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    Predefinito Lunedì di Pasqua o dell'Angelo o infra l'ottava di Pasqua

    Da dom Prosper Guéranger, L'anno liturgico. - II. Tempo Pasquale e dopo la Pentecoste, trad. it. L. Roberti, P. Graziani e P. Suffia, Alba, 1959, p. 50-58

    LUNEDÌ DI PASQUA


    Il mistero della Pasqua è così vasto e profondo che non saranno troppi i sette giorni di questa settimana per meditarlo e approfondirlo. Nella giornata di ieri non abbiamo fatto altro che contemplare il nostro Redentore uscito dal sepolcro, manifestandosi per ben sei volte ai suoi cari col suo potere e per sua bontà. Continueremo a rendergli gli omaggi di adorazione, di riconoscenza e di amore ai quali ha diritto per questo trionfo che è suo e nostro nel medesimo tempo; ma dobbiamo anche penetrare rispettosamente l'insieme meraviglioso della dottrina e dei fatti di cui la Risurrezione del nostro divin Liberatore è il centro, affinché la luce celeste ci illumini ancor meglio e la nostra gioia cresca sempre di più.

    Il mistero dell'Agnello.

    Prima di tutto, che cosa è, dunque, il mistero della Pasqua? La Bibbia ci risponde che la Pasqua è l'immolazione dell'Agnello. Per comprendere la Pasqua bisogna aver capito il mistero dell'Agnello.

    Fin dai primi secoli del cristianesimo nei mosaici e nelle pitture murali delle Basiliche si rappresentava l'Agnello come il simbolo che riuniva in sé l'idea del sacrificio di Cristo e quella della sua vittoria. Nella sua posa piena di dolcezza, l'Agnello esprimeva la dedizione che lo ha condotto a dare il suo sangue per la salvezza dell'umanità; ma veniva dipinto in piedi, in cima ad una collinetta verdeggiante, mentre i quattro fiumi del paradiso, al suo comando, scaturivano sotto i suoi piedi, raffigurando i quattro Vangeli che hanno portato la dottrina della sua gloria ai quattro punti cardinali del mondo. Più tardi fu dipinto armato di una croce, dalla quale sventolava una bandieruola trionfale: è la forma simbolica sotto cui lo troviamo anche ai tempi nostri.

    L'Agnello nell'Antico Testamento.

    Dopo il peccato, l'uomo non poteva più fare a meno dell'Agnello; senza di esso si vedeva diseredato per sempre dal cielo ed esposto eternamente al divino cruccio. Nei primi giorni del mondo, il giusto Abele sollecitava la clemenza del Creatore irritato, immolando sopra un altare, formato da una zolla erbosa, il più bell'agnello del suo gregge, fino a che, agnello egli stesso, cadde sotto i colpi del fratricida, divenendo così il tipo vivente del nuovo agnello che, pure, dai suoi fratelli fu messo a morte.

    In seguito, Abramo, sulla montagna, consumò il sacrificio iniziato dalla sua eroica obbedienza, immolando il montone la cui testa era circondata di spine ed il cui sangue si sparse sull'altare eretto per Isacco. Più tardi Dio parlò a Mosè: gli rivelò la Pasqua e questa pasqua consisteva, allora, nell'immolazione di un agnello e nel banchetto che si teneva per mangiarne la carne. La Santa Chiesa, in questi ultimi giorni, ci ha dato a leggere nel libro dell'Esodo il comando del Signore su tale soggetto. L'Agnello pasquale doveva essere senza macchia: si doveva spargere il suo sangue, e nutrirsi della sua carne. Tale era la prima Pasqua.

    Essa è piena di figure, ma vuota di realtà. Nondimeno durante quindici secoli, il popolo di Dio dovette accontentarsene; ma l'ebreo che viveva più spiritualmente sapeva ben riconoscere l'impronta misteriosa di un altro Agnello.

    Il vero Agnello.

    Giunta la pienezza dei tempi, Dio inviò il suo Figliuolo sulla terra. Il Verbo incarnato, che non si era ancora manifestato agli uomini, un giorno camminava sulle rive del Giordano: Giovanni Battista lo indicò ai discepoli dicendo: "Ecco l'Agnello di Dio, che toglie il peccato dal mondo".

    Il santo Precursore in quel momento annunziava la Pasqua, poiché avvertiva gli uomini che, finalmente, la terra possedeva il vero Agnello, l'Agnello di Dio, atteso da tanto tempo. Ecco, era venuto, questo Agnello, più puro di quello di Abele, più misterioso di quello di Abramo, più esente da ogni macchia di quello che gli Israeliti offrivano in Egitto. È veramente l'Agnello implorato, con tanta insistenza da Isaia; un Agnello mandato dallo stesso Dio; in una parola l'Agnello di Dio. Ancora qualche tempo e verrà immolato. Tre giorni fa abbiamo assistito al suo sacrificio; abbiamo visto la sua pazienza, la sua dolcezza sotto il coltello che lo uccideva e noi siamo stati bagnati dal suo sangue che ha lavato tutti i nostri peccati.

    Virtù del sangue dell'Agnello.

    L'effusione di questo sangue rigeneratore era necessaria alla nostra Pasqua; bisognava che noi ne fossimo segnati, per sfuggire alla spada dell'Agnello; nello stesso tempo, questo sangue ci comunicava la purezza di colui che ce la elargiva con tanta liberalità. I nostri neofiti uscivano dal fonte, nel quale egli immette la sua virtù, più bianchi della neve ; ed anche i peccatori, che avevano avuto la sciagura di perdere la grazia, un tempo in esso acquistata, avevano ritrovato, per mezzo dell'inesauribile forza del sangue divino, la loro integrità primitiva. Tutta la comunità dei fedeli si rivestiva dell'abito nuziale; e questa veste era di uno splendore abbagliante poiché è "nel sangue stesso dell'Agnello che fu lavata" (Ap 7,14).

    Il banchetto pasquale.

    Ora questa veste è stata preparata per presenziare ad un banchetto, nel quale ritroveremo ancora quell'Agnello. È lui stesso che si da ai fortunati convitati quale nutrimento; e il banchetto è la Pasqua. Gli Atti dell'Apostolo sant'Andrea così ne parlano: "La carne dell'Agnello senza macchia serve di nutrimento, il suo sangue serve di bevanda al popolo che crede in Cristo; ed anche immolato, questo Agnello è sempre intero e vivente".

    Ieri questo convito ha avuto luogo su tutta la terra; ma in questi giorni continua ancora e vi realizziamo una stretta unione con l'Agnello che s'incorpora a noi per mezzo di quel cibo divino.

    La regalità dell'Agnello.

