culturale e spirituale. A Venezia gli fu possibile conoscere e frequentare i cappuccini, che dimoravano in un umile convento presso la chiesetta di Santa Maria degli Angeli, nell'isola della Giudecca. Fu subito attratto dalla loro vita povera e austera, e presto domandò e ottenne di entrare nell'Ordine. Indossato l'abito cappuccino a Verona il 19 febbraio 1575, fra Lorenzo compí con fervore l'anno di noviziato, vera scuola di ascesi e di santità, ed emise la professione religiosa il 24 marzo 1576. In seguito, prima a Padova poi a Venezia, intraprese lo studio della filosofia e della teologia, mostrando subito un'eccezionale acutezza intellettuale e un'insaziabile sete di sapere; diede importanza particolare alla sacra Scrittura, che apprese tutta a memoria, perfezionandosi anche nelle lingue bibliche. Piú di tutto però si applicò all'acquisto della perfezione religiosa seguendo la scuola bonaventuriana, che privilegiava il fervore della volontà e l'ascensione dello spirito.

    Dopo l'ordinazione sacerdotale, ricevuta dalle mani del patriarca di Venezia Giovanni Trevisan il 18 dicembre 1582, principale attività di Lorenzo fu il ministero della predicazione. Già da diacono aveva predicato un'intera quaresima nella chiesa veneziana di San Giovanni Nuovo: ora percorre tutta l'Italia impegnato nell'annunzio della parola di Dio. Era per questo compito favorito da tutto un corredo di doti fisiche, intellettuali e spirituali, che lo rendevano un vero e fecondo oratore: secondo la scuola francescana, la sua predicazione era saldamente fondata sulla Scrittura, da lui proclamata con lucidità di pensiero e ricchezza espressiva. Sono innumerevoli gli episodi di conversioni che si moltiplicavano attorno a lui, spesso anche tra i non cristiani, come avvenne a Roma dal 1592 al 1594, quando predicò agli ebrei per incarico delle autorità pontificie.
    Presto Lorenzo fu chiamato a compiti di responsabilità e di governo. Dal 1583 al 1586 svolse 1'ufficio di lettore, e nel triennio seguente, dal 1586 al 1589, esercitò l'incarico di guardiano e maestro dei novizi. Nel 1590 fu eletto provinciale di Toscana. Dal 1594 al 1597 fu provinciale di Venezia e venne chiamato allo stesso compito per la provincia svizzera nel 1598. Due anni prima, nel 1596, era stato eletto definitore generale.

    Fondamentale fu l'azione di Lorenzo per la diffusione dell'Ordine cappuccino nella Mitteleuropa. Dopo la fondazione del convento di Innsbruck, nel 1593, toccò a lui accettare il sito per il nuovo convento di Salzburg, fondato tre anni dopo. In territorio imperiale fu fondato ancora nel 1597 un convento nella città di Trento. In seguito a pressanti richieste dell'arcivescovo di Praga Zbynek Berka von Duba, fu deciso nel capitolo generale del 1599 di inviare nella capitale della Boemia il cappuccino di Brindisi a capo di un gruppo di confratelli. L'arrivo a Praga, avvenuto nel novembre 1599, fu subito caratterizzato da innumerevoli difficoltà, causate soprattutto dalla popolazione, in gran parte di tendenze riformistiche e anticattoliche. Un'intensa attività apostolica, centrata sul ministero della predicazione e su un dialogo aperto e familiare, ebbe come frutto la fondazione di un convento e il ritorno alla fede cattolica di molta gente, conquistata dalle convincenti argomentazioni del cappuccino e seprattutto dalla sua fama di santità. Due nuovi insediamenti per i cappuccini furono fondati da Lorenzo nel corso del 1600 a Vienna e a Graz. Un fatto importante fu la sua partecipazione alla crociata antiturca: nonostante l'inettitudine dei comandanti, fu possibile all'esercito cristiano, spiritualmente sostenuto e incoraggiato dal cappuccino, ottenere nell'ottobre 1601 I'importante vittoria di Albareale.

    Nel capitolo generale del 24 maggio 1602 Lorenzo fu eletto generale dei cappuccini: tale nuova carica comportava in primo luogo la visita di tutti i frati. L'Ordine si configurava allora suddiviso in trenta province con circa novemila religiosi, sparsi in tutta Europa: era compito del generale visitare tutte le province e incontrare i frati, esortando e incoraggiando tutti. Il generale risalí l'Italia, visitò la Svizzera, passò per la Franca Contea e per la Lorena; a metà settembre era nei Paesi Bassi e trascorse l'inverno visitando le province francesi di Parigi, Lione, Marsiglia e Tolosa. Nel primo semestre del 1603 era in Spagna, da dove ritornò in Italia, effettuando la visita a Genova, prima di recarsi in Sicilia e nel Meridione. Nonostante le marce massacranti, continuò sempre ad osservare rigorosamente le rigide consuetudini dell'Ordine, i prolungati digiuni e le severe astinenze.

    Dopo il triennio di generalato, fu inviato da Paolo V in Baviera e in Boemia. Oltre all'attività apostolica, svolse un'abile opera diplomatica tra il duca di Baviera Massimiliano di Wittelsbach e le autorità imperiali, che sfociò nella costituzione di una lega cattolica da opporre alla Unione evangelica, stretta tra luterani e calvinisti e tesa a dividere gli stati cattolici per trarne vantaggi territoriali. A tale scopo Lorenzo effettua numerosi viaggi tra Monaco e Praga, e dovette recarsi anche in Spagna, ove riuscí a convincere Filippo III ad appoggiare la lega e ad aiutarla finanziariamente. In seguito, per circa un triennio, dal 1610 al 1613, risiedette a Monaco come rappresentante della Santa Sede. Nel capitolo generale del 1613, eletto per la terza volta definitore generale, fu inviato come visitatore nella provincia di Genova, ove però venne acclamato come provinciale. Solo nel 1616 poté fare ritorno alla sua provincia di Venezia e dedicarsi a un periodo piú intenso di ritiro e di preghiera. Caratteristiche particolari della sua spiritualità, tipicamente francescana e cristocentrica, furono il culto dell'Eucaristia e la devozione alla Madonna. La santa messa, da lui celebrata con fervore incontenibile e ardenti invocazioni, si prolungava normalmente per una, due o tre ore, e spesso, in seguito a un indulto di Paolo V, anche fino a otto, dieci e dodici ore. Alla Vergine Maria egli attribuiva ogni dono e ogni grazia, e nulla risparmiava per diffonderne la devozione.

    Nonostante la sua aspirazione alla vita ritirata, dovette spesso interromperla, su ordine del papa, per missioni diplomatiche finalizzate alla pace e alla concordia. È quello che fece nel 1614, quando trattò la resa dei piemontesi assediati in Oneglia; o nel 1616, quando intervenne per tentare un accomodamento tra spagnoli e piemontesi a Candia Lomellina. Nel 1618 riuscí ad ottenere la pace tra il governatore di Milano don Pedro di Toledo e il granduca di Savoia Carlo Emanuele I. Nell'autunno del 1618 si trovò coinvolto nel tentativo di riportare serenità e pace nel Regno di Napoli, ove lo sfrenato e prepotente viceré don Pedro Téllez Girón duca di Osuna commetteva soprusi e angherie. Rappresentanti della nobiltà e del popolo si rivolsero al santo cappuccino, che ancora una volta dovette sottoporsi alle difficoltà di un lungo viaggio alla corte di Madrid. Quando le trattative stavano ormai per avere effetto positivo, Lorenzo si ammalò gravemente. Stremato dalle fatiche e dalle sofferenze, malgrado l'assistenza dei medici del re, morí il 22 luglio 1619, all'età di 60 anni. Il suo corpo fu trasportato a Villafranca del Bierzo (Galizia), ove fu tumulato nella chiesa del monastero delle francescane scalze.

    Nonostante i gravosi compiti di governo all'interno dell'Ordine e la fervida attività diplomatica esterna, Lorenzo da Brindisi ebbe modo di stendere numerosi scritti, che tra il 1928 e il 1956 sono stati raccolti nell'edizione dell'Opera omnia. Essi possono essere suddivisi in quattro classi: 1. opere finalizzate alla predicazione: sono la maggioranza e comprendono i quaresimali, gli avventuali, i domenicali, il Santorale con una nutrita serie di discorsi per le feste dei santi, il Mariale, vero trattato di mariologia con la presentazione di tutte le prerogative della Vergine Maria e del suo ruolo nella storia della salvezza e una ricca serie di esposizioni sulla Salve Regina, sul Magnificat e sull'Ave Maria; 2. opere esegetiche, tra le quali vanno enumerate la Explanatio in Genesim, ricco commento ai primi undici capitoli del primo libro della Scrittura, e il De numeris amorosis, opuscolo sul significato mistico e cabalistico del nome ebraico di Dio; 3. opere di controversia religiosa: va menzionata soprattutto la Lutheranismi hypotyposis, composta fra il 1607 e il 1609 e indirizzata inizialmente contro il predicante riformato Policarpo Laisero: essa rappresenta una confutazione completa e organica dell'intera dottrina luterana; 4. scritti di carattere personale e autobiografico: si tratta delI'opuscolo De rebus Austriae et Bohemiae, scritto per ordine dei superiori con la narrazione delle vicende occorse nei paesi tedeschi tra il 1599 e il 1612.

    A soli quattro anni dalla morte di Lorenzo da Brindisi fu introdotto dal generale dell'Ordine Clemente da Noto il processo di canonizzazione. Lunghe battute di arresto si verificarono per il noto decreto di Urbano VIII e in seguito per critici eventi di natura politico-religiosa. La beatificazione ebbe luogo per opera di Pio VI il 23 maggio 1783, e circa cento anni dopo fu possibile conseguire la sua iscrizione nell'albo dei santi, effettuata da Leone XIII l'8 dicembre 1881. Dopo l'esame delle sue opere, definite "veri tesori di sapienza", Giovanni XXIII, il 19 marzo 1959, proclamò il santo brindisino Dottore della Chiesa.

    Nell'iconografia i motivi piú ricorrenti sono quelli che si ispirano alla celebrazione della messa e alla scienza del santo, che viene rappresentato in atto di scrivere le sue opere. Un terzo motivo è quello della battaglia di Albareale contro i turchi.

