User Tag List

Risultati da 1 a 7 di 7
  1. #1
    Veritas liberabit vos
    Data Registrazione
    02 May 2009
    Località
    Nolite timere, pusillus grex. Ego vici mundum
    Messaggi
    1,289
     Likes dati
    0
     Like avuti
    2
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Domina, non foemina....

    Mode indecenti

    Donna, vorrei parlarti della moda!

    di Alessandro BON



    tratto da Mediatrice.net
    Marzo 2005

    Estate o inverno, la tendenza è sempre la stessa. Farsi notare, attirare lo sguardo dell'uomo. E' sempre inconsapevolmente o innocentemente che la donna fa le sue scelte?
    Il mondo corre all'impazzata verso l'impurità più sfacciata. Ogni anno la moda porta la sua novità, ed è sempre una novità degradante. Le vesti lunghe o corte, scollacciate o tirate su fino agli orecchi, attillate o a campana, mostrano sempre la preoccupazione di ostentare la carne, e dolorosamente tendono sempre non a vestire ma a spogliare.
    E' l'arte di Satana! Certe donne, completamente coperte di panni, per la preoccupazione che hanno di mostrarsi, si attillano in tale maniera che appariscono spogliate, e fanno confezionare i loro abiti in modo che le mettano in evidenza, senza curarsi del più elementare pudore, pur pretendendo di essere irreprensibili nel decoro. La vita moderna poi, con le sue stranezze e le sue vertigini, induce in molte donne ed in moltissimi uomini la persuasione che in date circostanze si può o si deve fare a meno del decoro e della più elementare modestia. C'è l'abito da ginnastica, da piscina, da spiaggia, da sport, da ballo, da teatro, nel quale appare naturale la riduzione a minimi termini, e si assiste anche in città ad esibizioni spettacolose, che riducono sempre più il senso del pudore. E' così che un abito che potrebbe tollerarsi solo quando dalla cabina ci si tuffa nel mare, facendosi coprire dall'acqua, è diventato la divisa dei ciclisti, degli sciatori e degli sportivi in genere, e dolorosamente anche di tante giovani che l'indossano nella più clamorosa esibizione, vociando e dimenandosi, quasi che i trams, le ferrovie, le strade, e le piazze fossero luoghi di pubblica esibizione. Eppure il clima nel quale viviamo è un clima eroico nel quale non si dovrebbe dare così miserabile spettacolo d'incoscienza. Sono morti i martiri a migliaia, immolando tutto per la Fede, come ai primi tempi del Cristianesimo. Avanzano le orde dei senza Dio, orde ignominiose, vergogna dell'umanità, ed avanzano col programma militante di demolire la società cristiana ed instaurare una repubblica di bruti . Avanzano sfacciatamente oggi, e sfacciatamente stabiliscono come testa di ponte della loro lotta, l'impurità e la disonestà della donna, la corruzione morale ed il nudismo.
    Non è più un segreto: si mandano avanti le donne immorali per corrompere le donne e gli uomini onesti; si prostituisce pubblicamente la bellezza con le mode procaci, per disorientare le anime, abituarle ai disordini del senso e precipitarle nell'apostasia. E' storicamente accertato che il bolscevismo spagnolo, prima d'iniziare la sua bestiale campagna di scristianizzazione e di distruzione, reclutò le più sfacciate donne, le sguinzagliò nei centri più importanti, le pagò perché si fossero mostrate in abbigliamenti procaci, ed avessero preparata con la corruzione morale la via al comunismo. [Oggi la Rivoluzione di Zapatero l'hanno preparata tipi alla Amodovar N.d.R.] Questo metodo non è cambiato, anche dov'è attuato con maggiore astuzia lanciando solo la moda, gradatamente più procace. [...] A questo si aggiunga che a modello delle donne non si prendono più le nobili donne oneste, ornate di decoro, ma le peggiori sgualdrine dei teatri e dei concerti, chiamate per ironia stelle! I giornali illustrati sono riboccanti d'immagini scomposte e di pose vergognose, di visi truccati e di nudità ripugnanti al più elementare senso morale, e le donne s'ispirano a questi mostri, e vi uniformano tanto spesso i loro abbigliamenti.. [...] Non si riesce a capire come possano credersi immuni da colpa grave, quando non possono ignorare che le loro esibizioni fanno sorgere cattivi pensieri, inducono a peccati di desiderio e spingono alle peggiori degradazioni.
    Incoscienti e schiave di suggestioni
    Molti dicono e suppongono che la mancanza di pudore è incoscienza; ma questa potrebbe ammettersi in paesi pagani, non in nazioni cristiane, dove la parola ammonitrice del Papa, dei Vescovi e dei Sacerdoti è incessante. [...] Molte di esse infatti, credono che la moda sia una necessità, una legge che le obblighi. Satana le suggestiona e fa loro credere di apparire strane se non la seguono nei suoi capricci, e credono anche di decadere dalla loro nobiltà se non vestono in modo da farsi notare od ammirare. [...] Non vogliono apparire singolari non vogliono far la figura delle vecchie; dicono di non poter trovar marito o per conservarlo, di non poter contraddire la mamma, il babbo, i fratelli, il marito, che ci tengono a farle figurare, e con queste scuse giustificano la loro degradazione.