    Ma c'è dell'altro: esso non viene solamente per essere immolato, per nutrirci della sua carne divina; viene forse per comandare, per essere Re? Sì, così è, ed una volta ancora, per questo, è la nostra Pasqua. La Pasqua è la proclamazione del regno dell'Agnello: è il grido degli eletti nel cielo: "Ha vinto il leone della tribù di Giuda la radice di Davide!" (Ap 5,5).

    Ma se è il Leone, come può essere l'Agnello? Cerchiamo di comprenderne il mistero. Nel suo amore per l'uomo che aveva bisogno di essere riscattato, di essere fortificato con un nutrimento celeste, si è degnato di mostrarsi quale Agnello; ma doveva anche trionfare dei suoi nemici e dei nostri; era necessario che egli regnasse, poiché "a lui fu dato ogni potere in cielo e sulla terra" (Mt 28,18). Nel suo trionfo, nella sua forza invincibile, è quale leone, a cui nulla resiste, ed i cui ruggiti di vittoria scuotono oggi l'universo. Ascoltate sant'Efrem: "All'ora duodecima lo staccarono dalla croce come un leone addormentato" [1]. Dormiva, il nostro leone; "Il riposo effettivamente è stato così breve - dice san Leone - che si sarebbe detto piuttosto un sonno che una morte" [2].

    Che cos'era allora se non la realizzazione dell'oracolo di Giacobbe sul suo letto di morte, quando, annunciando duemila anni prima, la dignità del suo nobile rampollo, esclamava con santo entusiasmo: "Giovane leone è Giuda... Si piega, si sdraia come un leone e come una leonessa: chi lo farà alzare?" (Gen 49,9).

    Oggi egli si è risvegliato da se stesso: si è alzato in piedi, quale agnello, per noi, leone per i suoi nemici, unendo, d'ora in avanti, la forza e la dolcezza. È il mistero completo della Pasqua: un Agnello trionfatore, ubbidito, adorato. Rendiamogli l'omaggio dovutogli e, aspettando di unire in cielo le nostre voci a quelle di milioni di angeli e dei ventiquattro vegliardi, ripetiamo fin da oggi sulla terra: "È degno l'Agnello che è stato immolato di ricevere la virtù e la divinità, e la sapienza e la fortezza e l'onore e la gloria e la benedizione" (Ap 5,12).

    La grandiosità di questa settimana.

    La Chiesa di altri tempi dedicava tutti i giorni di questa settimana all'astensione del lavoro come se si fosse trattato di un'unica festa; ed i lavori manuali ne restavano interrotti durante il corso. L'editto di Teodosio, nel 389, che sospendeva l'azione dei tribunali durante questo periodo, veniva ad aiutare tale prescrizione liturgica che noi troviamo menzionata nelle prediche di sant'Agostino e nelle omelie di san Giovanni Crisostomo. Quest'ultimo, parlando ai neofiti, così si esprimeva: "Durante questi sette giorni voi godete dell'insegnamento della dottrina divina; l'assemblea dei cristiani si riunisce per voi, noi vi ammettiamo alla sacra mensa; in questo modo vi armiamo e vi esercitiamo alle lotte contro il demonio. Poiché adesso, che si prepara ad attaccarvi con maggior furore, più è grande la vostra dignità e più vivo sarà il suo attacco. Mettete dunque a profitto i nostri insegnamenti durante questo intervallo e sappiate imparare a lottare valorosamente. Riconoscete pure in questi sette giorni il cerimoniale delle nozze spirituali che avete avuto l'onore di contrarre. La solennità delle nozze dura sette giorni; noi abbiamo voluto, durante questo stesso periodo, trattenervi nella stanza nuziale" [3].

    Tale era allora lo zelo dei fedeli, la loro attrazione per le solennità della Liturgia, l'interesse che portavano per le nuove reclute della Chiesa, che essi aderivano con premura ed erano assidui a tutto ciò che da loro si esigeva durante questa settimana.

    La gioia della Risurrezione riempiva tutti i cuori e occupava ogni momento. I Concili emanarono dei Canoni che erigevano in legge questa consuetudine. Quello di Macon, nel 585, così formulava il suo decreto: "Noi dobbiamo tutti celebrare e festeggiare con zelo la Pasqua, nella quale il Sommo Sacerdote e Pontefice è stato immolato per i nostri peccati, e dobbiamo onorarlo mediante l'esattezza nell'osservare le prescrizioni che essa impone. Nessuno, dunque, si permetterà alcuna opera servile durante questi sei giorni (che seguono la domenica); ma tutti si riuniranno per cantare gl'inni della Pasqua, assistendo assiduamente al Santo Sacrificio quotidiano e radunandosi per lodare il nostro Creatore e Rigeneratore, la sera, il mattino e a mezzogiorno" [4].

    I Concili di Magonza (813) e di Meaux (845) danno le medesime prescrizioni. Noi le ritroviamo in Spagna nel VII secolo, negli editti dei Re Recesvinthe e Wamba. La Chiesa Greca li rinnovò nel suo concilio in Trullo; Carlo Magno, Luigi il Pio, Carlo il Calvo lo sanzionarono nelle loro costituzioni; i canonisti dei secoli XI e XII, Burkard, sant'Ivo di Chartres e Graziano ce li dimostrano in uso ai loro tempi; finalmente Gregorio IX provò ancora a dar loro forza di legge in una delle sue Decretali del XIII secolo. Ma già in molti luoghi questa osservanza si era indebolita.

    Il concilio tenuto a Costanza nel 1094 riduceva la solennità della Pasqua al lunedì e martedì. I liturgisti Giovanni Beleth, nel XII secolo, e Durando nel XIII, attestano che, ai tempi loro, questa riduzione era già in uso presso i Francesi. Essa non tardò ad estendersi in tutto l'Occidente e costituì il diritto comune per la celebrazione della Pasqua, fino a che, essendosi sempre accresciuto il rilassamento, si ottenne successivamente dalla sede Apostolica la dispensa dall'obbligo festivo del martedì e, in Francia, anche del lunedì, dopo il Concordato del 1801.

    Per arrivare alla comprensione della Liturgia fino alla Domenica in Albis, è dunque necessario ricordarsi costantemente dei neofiti, sempre presenti con le loro vesti bianche alle Messe ed agli Offici divini. Le allusioni alla loro recente rigenerazione son continue e tornano senza tregua nei canti e nelle letture durante tutto il corso di questa Ottava solenne.

    La Stazione.

    A Roma la Stazione di oggi è alla Basilica di S. Pietro. Iniziati ai divini misteri sabato scorso nella Basilica del Salvatore, al Laterano, i neofiti ieri celebrarono la Risurrezione del Figlio nello splendido santuario della Madre; è giusto che in questo terzo giorno essi vengano a rendere omaggio a Pietro, sul quale poggia tutto l'edificio della Santa Chiesa. Gesù, Salvatore; Maria, Madre di Dio e degli uomini; Pietro, capo visibile del corpo mistico del Cristo: queste sono le tre manifestazioni per mezzo delle quali noi siamo entrati e restiamo nella Chiesa Cristiana.

