15.09.2002
Affonda una barca di disperati: 15 annegano al largo della Sicilia
di red.
Un'imbarcazione con oltre un centinaio di persone a bordo che tentavano di raggiungere la costa italiana è affondata nella nottre tra sabato e domenica a circa mezzo miglio da Capo Rossello, sul litorale agrigentino. Le vittime sono almeno 15 morti, mentre altre 91 persone sono state recuperate dai mezzi di soccorso della Capitaneria di porto, della Guardia di finanza e dell'Aeronautica militare.In maggioranza si tratta di liberiani
Secondo il comandante Giuseppe Rando, che dirige la Capitaneria di porto di Porto Empedocle «È ancora presto per avere un quadro esatto delle dimensioni della sciagura. Fino a questo momento abbiamo recuperato 15 cadaveri (più tardi ne sono stati recuperati altri tre n.d.r.) e salvato 91 immigrati». L' ufficiale spiega che non è stato possibile fino ad ora risalire al numero esatto di clandestini che si trovavano a bordo del barcone affondato: «Uno dei naufraghi ha sostenuto, in un francese stentato, che erano circa 120, un altro parla di 150. Ma i loro racconti sono vaghi e contradditori: uno di loro ha perfino sostenuto che erano in mare da quindici giorni, un'ipotesi inverosimile visto che a una prima visita medica nessuno presenterebbe segni evidenti di disidratazione». Le operazioni di soccorso e di ricerca dei naufraghi, che a mezzogiorno di domenica erano ancora in corso, sono rese particolarmente difficoltose anche a causa dei bassi fondali, dove le motovedette non possono avventurarsi,e delle acque torbide: «L' imbarcazione - afferma l' ufficiale - si è rovesciata a circa un centinaio di metri dalla scogliera, forse a causa dell' euforia esplosa a bordo dopo che gli immigrati avevano avvistato il faro di Capo Rossello. I sommozzatori hanno trovato due corpi rimasti incastrati sott' acqua nel vano motore, mentre gli altri cadaveri sono stati recuperati dalle motovedette».
Secondo il racconto di uno degli scampati la tragedia sarebbe ionvece dovuta in parte al maltempo, ed in parte alle operazioni di trasbordo da una barca ad un'altra, una volta giunti in prossimità delle coste siciliane. «Per un' ora abbiamo aspettato davanti alla spiaggia che passasse il nubifragio. Poi le onde e il vento ci hanno spinto sugli scogli, vicino al faro, ed è stato un inferno». Lo ha detto uno degli scampati liberiani, al pm di Agrigento Giulia Labia. L' immigrato ha ancora la paura negli occhi. Parla poche parole in italiano. Avvolto in una coperta, spiega di essere stato imbarcato in un porto della costa africana insieme ad un centinaio di persone. La barca che li ha portati fini a metà del Canale di Sicilia, «era molto solida», poi «ci hanno costretto a passare in un'altra imbarcazione molto più fragile».
«Nel buio della notte - racconta - ci hanno fatto trasbordare in alto mare. Siamo passati da una barca all' altra e quando stavamo ormai per sbarcare il cattivo tempo ha ribaltato l' imbarcazione».
«La nuova tragedia di questa notte con il naufragio e la morte di 15 persone extracomunitarie, e ben 93 scampati alla sciagura al largo di Porto Empedocle interpella tutti: le autorità statali e i cittadini». Sulla tragedia interviene Felice Mapelli, presidente del Centro di studi teologici di Milano: «Quando, come accaduto, si indagano i soccorritori, oppure si fomenta un'intransigenza rigida o addirittura l'odio e il rifiuto verso chi appartiene ad un'altra cultura e ad un'altra etnia, allora dovremmo domandarci dove sia mai finita lanostra umanità?». «Dobbiamo ringraziare lo spirito di solidarietà e fratellanza del popolo siciliano -aggiunge Mapelli- che ha conosciutol'emigrazione obbligata verso altre nazioni lontane, che non ha perso la memoria del suo esodo spesso doloroso, ed ha mantenuto alti i valori di umana fraternità. Questa gente più di ogni altra istanza civile attesta che il sentimento di umanità non è soffocato, nè da leggi coartative, nè da opportunismi e cinismi politici». «Tredici persone sono morte, tredici vite che non interessano a chi ci governa: chissà se la Lega Nord, oggi impegnata a Venezia in una terra dove è cresciuta ricchezza ed insieme egoismo, il buon grano e la zizzania -conclude Mapelli- si sentiranno interpellati da questa tragedia, nella loro coscienza, o troveranno modo di girarsi dall'altra parte in assoluta indifferenza...».
Si tratta del sesto sbarco sulle coste siciliane nel giro di poche ore: ieri mattina a Lampedusa sono giunti prima 24 clandestini a bordo di un gommone, nel pomeriggio altri 71 con una barca e in serata 116 sono stati intercettati nel Canale di Sicilia su un' imbarcazione di venti metri. Dodici immigrati sono stati invece bloccati dai carabinieri e dagli uomini della Capitaneria di porto di Mazara del Vallo, lungo la costa trapanese. Infine altri due immigrati illegali originari del Marocco sono stati bloccati dai carabinieri nell'isola di Pantelleria. Secondo gli investigatori i due avrebbero fatto parte di un nutrito gruppo di immigrati che è riuscito a sbarcare nell'isola. Sugli scogli di contrada Mursia, infatti, la Capitaneria di porto locale ha trovato un natante in legno lungo circa nove metri.
www.unita.it