    Vincenzo Criscuolo

    FONTE

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    Maometto III, contro cui fu impegnato in prima persona S. Lorenzo da Brindisi, in un'antica stampa



    Pietro Labruzzi, Ritratto autentico di S. Lorenzo, 1610

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    St. Lorenzo da Brindisi

    (Also: Lawrence, or Laurence, of Brindisi)

    Born at Brindisi in 1559; died at Lisbon on 22 July, 1619. In baptism he received the names of Julius Caesar. Guglielmo de Rossi -- or Guglielmo Russi, according to a contemporary writer -- was his father's name; his mother was Elisabetta Masella. Both were excellent Christians. Of a precocious piety, Lorenzo gave early evidence of a religious vocation. The Conventuals of Brindisi were entrusted with his education. His progress in his studies was very rapid, and, when barely six, he had already given indication of his future success in oratory. Consequently, he was always the one chosen to address, in accordance with the Italian custom, a short sermon to his compatriots on the Infant Jesus during the Christmas festivities. When he was twelve years of age his father died. He then pursued his studies at Venice with the clerics of St. Mark's and under the supervision of one of his uncles. In 1575 he was received into the Order of Capuchins under the name of Brother Lorenzo, and, after his preofession, made his philosophical and theological studies at the University of Padua. Owing to his wonderful memory he mastered not only the principal European languages, but also most of the Semitic tongues. It was said he knew the entire original text of the Bible. Such a knowledge, in the eyes of many, could be accounted for only by supernatural assistance, and, during the process of beatification, the examiners of the saint's writings rendered the following judgment: "Vere inter sanctos Ecclesiae doctores adnumerari potest."

    Such unusual talents, added to a rare virtue, fitted Brother Lorenzo for the most diverse missions. When still a deacon he preached the Lenten sermons in Venice, and his success was so great that he was called successively to all the principal cities of the peninsula. Subsequently, thanks to his numerous journeys, he was enabled to evangelize at different periods most of the countries of Europe. The sermons he left fill no less than eight folio volumes. He adopted the method of preaching in favour with the great Franciscan missionaries, or rather with apostolic workers of all times, who, aiming primarily to reach men's hearts and convert them, always adapt their style of discourse to the spiritual needs of their hearers. Brother Lorenzo held successively all the offices of his order. From 1596 to 1602 he had, as general definitor, to fix his residence in Rome. Clement VIII assigned him the task of instructing the Jews; thanks to his knowledge of Hebrew and his powerful reasoning, he brought a great number of them to recognize the truth of the Christian religion. His saintliness, combined with his great kindliness, completed the preparing of the way for the grace of conversion. His success in Rome caused him to be called to several other cities, where he also baptized numerous Jews. At the same time he was commissioned to establish houses of his order in Germany and Austria. Amid the great difficulties created by the heretics he founded the convents of Vienna, Prague, and Graz, the nuclei of three provinces. At the chapter of 1602 he was elected vicar-general. (At that time the Order of Capuchins, which had broken away from the Observants in 1528 and had an independent constitution, gave its first superior the title of vicar-general only. It was not until 1618 that Pope Paul V changed it to that of minister general). The very year of his election the new superior began the visitation of the provinces. Milan, Paris, Marseilles, Spain, received him in turn. As his coming was preceded by a great reputation for holiness, the people flocked to hear him preach and to receive his blessing. His administration characterized by wise firmness and fatherly tenderness, was of great benefit to the order. At the Chapter of 1605 he refused to undertake for a second term the government of his brethren, but until his death he was the best adviser of his successors.

    It was on the occasion of the foundation of the convent of Prague (1601) that St. Lorenzo was named chaplain of the Imperial army, then about to march against the Turks. The victory of Lepanto (1571) had only temporarily checked the Moslem invasion, and several battles were still necessary to secure the final triumph of the Christian armies. Mohammed III had, since his accession (1595), conquered a large part of Hungary. The emperor, determined to prevent a further advance, sent Lorenzo of Brindisi as deputy to the German princes to obtain their cooperation. They responded to his appeal, and moreover the Duke of Mercœur, Governor of Brittany, joined the imperial army, of which he received the effective command. The attack on Albe-Royal (now Stulweissenburg) was then contemplated. To pit 18,000 men against 80,000 Turks was a daring undertaking and the generals, hesitating to attempt it, appealed to Lorenzo for advice. Holding himself responsible for victory, he communicated to the entire army in a glowing speech the ardour and confidence with which he was himself animated. As his feebleness prevented him from marching, he mounted on horseback and, crucifix in hand, took the lead of the army, which he drew irresistibly after him. Three other Capuchins were also in the ranks of the army. Although the most exposed to danger, Lorenzo was not wounded, which was universally regarded as due to a miraculous protection. The city was finally taken, and the Turks lost 30,000 men. As however they still exceeded in numbers the Christian army, they formed their lines anew, and a few days later another battle was fought. It always the chaplain who was at the head of the army. "Forward!" he cried, showing them the crucifix, "Victory is ours." The Turks were again defeated, and the honour of this double victory was attributed by the general and the entire army to Lorenzo.

    Having resigned his office of vicar-general in 1605, he was sent by the pope to evangelize Germany. He here confirmed the faith of the Catholics, brought back a great number to the practice of virtue, and converted many heretics. In controversies his vast learning always gave him the advantage, and, once he had won the minds of his hearers, his saintliness and numerous miracles completed their conversion. To protect the Faith more efficaciously in their states, the Catholic princes of Germany formed the alliance called the "Catholic League". Emperor Rudolph sent Lorenzo to Philip III of Spain to persuade him to join the League. Having discharged this mission successfully, the saintly ambassador received a double mandate by virtue of which he was to represent the interests of the pope and of Madrid at the court of Maximilian of Bavaria, head of the League. He was thus, much against his wishes, compelled to settle in Munich near Maximilian. Besides being nuncio and ambassador, Lorenzo was also commissary general of his order for the provinces of Tyrol and Bavaria, and spiritual director of the Bavarian army. He was also chosen as arbitrator in the dispute which arose between the princes, and it was in fulfillment of this rtle that, at the request of the emperor, he restored harmony between the Duke of Mantua and a German nobleman. In addition to all these occupations he undertook, with the assistance of several Capuchins, a missionary campaign throughout Germany, and for eight months travelled in Bavaria, Saxony, and the Palatinate.

    Amid so many various undertakings Lorenzo found time for the practices of personal sanctification. And it is perhaps the greatest marvel of his life to have combined with duties so manifold anunusually intense inner life. In the practice of the religious virtues St. Lorenzo equals the greatest saints. He had to a high degree the gift of contemplation, and very rarely celebrated Holy Mass without falling into ecstasies. After the Holy Sacrifice, his great devotion was the Rosary and the Office of the Blessed Virgin. As in the case of St. Francis of Assisi, there was something poetical about his piety, which often burst forth into canticles to the Blessed Virgin. It was in Mary's name that he worked his miracles, and his favourite blessing was: "Nos cum prole pia benedicat Virgo Maria." Having withdrawn to the monastery of Caserta in 1618, Lorenzo was hoping to enjoy a few days of seclusion, when he was requested by the leading men of Naples to go to Spain and apprise Philip III of the conduct of Viceroy Ossuna. In spite of many obstacles raised by the latter, the saint sailed from Genoa and carried out his mission successfully. But the fatigues of the journey exhausted his feeble strength. He was unable to travel homeward, and after a few days of great suffering died at Lisbon in the native land of St. Anthony (22 July, 1619), as he had predicted when he set out on his journey. He was buried in the cemetery of the Poor Clares of Villafranca.

    The process of beatification, several times interrupted by various circumstances, was concluded in 1783. The canonization took place on 8 December, 1881. With St. Anthony, St. Bonaventure, and Blessed John Duns Scotus, he is a Doctor of the Franciscan Order.

    The known writings of St. Lorenzo of Brindisi comprise eight volumes of sermons, two didactic treatises on oratory, a commentary on Genesis, another on Ezechiel, and three volumes of religious polemics. Most of his sermons are written in Italian, the other works being in Latin. The three volumes of controversies have notes in Greek and Hebrew. [Note: In 1959 Pope John XXIII proclaimed St. Lorenzo da Brindisi a Doctor of the Universal Church. His feast is kept on 6 July.]

    Fonte: The Catholic Encyclopedia, vol. IX, New York, 1910

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    Raffaele da Roma, Comunione di S. Lorenzo da Brindisi, XVIII sec., Chiesa dell'Immacolata Concezione, Roma

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    Lightbulb Re: 21 luglio - S. Lorenzo da Brindisi, dottore della Chiesa

    21 LUGLIO 2018: Santa Prassede, vergine e martire; ventunesimo giorno del MESE dedicato alla devozione al PREZIOSISSIMO SANGUE DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO…



    http://www.unavoce-ve.it/gueranger.htm
    "Santa Prassede, vergine, 21 luglio."



    Tradidi quod et accepi
    http://tradidiaccepi.blogspot.it

    https://www.facebook.com/catholictradition2016/
    «Sancti et Sanctae Dei, orate pro nobis.»
    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...da&oe=5BDBA17B





    “SANTA PRASSEDE
    Vergine.
    Semplice.
    Paramenti bianchi.
    SANTA MESSA
    Oggi il Martirologio ricorda a Roma l'anniversario di Santa Prassede, il cui corpo seppellito dapprima nel cimitero di Priscilla, fu poi da Pasquale I, nella sua famosa traslazione in massa dei corpi santi dalle Catacombe, trasportato nella chiesa di Santa Prassede.