    MESSA

    EPISTOLA (At 10,37-43). - In quei giorni Pietro, stando in mezzo al popolo, disse: "Fratelli miei: Voi sapete quel che è avvenuto per tutta la Giudea, cominciando dalla Galilea, dopo il Battesimo predicato da Giovanni; come Dio unse di Spirito Santo e di potenza Gesù di Nazaret, il quale andò attorno facendo del bene e sanando tutti gli oppressi dal diavolo, perché Dio era con lui; e noi siamo testimoni di quanto egli fece nel paese dei Giudei e in Gerusalemme; ma l'uccisero appendendolo alla croce. Dio però lo risuscitò il terzo giorno e fece che si rendesse visibile, non a tutto il popolo, ma ai testimoni preordinati da Dio: a noi che abbiamo mangiato e bevuto con lui dopo la sua risurrezione dai morti. E ci ha comandato di predicare al popolo e di attestare come egli da Dio è stato costituito giudice dei vivi e dei morti. A lui rendon testimonianza tutti i profeti, asserendo che chi crede in lui ottiene, per il nome suo, la remissione dei peccati".

    Missione di Cristo e degli Apostoli.

    San Pietro rivolse questo discorso al centurione Cornelio ed ai parenti ed amici di detto pagano; egli li aveva riuniti attorno a sé per ricevere l'Apostolo che Dio gli mandava. Si trattava di preparare tutto questo uditorio a ricevere il Battesimo ed a formare le primizie del Gentilismo, poiché fino allora il Vangelo non era stato annunziato che agli Ebrei. Rimarchiamo che è San Pietro, e non un altro Apostolo, ad aprire oggi a noi Gentili le porte di quella Chiesa che il Figlio di Dio ha fondato su di lui, come su di una roccia incrollabile. Ecco perché questo brano del libro degli Atti degli Apostoli si legge proprio oggi nella Basilica di S. Pietro, presso il luogo della sua crocifissione, e in presenza dei neofiti che sono altrettante conquiste della fede sugli ultimi seguaci dell'idolatria pagana.

    Osserviamo poi il metodo usato dall'Apostolo per inculcare la verità del cristianesimo a Cornelio ed a quelli della sua casa.

    Comincia a parlar di Gesù Cristo; ricorda i prodigi che hanno accompagnato la sua missione; poi, avendo raccontato la sua morte ignominiosa sulla croce, espone il fatto della Risurrezione dell'Uomo-Dio, come la più grande garanzia della verità della sua divina natura. Viene in seguito la missione degli Apostoli che deve essere accettata, allo stesso modo della loro testimonianza così solenne e così disinteressata, visto che essa non ha procurato loro che delle persecuzioni.

    Colui dunque che confessa il Figlio di Dio incarnato, che è passato in questo mondo, facendo il bene, operando ogni sorta di prodigi, morendo sulla croce, risuscitando dalla tomba, e affidando agli uomini che ha scelto la missione di continuare sulla terra quel ministero che egli ha cominciato; colui che confessa tutta questa dottrina è pronto a ricevere, nel Battesimo, la remissione dei suoi peccati.

    Tale fu la sorte fortunata di Cornelio e dei suoi compagni; tale è stata quella dei nostri neofiti.

    VANGELO (Lc 25,13-35). - In quel tempo due dei discepoli di Gesù se ne andavano quello stesso giorno ad un villaggio detto Emmaus, distante da Gerusalemme sessanta stadi. E ragionavano insieme di quanto era accaduto. E avvenne che mentre ragionavano e discutevano tra loro, Gesù stesso, avvicinatosi, si mise a far viaggio con essi. Ma i loro occhi non potevano conoscerlo. Ed egli chiese loro: "Che discorsi son questi che voi fate per la strada e perché siete così tristi?" Ed uno di loro, chiamato Cleofa, rispose: "Tu solo sei così forestiero a Gerusalemme da non sapere quanto in questi giorni vi è accaduto?" Ed egli a loro: "Quali cose?" E gli risposero: "Il fatto di Gesù Nazareno, che fu profeta potente in opere ed in parole dinanzi a Dio e a tutto il popolo; e come i sommi sacerdoti ed i nostri capi l'han fatto condannare a morte e crocifiggere. Or noi speravamo che fosse per redimere Israele; invece, oltre a tutto questo, oggi è il terzo giorno da che tali cose sono avvenute. Ma certe donne di tra noi ci hanno meravigliati, perché, essendo andate la mattina presto al sepolcro e non avendo trovato il corpo di lui, son venute a dirci di aver avuto anche una visione di Angeli che lo dicono vivo. Ed alcuni dei nostri sono andati al sepolcro ove han riscontrato quanto avevan detto le donne, ma lui non l'han trovato". Allora Gesù disse loro: "O stolti e tardi di cuore a credere a tutte queste cose predette dai profeti ! Non doveva forse il Cristo patire tali cose e così entrare nella sua gloria?" E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegava loro in tutte le Scritture ciò che a lui si riferiva. E come furon vicini al villaggio ove andavano, egli fece vista di andar più oltre. Ma essi lo costrinsero a restare dicendo: "Rimani con noi, che si fa sera ed il giorno è già declinato". Ed entrò con essi. Ed avvenne che messosi con loro a tavola, prese il pane, lo benedisse, lo spezzò e lo porse ad essi. Allora si aprirono i loro occhi e lo riconobbero: ma egli sparì dai loro sguardi. E quelli dissero tra loro: "Non ci ardeva forse il cuore nel petto, mentre egli per la strada ci parlava e ci interpretava le Scritture?". Ed alzatisi in quell'istante, tornarono a Gerusalemme, e trovarono radunati gli undici e gli altri che erano con loro, i quali dicevano: "Il Signore è veramente risorto ed è apparso a Simone". Ed essi pure narrarono quanto era loro accaduto e come l'avevano riconosciuto alla frazione del pane.

