ESTERI
L’OPERAZIONE MILITARE NELLA STRISCIA PER LIBERARE IL SOLDATO RAPITO DAI PALESTINESI RISCHIA DI SCATENARE UNA CRISI SU LARGA SCALA
La contraerea di Damasco spara senza colpire. A Gaza fuoco sulle strade
29/6/2006
Aldo Baquis
TEL AVIV. Iniziata domenica con il rapimento del caporale israeliano Ghilad Shalit da parte di miliziani di Hamas e di due gruppi vicini, la crisi israelo-palestinese si è pericolosamente allargata ieri a macchia d’olio quando per liberare l’ostaggio il premier Ehud Olmert ha ordinato a decine di carri armati di assumere il controllo del Sud della Striscia di Gaza, a quasi un anno dal completamento del ritiro. Truppe israeliane hanno poi arrestato il ministro del Lavoro palestinese Mohammed Barghouti, mentre faceva ritorno nel suo villaggio a Nord di Ramallah.
Nel pomeriggio un generale israeliano, Yoav Galant, ha aggiunto che l’operazione «Piogge Estive» appena avviata ha un secondo obiettivo: mettere a tacere i lanciatori di razzi palestinesi appostati nel Nord della Striscia. In serata decine di migliaia di palestinesi che vivono a Beit Lahya e Beit Hanun hanno avuto l’ordine di abbandonare le proprie case perché Israele si accinge ad agire anche a Nord di Gaza. Israele si è prefisso in questa occasione anche un terzo obiettivo: limitare la libertà di movimento di cui a Damasco beneficia Khaled Meshaal, che Gerusalemme indica come il vero comandante del braccio armato di Hamas, «un terrorista alla Bin Laden». Ieri Israele ha lanciato quattro aerei da combattimento F16 a Kardaha-Latakya, nella Siria settentrionale, dove hanno sorvolato a bassa quota la residenza di Bashar Assad mentre il presidente della Siria si trovava all’interno. La contraerea di Damasco ha risposto aprendo il fuoco, ma i velivoli erano ormai tornati in territorio israeliano.
Alla escalation israeliana ha risposto un’escalation palestinese. In una moschea di Gaza un portavoce dei Comitati di resistenza popolare, Abu Abir, ha fornito ieri la prova che il suo gruppo detiene in ostaggio il colono ebreo Eliahu Asheri, 18 anni, disperso da domenica in Cisgiordania. Abu Abir ha mostrato ai giornalisti la fotografia della carta di identità del ragazzo e ha precisato che è in corso l’operazione «Cavalieri della Collera» che prevede numerosi altri rapimenti affinché si possa procedere ad uno scambio di prigionieri fra israeliani e palestinesi. In serata, dopo Hamas e i Comitati di resistenza popolare, anche Fatah ha affermato di aver rapito un israeliano: Noach Iskovic, 62 anni. Ma Fatah ha lanciato un altro monito: un attentato contro una ambasciata israeliana all’estero è in fase avanzata di progettazione. Se Israele non lascia Gaza, l’attentato avverrà. In assenza di un dialogo diretto fra i dirigenti israeliani e palestinesi, non è chiaro come sia possibile circoscrivere l’incendio. L’operazione «Piogge Estive» è vasta, ha spiegato Olmert, ma non si prefigge la rioccupazione di Gaza. E’ stata concepita come una pressione graduale sui rapitori del soldato. Con la sua liberazione, viene assicurato, cesserà. Nella prima giornata Israele ha colpito a Gaza una centrale elettrica, lasciando centinaia di migliaia di abitanti senza corrente. Ha anche colpito alcuni cavalcavia per bloccare i rapitori nel Sud della Striscia. Mentre tre brigate israeliane attendono di entrare a Gaza, i primi 50 carri armati hanno occupato l’ex aeroporto di Dahanye, da dove controllano Khan Yunes, Rafah e il valico fra la Striscia e il Sinai, per impedire che l'ostaggio sia trasferito in Egitto dove, secondo Israele, potrebbe essere consegnato ad Al Qaeda. Un attacco aereo è stato sferrato nella notte dagli israeliani su Khan Yunes, dove è stato colpito un edificio «utilizzato per immagazzinarvi armi e come officina per la fabbricazione di razzi»: così ha annunciato una portavoce delle forze militari israliane. La polizia palestinese riferisce che due razzi si sono abbattuti nel cortile della casa di Zaki Dardissi, esponente locale di Hamas, senza provocare feriti.
Di fronti a questi sconvolgimenti il presidente Abu Mazen ha ieri perso le staffe: «Israele sta compiendo un crimine. Ha imposto punizioni collettive alla popolazione innocente e ha ridotto le probabilità di liberare il soldato».