Risultati da 1 a 7 di 7
  1. #1
    Roderigo
    Ospite

    Predefinito Il nuovo maccartismo benedetto dai sondaggi

    Il nuovo maccartismo benedetto dai sondaggi
    Dopo le Twin Towers la maggioranza degli americani è pronta a rinunciare alle proprie libertà per «vincere la guerra al terrorismo». E il governo ne sta approfittando: l'«Usa patriot act» garantisce alla Casa Bianca un potere di sorveglianza mai visto, con l'esito possibile di criminalizzare il dissenso politico. Le guerre ottocentesche e gli aiuti ai peggiori regimi sono cose dimenticate, la nuova guerra fredda ha sostituito il terrorismo al comunismo, nelle scuole si insegna che l'America è il bastione della libertà. E gli americani, dice lo storico Howard Zinn, pensano di essere i boy scout del pianeta che aiutano gli altri paesi a attraversare la strada


    HOWARD ZINN *

    L'attacco portato dall'amministrazione Bush alle libertà civili è una questione insieme fondamentale e ingannevole, perché i sondaggi mostrano che una maggioranza di americani è pronta a rinunciare alle proprie libertà. Ritengono questa restrizione necessaria per vincere la guerra al terrorismo. Questa prontezza ad accettare meno libertà può essere spiegata solo con l'idea che questo renderà più facile trovare gli attentatori. Controbattere quest'idea richiede perciò una doppia argomentazione, una per dimostrare che la guerra non risolve il problema del terrorismo, l'altra per mostrare che queste nuove restrizioni stanno mettendo in pericolo le libertà di noi tutti. Non saranno toccati solo i musulmani. Penso che andrebbe diffusa il più possibile la famosa affermazione del pastore Niemöller sul nazismo, perché è applicabile anche alla situazione odierna: Prima vennero ad arrestare i comunisti, ma io non ero comunista e non dissi nulla. Poi vennero per i socialdemocratici, ma io non ero social-democratico e non feci nulla. Poi vennero per i sindacalisti, ma io non ero un sindacalista. E poi vennero per gli ebrei, ma io non ero ebreo, così feci pochissimo. E allora, quando vennero a prendere me, non c'era rimasto più nessuno che si levasse a difendermi.

    Non sono in pericolo solo i musulmani, ma chiunque prenda la parola. Negli Usa ci sono circa 20 milioni di immigrati, ospiti a breve termine e non cittadini. Ora, a causa dei decreti presidenziali e dell'Usa Patriot Act approvato dal Congresso, tutti costoro sono potenzialmente soggetti a tribunali militari, a deportazioni d'urgenza, detenzioni a tempo indeterminato. Come dice Anthony Lewis, milioni di persone «venute in America per lottare per una vita migliore, ora sapranno che corrono il rischio di essere imprigionate e processate da tribunali militari appena qualcuno pensa che loro hanno qualcosa a che vedere col terrorismo». Dopo aver visitato ground zero a New York, il giudice della Corte suprema, Sandra Day O'Connor, disse: «È probabile che subiremo più restrizioni alla nostra libertà personale di quanto sia mai successo nella storia del nostro paese». Quando a dire questo è un giudice della suprema corte, dovremmo preoccuparci tutti!

    Nancy Chang, avvocatessa al Center for Constitutional Rights, avverte che l'Usa Patriot Act «garantisce all'esecutivo poteri di sorveglianza senza precedenti, mai verificati, che comprendono una più ampia discrezionalità nell'intercettare e-mail e navigazioni su Internet, nel condurre perquisizioni, ottenere dati personali delicati e controllare le registrazioni finanziarie. Secondo Chang, uno dei possibili esiti di questa legge è «la criminalizzazione del dissenso politico».