    Il significato della prova

    Contempliamo questi tre pellegrini, che conversano sulla strada di Emmaus e seguiamoli col cuore e col pensiero. Due di loro sono dei fragili uomini come noi, che tremano di fronte alla tribolazione, che la croce ha sconvolto e fatto perdere di animo, che hanno bisogno di gloria e di prosperità per continuare a credere. "O stolti e tardi di cuore - dice loro il terzo viandante. - ... Non doveva forse il Cristo patire tali cose e così entrare nella sua gloria?". Fino ad ora noi pure abbiamo troppo assomigliato a quei due uomini, dimostrandoci così ancora più ebrei che cristiani! Ed è per questo che l'amore delle cose terrene ci ha reso insensibili ad essere attratti a quelle celesti, esponendoci, per la stessa ragione, al peccato. Ma d'ora in avanti, non possiamo più pensare in questo modo. Gli splendori della Risurrezione del nostro Maestro ci mostrano abbastanza chiaramente quale è lo scopo della sofferenza, quando Dio ce la manda. Qualunque siano le nostre prove, non arriviamo mai ad essere inchiodati ad un patibolo, né crocifissi tra due scellerati. Il Figlio di Dio ha avuto invece quella sorte; e osservate, oggi, se i supplizi del venerdì hanno impedito lo slancio che doveva prendere la domenica verso la sua immortale regalità. La sua gloria non è tanto più splendente, quanto più profonda fu la sua umiliazione? Non tremiamo, dunque, più tanto alla prospettiva di un sacrificio; pensiamo alla felicità eterna con la quale saremo ripagati. Gesù, che i due discepoli non riconoscono, non ha dovuto che far loro udire la sua voce e descrivere i piani della sapienza e della bontà divina, e la luce si è fatta nel loro spirito. Anzi, cosa dico? I loro cuori si riscaldavano e bruciavano nel petto, sentendolo parlare di quella croce che conduce alla gloria. E se allora non l'avevano ancora riconosciuto, è che egli stesso chiudeva i loro occhi affinché non lo ravvisassero. La stessa cosa avverrà per noi, se lasceremo parlare Gesù, come fecero loro. Noi comprenderemo allora che "non v'è discepolo da più del Maestro" (Mt 10,24) e, vedendo lo splendore di cui oggi egli si riveste, ci sentiremo trasportati a dire a nostra volta: "Le sofferenze del tempo presente non possono avere proporzione alcuna con la gloria che si dovrà manifestare in noi" (Rm 8,18).

    Effetti dell'Eucarestia.

    In questi giorni in cui gli sforzi spirituali del cristiano per la sua rigenerazione sono ricompensati con l'onore di essere ammessi, portando la veste nuziale, alla mensa di Cristo, non ometteremo di rimarcare che fu al momento della frazione del pane che si aprirono gli occhi dei due discepoli e che riconobbero il loro Maestro. Il nutrimento celeste, la cui virtù procede unicamente dalle parole di Cristo, porta la luce alle anime; e, allora, esse vedono ciò che prima non scorgevano. Così avverrà per noi, per effetto del sacramento della Pasqua; ma consideriamo ciò che, a questo proposito, ci dice l'autore dell'Imitazione: "Questi davvero conoscono il loro Signore nella frazione del pane, poiché il loro cuore arde così forte dentro di loro, mentre Gesù cammina con essi" (Lc 4,14).

    Abbandoniamoci, dunque, al nostro Divin Risuscitato; d'ora in avanti, anche più di prima, noi siamo suoi, non più solamente in virtù della sua morte, ma a causa della sua risurrezione, che è anche nostra. Diventiamo simili ai discepoli di Emmaus, fedeli e giocondi, solleciti, secondo il loro esempio, a dimostrare, mediante le nostre opere, quel rinnovamento di vita che ci raccomanda l'Apostolo e che conviene a coloro che Cristo ha amato fino a voler risuscitare insieme con loro.

    La Chiesa ha scelto questo tratto del Vangelo di preferenza ad altri a causa della stazione che oggi si tiene nella Basilica di S. Pietro. Infatti san Luca ci dice che i due discepoli trovarono gli Apostoli già a conoscenza della risurrezione del loro Maestro; poiché essi dicevano: "È apparso a Simone". Abbiamo parlato ieri di questo privilegio fatto al Principe degli Apostoli.

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    NOTE

    [1] In Sanctam Parasceven, et in crucem et latronem.

    [2] Prima predica sulla Risurrezione.

    [3] Quinta Omelia sulla Risurrezione.

    [4] Canone II, Labbe t. v.

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    Predefinito Dai Discorsi di sant'Agostino.

    Sermo CCXXXV, 1-4, in PL 38, 1118-1119.

    L'evangelista Luca è il solo a tramandarci questo racconto. Marco riferisce succintamente l'apparizione dei due lungo la via ma non riporta né le parole dette dai discepoli al Signore né quelle del Signore ai discepoli.

    Qual è dunque il contenuto specifico che la presente lettura offre a noi? Davvero importante, se lo comprendiamo. Gesù appare: i discepoli lo vedevano con gli occhi, ma senza riconoscerlo. Il Maestro camminava con loro per via, anzi egli stesso era la via, ma loro non camminavano per quella via. Egli stesso dovette constatare che erano andati fuori della via. Nel tempo trascorso con loro prima della passione, infatti, egli aveva predetto ogni cosa: che avrebbe patito, che sarebbe morto e che il terzo giorno sarebbe risorto. Aveva predetto tutto, ma la sua morte fu per loro come una perdita di memoria. Quando lo videro sospeso al patibolo furono così turbati che dimenticarono i suoi insegnamenti, non attesero più la sua risurrezione, non rimasero saldi nelle sue promesse.

    Noi speravamo che fosse lui a liberare Israele. O discepoli, l'avete sperato. Vuol dire che adesso non lo sperate più? Ecco, Cristo vive, ma in voi la speranza è morta. Sì, Cristo è veramente vivo; ma questo Cristo vivo trova morti i cuori dei discepoli. Apparve e non apparve ai loro occhi; era visibile e insieme nascosto. In effetti, se non lo si vedeva, come potevano udire le sue domande e rispondere ad esse? Camminava per via come un compagno di viaggio, anzi era lui che li conduceva. Quindi lo vedevano, ma non erano in grado di riconoscerlo. I loro occhi erano incapaci di riconoscerlo. Erano incapaci non di vederlo ma di riconoscerlo.

    Ebbene, fratelli, quand'è che il Signore volle essere riconosciuto? All'atto di spezzare il pane. È una certezza che abbiamo: quando spezziamo il pane riconosciamo il Signore. Non si fece riconoscere in altro gesto diverso da quello; e ciò per noi, che non lo avremmo visto in forma umana ma avremmo mangiato la sua carne. Sì, veramente, se tu - chiunque tu sia - sei nel numero dei fedeli, se non porti inutilmente il nome di cristiano, se non entri senza un perché in chiesa, se hai appreso ad ascoltare la parola di Dio con timore e speranza, la frazione del pane sarà la tua consolazione. L'assenza del Signore non è assenza. Abbi fede, e colui che non vedi è con te.

    Quanto invece a quei discepoli, quando il Signore parlava con loro, essi non avevano più la fede, perché non lo credevano risorto e non speravano che potesse risorgere. Avevano perso la fede e la speranza: pur camminando con uno che viveva, loro erano morti. Camminavano morti in compagnia della stessa Vita! Con loro camminava la Vita, ma nei loro cuori la vita non si era ancora rinnovata.