    Memento:


    Tempo futuro m’è già nel cospetto,
    cui non sarà quest’ora molto antica,
    nel qual sarà in pergamo interdetto
    a le sfacciate donne fiorentine
    l’andar mostrando con le poppe il petto.
    Quai barbare fuor mai, quai saracine,
    cui bisognasse, per farle ir coperte,
    o spiritali o altre discipline?
    Ma le svergognate fosser certe
    Di quel che ‘l ciel veloce loro ammanna,
    già per urlare avrian le bocche aperte;
    ché, se l’antiveder qui non m’inganna,
    prima fien triste che le guance impeli
    colui che mo si consola con nanna

    (Dante Alighieri, Purgatorio XXIII, 98-111)

  2. #2
    Veritas liberabit vos
    Data Registrazione
    02 May 2009
    Località
    Nolite timere, pusillus grex. Ego vici mundum
    Messaggi
    1,289
     Likes dati
    0
     Like avuti
    2
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Thumbs down Padre Pio sulle mode indecenti e scostumate

    Mode indecenti

    Pensieri di Padre Pio sulla moda


    Padre Pio aveva molto a cuore la virtù della Purezza, messa, già a quei tempi, a dura prova dalle prime minigonne ed abiti a maniche corte.
    Egli era, infatti, ben consapevole degli effetti nefasti della moda indecente, che induce molte anime ad acconsentire al peccato grave
    .



    Pio esercitò durante tutta la sua vita la virtù della purezza in grado eroico e, conoscendone il sommo valore per il raggiungimento del Regno dei Cieli, voleva che anche gli altri la conservassero intatta da ogni contaminazione di peccato e la custodissero gelosamente. Della donna Padre Pio aveva un concetto altissimo e ciò lo spingeva a denunciare tutto ciò che denigrava e sviliva la dignità femminile e che riduceva la donna ad un puro oggetto di piacere, in particolare la moda. Già prima degli anni Sessanta, quando ancora non imperava la moda delle minigonne lanciata da Mary Quant, prevedendo le future tendenze della moda che avrebbero svestito le donne, Padre Pio si preoccupava di instillare in loro l'amore alla modestia e la decenza nel vestire. Esigeva quindi in modo intransigente che le donne fossero vestite decentemente, come conviene a persone timorate di Dio, prendendo come riferimento di condotta la Madonna, insigne modello di purezza liliale. Il Santo soffrì molto per le mode scandalose, che definiva «un tremendo male» per le anime, perché inducono gli uomini al peccato, ai cattivi pensieri e ai torbidi desideri. Non poteva sopportare che le donne mercificassero il loro corpo vestendo in modo provocante per attirare su di sé l'attenzione maschile con le gonne sopra il ginocchio, con abiti scollati e senza maniche. E a quei tempi non si usavano ancora gli abiti trasparenti, le canottiere che lasciano scoperta la pancia, le gonne e i pantaloni aderenti...
    Padre Pio aveva tanto a cuore il problema della purezza che le norme di condotta cristiana riguardo all'abbigliamento diventarono anche oggetto di lettere ai suoi figli spirituali. Si legge infatti nell'Epistolario: «Le donne che cercano la vanità delle vesti non possono mai vestirsi della vita di Gesù Cristo e codeste perdono ogni ornamento dell'anima, non appena entra questo idolo nei loro cuori. Il loro abito, come vuole san Paolo, sia decentemente e modestamente ornato, però senza conciature di crini, senza oro, senza gemme, senza vesti che abbiano sentore di lusso e ostentazione di fasto». In questo, il Santo del Gargano si riallacciava mirabilmente al messaggio della Madonna di Fatima, che aveva preannunciato alla beata Giacinta, la più piccola dei tre pastorelli, la venuta di mode che avrebbero offeso Nostro Signore. Tutte le figlie spirituali di Padre Pio seguirono il suo accorato consiglio di allungare l'orlo della gonna fin sotto il polpaccio per controbilanciare, con questa loro penitenza, il male che facevano le altre donne col portare le minigonne. In confessionale, Padre Pio sbatteva molto spesso lo sportello in faccia alle penitenti che si presentavano in abiti disdicevoli alla sacralità del luogo, in gonne sopra il ginocchio e con camicette senza maniche o a maniche corte. Redarguiva con durezza anche quelle donne che, prima di presentarsi a lui, aprivano la cerniera e facevano scendere la gonna perché sembrasse più lunga. Spesso si sentivano frasi simili: «Pagliaccio...», «Vestiti da cristiana!», «Sciagurata, va ' a vestirti!», «Ti segherei le braccia... perché soffriresti di meno di quello che soffriresti in Purgatorio... le carni scoperte bruceranno!» Un giorno, una signora, per andare a confessarsi da lui, si allungò occasionalmente la gonna, ma il Santo se ne accorse e la mandò via. Il pomeriggio la stessa signora fu presentata al Padre come una grande benefattrice, ed egli dispiaciuto disse: «E io stamattina ti ho dato il benservito». Ma la signora, che aveva imparato la lezione, lo ringraziò amabilmente per la riprensione. Neppure gli uomini uscirono indenni dalla crociata di Padre Pio sulla decenza nel vestire. Ad un uomo, che era andato a confessarsi da lui in maglietta a mezze maniche, intimò con una fermezza che non ammetteva repliche: «'Vagliò, o ti allunghi le maniche o ti accorci le braccia!».
    Cosa direbbe oggi Padre Pio a quegli uomini che vanno in chiesa e alla Santa Messa in tenuta da spiaggia, in braghette corte e canottiera? Anche con i bambini, per un fine pedagogico, Padre Pio fu inflessibile. Una volta gli fu condotto un gruppo di bambini per ricevere la sua benedizione. Era estate e faceva molto caldo: i bambini indossavano i pantaloncini corti. Appena Padre Pio li vide in quella tenuta, li mandò via tutti dicendo loro: «Andate prima a vestirvi». Poi spiegò ai presenti: «Devono imparare da piccoli a conservare la loro dignità».