    * Prassede, vergine Romana, sorella della vergine Pudenziana, al tempo in cui l'imperatore Marco Antonino perseguitava i Cristiani, ella li assisteva co' suoi averi e cure, e consolava con ogni altro dovere di carità. E alcuni nascondeva in casa; altri esortava alla costanza nella fede: e di altri seppelliva i corpi; a quelli che erano rinchiusi in prigione o trattati da schiavi non faceva mancare niente. Ma non potendo ormai più soffrire tanta strage di Cristiani, pregò Dio che, se fosse utile morire, la togliesse di mezzo a tanti mali. Quindi il 21 Luglio fu chiamata in cielo a ricevere la ricompensa della sua pietà. Il suo corpo fu sepolto dal prete Pastore nel sepolcro del padre e della sorella Pudenziana, nel cimitero di Priscilla sulla via Salaria.
    * Prassede, vergine, santa, martire di Roma, ricordata con Potenziana dagli Itinerari del VII secolo nel cimitero di Priscilla sulla via Salaria. Il 20 gennaio dell’817 Pasquale I fece portare i corpi di 2300 martiri dagli ipogei all’interno della città, distribuendoli in varie chiese. A S. Prassede depose nella cripta, posta sotto l’altare maggiore, moltissime reliquie provenienti dalle Catacombe di S. Alessandro sulla via Nomentana. L’altare e il restauro della cripta si debbono al cardinale Ludovico Pico della Mirandola che vi collocò nel 1730 quattro sarcofagi romani, l’ultimo a destra in basso conserva il corpo della martire. Nello stesso sarcofago, secondo una duplice iscrizione, vi dovrebbero essere anche i resti di sua sorella Potenziana (Pudenziana). Il capo di S. Prassede, menzionato nel pontificato di S. Leone IV ai Ss. Quattro Coronati, è nell’altare papale del Sancta Sanctorum. La cassetta reliquiario fu esposta al Museo Sacro e Cristiano della Biblioteca Vaticana dal 19 giugno 1905 al 13 settembre 1907.
    (Dall'opera «Reliquie Insigni e "Corpi Santi" a Roma» di Giovanni Sicari)
    - Al Vangelo.
    ** Omelia di san Gregorio papa.
    Omelia 11 sui Vangeli.
    Il regno dei cieli, fratelli carissimi, si dice simile a cose terrene, affinché l'anima si elevi da ciò che conosce a ciò che non conosce affatto, così che dall'esempio delle cose visibili si sollevi alle invisibili, e come incitata da ciò che ha appreso, s'infiammi a tal punto da imparare ad amare, per mezzo dell'affetto per un bene conosciuto, anche beni sconosciuti. Ecco dunque che il regno dei cieli si paragona ad un tesoro nascosto in un campo. L'uomo che l'ha trovato, lo tiene nascosto e, per la gioia di possederlo, va a vendere tutto ciò che possiede e compra quel campo.
    Ed in ciò si deve anche notare che il tesoro trovato viene nascosto perché sia conservato: poiché non riuscirà a difendere dagli spiriti maligni l'ardore del desiderio che sente per il cielo, colui che non lo sottrae alle umane lodi. Infatti nella vita presente ci troviamo come in una via, lungo la quale ci dirigiamo alla patria. Gli spiriti maligni ci tendono insidie lungo la strada, come ladruncoli. Portare dunque pubblicamente un tesoro per via è come desiderare di essere derubati. Ora io dico questo, non perché il prossimo non veda le nostre opere buone, poiché sta scritto: "Vedano le vostre opere buone e glorifichino il Padre vostro che è nei cieli"; ma perché non cerchiamo lodi dall'esterno per quello che facciamo. L'opera quindi sia pure pubblica, ma rimanga occulta l'intenzione; affinché noi possiamo dare al prossimo l'esempio di un'opera buona, e tuttavia con l'intenzione, per la quale cerchiamo di piacere soltanto a Dio, desideriamo sempre il segreto.
    Il tesoro è il desiderio del cielo, e il campo nel quale è nascosto, è una vita degna del cielo. Vende subito ogni cosa per comperare questo campo chi, rinunziando ai piaceri della carne, con pratica esatta di questa vita di cielo, calpesta tutti i suoi desideri terreni, così che nulla più gli piaccia di ciò che solletica la carne, e il suo spirito non tema nulla di ciò che distrugge la vita carnale.”
    https://sardiniatridentina.blogspot....rgine.html?m=1
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    "Santa Prassede - Sodalitium"
    Santa Prassede - Sodalitium
    http://www.sodalitium.biz/santa-prassede/
    «21 luglio, Santa Prassede, Vergine.
    “A Roma santa Prassede Vergine, la quale, essendo stata istruita nel culto della purità verginale e nella legge divina, assiduamente occupata in veglie, orazioni e digiuni, si riposò in Cristo; e fu sepolta sulla via Salaria, accanto a sua sorella Pudenziana”.

    O gloriosissima Vergine Santa Prassede, Tu che sei stata discepola del Principe degli Apostoli, ospitato nella tua casa, e che fin dai più teneri anni hai visto cadere intrepidi, sotto la spada del carnefice, i seguaci più illustri della fede di Gesù Cristo e ne hai raccolto le preziose reliquie e il sangue scaturito dalle loro vene, per arricchire la stessa tua casa, convertita in sacro tempio, vieni, ti prego, in aiuto della Santa Chiesa, a cui oggi si muove una guerra non meno empia e furibonda, ed ispira a noi quei sentimenti di fede e di carità che ardevano nel tuo cuore. Così sia.»
    http://www.sodalitium.biz/wp-content...de-300x300.png






    http://www.sodalitium.biz/sante-messe/

    http://www.sodalitium.biz/s-messa-provincia-verona/

    “Sodalitium - IMBC.”
    https://www.youtube.com/user/sodalitium

    “Omelie dell'I•M•B•C a Ferrara.”
    https://www.facebook.com/OmelieIMBCFerrara/

    http://www.oratoriosantambrogiombc.it/




    «Don Floriano Abrahamowicz - Domus Marcel Lefebvre.
    https://www.youtube.com/user/florianoabrahamowicz/
    http://www.domusmarcellefebvre.it/
    Ogni giovedì alle ore 20.30 ha luogo la lettura in diretta di una o due questioni del Catechismo di San Pio X.
    http://www.domusmarcellefebvre.it/santa-messa-1.php
    La Santa Messa tutte le domeniche alle ore 10.30 a Paese, Treviso.»




    http://www.cmri.org/ital-index.html

    http://www.centrostudifederici.org/

    http://www.centrosangiorgio.com/

    http://www.crisinellachiesa.it/

    https://www.agerecontra.it/
    https://www.agerecontra.it/category/arai-daniele/
    https://www.facebook.com/Traditio.Verona.it/

    https://www.facebook.com/pietroferrari1973/

    “Non Una Cum - Roman catholics sedevacantists.”
    https://www.facebook.com/romancatholicsnonunacum/

    https://www.facebook.com/fidecatholica/

    http://www.traditionalmass.org/

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    https://www.truerestoration.org/

    http://www.catholique-sedevacantiste.fr/





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    “Carlo Di Pietro - Sursum Corda
    Preghiera al Santo del giorno.
    In nómine Patris
    et Fílii
    et Spíritus Sancti.
    Amen.

    Eterno Padre, intendo onorare santa Prasséde Vergine, la quale, essendo stata istruita nel culto della purità verginale e nella legge divina, assiduamente occupata in veglie, orazioni e digiuni, si riposò in Cristo; e fu sepolta sulla via Salària, accanto a sua sorella Pudenziàna. Vi rendo grazie per tutte le grazie che Voi le avete elargito. Vi prego di accrescere la grazia nella mia anima per i meriti di questa santa Vergine, ed a lei affido la fine della mia vita tramite questa speciale preghiera, così che per virtù della Vostra bontà e promessa, santa Prasséde possa essere mia avvocata e provvedere tutto ciò che è necessario in quell'ora. Così sia.”

    "Anticipazione da SVRSVM CORDA® n° 122 del 22 luglio 2018.
    + O gloriosissima Vergine Santa Prassede, Tu che sei stata discepola del Principe degli Apostoli, ospitato nella tua casa, e che fin dai più teneri anni hai visto cadere intrepidi, sotto la spada del carnefice, i seguaci più illustri della fede di Gesù Cristo e ne hai raccolto le preziose reliquie ed il sangue scaturito dalle loro vene, per arricchire la stessa tua casa, convertita in sacro tempio, vieni, ti prego, in aiuto della Santa Chiesa, a cui oggi si muove una guerra non meno empia e furibonda, ed ispira a noi quei sentimenti di fede e di carità che ardevano nel tuo cuore. Così sia. + [21 luglio, Santa Prassede, Vergine. A Roma Santa Prassede Vergine, la quale, essendo stata istruita nel culto della purità verginale e nella legge divina, assidua­mente occupata in veglie, orazioni e digiuni, si riposò in Cristo; e fu sepolta sulla via Salaria, accanto a sua sorella Pudenziana].
    https://www.sursumcorda.cloud/
    Contenuti pubblicati:
    - Comunicato numero 122. Altri Miracoli e primi ostacoli;
    - La buona stampa e la stampa vanagloriosa;
    - Preghiera a Santa Prassede, Vergine;
    - Preghiera a San Girolamo Emiliani, Confessore;
    - Preghiera a San Vincenzo de’ Paoli, Confessore;
    - Gli anatemi del Concilio Laterano II, numeri 1 e 2;
    - Preghiera a San Camillo de Lellis, Confessore;
    - Come evitare l’inferno.
    Già leggibili sul sito:
    - Teologia Politica 110. Sfrenate speculazioni ed arricchimenti illeciti;
    - Racconti miracolosi n° 70. L’agnello di San Francesco: maestro di devozione;
    - Racconti miracolosi n° 71. San Francesco e la pecora che prega in chiesa.
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    "Conta moltissimo che si vada largamente diffondendo la buona stampa. Coloro che avversano con mortale odio la Chiesa, hanno preso l’abitudine di combattere con pubblici scritti, che adoperano come armi adattissime a danneggiare. Quindi una pestifera colluvie di libri, quindi giornali sediziosi e funesti, i cui furiosi assalti né le leggi raffrenano, né il pudore trattiene. Sostengono come ben fatto tutto ciò che in questi ultimi anni è stato compiuto per mezzo di sedizioni e di tumulti; coprono o falsano la verità; scagliano quotidianamente brutali contumelie e calunnie contro la Chiesa e il Sommo Pontefice, e non vi è alcuna sorta di dottrine assurde e pestilenziali che non si risparmino di diffondere ovunque. È necessario dunque fare argine alla violenza di questo grande male che va ogni giorno più largamente serpeggiando; e per prima cosa conviene con tutta severità e rigore indurre il popolo a guardarsene il più possibile, e ad usare scrupolosamente il più prudente discernimento sulle cose da leggere. Inoltre occorre contrapporre scritto a scritto, affinché lo stesso mezzo che tanto può nel rovinare, sia rivolto alla salute e al beneficio dei mortali, e i rimedi vengano appunto da dove vengono preparati i micidiali veleni. (da SS Leone XIII, Etsi nos)."

    https://www.amazon.com/dp/8890074787
    https://www.amazon.com/dp/8890074760
    https://www.amazon.com/dp/8890074701
    https://www.amazon.com/dp/8890074744

    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...7d&oe=5BD8D83F






    "Liberté egalité fraternité - Luglio 1794: a Compiègne la democrazia condanna alla ghigliottina 16 monache carmelitane."
    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...c5&oe=5BC6BD6F






    «"Gesù ama le anime! Anche quando queste definitivamente demeritano ogni misericordia, Egli piange sulla loro sorte, e non si risolve a pronunciare contro di loro la sentenza di condanna, senza fare prima le ultime prove per espugnare i loro cuori induriti" Card. A. I. Schuster, "Liber Sacramentorum", vol. V, Domenica IX dopo la Pentecoste (Vangelo di Gesù che piange su Gerusalemme).

    Le persone accecate dalle passioni e dagli affetti disordinati, rincorsi dalla misericordia divina, hanno amici e nemici: i primi sono quelli che, a imitazione di Cristo, li spingono ad abbandonare la via dell'errore e a ritrovare la via del confessionale; i secondi sono coloro che per interesse o per superficialità incoraggiano i disgraziati nella via della passione disordinata. L'accecamento fa apparire come nemici coloro che sono gli autentici amici e invece amici coloro che sono oggettivamente i nemici delle loro anime. Christe eleison!
    dalla bacheca di don Ugo Carandino.»
    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...8b&oe=5C0F5D48











    Ligue Saint Amédée
    http://www.SaintAmedee.ch
    https://www.facebook.com/SaintAmedee/?fref=nf

    «Intransigeants sur la doctrine ; charitables dans l'évangélisation [Non Una Cum]. Pas de "motu proprio" chez nous : nous célebrons la Sainte Messe selon le missel de Saint Pie V.»