    E ora mi rivolgo a te. Se vuoi ottenere la vita, fa' quello che fecero quei discepoli, in modo che ti sia dato riconoscere il Signore. Essi lo invitarono a casa. Il Signore fece finta d'essere uno che doveva andare lontano, ma loro lo trattennero. Arrivati nella località dove erano diretti, gli dissero: Resta con noi perché si fa sera.

    Accogli l'ospite, se desideri riconoscere il Salvatore. Ciò che la mancanza di fede aveva ostacolato fu conseguito per mezzo dell'accoglienza. E il Signore si mostrò loro nell'atto di spezzare il pane. Imparate dov'è da ricercarsi il Signore, dove lo si possiede, dove lo si riconosce: è quando lo mangiate. In questa lettura i fedeli sanno scoprire qualcosa che capiscono meglio di quanto non riescano a fare coloro che ancora certe cose non le capiscono.

    Il Signore Gesù fu dunque riconosciuto, ma, dopo che fu riconosciuto, non si lasciò più vedere: si allontanò con il corpo da quelli che ormai lo ritenevano mediante la fede. Se il Signore si sottrasse corporalmente agli occhi di tutta la Chiesa quando salì al cielo, lo fece perché crescesse la fede. Se infatti non ammetti altro fuori di ciò che vedi, quando sarà giunta l'ora di vederlo ne avrai gioia. Cresca la fede, per avere in compenso la visione. Poiché quel che noi non vediamo verrà; sì, verrà e grande sarà la gioia per quelli che hanno creduto.

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    Predefinito Dai Trattati ascetici di Gilberto d’Hoiland.

    Tractati ascetici, IV, 2 s.; I, 6 s. 9s., in PL 184, 267.255-258.

    Il vangelo ci narra che i due discepoli in cammino per Emmaus discorrevano e discutevano insieme. Discutevano perché non avevano ancora compreso, esitavano perché non erano ancora saldi nella fede.
    Parlavano lungo il percorso, disputando su quello che era accaduto, quando Gesù in persona si accostò e camminava con loro.
    Rievochiamo, fratelli, quel ricordo soave: Non ardeva forse anche a noi il cuore per Gesù mentre per via parlavamo di lui? Ciò che dicevamo di lui, lui l’aveva già detto in noi. Possa io fare più spesso di lui l’unico oggetto delle mie ricerche, dei miei dialoghi, dei miei rapporti!
    La Sapienza creatrice splende attraverso le sue opere e ci affascina soavemente, ma non può bastarci.

    Mostrami, Signore, quello che solo può bastarmi.
    Mostra te stesso.
    Sono teso nella ricerca di te,
    ma stento a trovarti.
    Fatico a trattenerti,
    perché tu eludi la presa e mi sfuggi;
    sicché ti bacio soltanto col desiderio.
    Sono baci soavi,
    ma come nel sogno, come nell’ombra.
    Sono baci che un istante rianimano,
    ma non mi soddisfano.
    Dammi, Signore, quello che solo può colmarmi.

    Baciami con un bacio della tua bocca, col bacio del Verbo e non della carne, con un bacio che viene dal cuore e non è carpito con la violenza, col bacio che ti manifesta a me e a te mi rende conforme.
    Per essere con te un solo spirito, mi preparerò, mi congiungerò, perché chi si unisce al Signore forma con lui un solo spirito. Questa stretta indissolubile di amore e d’unione porta giustamente il nome di bacio. Ti incarico di abbracciarmi, Signore, e te ne do il diritto, appunto perché tutto qui è opera tua e non mia. E’ il segno della tua bontà, non della mia premura; è indice della tua presenza, non frutto della mia ricerca. Perciò ti dico: Mostrati a me così come sei, senza mediazioni. Questo mi basta. Al tuo apparire mi sazierò allora della tua gloria, quando mi disseterai col vino nuovo che tu stesso bevi e offri nel tuo Regno.

    Nel tuo regno sarà continuamente giorno, sarà sempre il meriggio. Sarà scacciata, per cosi dire, la notte sterile che separa sera e mattino. Il mezzogiorno unirà questi due termini senza nessun declino, perché sta scritto: Il tuo sole non tramonterà più. Non ci saranno più cambiamenti di tempo o eclissi passeggere.

    Ma quando sarà ciò? Quando ti manifesterai a noi in pieno giorno cosi come sei, o buon Gesù? Quel giorno in te vedremo il Padre e ci basterà.
    O giorni, lenti a venire!
    O cuori, lenti anche voi,
    lenti a discernere, se non lenti a credere.
    Vieni a noi, o Signore, perché possiamo dire:
    Eccolo, viene
    saltando per i monti.
    balzando per le colline.
    Avvicinati dunque, e precedi la nostra lentezza.

    Quando ti accostasti ai due discepoli in cammino per Emmaus, li rimproverasti come tardi di cuore nel credere, spiegasti loro in tutte le Scritture quello che si riferiva te. Ti rendesti visibile, apristi i loro cuori, pur scomparendo subito agli sguardi.
    Non ti manifestasti loro in pieno giorno, ma verso sera, al tramonto del sole. Quando saremo in patria, sederemo a mensa con te in un eterno meriggio.
    Frattanto siamo ancora per via e ti preghiamo, Signore: sii il nostro conforto mentre oscura cala la sera.

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    Predefinito Dall'«Omelia sulla Pasqua» di Melitone di Sardi, vescovo

