Come avevamo ampiamente previsto, Beppe Giulietti non è stato eletto. Non per demerito suo, anzi: se tutti i candidati dell'Unione avessero fatto campagna elettorale quanto lui, il centrosinistra avrebbe raccolto ben più dei miseri 25 mila voti di vantaggio alla Camera. La responsabilità è tutta dei dirigenti del futuro cosiddetto Partito Democratico, che prima l'hanno trombato, poi - dopo l'appello firmato per primo da Enzo Biagi- hanno garantito il ripescaggio, poi fra il lusco e il brusco l'han confinato all'ottavo posto nel Piemonte-2 (Beppe è veneziano), dove l'Ulivo prevedeva di eleggere sei deputati. Così è stato. Ma - assicuravano al Botteghino- Prodi e Gentiloni avrebbero optato per altri collegi, liberando due posti per il settimo e l'ottavo in lista, cioè per il primo e il secondo escluso (Giulietti, appunto). Ora si scopre che non sarà così, almeno per Gentiloni, il quale dovrebbe tenersi il Piemonte-2. E' una vergogna, una delle tante di queste folli elezioni. Una vergogna contro cui tutti i nemici dell'inciucio devono far sentire la loro voce, scrivendo al Botteghino per Giulietti e firmando l'appello (che riportiamo qui sotto) per Tana De Zulueta. Anche il segretario dei Verdi, Pecoraro Scanio, sta facendo il furbo. Aveva candidato Tana De Zulueta sbandierando la battaglia per la departitizzazione della Rai, ma ora per un gioco di incastri pare intenzionato a penalizzare la ex corrispondente dell'Economist a vantaggio dicandidati di apparato più "affidabili". Beppe e Tana scontano un peccato originale davvero imperdonabile per la partitocrazia: in questi anni hanno combattuto e denunciato ogni censura alla Rai e, se eletti, si batterebbero per una legge severa sul conflitto d'interessi. Dunque, contro ogni inciucio sotterraneo con Berlusconi. Se non troveranno posto in Parlamento, sapremo che cosa significa: l'inciucio è già cominciato.
Marco Travaglio, 13-4-2006