    Memento:

    “Desidero che voi tutti, miei carissimi figli spirituali, attacchiate con l’esempio e senza alcun rispetto umano una santa battaglia contro la moda indecente.
    Dio sarà con voi e vi salverà!…
    Le donne che cercano la vanità nelle vesti non possono mai appartenere a Cristo, e codeste perdono ogni ornamento dell’anima non appena questo idolo entra nei loro cuori.
    Si guardino da ogni vanità nei loro vestimenti, perché il Signore permette la caduta di queste anime per tali vanità”.

    (San Pio da Pietrelcina)
    .


    Vst il blog: http://vandeano2005.splinder.com/


  3. #3
    Veritas liberabit vos
    Data Registrazione
    02 May 2009
    Località
    Nolite timere, pusillus grex. Ego vici mundum
    Messaggi
    1,289
     Likes dati
    0
     Like avuti
    2
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Thumbs up La Kidman sposa cattolica

    E la magica Nicole Kidman riabbraccia il cattolicesimo

    Di Andrea Galli

    Avvenire 18-06-2006


    Le voci erano circolate già nel 2001, all'indomani della seperazione da Tom Cruise, dopo un matrimonio durato 11 anni. Tra i motivi (per alcuni "il" motivo) che avrebbero spinto Nicole Kidman alla rottura con il marito ci sarebbe stata la sempre più convinta e asfissiante adesione di quest'ultimo alla "chiesa" di Scientology, con il desiderio di iniziare i due figli adottivi della coppia al movimento fondato dall'americano Ron Hubbard. Anche la Kidman aveva aderito a Scientology (lei e Cruise si erano sposati con rito scientologico) ma Nicole avrebbe iniziato a prendere le distanze da quella realtà e soprattutto avrebbe voluto crescere i figli nella fede della sua famiglia e della sua giovinezza: quella cattolica. Sulla questione i due attori stesero però un velo di silenzio e nulla fu confermato o smentito.
    L'anno scorso altre voci davano la Kidman impegnata in un cammino di fede e alle prese con corsi di sacra scrittura alla Pepperdine University, un ateneo di Malibu, la cittadina balneare a due passi da Los Angeles, domicilio dei vip dell'industria cinematografica. Robert Cargill, docente di ebraismo e di letteratura cristiana antica alla Pepperdine, confermava di tenere lezioni all'ammaliante diva, pur mantenendo il riserbo sull'allieva e la sua vicenda personale.
    Ma era la stessa Kidman, nell'aprile dello stesso anno, a dare qualche lume a riguardo, in un'intervista rilasciata al Philippine Daily Inquirer: «Il cattolicesimo è parte della mia vita. L'ultima Pasqua è stata bellissima perché l'ho trascorsa con la mia famiglia. Era la prima volta dopo molto tempo che la passavo con la mia estesa parentela cattolica, con gli zii, i cugini arrivati un po' da ovunque. La fede è stata una parte importante della mia infanzia ed è rimasta dentro di me». «Credo, certamente - continuava - cerco di andare in Chiesa e di confessarmi regolarmente», aggiungendo elogi e ammirazione per la figura di Giovanni Paolo II.
    La Kidman, australiana, è nata nel 1967 da un padre di origini scozzesi - biochimico, oggi professore emerito all'Università di Sydney - e da una madre di origini irlandesi, assistente sociale. Ha frequentato il Monte Sant'Angelo College, a Sydney, un istituto cattolico vecchio stile gestito dalle Sorelle della Misericordia, così come ha fatto la sorella minore Antonia - giornalista televisiva molto nota in Australia - che nella cappella della sua vecchia scuola si è pure sposata, nel 1996. Ai primi film e al trasferimento negli Stati Uniti, è seguito un fulmineo allontanamento dall'ambiente dell'adolescenza, sostituito da una sequela ininterrotta di successi, peripezie da jet set, flirt, il matrimonio con Tom Cruise, le divagazioni scientologiche, ecc. Fino, pare, ad un lento ma deciso ritorno alle origini. Domenica prossima, a Sydney, la Kidman si sposerà con il cantante country Keith Urban, australiano anche lui, in una cerimonia tradizionale, secondo il rito di santa romana Chiesa. «Per Nicole questo è una sorta di spirituale ritorno a casa: ritorno alla sua Chiesa e alla sua fede in quella che è stata la sua parrocchia» ha spiegato al Sydney Morning Herald il gesuita Paul Coleman, da sempre vicino alla famiglia Kidman e, si dice, colui che celebrerà il matrimonio. Il luogo scelto per il grande momento sarebbe infatti situato nella parrocchia dove la sposa è cresciuta. Si tratta della Mary MacKillop Chapel, dove riposa la fondatrice delle Sorelle di San Giuseppe del Sacro Cuore, religiosa che aprì la prima scuola gratuita nel Paese, fu beatificata da Giovanni Paolo II nel 1995 e oggi è candidata a diventare la prima santa australiana. Una "testimone" di nozze di tutto rispetto.