    Capp. 2-7; 100-103, in SC 123, 60-64. 120-122

    Prestate bene attenzione, carissimi: il mistero della Pasqua è nuovo e antico, eterno e temporale, corruttibile e incorruttibile, mortale e immortale. Antico secondo la legge, nuovo secondo il Verbo; temporaneo nella figura, eterno nella grazia; corruttibile per l'immolazione dell'agnello, incorruttibile per la vita del Signore; mortale per la sua sepoltura nella terra, immortale per la sua risurrezione dai morti.
    La legge è antica, ma il Verbo è nuovo; temporale è la figura, eterna la grazia; corruttibile l'agnello, incorruttibile il Signore, che fu immolato come un agnello, ma risorse come Dio.
    «Come agnello condotto al macello, come pecora muta di fronte ai suoi tosatori, e non aprì la sua bocca» (Is 53, 7).
    La similitudine è passata ed ha trovato compimento la realtà espressa: invece di un agnello, Dio, l`uomo-Cristo, che tutto compendia.
    Perciò l'immolazione dell'agnello, la celebrazione della Pasqua e la scrittura della legge ebbero per fine Cristo Gesù. Nell'antica legge tutto avveniva in vista di Cristo. Nell'ordine nuovo tutto converge a Cristo in una forma assai superiore.
    La legge è divenuta il Verbo e da antica è fatta nuova, ma ambedue uscirono da Sion e da Gerusalemme. Il precetto si mutò in grazia, la figura in verità, l'agnello nel Figlio, la pecora nell'uomo e l'uomo in Dio.
    Il Signore pur essendo Dio, si fece uomo e soffrì per chi soffre, fu prigioniero per il prigioniero, condannato per il colpevole e, sepolto per chi è sepolto, risuscitò dai morti e gridò questa grande parola: Chi è colui che mi condannerà? Si avvicini a me (Is 50, 8). Io, dice, sono Cristo che ho distrutto la morte, che ho vinto il nemico, che ho messo sotto i piedi l'inferno, che ho imbrogliato il forte e ho elevato l'uomo alle sublimità del cielo; io, dice, sono il Cristo.
    Venite, dunque, o genti tutte, oppresse dai peccati e ricevete il perdono. Sono io, infatti, il vostro perdono, io la Pasqua della redenzione, io l'Agnello immolato per voi, io il vostro lavacro, io la vostra vita, io la vostra risurrezione, io la vostra luce, io la vostra salvezza, io il vostro re. Io vi porto in alto nei cieli. Io vi risusciterò e vi farò vedere il Padre che è nei cieli. Io vi innalzerò con la mia destra.

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    Easter Monday

    Easter Monday is the day after Easter Sunday and is celebrated as a holiday in some largely Christian cultures, especially Roman Catholic cultures.

    Formerly, the post-Easter festivities involved a week of secular celebration, but this was reduced to one day in the 19th century. Events include egg rolling competitions and, in predominantly Roman Catholic countries, dousing other people with water which, at one time, had been holy water blessed the day before at Easter Sunday Mass and carried home to bless the house and food.

    Easter Monday in the Roman Catholic liturgical calendar is the second day of the octave of Easter Week.

    In the Eastern Catholic Byzantine Rite and the Eastern Orthodox Church, Easter Monday is called Bright Monday.

    Though not largely observed in the United States, the day remains informally observed in some areas such as the state of North Dakota, and the cities of Buffalo, New York and South Bend, Indiana. Easter Monday was a public holiday in North Carolina from 1935 to 1987. Traditionally Polish areas of the country such as Chicago observe Dyngus Day as well. Easter Monday is a public holiday, along with Good Friday in Protestant countries, such as Germany, Denmark, Sweden and certain British Commonwealth countries such as Australia. Along with Good Friday, Easter Monday is a Bank Holiday in the United Kingdom , making a four-day weekend.

    Specific traditions

    Dyngus Day or Wet Monday (Polish Śmigus-dyngus or Lany Poniedziałek) is the name for Easter Monday in Poland. In the Czech Republic it is called Velikonoční pondělí or Pomlázka. Both countries practice a peculiar custom on this day.

    In Poland, traditionally, early in the morning boys awake girls by pouring a bucket of water on their head and strike them about the legs with long thin twigs or switches made from willow, birch or decorated tree branches (palmy wielkanocne); however, the earliest documented[citation needed] records of Dyngus Day in Poland are from the 15th century, almost half a millennium after Poland adopted Christianity.

    Benedykt Chmielowski in Nowe Ateny cite after "Carolo Berthold" that this ritual was already in custom in 750, 250 years before Poland officially adopted Christianity.

    One theory is that Dyngus originates from the baptism on Easter Monday of Mieszko I (Duke of the Polans, c. 935 - 992) in 966 AD, uniting all of Poland under the banner of Christianity.

    Early in the Colombian evolution of the tradition, the Dyngus custom was clearly differentiated from Śmigus: Dyngus was the exchange of gifts (usually eggs, often decorated like pisankas), under the threat of water splashing if one party did not have any eggs ready, while Śmigus (from Śmigać, to whoosh, ie make a whipping noise) referred to the striking.

    Later the focus shifted to the courting aspect of the ritual, and young unmarried girls were the only acceptable targets. A boy would sneak into the bedroom of the particular girl he fancied and awaken her by completely drenching her with multiple buckets of water. Politics played an important role in proceedings, and often the boy would get access to the house only by arrangement with the girl's mother.

    Throughout the day, girls would find themselves the victims of drenchings and leg-whippings, and a daughter who was not targeted for such activities was generally considered to be beznadziejna (hopeless) in this very coupling-oriented environment.

    Most recently, the tradition has changed to become fully water-focused, and the Śmigus part is almost forgotten. It is quite common for girls to attack boys just as fiercely as the boys traditionally attacked the girls. With much of Poland's population residing in tall apartment buildings, high balconies are favorite hiding places for young people who gleefully empty full buckets of water onto randomly selected passers-by.

    Another similar, although somehow opposite, peculiar Polish custom is dusting bowls (garce) of ashes on people (starts men on women) or houses, celebrated a few weeks earlier at the "półpoście" this custom is almost forgotten, but still practiced on the area around borders of Mazuria and Masovia.

    In Slovakia and the Czech Republic, traditionally, early in the morning, boys awake girls by pouring a bucket of water on their head. This practice is possibly connected to a pre-Christian, pagan fertility rite, that seems originated from the similar older customs as the Ancient Roman Lupercalia.

    Also, splashing water, and a special handmade whip decorated with ribbons called pomlázka (Slovak: korbáč) is used on females in the morning. The boys usually accompany the whipping with a special Easter carol and then are given a decorated hard-boiled egg (a ribbon, or possibly a snifter of liquor). The girls would reward the boys who sprinkle with coins or Easter eggs. In the afternoon, females can douse males with cold water. In some other parts of Slovakia boys use water or perfume to splash the girls and then girls whip boys on Tuesday.

    In the United States, Dyngus Day celebrations are widespread and popular in Buffalo, New York, Wyandotte, Michigan, La Porte, Indiana and South Bend, Indiana. In Buffalo's eastern suburbs, Dyngus Day is celebrated with a level of enthusiasm that rivals St. Patrick's Day. Common tradition is to buy pussy willow (Salix discolor) to display in the home; this is tied to the "striking" custom from Poland, where goat willow, the European type of pussy willow, was traditionally used for whipping the legs of girls. In South Bend, the day is often used to launch the year's political campaign season (particularly among Democrats)- often from within the West-Side Democratic Club, the M.R. Falcons Club or in local pubs, where buying drinks is favored over handshaking. Notable Dyngus politico's include the late Robert F. Kennedy, Joe Kernan and Evan Bayh. Starting in 2004, Rose-Hulman Institute of Technology in Terre Haute, Indiana began celebrating Dyngus Day at the request of South Bend students. The event includes free Polish sausage for students as well as a free concert. Wet Monday is also celebrated at Jonathan Edwards College, one of the residential colleges at Yale University, when each year the freshman class storms the college with water weapons, where upperclassmen are ready to defend the college and ensure no one goes home dry.