    Ecco perché quest'epoca mi ricorda da vicino la guerra fredda. Durante la guerra fredda, chi deteneva il potere metteva su liste di proscrizione non solo membri di organizzazioni comuniste, ma una frangia molto più vasta di persone. Facevano distinzioni tra organizzazioni di «azione comunista», organizzazioni di «fronte comunista» e organizzazioni «simpatizzanti col comunismo», ma erano tutte considerate pericolose. Una buona parte di quel periodo l'ho vissuta ad Atlanta, in Georgia, e, per poter continuare a insegnare alla Georgia State University, un amico mio doveva firmare una dichiarazione notoria in cui giurava non solo che lui non era un membro di una lunga lista di organizzazioni eterogenee, incluso il club dei Velisti jugoslavi e gli Amici americani della natura, ma che nessun parente suo era mai stato affiliato a queste organizzazioni.

    La paranoia nella caccia agli agitatori mi ricorda da vicino il genere di assurdità che abbiamo visto negli anni '50. Il McCarran-Walter Immigration Act creò nel 1952 la base legale per le deportazioni senza processo che l'amministrazione Bush cerca ora di resuscitare. L'Internal Security Act del 1950 autorizzò di fatto l'istituzione di campi di concentramento da usare per incarcerare le persone che costituivano una minaccia per la sicurezza nazionale. Ricordiamoci che Martin Luther King Jr. era considerato una minaccia per la sicurezza nazionale dall'Fbi che lo aveva posto sulla sua «Reserve Index» di persone che «probabilmente potevano fornire aiuto finanziario o di altro genere ad associazioni e ideologie sovversive». Secondo lo storico David Grammow, questa lista era intesa a «rendere il più facile possibile la detenzione di presunti soggetti pericolosi nel caso la presidenza dichiarasse lo stato di emergenza nazionale. L'ufficio di Atlanta dell'Fbi fu avvertito che King doveva essere aggiunto alla lista dei deportandi».

    C'è un altro importante legame tra la situazione odierna e la guerra fredda. Il terrorismo ha sostituito il comunismo come movente per militarizzare il paese, per avventure militari all'estero, e per sopprimere le libertà civili in patria. Serve agli stessi scopi, a creare isteria.

    La parola «comunismo» fu usata per giustificare le più clamorose violazioni dei diritti umani. Tutto ciò che fu commesso durante la guerra fredda era giustificato in nome della lotta contro il comunismo, che portò alla morte di milioni di persone nel sud-est asiatico e di centinaia di migliaia in America centrale. Con un gran balzo si passò dalla «lotta contro il comunismo» ad azioni contro persone e governi che nulla avevano a che vedere con il comunismo. Nel 1954 gli Stati uniti rovesciarono in Guatemala un governo che non era comunista, ma stava espropriando la United Fruit Company. Nel 1973, il governo del Cile fu abbattuto in nome della lotta al comunismo. Quel governo non era comunista, ma non era servizievole verso gli interessi dell'Itt e della multinazionale del rame Anaconda Copper. Adesso quel che facemmo durante la guerra fredda ci sembra assurdo, ma la «guerra contro il terrorismo» è usata nello stesso modo.

    C'è un altro aspetto del presente che ricorda la guerra fredda, ma in modo paradossale. Nel novembre scorso il presidente Bush ha emanato un decreto che sostanzialmente rende più difficile rende più difficile consultare i carteggi presidenziali. Il Freedom of Information Act fu una delle conquiste più notevoli ottenute nella scia degli anni `60. È stato utilissimo per gli studiosi e per i cittadini che vogliono capire meglio quel che hanno fatto i nostri governi e i nostri presidenti. È davvero istruttivo per il popolo americano imparare cosa motivò i nostri presidenti a prendere le loro decisioni, ed è per questo che Bush ha tanta smania di sprangare i documenti governativi dal pubblico accesso. E questo mi ricorda tantissimo lo stalinismo, davvero. Tu fai fuori la storia, cancelli le foto, chiudi i libri. Stalin non voleva che il popolo sovietico sapesse chi aveva preso parte alla rivoluzione d'Ottobre perché lui stava facendo fuori a uno a uno tutti i leader di questa rivoluzione (...).