    Strano stupore per la bella attrice che si sposa da cattolica

    Secolari carovane
    di luoghi comuni fan tappa
    davanti a Nicole Kidman


    Davide Rondoni

    Avvenire 21-06-2006



    Una donna si sposa in chiesa. Una donna famosa decide di sposarsi con il rito cattolico. Beh, dov'è la notizia? Ma la cosa va su tutti i giornali. Anche sulle prime pagine. C'è un motivo evidente, per così dire scontato. Ma anche uno non evidente. E meno scontato. E più comico e inquietante.
    Il motivo chiaro: lei si chiama Nicole Kidman, attrice. Famosa per i meriti suoi e per frequentazioni passate. È stata spesso sui giornali, pagine degli spettacoli e pagine del gossip. Una grande attrice, una donna di alta bellezza. Normale che i giornali se ne interessino. Ne seguano le mosse. Ma qui la curiosità, se così si può dire, non era lei. Non era qualcosa che riguarda la sua vita artistica o sentimentale. La notizia stava nella sua scelta di sposarsi da cattolica. E qui si passa dai motivi chiari ai motivi meno scontati. Un po' comici e un po' inquietanti. Come se fosse strano che una così facesse quella scelta. Che una bellezza così. Che una donna così famosa. Che una donna così ammirata. Che, insomma, una donna di tale fulgore decidesse di fare una cosa cattolica. Beh, perché? Forse dovremmo annoverare nel campo cattolico solo donne di poco charme? Come se la bellezza e la fede fossero uno strano connubio. A tal punto arrivano i luoghi comuni. Da trasformare in notizie fatti che non lo sarebbero più di tanto. Fatti che sarebbero, appunto, fatti suoi e basta.
    Ma no, è ormai così esotico il cattolicesimo, è così curioso, che se una donna di primordine fa una cosa cattolica, ecco la notizia. Come se ci dovessimo accontentare di simpatiche vecchine e di buone signore un po' démodé o di piissime carampane. Ma da sempre, da quanto scrive Dante, da quanto dipinge Michelangelo, o Caravaggio o tutti i grandi artisti di sensibilità cattolica, la bellezza è protagonista, anche quella che esclama in viso a Beatrice o che invita in Giulia Farnese ritratta da Pinturicchio o in Vittoria Colonna.
    E allora dov'è la notizia? Cosa c'è di inattuale, di curioso? Cosa c'è di esotico? Il fatto è che oggi, in molti casi, l'esser cattolico è considerato anche qui, nelle vicinanze della sede di Pietro, una cosa esotica. È la fede cattolica quello strano esotismo che spinge alcuni, a differenza di altri, a far dei figli, e magari nell'ambito della stessa famiglia. È quell'esotismo che spinge alcuni a partecipare in modo non casuale a certi riti. Esotismo al pari di quello che spinge altri, che so, a creare gruppi di appassionati dei giochi di ruolo. O fan club di qualche cantante minore. E molti dei nostri intellettuali e giornalisti pensano che il club cattolico sia un fan club del bruttino. A tal punto arriva il luogo comune. Quello costruito da secoli di filosofia e di pubblicistica. Il luogo comune di coloro che hanno smesso di guardare. Di riconoscere il cattolicesimo. Anche tra i cattolici. Come se la bellezza fosse appannaggio di altri. Come se la promessa di infinita felicità che in ogni bellezza ci raggiunge non c'entrasse nulla con la fede. A tal punto arrivano secoli di luoghi comuni, e anni di giornalismo perlomeno distratto. Secoli di anticattolicesimo e di distrazione rispetto alla natura del cattolicesimo. Come se oggi non fosse proprio la Chiesa, e per mano del suo Papa, a offrire le più interessanti riflessioni sulla natura della bellezza.
    Lei, Nicole, fa bene a farsi i fatti suoi. A scegliere in coscienza quel che ritiene adeguato al suo amore e alla sua libertà. Senza diventare la paladina di niente. Ma Dio che ama le star è un grande regista. E dunque il gesto della Kidman, personalissimo e semplice, sta lì sulle prime pagine dei giornali a mostrare la persistenza di un luogo comune. E a dare una mano, con un bel sorriso, a superarlo.

    Vst il blog: http://vandeano2005.splinder.com/

  4. #4
    Veritas liberabit vos
    Data Registrazione
    02 May 2009
    Località
    Nolite timere, pusillus grex. Ego vici mundum
    Messaggi
    1,289
     Likes dati
    0
     Like avuti
    2
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Exclamation Parole forti per tempi forti....

    Le parole che seguono sono di un sacerdote morto in concetto di santità. Sono forti, come quelle dei profeti dell'A.T., come quelle del Batista, come quelle di N.S.G.C., come quelle dei santi di Dio di ogni tempo e nascono da amore autentico per la donna, non dal disprezzo. Si leggano e meditino con attenzione.

    A te, Donna.

    Di Don Giuseppe Tomaselli


    A te, donna, che non sei credente.

    Donna senza fede, tu che oltre alla fede hai perduto il senso del pudore e ti presenti in pubblico in modo provocante senza arrossire, perché agisci così?

    Tu non credi che c’è un Dio, che c’è un’altra vita dopo quella terrena e che hai un’anima da salvare!
    Tu pensi di essere simile ad una qualsiasi bestia per la quale, con l’arrivo della morte, finisce tutto.

    Ti sbagli!


    Tu sei una creatura di ordine superiore. C’è un Dio sopra di te, un Dio al quale nulla sfugge, un Dio che è giusto punitore della colpa.

    Ascolta!

    Quando un giorno forse sarai inchiodata ad un letto senza speranza di rialzarti…o quando una brutta malattia ti dirà che il tempo degli spassi è finito per te…o quando lotterai con la morte, mentre il tuo corpo sarà tormentato in una sala operatoria…o quando forse andrai in cerca di un veleno o di un’arma per la disperazione…allora ricordati che Dio ti sta pagando!…Dio non paga solo il sabato, ma paga sempre!

    Al paralitico di Betsaida, dopo averlo guarito, gli disse: «Non peccare più, perché non ti accada qualcosa di peggio!» (cfr. Gv 5, 14). Quell’uomo era rimasto paralizzato per trentotto anni a motivo dei suoi peccati.. Talvolta tocco con dolore il corpo di coloro che peccano per punirli…nella speranza di farli ravvedere!