    The Easter Monday holiday in North Carolina stemmed from the tradition in the early 20th century of state government workers taking the day off to attend the annual baseball game between North Carolina State College (Now NC State University) and nearby Wake Forest College (now Wake Forest University and moved to Winston-Salem, NC). The holiday was enacted in 1935 and remained until 1988, when the official state holiday was moved to Good Friday to match the rest of the nation.

    For Easter Monday in Hungary, perfume or perfumed-water is used. The girls would reward the boys who sprinkle with coins or Easter eggs.

    In Guyana, people fly kites, which are made on Holy Saturday.

    In Egypt, the ancient festival of Sham El Nessim (Arabic: شم النسيم, literally meaning "smelling of the air") is celebrated on the Coptic (i.e. Eastern) Easter Monday, though the festival dates back to Pharonic times (about 2700 BC) and is celebrated by both Egyptian Christians and Muslims as an Egyptian national holiday rather than as a religious one. Traditional activities include painting eggs and eating fish that has been buried underground.

    Easter eggs

    Official holiday


    Easter Monday is an official holiday in the following countries:
    • Albania
    • Andorra
    • Anguilla
    • Antigua and Barbuda
    • Aruba
    • Australia
    • Austria
    • Bahamas
    • Barbados
    • Belgium
    • Belize
    • Benin
    • Botswana
    • British Virgin Islands
    • Bulgaria (Julian Calendar)
    • Burkina Faso
    • Cameroon
    • Canada
    • Cape Verde Islands
    • Cayman Islands
    • Central African Republic
    • Chad
    • Cook Islands
    • Côte d'Ivoire
    • Croatia
    • Cyprus (Julian Calendar)
    • Czech Republic (Pomlázka)
    • Denmark
    • Dominica
    • Egypt (as Sham El Nessim)
    • Equatorial Guinea
    • Faroe Islands
    • Federation of Bosnia and Herzegovina
    • Fiji
    • Finland
    • France
    • French Guiana
    • Gabon
    • Gambia
    • Georgia
    • Germany
    • Ghana
    • Gibraltar
    • Greece (Julian Calendar)
    • Greenland
    • Grenada
    • Guadeloupe
    • Guatemala
    • Guinea
    • Guyana
    • Haiti
    • Hong Kong
    • Hungary
    • Iceland
    • Ireland
    • Isle of Man
    • Italy
    • Jamaica
    • Kenya
    • Kiribati
    • Latvia
    • Lebanon
    • Lesotho
    • Liechtenstein
    • Lithuania
    • Luxembourg
    • Malawi
    • Martinique
    • Moldova (Julian Calendar)
    • Monaco
    • Montenegro (Julian Calendar)
    • Montserrat
    • Namibia
    • Nauru
    • Netherlands
    • Netherlands Antilles
    • New Caledonia
    • New Zealand
    • Niger
    • Nigeria
    • Niue
    • Norway
    • Papua New Guinea
    • Poland
    • Romania (Julian Calendar)
    • Rwanda
    • Senegal
    • Serbia (Julian Calendar)
    • Seychelles
    • Slovakia
    • Slovenia
    • Solomon Islands
    • South Africa (Family Day)[1]
    • Spain (in some autonomous communities)
    • St. Kitts and Nevis
    • St. Lucia
    • St. Pierre and Miquelon
    • St. Vincent and the Grenadines
    • Suriname
    • Swaziland
    • Sweden
    • Switzerland
    • Syria
    • Tanzania
    • Trinidad and Tobago
    • Turks and Caicos Islands
    • Tuvalu
    • Uganda
    • Ukraine
    • United Kingdom (except Scotland)
    • U.S. Virgin Islands
    • Vanuatu
    • Western Samoa
    • Zambia
    • Zimbabwe

    References

    1. Public Holidays Act, 1994 (36 of 1994, South Africa) (PDF) (1994-12-07). Retrieved on 2006-04-05.

    Fonte: wikipedia

  9. #9
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    Lightbulb Re: Lunedì di Pasqua o dell'Angelo o infra l'ottava di Pasqua

    1 aprile 2018: Santa Pasqua di Resurrezione di Nostro Signore Gesù Cristo!!!



    "Il santo giorno della Pasqua"
    "Guéranger, L'anno liturgico - Il santo giorno della Pasqua"
    Guéranger, L'anno liturgico - Il santo giorno della Pasqua
    http://www.unavoce-ve.it/pg-pasqua.htm
    "Guéranger, L'anno liturgico - Il santo giorno della Pasqua. Messa"
    Guéranger, L'anno liturgico - Il santo giorno della Pasqua. Messa
    http://www.unavoce-ve.it/pg-pasqua-messa.htm
    "Guéranger, L'anno liturgico - Il santo giorno della Pasqua. Il pomeriggio"
    Guéranger, L'anno liturgico - Il santo giorno della Pasqua. Il pomeriggio
    http://www.unavoce-ve.it/pg-pasqua-pom.htm
    "Guéranger, L'anno liturgico - Il santo giorno della Pasqua. La sera"
    Guéranger, L'anno liturgico - Il santo giorno della Pasqua. La sera
    http://www.unavoce-ve.it/pg-pasqua-sera.htm




    Santa Messa Pasquale celebrata da Don Floriano Abrahamowicz a Paese Domenica 1 aprile 2018; c'ero anch'io dal Giovedì Santo, ospite di questo buon e coraggioso sacerdote integralmente cattolico che mi ha generosamente ospitato in questi giorni insieme ad altre persone che già conoscevo ed alcune nuove che ho avuto la fortuna di conoscere là, abbiamo partecipato alle funzioni del Triduo Santo e festeggiato insieme la Santa Pasqua:




    "Santa Pasqua - Santa Messa"
    https://www.youtube.com/watch?v=BjAGCknLhrI
    https://www.youtube.com/user/florianoabrahamowicz
    http://www.domusmarcellefebvre.it/santa-messa-1.php




    http://www.sodalitium.biz/santa-pasqua/
    http://www.sodalitium.biz/santa-pasqua/
    “1° aprile 2018, Domenica di Resurrezione.

    “In questo giorno, che ha fatto il Signore, Solennità delle Solennità, e nostra Pasqua: Resurrezione del nostro Salvatore Gesù Cristo secondo la carne”.
    O risorto mio Gesù, adoro e bacio devotamente le piaghe gloriose del vostro santissimo corpo, e per questo vi prego con tutto il mio cuore di farmi sorgere da una vita di tiepidezza ad una vita di fervore per poi passare dalla miseria di questa terra alla gloria eterna del Paradiso.”
    http://www.sodalitium.biz/wp-content...ne-200x300.png








    Ligue Saint Amédée
    http://liguesaintamedee.ch/

    “Intransigeants sur la doctrine ; charitables dans l'évangélisation [Non Una Cum].”
    "Dimanche de Pâques.
    Gaude et laetare! Quia surrexit Dominus vere, Alleluia!
    Resurrexit sicut dixit, Alleluia!