    Loro ci vogliono come bambini nati ieri. Vogliono che dimentichiamo tutta la storia del nostro stato. Perché, se dimentichi la storia, se sei nato ieri, allora sei pronto a credere tutto. Come credete che noi abbiamo annesso Texas, Colorado, New Mexico, Arizona e California? Perché i messicani ci trovavano tanto simpatici e ce li hanno regalati? No. Abbiamo conquistato questi territori con la Guerra Messicana. E ritenemmo che i messicani dovessero esserci grati che non ci eravamo presi tutto. Ma la Guerra messicana cominciò con una bugia. Ci fu un incidente alla frontiera messicana. Truppe americane penetrarono nell'area contesa e ci furono morti. Il presidente James Polk disse che sangue era stato versato sul suolo americano e ben presto gli eserciti erano in marcia per Mexico City. Dopo non molto noi avevamo metà del Messico.

    Nel 1898, la corazzata Maine fu affondata nel porto dell'Avana, fatto che portò alla guerra ispano-americana. Ma intanto, nessuno ha mai chiesto cosa ci stesse facendo la Maine nel porto dell'Avana. È come quando una bomba esplose contro una nave Usa nello Yemen, qualche anno fa. Non ho visto nessun reporter chiedere: «Cosa ci sta facendo un cacciatorpediniere in queste acque?» Quando Bush si presentò di fronte al Congresso, dopo l'11 settembre, tutti si comportarono come se non ci posse bisogno di pensare né d'interrogarsi su quel che avremmo dovuto fare. I pieni poteri a Bush furono votati all'unanimità al Senato e quasi all'unanimità alla Camera. Se avessero conosciuto un po' più di storia, non sarebbero stati lì a sedere e ad ascoltare Bush e a farsi impressionare dal fato che lui sa leggere.

    Se non conosciamo questa storia, non capiamo quanta animosità contro di noi abbiamo generato altrove nel mondo, e non solo in Medio oriente. Con la loro politica estera, gli Stati uniti hanno consegnato alla morte milioni di persone e appoggiato governi terroristi in varie parti del mondo, in particolare in America latina e in Medio oriente.

    Se non abbiamo storia, vivremo le nostre vite credendo tutto quello che ci viene insegnato a scuola, che l'America è un bastione della democrazia e della libertà. Penseremo di essere i Boy scouts del pianeta che aiutano i vari paesi ad attraversare la strada.

    * Storico, attivista per i diritti civili, militante pacifista, Howard Zinn è uno dei più famosi storici americani. La sua «People's History of the United States - 1942 to Present» è adottata in innumerevoli licei e il canale HBO la sta adattando in una serie televisiva: è la storia degli Usa raccontata dalla parte di chi non ha mai avuto diritto alla parola, dalla parte dei dominati: donne, lavoratori, immigrati, nativi, neri. Dopo l'11 settembre ha pubblicato il libro intervista «Terrorism and War».


    il manifesto 11 settembre 2002
    http://www.ilmanifesto.it

  2. #2
    Roderigo
    Ospite

    Predefinito Il nuovo maccartismo benedetto dai sondaggi

    Il nuovo maccartismo benedetto dai sondaggi
    Dopo le Twin Towers la maggioranza degli americani è pronta a rinunciare alle proprie libertà per «vincere la guerra al terrorismo». E il governo ne sta approfittando: l'«Usa patriot act» garantisce alla Casa Bianca un potere di sorveglianza mai visto, con l'esito possibile di criminalizzare il dissenso politico. Le guerre ottocentesche e gli aiuti ai peggiori regimi sono cose dimenticate, la nuova guerra fredda ha sostituito il terrorismo al comunismo, nelle scuole si insegna che l'America è il bastione della libertà. E gli americani, dice lo storico Howard Zinn, pensano di essere i boy scout del pianeta che aiutano gli altri paesi a attraversare la strada


