Risultati da 1 a 4 di 4
  1. #1
    Roderigo
    Ospite

    Predefinito Contratti - Da che parte stai?

    Contratti: da che parte stai?

    Paolo Ferrero

    In queste settimane si stanno definendo le piattaforme contrattuali di molte categorie. Non si tratta di una questione sindacale ma di un rilevantissimo dato politico che ci dirà se il governo e la Confindustria sono o meno in grado di imporre il loro progetto sociale e politico, se il Patto per l'Italia tiene o no. Infatti per battere il tentativo di stabilizzazione moderata di Berlusconi e della Confindustria dobbiamo essere in grado di intrecciare le mobilitazioni generali con la messa in discussione della logica del patto in ogni luogo di lavoro.
    La dinamica concreta dei rapporti di forza tra le classi non si misura solo nel numero dei partecipanti alle manifestazioni nazionali ma nella concreta capacità di modificare i rapporti di potere nei luoghi di lavoro e nei territori. Per questo abbiamo detto nei mesi scorsi che tanto il movimento no global quanto il movimento dei lavoratori si trovavano davanti ad una esigenza di articolazione, di saper coniugare le parole d'ordine e le mobilitazioni generali con una pratica politica articolata che modificasse nel concreto le relazioni sociali. Da questo punto di vista i rinnovi contrattuali d'autunno costituiscono un decisivo banco di prova: o passa la Cisl e la logica della stabilizzazione moderata o passa la costruzione di movimento e la messa in discussione del Patto per l'Italia. Una possibilità intermedia non esiste.

    Quali sono le discriminanti tra queste due posizioni è presto detto. Dal punto di vista delle piattaforme i nodi sono la quantità e la qualità degli aumenti salariali; la lotta o meno alla precarietà del lavoro; la democrazia o meno nella costruzione e nella gestione delle piattaforme contrattuali. Sul piano concreto vuol dire se si accetta la linea della Cisl che vuole trasporre il Patto per l'Italia nei contratti o la linea della Fiom che pone l'esigenza di aumenti salariali consistenti nel contesto di un percorso democratico di costruzione della piattaforma contrattuale. Sul piano generale dei rapporti sociali il punto è se i Contratti sono un passaggio che stabilizza l'attuale situazione oppure una occasione di costruzione e di crescita di movimento. Qualsiasi posizione che cercasse terze vie avrebbe semplicemente il risultato di portare acqua alla prima ipotesi, alla stabilizzazione. Nella vicenda contrattuale si gioca quindi una partita politica di prima grandezza per le sorti del paese e si decide anche della concreta collocazione politica e sociale della Cgil, la quale deve decidere se proseguire l'opposizione al Patto per l'Italia nei Contratti, categoria per categoria, oppure andare a Canossa e accodarsi alla Cisl. La posizione sui contratti sarà la cartina di tornasole per definire da che parte stanno le varie aggregazioni sindacali dentro e fuori la Cgil rispetto all'offensiva confindustriale.

    In questo quadro il nostro ruolo è semplicissimo: concorrere a rafforzare e ad estendere l'esperienza più avanzata nel conflitto di classe odierno: quella della Fiom. Rafforzare ed estendere vuol dire non lasciare isolata la Fiom, condannandola a sconfitta sicura, ma operare in tutte le categorie affinché si vada alla costruzione democratica delle piattaforme contrattuali e si chiedano decisi aumenti salariali. Battere l'opportunismo di chi pensa di continuare il vecchio tran tran e battere il settarismo di chi - ovunque collocato - ha più a cuore la propria specifica rendita di posizione che non l'esito complessivo del conflitto. Vincere questa battaglia è necessario ed è possibile se non si commettono errori. Da questo punto di vista il Direttivo nazionale della Cgil di domani costituisce un passaggio significativo per tutta la partita.

    Liberazione 8 settembre 2002
    http://www.liberazione.it

  2. #2
    Roderigo
    Ospite

    Predefinito Contratti - Da che parte stai?

    Contratti: da che parte stai?