    "21 juillet 1792 : le vœu de Louis XVI est remis au père Hébert, supérieur général des Eudistes et confesseur du Roi.
    C'est le vœu par lequel Louis XVI a dévoué sa personne, sa famille et tout son Royaume, au Sacré-Cœur de Jésus."
    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...73&oe=5BDB85A9






    21 juillet : Sainte Praxède, Vierge :: Ligue Saint Amédée
    “21 Juillet : Ste Praxède, Vierge.”
    http://liguesaintamedee.ch/applicati...te_praxede.JPG








    https://forum.termometropolitico.it/...e-martire.html




    http://www.santiebeati.it/dettaglio/63850

    “Santa Prassede di Roma Vergine e martire 21 luglio II sec.
    Fu vittima con la sorella Pudenziana (festeggiata il 19 maggio) delle persecuzioni. Riposa nella basilica romana che porta il suo nome insieme ad altri martiri. (Avvenire)
    Etimologia: Prassede = colei che agisce, dal greco
    Emblema: Giglio, Palma
    Martirologio Romano: A Roma, commemorazione di santa Prassede, sotto il cui nome fu dedicata a Dio una chiesa sul colle Esquilino.”





    21 luglio
    http://www.preghiereperlafamiglia.it.../21-luglio.htm
    “I SERAFINI E GLI EROI DEL SANGUE.
    21° GIORNO
    MEDITAZIONE

    Il Sangue di Cristo ha trascinato nella sua scia una schiera luminosa di anime eroiche, quelle dei santi, i quali nella loro vita hanno avuto il solo scopo di ricopiare in se stessi Cristo crocifisso e sanguinante. Tutti i santi, senza eccezione, sia quelli che noi veneriamo sugli altari, sia quelli rimasti sconosciuti, sono i veri serafini ed eroi del Sangue Prezioso. Chi nelle spelonche, chi nei deserti, chi sulle vette dei monti, chi nelle celle dei chiostri, chi negli ospedali, chi in terra di Missione, chi nelle grandi città, chi nella propria casa, tutti non hanno amato che Cristo, si sono crocifissi con Cristo, hanno sanguinato con Cristo. La vita di ogni santo è impregnata di sangue. Non sono stati solo i martiri a dare il sangue per Cristo! C'è il sangue della mortificazione volontaria, il sangue della carità, il sangue dell'apostolato, il sangue del lavoro, - il sangue che ogni virtù fa scaturire da quelle anime che le praticano in grado eroico. La massima di tutti i santi è stata: soffrire, morire, essere sepolti in Cristo! Essi hanno raggiunto il grado più alto della perfezione, ma a costo di inaudite sofferenze. Quale grande ammaestramento per noi! Non dobbiamo credere che i santi siano stati dei fortunati o privilegiati. Dio ci vuol tutti santi e a tutti dà la grazia sufficiente per divenirlo. Guardiamo anche noi, come loro, al Santo dei Santi, a Gesù! Il suo Sangue è la linfa vitale della santità. Amiamolo ardentemente e diventeremo santi anche noi.
    ESEMPIO
    Il Sangue di Gesù infiammò sempre l'anima di S. Gaspare del Bufalo. La sua mirabile predicazione, la comprensione per le umane sofferenze e il disprezzo di se stesso furono il frutto di questa fiamma. Aveva sempre il Sangue di Gesù sulle labbra, come lo aveva nel cuore, e nel parlare sembrava un serafino, tanto si accendeva in volto. Una volta i suoi Missionari, desiderosi di sentirlo parlare sul Sangue di Gesù come solo lui sapeva fare, gli dissero a bella posta che quello era un tema arido e difficile. Egli allora ne parlò per diverse ore, senza mai stancarsi e ripetersi, e i suoi uditori ne restarono rapiti con lui. Per propagare la devozione al Prez.mo Sangue soffrì incredibili persecuzioni e, a volte, anche da persone che avrebbero dovuto comprenderlo e difenderlo. Ma nulla valse a farlo desistere. Ovunque andava erigeva la Pia Unione del Prez.mo Sangue, inculcava la pratica del Mese del Preziosissimo Sangue e introduceva la recita quotidiana della Coroncina in onore del Prez.mo Sangue. Faceva stampare a sue spese opuscoli e foglietti con preghiere, che poi distribuiva gratuitamente ai fedeli, e cercava di avvicinare i sacerdoti, che si recavano in terra di Missione per esortarli a diffondere il culto al Preziosissimo Sangue. Nelle S. Missioni, quando le anime si ostinavano a rimanere nella colpa, egli si faceva portare con grande solennità il Cristo Morto dinanzi al palco e parlava sul Sangue di Gesù disciplinandosi. Molte furono le conversioni ottenute in quel modo. In punto di morte, San Vincenzo Pallotti, che lo assisteva, vide la sua anima volare al cielo sotto forma di lucentissima stella e Gesù che andava a incontrarla. L'esempio di S. Gaspare ci accenda di amore verso il Sangue di Gesù e ci dia la speranza di potere un giorno con lui cantarne le lodi in Paradiso.
    Fioretto. - Voglio farmi santo! Ripetiamolo non solo con la bocca, ma imitando i santi e invocando anche il loro aiuto.
    Giaculatoria. - Sangue Prezioso di Gesù, intenerisci il mio cuore ed accendi in esso un vivo desiderio di perfezione.”

    “21° giorno: I Serafini e gli Eroi del Sangue”
    21° giorno: I Serafini e gli Eroi del Sangue
    http://www.stellamatutina.eu/21-gior...ri-del-sangue/





    Radio Spada | Radio Spada ? Tagliente ma puntuale
    http://www.radiospada.org
    Edizioni Radio Spada - Home
    http://www.edizioniradiospada.com
    https://www.facebook.com/radiospadasocial/?fref=nf
    “21 luglio 2018: Prassede, vergine, santa, martire di Roma, ricordata con Potenziana dagli Itinerari del VII secolo nel cimitero di Priscilla sulla via Salaria.

    Il 20 gennaio dell’817 Pasquale I fece portare i corpi di 2300 martiri dagli ipogei all’interno della città, distribuendoli in varie chiese. A S. Prassede depose nella cripta, posta sotto l’altare maggiore, moltissime reliquie provenienti dalle Catacombe di S. Alessandro sulla via Nomentana. L’altare e il restauro dellacripta si debbono al cardinale Ludovico Pico della Mirandola che vi collocò nel 1730 quattro sarcofagi romani, l’ultimo a destra in basso conserva il corpo della martire. Nello stesso sarcofago, secondo una duplice iscrizione, vi dovrebbero essere anche i resti di sua sorella Potenziana (Pudenziana). Il capo di S. Prassede, menzionato nel pontificato di S. Leone IV ai Ss. Quattro Coronati, è nell’altare papale del Sancta Sanctorum. La cassetta reliquiario fu esposta al Museo Sacro e Cristiano della Biblioteca Vaticana dal 19 giugno 1905 al 13 settembre 1907.
    M.R.: 21 luglio - A Roma santa Prassede Vergine, la quale, essendo stata istruita nel culto della purità verginale e nella legge divina, assiduamente occupata in veglie, orazioni e digiuni, si riposò in Cristo: e fu sepolta sulla via Salaria, accanto alla sorella Pudenziana.
    [ Tratto dall'opera «Reliquie Insigni e "Corpi Santi" a Roma» di Giovanni Sicari ].”
    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...b7&oe=5BD9C5DC





    “Il 21 luglio 1568 le truppe spagnole guidate dal Duca d'Alba sconfiggono i ribelli olandesi nella battaglia di Jemmingen (oggi Jemgum).”
    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...9f&oe=5BE740D1





    "[ALTRI TEMPI, ALTRI UOMINI]
    Il 21 luglio 1574 moriva, a 28 anni, il Cardinale Giulio Acquaviva d'Aragona.

    Nato in Napoli nel 1546, era figlio secondogenito di Giangirolamo Acquaviva, duca d'Atri. Fu nipote del cardinale Giovanni Vincenzo Acquaviva d'Aragona e di Claudio Acquaviva, S.J., superiore generale della Società di Gesù. Fu fratello del cardinale Ottavio Acquaviva d'Aragona e del beato Rodolfo Acquaviva, S.J., martirizzato in oriente nel 1583. Fu anche prozio del cardinale Ottavio Acquaviva d'Aragona.
    Inviato in Spagna da papa Pio V per indurre re Filippo II a conservare la giurisdizione e l'immunità ecclesiastica attaccate dai ministri di Milano, che stavano generando gravi disturbi al cardinale Carlo Borromeo. Portò a termine la sua missione guadagnando il compiacimento papale.
    Papa Pio V lo elevò al rango di cardinale nel concistoro del 17 maggio 1570 con il titolo di San Teodoro. Durante il suo breve cardinalato a Roma ebbe al suo servizio, forse per pochi mesi, Miguel de Cervantes.
    Morì il 21 luglio 1574 all'età di ventotto anni. La sua tomba si trova nella Basilica Lateranense ed è stata realizzata da suo zio Matteo Acquaviva, arcivescovo di Cosenza.
    (per comodità testo tratto da Wikipedia)."
    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...96&oe=5BCDB73C





    "Il 21 luglio 1515 nasceva a Firenze, Filippo Romolo Neri: San Filippo Neri."
    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...5e&oe=5BD2EEEB









    AVE MARIA!!!
    PREZIOSISSIMO SANGUE DI NOSTRO SIGNOR GESÙ CRISTO, MISERERE NOBIS!!!
    Luca, Sursum Corda - Habemus Ad Dominum!!!
    ADDIO GIUSEPPE, amico mio, sono LUCA e nel mio CUORE sarai sempre PRESENTE!
    «Réquiem aetérnam dona ei, Dómine, et lux perpétua lúceat ei. Requiéscat in pace. Amen.»

    SURSUM CORDA - HABEMUS AD DOMINUM!!! A.M.D.G.!!!