    Sermon du Père Joseph-Marie pour le Dimanche de Pâques (2016)
    http://prieure2bethleem.org/predica/2016_03_27_mars.mp3"




    https://www.sursumcorda.cloud/
    https://www.facebook.com/CdpSursumCorda/?fref=nf

    “Carlo Di Pietro - Sursum Corda
    Auguri di una Santa Pasqua di Risurrezione. Risurrezione nelle nostre vite è il più vivo desiderio, la più risoluta intenzione di professare integralmente la fede e la morale cattolica. Che Dio ci aiuti in questa lotta contro il mondo, contro il peccato, contro la morte dell'anima."
    "La storicità della Risurrezione di Nostro Signore Gesù Cristo"
    https://www.sursumcorda.cloud/artico...su-cristo.html
    "L’importanza della Risurrezione di Nostro Signore Gesù Cristo"
    https://www.sursumcorda.cloud/artico...su-cristo.html





    https://www.radiospada.org
    https://www.facebook.com/radiospadasocial/?fref=nf

    “1 aprile 2018: Pasqua di Risurrezione (Solennità delle Solennità).”





    “È veramente risorto!
    Auguri di una Santa Pasqua a tutti gli amici di Radio Spada (e anche ai nemici)!

    {Resurrezione, A. Mantegna, 1457-1459}.”
    https://www.radiospada.org/2016/03/m...ica-di-pasqua/
    https://www.radiospada.org/2017/04/d...o-pungiglione/
    https://www.radiospada.org/2018/03/r...ione-cristica/
    https://i0.wp.com/www.radiospada.org...24%2C504&ssl=1
    https://www.radiospada.org/2017/04/p...-resurrezione/






    "Le Sue Piaghe gloriose. Santa Pasqua!"





    "Le Piaghe che erano dolorose nella via della morte il Venerdì Santo sono gloriose nell'uscita del sepolcro a Pasqua. Il Figlio Risorto le mostra nella Gloria e quelle Piaghe, ora splendenti, salveranno il mondo.
    (Raffaello, La disputa del Sacramento - Il Figlio mostra le Piaghe al Padre, Stanza della Segnatura, Palazzi Vaticani, Roma)
    1) goo.gl/JzqAcz
    2) goo.gl/dWdYb7
    3) goo.gl/yA7Yh2
    4) goo.gl/CPMR5t "







    "REGINA CAELI LAETARE
    https://www.youtube.com/watch?v=yzMa0qzwagA
    Regina caeli laetare, Alleluia,
    Quia quem meruisti portare, Alleluia,
    Resurrexit sicut dixit, Alleluia.
    Ora pro nobis Deum. Alleluia."




    Dom Prosper Guéranger, L'Anno Liturgico
    http://www.unavoce-ve.it/gueranger.htm#PASQ



    Luca, Sursum Corda!







    2 APRILE 2018: SAN FRANCESCO DI PAOLA, CONFESSORE (la cui memoria liturgica tace per la concomitante Ottava di Pasqua); LUNEDÌ DI PASQUA detto dell'Angelo…



    "Lunedì di Pasqua"
    Dom Guéranger, L'anno liturgico - Lunedì di Pasqua
    http://www.unavoce-ve.it/pg-pasqua-lun.htm




    Santa Messa celebrata da Don Floriano Abrahamowicz ad Udine stamattina 2 APRILE 2018, lunedì di Pasqua…


    https://www.youtube.com/user/florianoabrahamowicz
    SANTA MESSA - domusmarcellefebvre110815
    SANTA MESSA - domusmarcellefebvre110815




    Lunedì dell'Angelo - Sodalitium
    http://www.sodalitium.biz/lunedi-dellangelo/
    “2 aprile 2018, Lunedì dell’Angelo.

    Alla vittima pasquale si innalzi il sacrificio di lode,
    l’Agnello ha redento il gregge, Cristo l’innocente ha riconciliato i peccatori col Padre.
    Morte e Vita si sono affrontate in un duello straordinario: il Signore della vita era morto, ora, regna vivo.
    Raccontaci, Maria, che hai visto sulla via?
    La tomba del Cristo vivente, la gloria del risorto;
    e gli angeli suoi testimoni, il sudario e le vesti;
    Cristo mia speranza è risorto e precede i suoi in Galilea.
    Siamo certi che Cristo è veramente risorto. Tu, Re vittorioso, abbi pietà di noi.
    Amen. Alleluia.ittima pasquale si innalzi il sacrificio di lode,
    l’Agnello ha redento il gregge, Cristo l’innocente ha riconciliato i peccatori col Padre.
    Morte e Vita si sono affrontate in un duello straordinario: il Signore della vita era morto, ora, regna vivo.
    Raccontaci, Maria, che hai visto sulla via?
    La tomba del Cristo vivente, la gloria del risorto;
    e gli angeli suoi testimoni, il sudario e le vesti;
    Cristo mia speranza è risorto e precede i suoi in Galilea.
    Siamo certi che Cristo è veramente risorto. Tu, Re vittorioso, abbi pietà di noi.
    Amen. Alleluia.”
    [B]http://www.sodalitium.biz/wp-content...-1-300x200.jpg








    Ligue Saint Amédée
    https://www.facebook.com/SaintAmedee/?fref=nf
    “Intransigeants sur la doctrine ; charitables dans l'évangélisation [Non Una Cum].”







    https://www.sursumcorda.cloud/
    https://www.facebook.com/CdpSursumCorda/?fref=nf





    https://www.radiospada.org
    https://www.facebook.com/radiospadasocial/?fref=nf
    “2 aprile 2018: LUNEDÌ DI PASQUA detto dell'Angelo.”





    “2 APRILE 2018: SAN FRANCESCO DI PAOLA, CONFESSORE (la cui memoria liturgica tace per la concomitante Ottava di Pasqua).”






    Dom Guéranger, L'anno liturgico - Lunedì di Pasqua
    http://www.unavoce-ve.it/pg-pasqua-lun.htm




    Luca, Sursum Corda!
    ADDIO GIUSEPPE, amico mio, sono LUCA e nel mio CUORE sarai sempre PRESENTE!
    «Réquiem aetérnam dona ei, Dómine, et lux perpétua lúceat ei. Requiéscat in pace. Amen.»

    SURSUM CORDA - HABEMUS AD DOMINUM!!! A.M.D.G.!!!

 

 

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