    A te, donna, che ti credi cristiana


    Avevo una vigna su un colle fertile. La circondai di siepi, ne tolsi le pietre e la riempii di scelte viti. Vi edificai nel mezzo una torre, vi feci un frantoio ed aspettai che facesse uva; ma non fece altro che spine. Cosa avrei dovuto fare di più per la mia vigna che io non abbia fatto?
    E ora, che farò alla mia vigna?

    Le toglierò la siepe ed essa sarà devastata…La lascerò abbandonata! La vigna di cui parlo sei tu, o donna, che ti consideri cristiana, ma in realtà non lo sei! Ti ho fatta nascere in una nazione illuminata dalla fede e in una famiglia cristiana, sei stata istruita nelle verità divine, molte volte ti ho liberata dai pericoli dell’anima e del corpo e ti ho arricchita di tante grazie spirituali. Finché eri nell’infanzia, promettevi tanto ed io aspettavo dei buoni frutti da te, o mia vigna diletta. Ma nella giovinezza ti sei fatta travolgere dalla corrente mondana oggi anche tu segui una moda, se non del tutto scandalosa, di certo molto provocante. Un tempo disapprovavi nelle altre donne quel modo di vestire che ora purtroppo hai fatto tuo.

    Sei diventata sorda!


    Inutilmente i miei sacerdoti alzano la voce ed espongono gli avvisi davanti alla Chiesa.
    O donna, che ti credi religiosa e porti abiti indecenti, rifletti sulla tua condizione! Per abitudine o per convenienza sociale, qualche volta ti comunichi. Sapendo che il sacerdote non ti darebbe l’Eucarestia se ti vedesse a braccia nude o troppo scollata; al momento della Comunione ti copri alla meglio ed è così che vieni a ricevere me, presente nel SS.mo Sacramento.

    Io, che ho inveito con parole durissime contro lo scandalo, entro nel tuo corpo. Quanta amarezza provo quando vieni a ricevermi in quelle condizioni!


    Penso alla tua moda…

    Uscita di Chiesa, eccoti in giro vestita immodestamente. Agisci così per vanità, per non apparire da meno delle altre donne…ma intanto sei sotto lo sguardo degli uomini, che troppo spesso non sono semplici e puri nel guardare e nel pensare!
    In Chiesa il tuo corpo che si comunica diventa un tabernacolo e fuori di Chiesa, lungo le strade, nei ritrovi, sulle spiagge e in casa, lo stesso corpo diventa strumento di satana, incentivo al male. Cosa potevo fare di più alla mia vigna che io non abbia fatto? Non mi resta che di abbandonarla!

    Ricordati, o donna, che un giorno mi renderai conto dei peccati che altri avranno commesso per le occasioni che tu avrai loro offerto!

    E ricorda anche che la vera bellezza della donna non viene dalla moda poco decente, ma dalla modestia del vestire e dalla serietà della vita!


    Memento:

    “I fedeli anche del nostro tempo, anzi oggi più che mai, devono adottare i mezzi che sono sempre stati raccomandati dalla Chiesa per vivere una vita casta: la disciplina dei sensi e dello spirito, la vigilanza e la prudenza nell’evitare le occasioni di peccato, la custodia del pudore, la moderazione dei divertimenti, le sane occupazioni, il frequente ricorso alla preghiera e ai sacramenti della Penitenza e dell’Eucarestia”

    (Sacra Congregazione per la Dottrina della fede, Dichiarazione circa alcune questioni di etica sessuale,
    29-12-1975)

  5. #5
    Veritas liberabit vos
    Data Registrazione
    02 May 2009
    Località
    Nolite timere, pusillus grex. Ego vici mundum
    Messaggi
    1,289
     Likes dati
    0
     Like avuti
    2
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    La Donna forte

    La donna forte attende


    Quando la morte pietosa
    (Mors ipsa tandem Filium)

    La SS. Annunziata, a. XXVI, n°3,
    (maggio-giugno 2006)


    Quando la morte pietosa
    Libera il Figlio dai tormenti,
    s’inasprisce la Passione
    della Vergine ormai sola.

    Sfugge al colpo della lancia
    Lo spirito libero di Cristo:
    e la punta crudele ferisce
    il cuore della Madre.

    Risorgi, O Cristo: la morte è vinta!
    La donna forte attende in piedi
    Nella speranza e nella fede
    Il trionfo del Figlio.

    Tu vinci nell’amore i Serafini, o Vergine;
    nel dolore i martiri:
    infiamma di amore il nostro spirito,
    che si consumi nel dolore.

    Sia gloria a te, o Cristo,
    che hai sofferto per i fratelli,
    al Padre e allo Spirito Santo, nei secoli per sempre. Amen

  6. #6
    Veritas liberabit vos
    Data Registrazione
    02 May 2009
    Località
    Nolite timere, pusillus grex. Ego vici mundum
    Messaggi
    1,289
     Likes dati
    0
     Like avuti
    2
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Thumbs down Che male c'è?

    Per la Santa Purezza e contro le mode indecenti (I-2cp)

    Che male c’è?


    † don Dolindo Ruotolo


    Non sono poi tanto ingenue e innocenti


    “Che male c’è?”, E’ questo il ritornello di quelle presuntuose sfacciate ed è illusione pensare che quelle che fanno questa domanda siano ragazze candide, ingenue e innocenti come vogliono apparire. Un carbonaio, abituato ad avere le mani nere, crede normale la sua sporcizia ( e nel suo caso è una sporcizia non colpevole). Così, quelle che dicono sfrontatamente che non c’è nulla di male a portare certi vestiti ed avere certi comportamenti, dimostrano di avere il cuore già corrotto ed una consumata abitudine alla sporcizia morale. Sostengono di cercare solo l’ammirazione, ma poi sono ben felici quando vedono qualche povero allocco cadere nella rete; cercano l’avventura un po’ piccante per poterla poi raccontare con ricchezza di particolari alle loro amiche. E vorrebbero farci credere che tutto questo è solo un gioco innocente, una sfarfallata di gioventù, un modo scontato di vivere in società.