  9. #9
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    Lightbulb Re: 21 luglio - S. Lorenzo da Brindisi, dottore della Chiesa

    22 LUGLIO 2018: SANTA MARIA MADDALENA, DOMENICA NONA DOPO LA PENTECOSTE; ventiduesimo giorno del MESE dedicato alla devozione al PREZIOSISSIMO SANGUE DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO…



    «DOMENICA NONA DOPO LA PENTECOSTE.»
    Guéranger, L'anno liturgico - Domenica Nona dopo la Pentecoste
    http://www.unavoce-ve.it/pg-dopopent-dom9.htm




    SANTA MESSA domenicale celebrata da Don Floriano Abrahamowicz a Paese (TV) stamattina DOMENICA 22 LUGLIO 2018, DOMENICA NONA DOPO LA PENTECOSTE:


    «Don Floriano Abrahamowicz - Domus Marcel Lefebvre.
    IX domenica d. Pentecoste (Santa Messa)
    https://www.youtube.com/watch?v=2pU0mGRVtZs
    https://www.youtube.com/user/florianoabrahamowicz/
    http://www.domusmarcellefebvre.it/
    Ogni giovedì alle ore 20.30 ha luogo la lettura in diretta di una o due questioni del Catechismo di San Pio X.
    SANTA MESSA - domusmarcellefebvre110815
    http://www.domusmarcellefebvre.it/santa-messa-1.php
    La Santa Messa tutte le domeniche alle ore 10.30 a Paese, Treviso.»




    SANTE MESSE domenicali celebrate dai Sacerdoti dell'Istituto Mater Boni Consilii - IMBC:


    Sante Messe - Sodalitium
    http://www.sodalitium.biz/sante-messe/

    S. Messa in provincia di Verona - Sodalitium
    http://www.sodalitium.biz/s-messa-provincia-verona/

    “Sodalitium - IMBC.”
    https://www.youtube.com/user/sodalitium

    “Omelie dell'I•M•B•C a Ferrara.”
    https://www.facebook.com/OmelieIMBCFerrara/

    Oratorio Sant'Ambrogio ? Milano ? Offertur Oblatio Munda (Malachia 1, 11)
    http://www.oratoriosantambrogiombc.it/


    Santa Maria Maddalena - Sodalitium
    http://www.sodalitium.biz/santa-maria-maddalena/

    "22 luglio, Santa Maria Maddalena, Penitente.
    O modello dei penitenti, gloriosa Maddalena, che, tocca appena della grazia, rinunciaste subitamente a tutti i piaceri del mondo per consacrarvi all’amore di Gesù Cristo, otteneteci, vi preghiamo, la grazia di corrispondere anche noi fedelmente a tutte le divine ispirazioni. Gloria.
    O modello dei penitenti, gloriosa Maddalena, che, calpestando generosamente tutti i riguardi del mondo, compariste nell’abito il più dimesso in quelle stesse contrade nelle quali avevate condotto in trionfo il vostro lusso, la vostra vanità, otteneteci, vi preghiamo, la grazia di superare tutti gli ostacoli che si incontrano nella via della salute, e specialmente gli umani rispetti, con cui tante volte abbiamo tradito i nostri più sacri doveri e i nostri più sacri interessi. Gloria.
    O modello dei penitenti, gloriosa Maddalena, che, piangendo con lacrime le più amare, con la contrizione più viva dei vostri errori, meritaste di essere da Gesù Cristo medesimo assicurata di un assoluto perdono, otteneteci, vi preghiamo, la grazia di detestare e piangere incessantemente tutti i nostri falli, onde assicurarcene la remissione al tribunale di Dio. Gloria."
    http://www.sodalitium.biz/wp-content...na-300x182.jpg





    Ligue Saint Amédée
    http://www.SaintAmedee.ch
    https://www.facebook.com/SaintAmedee/?fref=nf

    «Intransigeants sur la doctrine ; charitables dans l'évangélisation [Non Una Cum]. Pas de "motu proprio" chez nous : nous célebrons la Sainte Messe selon le missel de Saint Pie V.»
    “Neuvième Dimanche après la Pentecôte.”
    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...0e&oe=5BE016F3






    22 juillet : Sainte Marie-Madeleine, Pénitente (Ier siècle) :: Ligue Saint Amédée
    “22 juillet : Sainte Marie-Madeleine, Pénitente (Ier siècle).”
    http://liguesaintamedee.ch/applicati..._madeleine.jpg




    https://le-petit-sacristain.blogspot...madeleine.html



    “Apostolat de la prière - bulletin n°128
    Le combat pour la Vérité : point de pacte avec l'erreur.”
    https://www.sodalitium.eu/wp-content...08/A.P.128.pdf
    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...a9&oe=5BC7017F









    https://www.facebook.com/fidecatholica/
    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...48&oe=5C1359C3








    www.sursumcorda.cloud
    https://www.facebook.com/CdpSursumCorda/?fref=nf

    “Carlo Di Pietro - Sursum Corda
    Ecco, o Signore Gesù, che al vostro cospetto abbiamo confessato le nostre iniquità. Pietà o Signore, pietà e perdono Vi domandiamo d’ogni nostra colpa, ci duole sopra ogni male di avere offeso Voi, Sommo Bene. Deh! La carità del Vostro dolcissimo Cuore si degni di coprire la moltitudine dei nostri peccati. Caro Gesù perdonateci.”
    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...37&oe=5BC6771A





    “Carlo Di Pietro - Sursum Corda
    ... Papa Leone XIII scrive la Etsi Nos
    - il 15 febbraio 1882 - contro «la dannosissima setta [della massoneria, ndR], i cui autori e corifei non celano né dissimulano affatto le loro mire, già da gran tempo ha preso posto in Italia e, intimata la guerra a Gesù Cristo, si propone di spogliare in tutto i popoli di ogni cristiana istituzione». Purtroppo da quel lontano 1882 la situazione globale, non solo italiana, è davvero peggiorata. Dapprima l’alacre e indomito lavoro dei suoi successori - da San Pio X a Pio XII - fu di grande giovamento per la difesa della fede e della santità pubblica dalla mortifera peste dottrinale e morale del Modernismo; e per ristabilire quei diritti che erano stati usurpati alla Santa Sede. Successivamente, dopo la morte di Papa Pio XII, dobbiamo riconoscere con grande dolore che la cospirazione della «dannosissima setta» ha proliferato anche all’interno della Chiesa di Roma. Così la «setta diabolica» è stata in grado di espandere la propria «guerra a Gesù Cristo» non più solo in Nazioni ben circoscritte ma, usando la struttura della Chiesa, di «eruttare veleno sul mondo intero». Serviva tuttavia una parvenza di universalità per sdoganare globalmente il funesto progetto, pertanto essi credettero necessario convocare addirittura un “Concilio”. Dal “Vaticano Secondo” in avanti, poi, si sono quasi perse le tracce del cattolicesimo. Tutto sembra poggiare, oramai, sulle personalità degli individui: che più o meno si distinguono nelle cosiddette “parrocchie” o nelle - altrettanto cosiddette - “realtà ecclesiali”. Siamo in presenza di un vero teatro, anzi di un lugubre circo. La società si manifesta, quindi, mossa dal pensiero eretico, dagli istinti più passionali (che in alcuni casi vengono definiti addirittura “carismi” - sic!) e dallo spirito di scisma; basta percorrere pochi chilometri per imbattersi in tante fedi differenti; ma, addirittura all’interno delle medesime chiese (edifici), possiamo incontrare sedicenti cattolici - talvolta infervorati o grandi maratoneti di pellegrinaggi (a cosa servono queste azioni se non si possiede la vera fede? - Ubi est ergo gloriatio? Exclusa est. Per quam legem? Operum? Non, sed per legem fidei) - tutti con idee differenti e con dottrine tanto fantasiose quanto eretiche, cosicché sembra essersi avverata la sentenza di Papa San Pio X: «Il Modernismo distrugge ogni religione». Possiamo dire, senza timore di sbagliare, che la società d’oggi - anche quella che pretende rivendicare la sua cattolicità - appare piuttosto il trionfo del demonio protestante e finalmente dell’ateismo pratico. È nostra intenzione, perciò, insistere nella pubblicazione della sola buona stampa di cui parla Papa Leone XIII, ed anzi vogliamo - se Dio ce ne darà tempo, salute e mezzi - incrementare questo lavoro con indefessa volontà. Parimenti dobbiamo biasimare quei tanti autori contemporanei, anche i proclamatisi «cattolicissimi», che scrivono sciocchezze per vanità e non «a vantaggio del vero scopo». Facciano attenzione, poiché su di loro pende già la sentenza di Nostro Signore: «Omne verbum otiosum, quod locuti fuerint homines, reddent rationem de eo in die iudicii». Chi vi scrive [Carlo Di Pietro] in passato ha molto sbagliato in tal senso; ed oggi, ringraziando Iddio di avermi temporaneamente risparmiato dalla spada del Suo giudizio, sto provando a rimediare. Mi auguro e prego affinché altri rigettino i loro tanti flati, scaccino vanità e vanagloria come nemico infernale, corrano al confessionale e si lascino guidare da quei pochi veri Preti rimasti sulla faccia della Terra: affinché, deposta ogni impurità ed ogni resto di malizia, accolgano con docilità la parola che è stata seminata da Dio e che sola può salvare tutte le anime (cf. Gc., I, 21).
    Santa Maria Maddalena - modello dei penitenti - pregate per noi (qui la preghiera:
    https://www.facebook.com/photo.php?f...type=3&theater)
    https://www.sursumcorda.cloud/tags/numero-122.html
    “Disponibili il libro sull'Inferno ed il numero 122 di Sursum Corda:

    - Comunicato numero 122. Altri Miracoli e primi ostacoli;
    - La buona stampa e la stampa vanagloriosa;
    - Preghiera a Santa Prassede, Vergine;
    - Preghiera a San Girolamo Emiliani, Confessore;
    - Preghiera a San Vincenzo de’ Paoli, Confessore;
    - Gli anatemi del Concilio Laterano II, numeri 1 e 2;
    - Preghiera a San Camillo de Lellis, Confessore;
    - Come evitare l’inferno;
    - Teologia Politica 110. Sfrenate speculazioni ed arricchimenti illeciti;
    - Racconti miracolosi n° 70. L’agnello di San Francesco: maestro di devozione;
    - Racconti miracolosi n° 71. San Francesco e la pecora che prega in chiesa.”
    https://www.sursumcorda.cloud/tags/numero-122.html
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    Tradidi quod et accepi
    http://tradidiaccepi.blogspot.it

    https://www.facebook.com/catholictradition2016/

    «Sancti et Sanctae Dei, orate pro nobis.»
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    “NONA DOMENICA DOPO PENTECOSTE.
    Semidoppio.
    Paramenti verdi.
    Guéranger, L'anno liturgico - Domenica Nona dopo la Pentecoste
    SANTA MESSA
    Introduzione alla Santa Messa della Nona Domenica dopo Pentecoste (foto 2-4)
    * Sermone di sant'Agostino Vescovo.
    Sermone 201 sul Tempo.