    HOWARD ZINN *

    L'attacco portato dall'amministrazione Bush alle libertà civili è una questione insieme fondamentale e ingannevole, perché i sondaggi mostrano che una maggioranza di americani è pronta a rinunciare alle proprie libertà. Ritengono questa restrizione necessaria per vincere la guerra al terrorismo. Questa prontezza ad accettare meno libertà può essere spiegata solo con l'idea che questo renderà più facile trovare gli attentatori. Controbattere quest'idea richiede perciò una doppia argomentazione, una per dimostrare che la guerra non risolve il problema del terrorismo, l'altra per mostrare che queste nuove restrizioni stanno mettendo in pericolo le libertà di noi tutti. Non saranno toccati solo i musulmani. Penso che andrebbe diffusa il più possibile la famosa affermazione del pastore Niemöller sul nazismo, perché è applicabile anche alla situazione odierna: Prima vennero ad arrestare i comunisti, ma io non ero comunista e non dissi nulla. Poi vennero per i socialdemocratici, ma io non ero social-democratico e non feci nulla. Poi vennero per i sindacalisti, ma io non ero un sindacalista. E poi vennero per gli ebrei, ma io non ero ebreo, così feci pochissimo. E allora, quando vennero a prendere me, non c'era rimasto più nessuno che si levasse a difendermi.

    Non sono in pericolo solo i musulmani, ma chiunque prenda la parola. Negli Usa ci sono circa 20 milioni di immigrati, ospiti a breve termine e non cittadini. Ora, a causa dei decreti presidenziali e dell'Usa Patriot Act approvato dal Congresso, tutti costoro sono potenzialmente soggetti a tribunali militari, a deportazioni d'urgenza, detenzioni a tempo indeterminato. Come dice Anthony Lewis, milioni di persone «venute in America per lottare per una vita migliore, ora sapranno che corrono il rischio di essere imprigionate e processate da tribunali militari appena qualcuno pensa che loro hanno qualcosa a che vedere col terrorismo». Dopo aver visitato ground zero a New York, il giudice della Corte suprema, Sandra Day O'Connor, disse: «È probabile che subiremo più restrizioni alla nostra libertà personale di quanto sia mai successo nella storia del nostro paese». Quando a dire questo è un giudice della suprema corte, dovremmo preoccuparci tutti!

    Nancy Chang, avvocatessa al Center for Constitutional Rights, avverte che l'Usa Patriot Act «garantisce all'esecutivo poteri di sorveglianza senza precedenti, mai verificati, che comprendono una più ampia discrezionalità nell'intercettare e-mail e navigazioni su Internet, nel condurre perquisizioni, ottenere dati personali delicati e controllare le registrazioni finanziarie. Secondo Chang, uno dei possibili esiti di questa legge è «la criminalizzazione del dissenso politico».

    Ecco perché quest'epoca mi ricorda da vicino la guerra fredda. Durante la guerra fredda, chi deteneva il potere metteva su liste di proscrizione non solo membri di organizzazioni comuniste, ma una frangia molto più vasta di persone. Facevano distinzioni tra organizzazioni di «azione comunista», organizzazioni di «fronte comunista» e organizzazioni «simpatizzanti col comunismo», ma erano tutte considerate pericolose. Una buona parte di quel periodo l'ho vissuta ad Atlanta, in Georgia, e, per poter continuare a insegnare alla Georgia State University, un amico mio doveva firmare una dichiarazione notoria in cui giurava non solo che lui non era un membro di una lunga lista di organizzazioni eterogenee, incluso il club dei Velisti jugoslavi e gli Amici americani della natura, ma che nessun parente suo era mai stato affiliato a queste organizzazioni.

    La paranoia nella caccia agli agitatori mi ricorda da vicino il genere di assurdità che abbiamo visto negli anni '50. Il McCarran-Walter Immigration Act creò nel 1952 la base legale per le deportazioni senza processo che l'amministrazione Bush cerca ora di resuscitare. L'Internal Security Act del 1950 autorizzò di fatto l'istituzione di campi di concentramento da usare per incarcerare le persone che costituivano una minaccia per la sicurezza nazionale. Ricordiamoci che Martin Luther King Jr. era considerato una minaccia per la sicurezza nazionale dall'Fbi che lo aveva posto sulla sua «Reserve Index» di persone che «probabilmente potevano fornire aiuto finanziario o di altro genere ad associazioni e ideologie sovversive». Secondo lo storico David Grammow, questa lista era intesa a «rendere il più facile possibile la detenzione di presunti soggetti pericolosi nel caso la presidenza dichiarasse lo stato di emergenza nazionale. L'ufficio di Atlanta dell'Fbi fu avvertito che King doveva essere aggiunto alla lista dei deportandi».