    È un male gravissimo

    Eppure il male c’è ed è gravissimo: è quello scandalo per evitare il quale Gesù non ha esitato a dire che sarebbe meglio persino cavarsi un occhio o tagliarsi un piede o una mano o finire in fondo al mare con una pietra la collo (cfr. Mc 9, 42-47).
    Le donne che si esibiscono con una moda provocante diventano l’occasione di molti peccati di pensiero e questo è già un male gravissimo; attirano i giovani sulla via della corruzione prima e della perdizione poi, suscitando in loro desideri disordinati; favoriscono la tentazione all’adulterio anche in uomini maturi e possono causare la rovina di intere famiglie. Se tu riflettessi su questo, o donna cristiana, non ti metteresti in mostra con tanta facilità, e la tua coscienza ti farebbe tremare al solo pensiero di sconvolgere la pace di un’anima e di strapparla a Dio, per la sola stupida ambizione di mostrarti e di essere ammirata!
    Ci sono persone che giungono persino a giudicare come ipocrisia la modestia e come mancanza di ipocrisia, cioè sincerità, il vestire in maniera immodesta! Forse non hanno del tutto torto, perché di fatto è sincerità mostrarsi all’esterno per quello che si è nell’interno, e cioè apparire davanti agli altri, depravate, leggere e incoscienti come lo si è nel proprio cuore. Ma questa sincerità è più giusto chiamarla “sfacciataggine”; è la sincerità del rapinatore che in pieno giorno, davanti a qualcuno che lo vede, senza vergogna strappa una borsetta e fugge.

    Arresto della tensione dell’anima verso Dio

    “Che male c’è?”. Il male c’è ed è immenso. Voi rubate a Dio le anime, poiché le distogliete da Lui e le concentrate nella materia e nel fango. Voi siete come un idolo eretto nelle strade per gli uomini che passano, e cercate di offuscare nei loro cuori la Legge di Dio; proprio come gli Ebrei che elevarono il Vitello d’oro mentre sul Sinai si manifestava la gloria divina ed il Signore dettava le Tavole della Legge.
    Voi arrestate di colpo la tensione di un’anima verso Dio, concentrandola sul corpo; spegnete le scintille di Grazia che cominciavano ad accendere un cuore e lo ricacciate violentemente nell’abisso della sensualità. Voi rischiate di troncare un disegno soprannaturale che si stava formando in un essere consacrato a Dio e che per colpa vostra può cadere nel tormento della tentazione o nelle frenesie del peccato. Potete essere come la scintilla che accende una miccia e arriva a far esplodere una passione nascosta; diventate così responsabili di tutto il male morale che ne deriva!




    Concentrata tutta sul proprio corpo


    “Che male c’è?”. Anche se altre anime non ne risentissero danno, il male sta in voi creature di Dio, chiamate ad amarlo e a glorificarlo! Vi concentrate tutte sul vostro corpo, perdete ore e ore per curarlo ed abbellirlo, ore delle quali renderete strettissimo conto a Dio; vi compiacete di voi stesse con gravi colpe di immodestia, di orgoglio, di seduzione, e fate tutto questo non per essere ordinate nell’aspetto, cosa del tutto legittima, e per tutelare il vostro decoro come creature di Dio, ma per ostentare la vostra carne, per attirare a voi gli uomini con quell’esca di morte, per suscitare un torbido interessamento intorno a voi, con un esibizionismo gravemente immorale!
    Anima cristiana, creatura insensata, perché ti lasci dominare dal tuo corpo, del quale devi essere non serva ma regina? Vuoi finire prigioniera nella morsa della carne? Non sei tu ad essere danneggiata dalla tua vanità? Non ti accorgi che così facendo rovini te stessa? Non ti accorgi che sei così schiava del tuo corpo che non sai rinunciare a nulla e non ti pieghi neppure davanti alla morte?
    E’ raro che una donna non commetta qualche colpa quando ha la smania di farsi notare e di attrarre. E così non si accorge che appare svilita, e che dopo essersi bene ornata, ha spento la luce del suo pudore, l’unica luce che poteva rendere i suoi lineamenti dei riflessi della bellezza di Dio! Se tu riconoscessi che c’è in te qualcosa capace di turbare l’anima di qualcuno, non dovresti nasconderlo, questo qualcosa, piuttosto che mostrarlo? Come puoi star tranquilla se pensi che stai suscitando una tempesta in chi già naviga verso l’eternità? Hai il dovere strettissimo di vestirti e comportarti in modo tale da sembrare un fiore di purezza, profumato dalla Grazia di Dio.
    Quanto è penoso pensare che tante creature, che pur sono un raggio della bellezza di Dio, si deformano, si profanano, si avviliscono e diventano, anche senza pensarci, ministre e serve di satana nella perdizione delle anime, di quel satana che si unisce agli uomini nel deriderle e disprezzarle!



    Rivèstiti di Cristo Gesù.


