La situazione a grandi linee - L’ambasciatore statunitense a Managua, Paul Trivelli, ha invitato i due principali partiti conservatori, il Partido Liberal Constitucionalista (PLC) e la Alianza Liberal Nacional (ALN), ad unire le proprie forze presentando un unico candidato contro Daniel Ortega, il veterano dirigente del Frente Sandinista de Liberación Nacional (FSLN), in vista delle elezioni presidenziali del prossimo 5 novembre. L’invito è condizionato dal timore di una possibile vittoria della sinistra sandinista, legata al Presidente venezuelano Chavez. Washington, come del resto i conservatori nicaraguensi, temono che il paese centroamericano possa convertirsi in una nuova pedina dello scacchiere dell’asse Caracas-Avana. Di fatto, il leader sandinista ha affermato che, in caso di una sua vittoria, il paese si unirebbe alla Alternativa Bolivariana de las Américas (ALBA). Durante lo storico incontro dei tre rivoluzionari a l’Avana, Ortega ha definito l’adesione all’alleanza parte della propria agenda politica, in quanto “il Paese deve guardare con interesse a proposte di integrazioni politico-economiche come l’ALBA, progetto realmente interessato ai problemi del mondo caraibico”. Inoltre, dopo 16 anni di politica neoliberale e filo-statunitense dai risultati carenti, secondo il leader, il paese necessita di un cambiamento di rotta. Lo stesso Chavez ha dichiarato apertamente di auspicarsi la vittoria di Ortega, promettendo la fornitura di petrolio a varie cittadine del FSLN. Ortega, già presidente di un mandato -1995/90- contraddistinto dall’opposizione agli USA, ha qualificato l’atto di Trivelli come “un’ingerenza negli affari interni del paese”.
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