    Nelle letture che facciamo in questi giorni, fratelli carissimi, vi ho spesso avvertiti di non seguire la lettera che uccide lasciando lo spirito che vivifica. L'Apostolo infatti dice: «La lettera uccide, lo spirito vivifica» (2Cor. 3,6). Se pertanto non cerchiamo di comprendere che il senso letterale, noi ritrarremo poca o nessuna edificazione dalle divine scritture. Perché tutte le cose che sono narrate erano un segno e un'immagine del futuro. Quindi, figurate nei Giudei, esse si sono compiute in noi per grazia di Dio.
    Così il beato Elia rappresentava il Signore Salvatore. Difatti come Elia fu perseguitato dai Giudei; così il vero Elia, nostro Signore, fu rigettato e disprezzato dai medesimi Giudei. Elia abbandonò il suo popolo; e Cristo abbandonò la sinagoga. Elia se n'andò nel deserto; e Cristo venne nel mondo. Elia, nel deserto, mangiava ciò che i corvi gli portavano; Cristo nel deserto di questo mondo si nutrisce della fede dei Gentili.
    Quei corvi infatti, che, per ordine del Signore, portavano da mangiar al beato Elia, figuravano il popolo dei Gentili. Ed è perciò che della Chiesa, venuta dalla Gentilità, sta scritto: «Sono nera, ma bella, o figlia di Gerusalemme» (Cant. 1,4). Come la Chiesa è insieme nera e bella? È nera per la natura, è bella per la grazia. Come nera? «Ecco nell'iniquità io sono stata generata, e nei peccati mi concepì la madre mia» (Ps. 50,7). Come bella? «Mi aspergerai coll'issopo, e io sarò mondata: mi laverai, e sarò più candida della neve» (Ibi).
    - All'Epistola.
    L'idolatria commessa dagli Ebrei nel deserto verso il vitello d'oro, le loro mormorazioni di non aver altro nutrimento che la manna e tutte le infedeltà del popolo di Dio, costituiscono veramente ciò che san Paolo chiama «tentare il Signore», perché era in qualche modo rinnegar i benefici che Jahvè loro accordava in previsione dei meriti del suo Figliolo.
    - Al Vangelo.
    ** Omelia di san Gregorio Papa.
    Omelia 39 sul Vangelo.

    Che il Signore, piangendo, abbia predetto la distruzione di Gerusalemme, che fu compiuta da Vespasiano e Tito imperatori Romani, nessuno, che abbia letto la storia di questa stessa distruzione, l'ignora. Difatti gl'imperatori Romani sono indicati con queste parole: «Perché verranno per te dei giorni che i tuoi nemici ti circonderanno di trincee» (Luc. 19,43). Anche ciò che segue: «Non lasceranno in te pietra su pietra» (Luc. 19,44). S'è verificato per lo spostamento della medesima città; perché mentre l'attuale venne costruita fuori della porta, nel luogo dove il Signore fu crocefisso, la primiera Gerusalemme fu, dicono, distrutta dalle fondamenta.
    E si soggiunge ancora la colpa per cui le fu inflitta la pena della sua distruzione: «Perché non hai conosciuto il tempo della tua visita» (Ibi). Infatti il Creatore degli uomini si degnò di visitare questa città col mistero della sua incarnazione; ma essa non si ricordò di rendergli rispetto e amore. Onde anche il profeta nel rimproverare il cuore umano, chiama in testimonianza gli uccelli dell'aria, dicendo: «Il nibbio nell'aria conosce il suo tempo, la tortorella e la rondine e la cicogna osservano costantemente il tempo del loro passaggio; ma il mio popolo non ha conosciuto il giudizio del Signore» (Jer. 8,7).
    Mentre infatti il Redentore piangeva sulla rovina di questa perfida città, ella non conosceva ch'essa le doveva sopraggiungere. Onde il Signore, piangendo, le dice giustamente: «Perché, se avessi conosciuto anche» (Luc. 19,42), sottintendi: piangeresti; tu che esulti ora, perché non conosci ciò che ti sovrasta. Perciò aggiunge ancora: «E almeno in questo giorno conoscessi quel che giova alla tua pace» (Ibi). Infatti, mentr'essa s'abbandonava alle voluttà e non prevedeva i mali futuri, in questo giorno, ch'era ancora suo, essa aveva ciò che poteva per assicurarle la pace.”
    https://sardiniatridentina.blogspot....coste.html?m=1
    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...7a&oe=5BCDD02F





    “SANTA MARIA MADDALENA
    Penitente.
    Doppio.
    Paramenti bianchi.
    Nascita: Magdala, I secolo.
    Morte: Efeso/Saint-Maximin-la-Sainte-Baume, I secolo.
    Santuario principale: Basilica di Saint-Maximin-la-Sainte-Baume, Francia.
    Attributi: Ampolla d'unguento, teschio, crocifisso, flagello.
    Patrona di: giardinieri, profumieri, guantai, prostitute pentite, penitenti, cartai (Fabriano), parrucchieri.
    SANTA MESSA

    La liturgia romana ricorda oggi in una sola festa:
    1) Maria, detta Maddalena, perché nativa di Magdala (Galilea), la quale, per riconoscenza verso Gesù, che avevala liberata da sette demoni, si unì al gruppo di pie donne che ordinariamente seguivano Gesù, l'assistevano coi loro beni e lo servivano (Lc 8, 1-3; Mt 27, 55 sg.). Fedele nel seguire Gesù fino ai piedi della Croce, e nel cercarne il Corpo, ch'ella credeva fosse stato rapito, ebbe la somma ventura di godere della prima apparizione del divino Risorto (Mt 27, 61; 28, 1; Gv 20, 11-18).
    2) Maria, sorella di Marta e Lazzaro, domiciliata a Betania (in Giudea, a qualche chilometro da Gerusalemme), di carattere assai timido e assai sottomessa alla sorella (Lc 10, 38-42). L'unzione, ch'ella compie l'ultimo sabato della vita di Gesù (Gv 12, 1-11), ha nulla a che vedere coll'unzione compiuta dall'innominata peccatrice (Lc 7, 36-50).
    3) L'innominata peccatrice, di cui Luca si fa uno studio di non fornirci alcuna indicazione atta a identificarla (7, 36-50), compare sull'orizzonte evangelico per attestare con atti eloquenti la sua gratitudine ed il suo amore pel gran male da Gesù perdonatole, e scompare immediatamente e totalmente dallo stesso orizzonte.
    La liturgia s'ispira ad una tradizione che non risale oltre a Gregorio Magno e che non è condivisa dalla liturgia greca.
    * Maria Maddalena, le cui reliquie si sono reputate per molti secoli a san Pietro in Vaticano. Onorio II (1124-1130) consacrò a lei un altare nel coro dei canonici. Si credette allora che il pontefice vi avesse deposto in tale occasione il corpo, privo del capo, della santa titolare. L’altare fu ricostruito da Bonifacio VIII (1295-1303) e distrutto per la pavimentazione della chiesa sotto Martino V (1417-1431). La reliquia del piede sinistro, posta in una teca d’argento sbalzato a forma dell’arto, è venerata nella chiesa dei santi Celso e Giuliano in Banchi. Due sue dita sono nell’edificio annesso alla chiesa di santa Maria Maddalena. Maria Maddalena e Maria di Betania, sorella di Marta e di Lazzaro, sono dai tempi di papa Gregorio Magno identificate in una sola persona. (Dall'opera «Reliquie Insigni e "Corpi Santi" a Roma» di Giovanni Sicari)
    * Sermone di san Gregorio Papa.
    Omelia 25 sul Vangelo.

    Maria Maddalena, «che era stata peccatrice nella città» (Luc. 7, 37), amando la verità lavò con le lacrime le macchie del suo peccato: e così si compì la parola della Verità: «Le son rimessi molti peccati, perché ha amato molto» (Luc. 7, 47). Infatti lei che prima era rimasta fredda peccando, poi bruciava d'ardore amando. Mentre i discepoli si ritiravano dal sepolcro del Signore, ella non si ritirava. Cercava ansiosa colui che non aveva trovato; piangeva nel cercarlo, ed accesa del fuoco del suo amore, bruciava del desiderio di ritrovare colui che credeva rapito. Onde avvenne, che allora lo vedesse essa sola, ch'era rimasta a cercarlo: dacché il merito dell'opera buona è nella perseveranza.
    Ella dunque prima cercò, e non lo trovò: perseverò nel cercare, e così riuscì a trovarlo: poiché avvenne che il ritardo aumentò i desideri, che, divenuti più vivi, incontrarono quel che cercavano. Ond'è che la sposa, la Chiesa, dice di lui nel Cantico dei cantici: «Nel mio lettuccio, nelle notti, cercai l'amore dell'anima mia» (Cant. 3, 1). Difatti noi allora cerchiamo il diletto nel lettuccio, quando, nel piccolo riposo che lascia la vita presente, sospiriamo col desiderio di vedere il nostro Redentore. Lo cerchiamo la notte, perché, sebbene il nostro spirito vegli pensando a lui, pure l'oscurità pesa ancora sulla nostra vista.
    Ma chi non ha ancora ritrovato il suo diletto, si levi subito, giri per la città, cioè investighi colla mente la santa Chiesa degli eletti, lo cerchi per le vie e per le piazze, cioè osservi chi cammina per le vie strette e chi per le larghe, per vedere di trovare qualche traccia di colui che ama: perché ci sono parecchi, anche nella vita del secolo, che offrono qualche cosa a imitare per la pratica della virtù. Ma mentre andiamo cercando, ci trovano le guardie, che custodiscono la città: vale a dire, che i santi Padri, i quali vegliano alla sicurezza della Chiesa, vengono incontro ai nostri buoni desideri per istruirci colla loro parola e coi loro scritti. E solo dopo averli alquanto oltrepassati, noi troviamo l'oggetto del nostro amore: perché se il nostro umile Redentore s'è fatto uomo fra gli uomini per l'umanità, per la divinità fu sempre sopra gli uomini.
    ** Omelia di sant'Agostino Vescovo.
    Libro 50 Omelia 23 tomo 10.