    C'è un altro importante legame tra la situazione odierna e la guerra fredda. Il terrorismo ha sostituito il comunismo come movente per militarizzare il paese, per avventure militari all'estero, e per sopprimere le libertà civili in patria. Serve agli stessi scopi, a creare isteria.

    La parola «comunismo» fu usata per giustificare le più clamorose violazioni dei diritti umani. Tutto ciò che fu commesso durante la guerra fredda era giustificato in nome della lotta contro il comunismo, che portò alla morte di milioni di persone nel sud-est asiatico e di centinaia di migliaia in America centrale. Con un gran balzo si passò dalla «lotta contro il comunismo» ad azioni contro persone e governi che nulla avevano a che vedere con il comunismo. Nel 1954 gli Stati uniti rovesciarono in Guatemala un governo che non era comunista, ma stava espropriando la United Fruit Company. Nel 1973, il governo del Cile fu abbattuto in nome della lotta al comunismo. Quel governo non era comunista, ma non era servizievole verso gli interessi dell'Itt e della multinazionale del rame Anaconda Copper. Adesso quel che facemmo durante la guerra fredda ci sembra assurdo, ma la «guerra contro il terrorismo» è usata nello stesso modo.

    C'è un altro aspetto del presente che ricorda la guerra fredda, ma in modo paradossale. Nel novembre scorso il presidente Bush ha emanato un decreto che sostanzialmente rende più difficile rende più difficile consultare i carteggi presidenziali. Il Freedom of Information Act fu una delle conquiste più notevoli ottenute nella scia degli anni `60. È stato utilissimo per gli studiosi e per i cittadini che vogliono capire meglio quel che hanno fatto i nostri governi e i nostri presidenti. È davvero istruttivo per il popolo americano imparare cosa motivò i nostri presidenti a prendere le loro decisioni, ed è per questo che Bush ha tanta smania di sprangare i documenti governativi dal pubblico accesso. E questo mi ricorda tantissimo lo stalinismo, davvero. Tu fai fuori la storia, cancelli le foto, chiudi i libri. Stalin non voleva che il popolo sovietico sapesse chi aveva preso parte alla rivoluzione d'Ottobre perché lui stava facendo fuori a uno a uno tutti i leader di questa rivoluzione (...).

    Loro ci vogliono come bambini nati ieri. Vogliono che dimentichiamo tutta la storia del nostro stato. Perché, se dimentichi la storia, se sei nato ieri, allora sei pronto a credere tutto. Come credete che noi abbiamo annesso Texas, Colorado, New Mexico, Arizona e California? Perché i messicani ci trovavano tanto simpatici e ce li hanno regalati? No. Abbiamo conquistato questi territori con la Guerra Messicana. E ritenemmo che i messicani dovessero esserci grati che non ci eravamo presi tutto. Ma la Guerra messicana cominciò con una bugia. Ci fu un incidente alla frontiera messicana. Truppe americane penetrarono nell'area contesa e ci furono morti. Il presidente James Polk disse che sangue era stato versato sul suolo americano e ben presto gli eserciti erano in marcia per Mexico City. Dopo non molto noi avevamo metà del Messico.