    Tu, donna cristiana, rivèstiti di Cristo Gesù, poiché sei stata lavata dal Sangue del tuo Redentore e sei stata arricchita dei suoi meriti. Satana tenta di sfigurarti, vuole screditarti presso Dio, e non potendo far guerra a lui, cerca di avvilire la sua immagine in te. Che cosa diresti vendendo un’opera d’arte di purissimo stile classico, ricoperta di calcinacci o di pitture e ornamenti barocchi? Diresti che è stata profanata. Ecco, tu sei un capolavoro della creazione, un’opera d’arte di Dio, armonizzata dalla sua Sapienza e satana cerca di profanarti, ricoprendoti di miserie e di brutture. Il colore delle unghie, per esempio, è armonizzato con il tono della pelle, l’arco delle sopracciglia è armonizzato all’occhio, il rosso delle labbra s’intona al volto. E infatti, come sai, quando per un’emozione il volto si sbianca, anche le labbra impallidiscono. I lineamenti esterni sono un riflesso dell’anima e danno al viso la vera espressione dell’arte. Ora, un trucco troppo appariscente, oltre a renderti sgradevole, deforma la tua armonia, ti fa perdere la tua vera espressione, diventi ridicola…e satana sghignazza alle tue spalle. Ti deride perché ti vede schiava di abitudini sciocche e di stranezze degradanti. Ti deride perché riesce a farti occupare il tuo tempo prezioso in queste “povertà” e perché profana in te l’immagine del Creatore. Ti deride perché invece di rivestirti spiritualmente come sposa per il Regno eterno, ti sfiguri: dovresti comparire innanzi a Dio come i bei fiori del campo, e invece sei tutta appassita; dovresti profumare il pellegrinaggio terreno e invece lo appesti!
    Se tu potessi vedere come sei spiritualmente sfigurata quando t’inorgoglisci per le forme del tuo corpo e le esponi alla profanazione di sguardi curiosi e pieni di malizia!


    Ammirazione concentrata sui sensi

    Credi di piacere almeno agli uomini? Tutt’altro! Ti corrono dietro per prendersi gioco di te: sognano “l’usa e getta” e tu nemmeno lo sospetti; ti lodano a parole, ma in cuor loro ti disprezzano, e tu non te ne accorgi; fingono di essere affascinati dalla tua bellezza, ma non ti sposerebbero mai, mentre tu ti illudi di “trovare un buon partito”, parlano tra loro di te, chiamandoti con titoli vergognosi, e tu ti illudi che siano ammaliati dal tuo fascino. E’ una cosa veramente penosa!
    L’ammirazione che fingono di avere per te è puramente sensuale perché non è rivolta alla tua “persona”, ma al tuo “corpo”; ti guardano come un oggetto di piacere e ti disprezzano perché ti accomunano alle prostitute. Se uno venisse a te per strapparti il vestito, con quale forza e con quale rabbia lo ricacceresti! Ora, gli occhi che si fermano suoi tuoi indumenti per intravedere ciò che non devono vedere, non cercano forse di strapparti il manto dell’onestà e del pudore? Ci pensi che, bardata in quel modo, con tutte le tue forme in evidenza e con la procacità della tua immodestia, passi fra tanti profanatori che ti svestono con gli occhi?
    Ti svestono, ma non ti stimano per niente; l’ammirazione la riservano solo alle ragazze pudiche che sono come templi vivi del Signore!

    Come orologi di piazza…

    L’uomo è senza dubbio corrotto, e disgraziatamente corre la dove trova il male e le brutture, come corrono le mosche sullo sterco, ma poi, non soddisfatto delle brutture di cui si nutre, quando vuol prendere moglie, va a cercarla tra le ragazze oneste, semplici e modeste. Anche I più navigati nel male fanno così. Questo dimostra con quale disprezzo guardano a quelle donne che seguono scriteriatamente la moda, proprio loro che nella loro vita ne hanno viste e…burlate tante. E vuoi diventare lo zimbello di tutti per poi non trovare neppure il vero compagno della tua vita? E vuoi essere come quegli orologi di piazza che tutti guardano e che nessuno prende? Vuoi restare schiava della moda fino alla vecchiaia, perennemente truccata a dismisura, in cerca di avventure che puntualmente diventano sventure? O vuoi essere una madre infedele che cammina per le strade raccogliendovi le spazzature dei peccati altrui e che dissacra il santuario domestico portando in casa il peso della sua responsabilità come una maledizione?







  7. #7
    Veritas liberabit vos
    Data Registrazione
    02 May 2009
    Località
    Nolite timere, pusillus grex. Ego vici mundum
    Messaggi
    1,289
     Likes dati
    0
     Like avuti
    2
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Parliamo di moda (I)

    Contro le mode indecenti e per la Santa Purezza nel vestire


    Parliamo di moda.

    La moda attuale propone spesso un tipo di abbigliamento indecente, perché provocante, risvegliando nel prossimo la sensibilità ed inducendolo ad infrangere la Legge di Dio con il peccato grave. Un vero cristiano, quindi, dovrebbe assumere, anche in questo, un atteggiamento maturo e responsabile.

    Di P. Rosario M. Sammarco, FI

    Il Settimanale di Padre Pio,
    a.III, n°27, 4 luglio 2004, pp.16-17

    «Il mondo corre all’impazzata verso l’impurità più sfacciata. Ogni anno la moda porta sua novità e una novità degradante. Le vesti lunghe o corte, scollacciate o tirate su fino agli orecchi, attillate o a campana, mostrano sempre la preoccupazione di ostentare la carne, e dolorosamente tendono sempre non a vestire ma a spogliare».

