Senatùr disponibile ad un confronto, qualunque sia l'esito del referendum Bossi: «Pronti a dialogo anche se vince il no» Il leader della Lega raccoglie l'apertura di Fassino. «Ma io spero comunque che la gente sia più saggia del segretario dei Ds»
MILANO - Giulio Tremonti, dalle pagine del Corriere della Sera, ha lanciato la «proposta indecente»: maggioranza e opposizione trovino un'intesa prima del voto sulle possibili modifiche alla riforma della costituzione e poi facciano approvare il referendum evitando di buttare a mare l'intero impianto della nuova legge. Il segretario dei Ds, Piero Fassino, ha risposto sempre sul Corriere che la disponibilità della Cdl arriva fuori tempo massimo e che, comunque, prima si fa tabula rasa delle norme introdotte dal centrodestra e poi ci si siede tutti attorno a un tavolo. Ora è il leader della Lega, Umberto Bossi, padre putativo della devolution - che della riforma costituzionale rappresenta uno dei capisaldi - a prendere posizione.
«Noi siamo sempre disponibili a riformare» ha detto il Senatùr a Bergamo, dove ha partecipato ad una manifestazione del suo partito, ai giornalisti che gli chiedevano se fosse disponibile a aprire un tavolo sulle riforme anche nel caso in cui il referendum bocci la riforma costituzionale, come ha auspicato oggi il segretario dei Ds, Piero Fassino. Bossi non vorrebbe neppure considerarla questa ipotesi, perché «se vincono i no addio riforma». Facendo scaramanticamente le corna, il leader leghista ha detto di sperare che «la gente sia più saggia di Fassino e dei politici e si renda conto che lo Stato va cambiato».
Bossi in particolare ha però rilanciato la proposta di un tavolo per rivedere le riforme dopo la vittoria del sì. «Io dò la mia parola - ha detto - che se passa apro un tavolo per mettere dentro tutti».
Il leader leghista ha poi detto di sperare che non ci siano spaccature tra Nord e Sud nel voto sul referendum del 25 giugno. «Mi auguro che il sud voti come il nord. il federalismo è un vantaggio per tutti. Bisogna semmai chiedersi come mai quasi tutti gli Stati sono federalisti. Ci sarà un motivo: lo stato federalista costa meno, quello centralista è basato su una burocrazia costosa». «Stiamo facendo la devolution - ha aggiunto - per spingere il paese verso il federalismo con vantaggi per tutti».
04 giugno 2006