Palestina, dopo 2 anni riparte il parlamento.
Dodici posti vuoti per il blocco israeliano
Arafat: l'Anp è contro il terrorismo.
Anche di Stato.
di red.
Accolto da un lungo applauso dei deputati presenti, Yasser Arafat è entrato nella sala dove si svolge la sessione speciale del Consiglio legislativo palestinese. «I palestinesi sono contro tutte le forme di terrorismo, sia individuale sia di Stato, e sono pronti a lottare contro il terrorismo nel quadro delle risoluzioni dell'Onu e della legalità internazionale. Le forze della pace in Israele e nel mondo sostengono il desiderio dei palestinesi di vivere in pace e in rapporti di buon vicinato con Israele, secondo il principio due popoli due stati», ha dichiarato, Arafat nel suo discorso di fronte al Parlamento palestinese riunito a Ramallah.
L’intervento del presidente Arafat è il primo dal 15 maggio scorso, quando aveva preannunciato una serie di «riforme» dell'Autorità nazionale palestinese. «Mi aspetto dal presidente George W. Bush un nuovo passo, come suo padre fece nel 1991 con la conferenza di pace di Madrid» ha continuato.
Riferendosi poi alle recenti dichiarazioni del premier israeliano Ariel Sharon alla vigilia del Capodanno ebraico, Arafat ha poi aggiunto: «Qualcuno ha dichiarato morti gli accordi di Oslo e Camp David, ma nonostante questo auguriamo “Shanà Tova” (Buon Anno) al popolo israeliano».
La seduta di oggi del Consiglio Legislativo Palestinese viene dopo quasi due anni d’inattività: è la prima dall'inizio della rivolta detta “Intifada di al-Aqsa”, il 29 settembre 2000. «Stiamo ancora soffrendo per l'ingiusto assedio israeliano, e per i blocchi attuati contro il nostro popolo. Il solo scopo di tale proibizione è stato paralizzare l'attività e le decisioni del nostro Consiglio», ha esordito inaugurando la sessione il presidente dell'assemblea, Ahmed Korei, meglio noto come Abu Ala, che poi, come vogliono le regole procedurali, ha rassegnato le dimissioni in vista delle elezioni in programma nei territori autonomi in gennaio.
Invocando generiche ragioni di sicurezza, le autorità dello Stato ebraico hanno vietato di raggiungere la città cisgiordana a quattordici deputati residenti nella Striscia di Gaza. I parlamentari che non potranno essere presenti di persona a Ramallah si sono collegati comunque con l'aula assembleare in video-conferenza da Gaza. «Non ci arrenderemo alle imposizioni d'Israele», ha ammonito un portavoce del Parlamento, Nabil Amr. «Il Consiglio Legislativo Palestinese proseguirà la sessione nel modo adeguato».
l'Unità 9 settembre 2002
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