    Avete ascoltato molto attentamente la lettura del Vangelo: ed il fatto che riporta è stato rappresentato esattamente agli occhi del vostro cuore. Voi avete visto non cogli occhi del corpo, ma della mente, il Signore Gesù Cristo sedere a mensa in casa d'un fariseo, il cui invito non aveva disdegnato. Avete visto anche una donna famosa, e certo di mala fama, ch'era stata peccatrice nella città, irrompere, non invitata, nel convito dove sedeva il suo medico, e domandare con santo ardire la sua guarigione; irrompe importuna per il convito, ma opportuna per il beneficio. Sapeva bene da qual morbo essa era travagliata; e conosceva che colui dal quale era andata, era capace di guarirlo.
    S'appressò adunque non al capo del Signore, ma ai piedi. Ella dopo aver camminato molto tempo nel vizio, cercava così le traccie della virtù. Prima versò lacrime dal cuore, lavò i piedi del Signore con umile confessione, li asciugò coi suoi capelli, li baciò, li profumò; parlava tacitamente, non emetteva fuori parole, ma dimostrava la sua devozione. Avendo ella così toccato il Signore con bagnare, asciugare, baciare e profumare i suoi piedi, il fariseo che aveva invitato Gesù Cristo, essendo di quella genia di superbi dei quali il profeta Isaia diceva: «Che dicono: Scòstati da me, non mi toccare perch'io sono puro» (Is. 65, 5) credeva che il Signore non conoscesse quella donna.
    O fariseo che inviti il Signore e ne sorridi, tu nutrisci il Signore, e non comprendi ch'è lui che deve nutrirti? Donde sai che il Signore non conoscesse chi fosse quella donna, se non perché le permise di appressarsi, soffri che gli baciasse i piedi, li asciugasse e profumasse? Non si doveva forse permettere a una donna impura di toccare piedi sì puri? Ma se tal donna si fosse recata ai piedi di cotesto fariseo, egli le avrebbe detto ciò che di tali afferma Isaia: «Scostati da me, non mi toccare, perch'io son puro» (Is. 65, 5). Così, si accostò al Signore impura, per ritornar pura; s'accostò malata, per ritornar guarita; s'accostò confessando le sue colpe, per ritornare professando la sua fede.
    Nella Santa Messa della Nona Domenica dopo Pentecoste si fa commemorazione di santa Maria Maddalena, Penitente, con Oratio, Secreta e Postcommunio presi dalla Santa Messa della festa propria:
    https://sardiniatridentina.blogspot....tente.html?m=0
    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...9f&oe=5BCBE469

    “PREGHIERA A SANTA MARIA MADDALENA.

    I. O modello dei penitenti, gloriosa Maddalena, che, tocca appena della grazia, rinunciaste subitamente a tutti i piaceri del mondo per consacrarvi all’amore di Gesù Cristo, otteneteci, vi preghiamo, la grazia di corrispondere anche noi fedelmente a tutte le divine ispirazioni. Gloria.
    II. O modello dei penitenti, gloriosa Maddalena, che, calpestando generosamente tutti i riguardi del mondo, compariste nell’abito il più dimesso in quelle stesse contrade nelle quali avevate condotto in trionfo il vostro lusso, la vostra vanità, otteneteci, vi preghiamo, la grazia di superare tutti gli ostacoli che si incontrano nella via della salute, e specialmente gli umani rispetti, con cui tante volte abbiamo tradito i nostri più sacri doveri e i nostri più sacri interessi. Gloria.
    III. O modello dei penitenti, gloriosa Maddalena, che, piangendo con lacrime le più amare, con la contrizione più viva dei vostri errori, meritaste di essere da Gesù Cristo medesimo assicurata di un assoluto perdono, otteneteci, vi preghiamo, la grazia di detestare e piangere incessantemente tutti i nostri falli, onde assicurarcene la remissione al tribunale di Dio. Gloria.
    Sancta Maria Magdalena, ora pro nobis.”
    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...3e&oe=5BE2F4C1










    22 luglio
    http://www.preghiereperlafamiglia.it.../22-luglio.htm
    “IL SANGUE DI CRISTO E LA SOCIETA'
    22° GIORNO
    MEDITAZIONE.

    La società umana, se vuole veramente il benessere dei suoi componenti, non può fare a meno del Sangue di Cristo, perché il Sangue di Cristo è la prima e vera fonte della società umana. «Ma adesso - dice l'Apostolo - in Cristo Gesù voi, che eravate lontani, siete diventati vicini, mediante il Sangue di Cristo. Lui è infatti la nostra pace che ha fatto di noi un solo popolo, abbattendo la barriera che ci rendeva nemici... per creare in se stesso una nuova umanità». Il Sangue di Cristo, dunque, unendoci rimuove le differenze tra uomo e uomo abbatte ogni barriera e compone un organismo sociale armonico, umano, divino. Se non si crede che nelle vene di ognuno di noi scorre il Sangue di Cristo, come possiamo considerarci fratelli e uguali? Su che cosa si baserebbe questa uguaglianza? Solo se ci sentiamo tutti ugualmente redenti dal Sangue di Gesù, cesserà tra noi l'odio e sorgerà l'amore fraterno che potrà trionfare sull'egoismo umano. Quando lampeggiavano i primi sinistri bagliori della seconda guerra mondiale, Pio XII ricordò che il Salvatore aveva sparso il suo Sangue per riconciliare tutti gli uomini con Dio e affratellarli tra di loro, anche se di nazioni e razze diverse. Ma gli uomini non l'ascoltarono e vano fu il suo sforzo per scongiurare quella catastrofe che insanguinò il mondo. Orbene, anche tu sei membro della grande società umana. Se desideri il tuo benessere devi rispettare i diritti dei tuoi simili, come vuoi che siano rispettati i tuoi; devi amare la tua patria e portare il contributo della tua intelligenza e del tuo lavoro per il benessere comune. Ma soprattutto, ricorda che questo benessere non si ottiene mai combattendo contro Cristo e la sua Chiesa. Gesù porta tra gli uomini l'alito del suo amore e nel suo Sangue tutti ci affratella.
    ESEMPIO
    Siamo alla fine del '700 ed in Francia il popolo, ubriacato dalla Rivoluzione, devasta le chiese e uccide i sacerdoti. In una chiesa di Parigi, uno dei più scalmanati, toglie il Crocifisso dall'altare e seguìto dalla folla, va a gettarlo nella Senna. Un urlo parte dalla bocca di quei forsennati: «Cristo finalmente è stato affogato e non tornerà mai più». Ma cosa avvenne in Francia? Fu invasa dal terrore e dalla ferocia; in ogni città fu issata la ghigliottina che funzionava ininterrottamente notte e giorno e, in soli tre mesi, oltre centomila teste caddero mozzate nella sola capitale. La storia è maestra! Ogni qualvolta Cristo è stato scacciato dalla società è sorto l'odio tra le diverse classi sociali e la guerra civile. Allora, non più il Sangue di Cristo ha rosseggiato sugli altari, ma quello degli uomini per le vie e nelle piazze.
    Fioretto. - Preghiamo per una società nuova fondata sull'amore di Cristo e dei fratelli.
    Giaculatoria. - Eterno Padre, ti offro il Sangue Prez.mo di Gesù Cristo, per la gloria del tuo santo nome e per la pace di tutti i popoli.”

    22° giorno: Il Sangue e la società
    http://www.stellamatutina.eu/22-gior...-e-la-societa/







    Radio Spada | Radio Spada ? Tagliente ma puntuale
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    “22 luglio 2018: DOMENICA NONA DOPO LA PENTECOSTE.”
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    “22 luglio 2018: Santa Maria Maddalena, Penitente.

    Maria Maddalena, le reliquie si sono reputate per molti secoli a S. Pietro in Vaticano. Onorio II (1124-1130) consacrò a lei un altare nel coro dei canonici. Si credette allora che il pontefice vi avesse deposto in tale occasione il corpo, privo del capo, della santa titolare. L’altare fu ricostruito da Bonifacio VIII (1295-1303) e distrutto per la pavimentazione della chiesa sotto Martino V (1417-1431). La reliquia del piede sinistro, posta in una teca d’argento sbalzato a forma dell’arto, è venerata nella chiesa dei Ss. Celso e Giuliano in Banchi. Due sue dita sono nell’edificio annesso alla chiesa di S. Maria Maddalena. Maria Maddalena e Maria di Betania, sorella di Marta e di Lazzaro, sono dai tempi di papa Gregorio Magno identificate in una sola persona.
    M.R.: 22 luglio - Presso Marsiglia, in Francia, il natale di santa Maria Maddalena, dalla quale il Signore scacciò sette demoni, e che per prima meritò di vedere lo stesso Signore risorto da morte.
    [ Tratto dall'opera «Reliquie Insigni e "Corpi Santi" a Roma» di Giovanni Sicari ]”
    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...9b&oe=5BDA85CF






    “22 luglio 2018: devoto omaggio di Radio Spada a San Lorenzo da Brindisi, confessore, nell'anniversario della morte.
    (Festa liturgica 6 luglio)

    San Lorenzo da Brindisi si chiamava in realtà Giulio Cesare Russo e nacque nella città pugliese il 22 luglio 1559 da Guglielmo Russo ed Elisabetta Masella. Ancora fanciullo divenne orfano di padre. Studiò nelle scuole esterne dei Francescani Conventuali di San Paolo Eremita in Brindisi. Tra il 1565 e il 1567 prese l'abito dei conventuali, passando così alla scuola per oblati e candidati alla vita religiosa. L'usanza dei Conventuali di far predicare i fanciulli in alcune solennità fa iniziare la sua predicazione pubblica. La morte della madre oltre che a lasciarlo solo crea a Giulio notevoli difficoltà economiche, senza per questo ricevere l'aiuto dei parenti, neppure di quel Giorgio Mezosa, che è suo insegnante presso i Conventuali. Il ragazzo quattordicenne si trasferisce allora a Venezia presso uno zio sacerdote, direttore di una scuola privata e curatore dei chierici di San Marco, potendo così proseguire gli studi e maturare la vocazione nell'ordine dei Cappuccini Minori. Il 18 febbraio 1575 veste l'abito francescano e gli è imposto dal vicario provinciale, padre Lorenzo da Bergamo, il suo stesso nome: da quel momento sarà padre Lorenzo da Brindisi. A Padova a seguì gli studi di logica e filosofia e nuovamente a Venezia quelli di teologia. Il 18 dicembre 1582 è ordinato sacerdote. Nel 1589 diviene Vicario Generale dell'Ordine in Toscana, nel 1594 Provinciale di Venezia, nel 1596 secondo Definitore Generale, nel 1598 Vicario Provinciale in Svizzera, nel 1599 nuovamente Definitore Generale. Sempre nel 1599 è posto a guida dei missionari che i cappuccini, su invito del Pontefice, inviano in Germania. Nell'ottobre del 1601 il sacerdoteo chiese di essere uno dei quattro cappellani dediti all'assistenza spirituale delle truppe cattoliche nella guerra contro i turchi. Fu quindi destinato all'accampamento imperiale di Albareale in Ungheria, dove giunse il 9 ottobre e dove si distinse per l'aiuto e per la fermezza durante l'attacco turco. Il 24 maggio 1602, padre Lorenzo, viene eletto Vicario Generale dell'Ordine, con l'impegno di visitare tutte le province dell'ordine. Nel triennio del suo generalato, può tornare anche a Brindisi (1604) dove decide la costruzione di una chiesa con annesso monastero di clausura trovando i finanziatori nel duca di Baviera, nella principessa di Caserta ed in altre personalità conosciute durante i suoi viaggi in Europa, mentre il terreno è quello della sua casa natale. Nel 1618 è a Napoli dove viene convinto dai patrizi napoletani a recarsi in Spagna per esporre al re Filippo III le malversazioni del vicerè don Pietro Giron, duca di Ossuna. Il 26 maggio 1619, evitato l'agguato di sicari ed ostacoli di varia natura, padre Lorenzo viene ricevuto alla corte di Filippo III. Al termine del colloquio col sovrano per conferma le sue parole profetizza al re la propria morte imminente e che se il sovrano non avesse provveduto ai propri sudditi, sarebbe deceduto entro due anni. Il 22 luglio del 1619, probabilmente avvelenato, il frate brindisino moriva. Il 31 marzo 1621, come profetizzato, si spegneva anche Filippo III, che aveva ignorato le richieste napoletane e aveva favorito il vicerè Ossuna. Nel 1783 Padre Lorenzo viene beatificato da papa Pio VI e nel 1881 canonizzato infallibilmente da papa Leone XIII.”
    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...83&oe=5BCD8AAE