    Queste parole le scriveva, in un suo libretto dal titolo La moda e il decoro cristiano, il servo di Dio don Dolindo Ruotolo, grande anima di sacerdote napoletano e sincero estimatore (a sua volta ricambiato) del santo di Pietrelcina. La prima edizione di questo libretto, la cui ultima ristampa è di circa dieci anni fa, usciva non nel 1964, ma nel 1939. Citiamo il 1964 come termine di confronto perché è l’anno in cui, per la prima volta, una stilista, oggi settantenne, ha presentato sul mercato dell’abbigliamento la minigonna, divenuta in breve il simbolo della Rivoluzione femminista negli anni ’60. Don Dolindo fa le affermazioni di cui sopra nel 1939 , vale a dire ben prima di questa rivoluzione che tanti disastri ha portato nella nostra società. Ciò sta ad indicare che il problema della moda non è semplicemente un fatto di centimetri, ma una questione di mentalità. Come, infatti, notava il servo di Dio, si può esser immodesti anche quando si è vestiti fin sopra i capelli, indossando però indumenti che esaltino le forme del corpo, attirando gli sguardi e solleticando la sensualità umana.
    Nel libro Gli appelli del messaggio di Fatima, Suor Lucia, una delle protagoniste principali di quelle apparizioni, delinea in brevi tratti quella che potrebbe essere chiamata la «teologia del vestito». Innanzitutto ella mostra come il vestito sia alle origini un dono che Dio fa all’uomo, il quale col peccato si è spogliato dell’abito della Grazia (cfr. Gn 3, 6-21). Il testo sacro dice che Adamo ed Eva, dopo il peccato, si accorsero di essere nudi. Tentarono di coprire le loro nudità con delle foglie di fico, ma evidentemente questo non bastava se – come dice la Scrittura - «Il Signore Dio fece all’uomo e alla donna tuniche di pelli e li vestì» (Gn 3, 21). Da ciò suor Lucia ricava la considerazione che

    «l’abito non ci è stato dato da Dio come ornamento per servire la vanità e la leggerezza umana, ma come difesa contro il peccato, come segno di penitenza per il peccato commesso e di castigo per lo stesso, e per ricordarci le Leggi di Dio che tutti noi siamo obbligati a rispettare».

    Da qui si capisce come un modo di vestire che miri ad incitare al peccato, invece che ad allontanare da esso, sia un controsenso. Il vestito deve coprire il corpo riparandolo dai rigori del freddo e dal caldo. Esso nasce come una tutela di tutta la persona, ossia l’anima della persona, l’abito deve allontanare dal quel disordine naturale dei sensi che è eredità del peccato originale. In pratica l’abbigliamento deve proteggere la persona, propria ed altrui, da quel tipo di tendenze, aiutandone così la maturazione totale che avviene tanto sul piano fisico quanto su quello morale.
    Esporre il proprio corpo ai desideri disonesti della concupiscenza altrui con un abbigliamento indecoroso significa andare contro il proprio bene e il bene altrui, macchiandosi di un vero e proprio peccato di scandalo , intendendo per scandalo un comportamento che induce un altro a peccare. Ora, tante persone a cui si fa richiamo di questo giustificano se stesse dicendo che nelle loro intenzioni non c'è minimamente quella di indurre il peccato nel prossimo, e che non possono farci niente se il prossimo fa determinate cose. Se è vero che non ci si può ritenere responsabili di tutto ciò che fa il prossimo, è anche vero che vi sono fatti oggettivi che provocano determinate conseguenze.

    Per chiarire meglio si ricorrerà ad un esempio.

    Poniamo il caso che qualcuno viaggi con la propria auto a 200 km/h. Che egli abbia o meno l’intenzione di uccidere una persona. Resta comunque il fatto che, se gli capita a quella velocità di incrociare un pedone, questi non si salverà di sicuro; ecco perché la legge proibisce di andare a quella velocità.

    Non è, quindi, un problema d’intenzioni, ma di dati oggettivi.


    La stessa cosa avviene nel caso dell’abbigliamento immodesto.
    Anche se non si ha l’intenzione di uccidere l’anima di nessuno, l’abbigliamento immodesto per sua natura, muove determinate pulsioni che spesso portano alla morte spirituale della malcapitata vittima. Forse che Dio, giusto Giudice, non ne terrà conto?

    E poi, è proprio vero che quando ci si veste in un certo modo si hanno solo intenzioni candide ed immacolate?
    Agli Angeli l’ardua sentenza!!!


    http://vandeano2005.splinder.com/

 

 

Discussioni Simili

  1. In quali produzioni l'UE domina?
    Di Oli nel forum Politica Europea
    Risposte: 26
    Ultimo Messaggio: 25-04-09, 04:05
  2. Novara,giordano Domina
    Di pablito el drit nel forum Il Termometro Politico
    Risposte: 57
    Ultimo Messaggio: 08-06-06, 13:07
  3. Novara,giordano Domina
    Di pablito el drit nel forum Centrodestra Italiano
    Risposte: 0
    Ultimo Messaggio: 05-06-06, 19:32
  4. Trotzky domina in USA
    Di Guido Keller nel forum Politica Estera
    Risposte: 4
    Ultimo Messaggio: 11-11-05, 02:05
  5. Rifondazione e la cultura che la domina
    Di Norberto Gallo nel forum Centrosinistra Italiano
    Risposte: 8
    Ultimo Messaggio: 22-08-05, 11:25

Permessi di Scrittura

  • Tu non puoi inviare nuove discussioni
  • Tu non puoi inviare risposte
  • Tu non puoi inviare allegati
  • Tu non puoi modificare i tuoi messaggi
  •  
[Rilevato AdBlock]

Per accedere ai contenuti di questo Forum con AdBlock attivato
devi registrarti gratuitamente ed eseguire il login al Forum.

Per registrarti, disattiva temporaneamente l'AdBlock e dopo aver
fatto il login potrai riattivarlo senza problemi.

Se non ti interessa registrarti, puoi sempre accedere ai contenuti disattivando AdBlock per questo sito