    Paolo Ferrero

    In queste settimane si stanno definendo le piattaforme contrattuali di molte categorie. Non si tratta di una questione sindacale ma di un rilevantissimo dato politico che ci dirà se il governo e la Confindustria sono o meno in grado di imporre il loro progetto sociale e politico, se il Patto per l'Italia tiene o no. Infatti per battere il tentativo di stabilizzazione moderata di Berlusconi e della Confindustria dobbiamo essere in grado di intrecciare le mobilitazioni generali con la messa in discussione della logica del patto in ogni luogo di lavoro.
    La dinamica concreta dei rapporti di forza tra le classi non si misura solo nel numero dei partecipanti alle manifestazioni nazionali ma nella concreta capacità di modificare i rapporti di potere nei luoghi di lavoro e nei territori. Per questo abbiamo detto nei mesi scorsi che tanto il movimento no global quanto il movimento dei lavoratori si trovavano davanti ad una esigenza di articolazione, di saper coniugare le parole d'ordine e le mobilitazioni generali con una pratica politica articolata che modificasse nel concreto le relazioni sociali. Da questo punto di vista i rinnovi contrattuali d'autunno costituiscono un decisivo banco di prova: o passa la Cisl e la logica della stabilizzazione moderata o passa la costruzione di movimento e la messa in discussione del Patto per l'Italia. Una possibilità intermedia non esiste.

    Quali sono le discriminanti tra queste due posizioni è presto detto. Dal punto di vista delle piattaforme i nodi sono la quantità e la qualità degli aumenti salariali; la lotta o meno alla precarietà del lavoro; la democrazia o meno nella costruzione e nella gestione delle piattaforme contrattuali. Sul piano concreto vuol dire se si accetta la linea della Cisl che vuole trasporre il Patto per l'Italia nei contratti o la linea della Fiom che pone l'esigenza di aumenti salariali consistenti nel contesto di un percorso democratico di costruzione della piattaforma contrattuale. Sul piano generale dei rapporti sociali il punto è se i Contratti sono un passaggio che stabilizza l'attuale situazione oppure una occasione di costruzione e di crescita di movimento. Qualsiasi posizione che cercasse terze vie avrebbe semplicemente il risultato di portare acqua alla prima ipotesi, alla stabilizzazione. Nella vicenda contrattuale si gioca quindi una partita politica di prima grandezza per le sorti del paese e si decide anche della concreta collocazione politica e sociale della Cgil, la quale deve decidere se proseguire l'opposizione al Patto per l'Italia nei Contratti, categoria per categoria, oppure andare a Canossa e accodarsi alla Cisl. La posizione sui contratti sarà la cartina di tornasole per definire da che parte stanno le varie aggregazioni sindacali dentro e fuori la Cgil rispetto all'offensiva confindustriale.

    In questo quadro il nostro ruolo è semplicissimo: concorrere a rafforzare e ad estendere l'esperienza più avanzata nel conflitto di classe odierno: quella della Fiom. Rafforzare ed estendere vuol dire non lasciare isolata la Fiom, condannandola a sconfitta sicura, ma operare in tutte le categorie affinché si vada alla costruzione democratica delle piattaforme contrattuali e si chiedano decisi aumenti salariali. Battere l'opportunismo di chi pensa di continuare il vecchio tran tran e battere il settarismo di chi - ovunque collocato - ha più a cuore la propria specifica rendita di posizione che non l'esito complessivo del conflitto. Vincere questa battaglia è necessario ed è possibile se non si commettono errori. Da questo punto di vista il Direttivo nazionale della Cgil di domani costituisce un passaggio significativo per tutta la partita.

    Liberazione 8 settembre 2002
    http://www.liberazione.it

  3. #3
    Quin igitur expergiscimini?
    Data Registrazione
    09 Mar 2002
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    Predefinito

    Roderì, dimmi una cosa: secondo te quante possibilità ci sono che Cgil e Cisl-Uil presentino piattaforme separate anche per i contratti del pubblico impiego, oltre che per quello dei metalmeccanici? (Indica semplicemente una percentuale).

  4. #4
    Quin igitur expergiscimini?
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    Roderì, dimmi una cosa: secondo te quante possibilità ci sono che Cgil e Cisl-Uil presentino piattaforme separate anche per i contratti del pubblico impiego, oltre che per quello dei metalmeccanici? (Indica semplicemente una percentuale).

 

 

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