    “Cinquant'anni fa rendeva l'anima a Dio Giovannino Guareschi.”
    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...4e&oe=5BC7F897






    “Il 22 luglio 1542 Papa Paolo III Farnese istituiva la Suprema Sacra Inquisizione Romana e Universale "a riguardo degli affari della fede in tutte e singole le città, i paesi, le terre e i luoghi della res publica Cristiana, al di qua e al di là dei monti, pur risiedendo in Italia e nella Curia Romana [...] contro coloro che errano dalla via di Dio e dalla Fede Cattolica, che malamente la credono, contro ogni sospetto di eresia e i loro seguaci, fautori, difensori ... " (bolla "Licet ab initio").”
    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...99&oe=5BC8E3B3


    “Il 22 luglio 1456 l'esercito crociato guidato dall'ungherese Giovanni Hunyadi e da san Giovanni da Capistrano trionfa dei Turchi a Belgrado: "Dio in questo giorno vi farà vincitori e nell’eternità vi premierà come Martiri. So io quel che vi dico e non più tante parole: Gesù, Gesù! Gesù Cristo vince, fuggitevene, nemici!". In ringraziamento della vittoria Callisto III, gran fautore della Crociata, istituì la festa della Trasfigurazione del Signore.”
    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...d5&oe=5BDA1987






    “Cor Jesu sacratissimum, miserere nobis.”
    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...22&oe=5BE34AD9










    Guéranger, L'anno liturgico - Domenica Nona dopo la Pentecoste
    http://www.unavoce-ve.it/pg-dopopent-dom9.htm
    «DOMENICA NONA DOPO LA PENTECOSTE

    I guai di Gerusalemme.
    La deplorazione dei guai di Gerusalemme forma in Occidente l'argomento del Vangelo del giorno e ha dato da lungo tempo il suo nome, presso i Latini, alla nona Domenica dopo la Pentecoste.
    È facile trovare ancor oggi, nella Liturgia, le tracce della preoccupazione della Chiesa nascente riguardo alla prossima realizzazione delle profezie contro la città ingrata che fu oggetto delle prime predilezioni del Signore. Il termine stabilito dalla misericordia alla giustizia divina giunge alfine. Gesù Cristo, parlando della distruzione di Sion e del tempio, aveva predetto che la generazione che ascoltava le sue parole non sarebbe passata prima che si fosse compiuto quanto egli annunciava (Lc 21,32). Circa quarant'anni lasciati a Giuda per allontanare l'ira del cielo non hanno fatto che consolidare nel suo ostinato rinnegamento la razza deicida. Come un torrente a lungo trattenuto che infrange le sue dighe, la vendetta si precipita sull'antico Israele; l'anno 70 vede eseguire la sentenza che egli stesso ha pronunziata, quando esclamava mostrando ai Gentili (Mt 20,19) il suo re e il suo Dio: Il suo sangue cada su di noi e sui nostri figli! (ivi 27,25).
    MESSA
    Israele era diventato il nemico della Chiesa; Dio, come aveva annunciato (Dt 28,15-68) lo castiga e ne disperde i resti. La Chiesa coglie l'occasione dall'esecuzione dei giudizi del Signore, per professare l'umile fiducia che pone nell'aiuto del suo Sposo.
    EPISTOLA (1Cor 10,6-13). - Fratelli: Non desideriamo cose cattive come essi fecero; né diveniate idolatri, come alcuni di loro, conforme sta scritto: Si adagiò il popolo per mangiare e bere, poi si alzò per divertirsi; né fornichiamo come alcuni di essi fecero e ne caddero morti in un sol giorno ventitremila; né tentiamo Cristo, come lo tentarono alcuni di loro, che furono uccisi dai serpenti; né mormoriate, come alcuni di essi mormorarono, e furono distrutti dallo sterminatore. Or tutte queste cose accaddero loro in figura, e sono state scritte a nostro avvertimento, per noi che siamo venuti alla fine dei secoli. Quindi chi crede di stare in piedi, guardi di non cadere. Non vi hanno assaliti che tentazioni umane: or Dio è fedele e non permetterà che voi siate tentati oltre le vostre forze; ma con la tentazione darà anche il modo di trame profitto, donandovi la forza di poterla sopportare.
    Una lezione profetica.
    "Tutti gli Ebrei - dice san Paolo - sono stati gratificati delle attenzioni di Dio. Nulla è mancato loro. Tuttavia, la benevolenza del Signore si è definitivamente allontanata da essi. Questo, perché l'amore di Dio ci crea una responsabilità davanti a lui e i suoi benefici non recano profitto se non a coloro che, ricevutili nell'umiltà, li fanno fruttificare con la completa fedeltà della vita. Sicché, nessuno dica che tutto ciò è solo storia antica e non riguarda che gli Ebrei. No, nella persona del popolo ebraico noi riceviamo una lezione profetica: ci si avverte di distoglierci dalle terrene cupidigie che l'hanno condotto alla perdizione, come potrebbero condurvi anche noi... Il popolo ebraico ha fatto, e spesso a sue spese, esperienze che dovevano servire al mondo intero. Tutti gli eventi della sua storia sono accaduti, sono stati scritti e sono giunti fino a noi come una lezione di cose destinata nella mente di Dio a illuminare noi che siamo gli ultimi venuti nel corso dei secoli, noi che apparteniamo alla alleanza nuova, ultima, eterna.
    Vediamo in questo modo come si possa venir meno, anche dopo aver raccolto i benefici di Dio. Sicché, lungi da noi la presunzione e ogni ingannevole sicurezza. Possono sopraggiungere prove più dure di quelle sopportate finora e che Dio ha proporzionato alla nostra debolezza. Non già che il Signore, il quale è fedele, permetta mai che la prova superi assolutamente le nostre forze: con la tentazione che aumenta, Dio da la forza soprannaturale richiesta per resistere; ma non dobbiamo mai far assegnamento su di noi, e questa maggiore forza ci verrà soltanto da lui" [1].
    VANGELO (Lc 19,41-47). - In quel tempo; Gesù, come fu vicino alla città, al vederla, pianse su di lei, e disse: O se conoscessi anche tu, e proprio in questo giorno, quel che giova alla tua pace! Ora invece è celato agli occhi tuoi. Che verranno per te i giorni nei quali i nemici ti stringeranno con trincee, ti chiuderanno e ti stringeranno da ogni parte, e distruggeranno te e i tuoi figli che sono in te, e non lasceranno in te pietra sovra pietra, perché non hai riconosciuto il tempo in cui sei stata visitata. Poi, entrato nel tempio, cominciò a scacciare coloro che vi vendevano e vi compravano, dicendo loro: Sta scritto: La mia casa è casa di preghiera; ma voi ne avete atta una spelonca di ladri. Ed ogni giorno insegnava nel tempio.
    Le lacrime di Gesù.
    Il passo che abbiamo ora letto nel santo Vangelo si riferisce al giorno dell'entrata trionfale del Salvatore a Gerusalemme. Questo trionfo, che Dio Padre faceva provare al suo Cristo prima dei giorni della sua passione, non era, purtroppo - lo si vede presto il riconoscimento dell'Uomo-Dio da parte della sinagoga. Né la dolcezza di quel re che veniva alla figlia di Sion a cavallo di un'asina (Zc 9,9) né la sua severità misericordiosa contro i profanatori del Tempio, né i suoi ultimi insegnamenti nella casa del Padre suo dovevano aprire quegli occhi ostinatamente chiusi alla luce della salvezza e della pace. I pianti stessi del Figlio dell'Uomo non potevano dunque arrestare la vendetta divina: è pur necessario che alfine la giustizia abbia il suo corso.
    È opportuno che contempliamo per un istante le lacrime di Gesù. "Il Signore fermò lo sguardo sulla grande città, sulla mole del Tempio, e una tristezza infinita gli invase l'anima... Pianse sulla sua patria: furono veri singhiozzi; e le parole che pronunciò hanno, infatti, un accento quasi rotto, in cui si tradisce la violenza dell'emozione. Non dimentichiamo mai quanto il Signore appartenesse alla nostra umanità. Amava Gerusalemme come ebreo, come Figlio dell'Uomo, come Figlio di Dio. Gerusalemme era il cuore d'Israele e di tutto il mondo religioso, la città che Dio s'era scelta. Sarebbe potuta divenire la capitale del regno messianico destinato ad abbracciare tutte le genti. Nel passato non le erano mancati gli avvertimenti e i castighi salutari, e da tre anni il Signore stesso le aveva prodigato così abbondantemente la sua luce! Fin sul Calvario e oltre, mediante il ministero degli Apostoli, egli doveva tendere le braccia al suo popolo. Ma tutto sarebbe stato vano. Sarebbe stato pur necessario che intervenisse alfine la giustizia. E possiamo leggere presso lo Storico Giuseppe (V e VI libro della Guerra Giudaica), con quale rigorosa esattezza si è realizzata la profezia del Salvatore riguardo al castigo di Gerusalemme che rimane la più impressionante lezione della storia" [2].
    PREGHIAMO
    O Signore, nella tua grande misericordia, ascolta le nostre preghiere e, affinché tu possa esaudire le nostre domande, fa' che chiediamo ciò che ti è gradito.

    [1] Dom Delatte, Epitres de saint Paul, I, p. 337.
    [2] Dom Delatte, Evangile de N. S. J. C., II, p.74
    da: dom Prosper Guéranger, L'anno liturgico. - II. Tempo Pasquale e dopo la Pentecoste, trad. it. L. Roberti, P. Graziani e P. Suffia, Alba, 1959, p. 460-463.»





    AVE MARIA!!!
    PREZIOSISSIMO SANGUE DI NOSTRO SIGNOR GESÙ CRISTO, MISERERE NOBIS!!!
    Luca, Sursum Corda - Habemus Ad Dominum!!!
    ADDIO GIUSEPPE, amico mio, sono LUCA e nel mio CUORE sarai sempre PRESENTE!
    «Réquiem aetérnam dona ei, Dómine, et lux perpétua lúceat ei. Requiéscat in pace. Amen.»

    SURSUM CORDA - HABEMUS AD DOMINUM!!! A.M.D.G.!!!

 

 

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