    Nel 1898, la corazzata Maine fu affondata nel porto dell'Avana, fatto che portò alla guerra ispano-americana. Ma intanto, nessuno ha mai chiesto cosa ci stesse facendo la Maine nel porto dell'Avana. È come quando una bomba esplose contro una nave Usa nello Yemen, qualche anno fa. Non ho visto nessun reporter chiedere: «Cosa ci sta facendo un cacciatorpediniere in queste acque?» Quando Bush si presentò di fronte al Congresso, dopo l'11 settembre, tutti si comportarono come se non ci posse bisogno di pensare né d'interrogarsi su quel che avremmo dovuto fare. I pieni poteri a Bush furono votati all'unanimità al Senato e quasi all'unanimità alla Camera. Se avessero conosciuto un po' più di storia, non sarebbero stati lì a sedere e ad ascoltare Bush e a farsi impressionare dal fato che lui sa leggere.

    Se non conosciamo questa storia, non capiamo quanta animosità contro di noi abbiamo generato altrove nel mondo, e non solo in Medio oriente. Con la loro politica estera, gli Stati uniti hanno consegnato alla morte milioni di persone e appoggiato governi terroristi in varie parti del mondo, in particolare in America latina e in Medio oriente.

    Se non abbiamo storia, vivremo le nostre vite credendo tutto quello che ci viene insegnato a scuola, che l'America è un bastione della democrazia e della libertà. Penseremo di essere i Boy scouts del pianeta che aiutano i vari paesi ad attraversare la strada.

    * Storico, attivista per i diritti civili, militante pacifista, Howard Zinn è uno dei più famosi storici americani. La sua «People's History of the United States - 1942 to Present» è adottata in innumerevoli licei e il canale HBO la sta adattando in una serie televisiva: è la storia degli Usa raccontata dalla parte di chi non ha mai avuto diritto alla parola, dalla parte dei dominati: donne, lavoratori, immigrati, nativi, neri. Dopo l'11 settembre ha pubblicato il libro intervista «Terrorism and War».


    il manifesto 11 settembre 2002
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  3. #3
    Roderigo
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    Maccartismo - La grande purga anticomunista negli Usa degli anni Cinquanta

    http://www.politicaonline.net/forum/...ht=maccartismo

  4. #4
    Roderigo
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    Maccartismo - La grande purga anticomunista negli Usa degli anni Cinquanta

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  5. #5
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    Le preoccupazioni sulle limitazioni delle libertà civili, purtroppo, sono fondate; anche se parlare di criptonazismo è eccessivo.

    Che l'opinione pubblica sia disposta a barattare parte della propria libertà per una maggiore sicurezza, considerato che non si tratta di scippi nelle strade, ma di attacchi militar-terroristici di dimensioni catastrofiche e mirati a cagionare il maggior numero possibile di vittime, è, francamente, comprensibile.

    Però, a voi comunisti starebbe bene. Non avete sempre detto che quelle occidentali non erano vere democrazie?

    Vi meritereste un regime veramente autoritario.

  6. #6
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    Le preoccupazioni sulle limitazioni delle libertà civili, purtroppo, sono fondate; anche se parlare di criptonazismo è eccessivo.

    Che l'opinione pubblica sia disposta a barattare parte della propria libertà per una maggiore sicurezza, considerato che non si tratta di scippi nelle strade, ma di attacchi militar-terroristici di dimensioni catastrofiche e mirati a cagionare il maggior numero possibile di vittime, è, francamente, comprensibile.

    Però, a voi comunisti starebbe bene. Non avete sempre detto che quelle occidentali non erano vere democrazie?

    Vi meritereste un regime veramente autoritario.

  7. #7
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    Originally posted by Jan Hus
    Le preoccupazioni sulle limitazioni delle libertà civili, purtroppo, sono fondate; anche se parlare di criptonazismo è eccessivo.

    Che l'opinione pubblica sia disposta a barattare parte della propria libertà per una maggiore sicurezza, considerato che non si tratta di scippi nelle strade, ma di attacchi militar-terroristici di dimensioni catastrofiche e mirati a cagionare il maggior numero possibile di vittime, è, francamente, comprensibile.

    Però, a voi comunisti starebbe bene. Non avete sempre detto che quelle occidentali non erano vere democrazie?

    Vi meritereste un regime veramente autoritario.
    Di solito si cerca di andare in meglio, non in peggio...

 

 

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