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  1. #1
    Quin igitur expergiscimini?
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    Predefinito La sapete l' ultima sul girotondo del 14?

    Ieri Nanni ha annunciato a Radiopop che il girotondo si farà a P.zza San Giovanni, perchè P.zza del Popolo è valutata troppo piccola per raccogliere la folla imponente che si prevede arriverà da ogni parte d' Italia e dall' estero.
    Ha omesso di dire che lo spostamento renderà assai più difficile il raccordo tra il raduno giustizialista e il corteo dei "Disobbedienti romani", che raccolgono numerosi Centri Sociali, i quali avrebbero voluto confluire in Piazza del Popolo con il loro corteo in partenza dal carcere di Regina Coeli. Il tema scelto dai"Disobbedienti" è infatti quello dell' abolizione dell' art. 41 (carcere duro per mafiosi e terroristi) e a favore dell' indulto generalizzato.
    L' incontro avrebbe così rischiato di trasformarsi in una torre di Babele, con i "no-global" da una parte a lanciare slogan per norme più elastiche a garanzia degli imputati e Flores e Nanni dall' altra ad arringare la folla in nome delle manette facili.
    Fortunatamente il trasloco a P.zza San Giovanni rende assai improbabile tale evenienza, perchè il tragitto da Regina Coeli a P.zza San Giovanni è una maratona che richiede gambe più allenate di quelle dei Casarini.
    Eh sì, ha proprio ragione il nostro buon Bertinotti ad essere assai cauto sui girotondi giustizialisti e a partecipare al 14 con una piattaforma sua d' impianto economico-sociale.

  2. #2
    Quin igitur expergiscimini?
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    Predefinito La sapete l' ultima sul girotondo del 14?

    Ieri Nanni ha annunciato a Radiopop che il girotondo si farà a P.zza San Giovanni, perchè P.zza del Popolo è valutata troppo piccola per raccogliere la folla imponente che si prevede arriverà da ogni parte d' Italia e dall' estero.
    Ha omesso di dire che lo spostamento renderà assai più difficile il raccordo tra il raduno giustizialista e il corteo dei "Disobbedienti romani", che raccolgono numerosi Centri Sociali, i quali avrebbero voluto confluire in Piazza del Popolo con il loro corteo in partenza dal carcere di Regina Coeli. Il tema scelto dai"Disobbedienti" è infatti quello dell' abolizione dell' art. 41 (carcere duro per mafiosi e terroristi) e a favore dell' indulto generalizzato.
    L' incontro avrebbe così rischiato di trasformarsi in una torre di Babele, con i "no-global" da una parte a lanciare slogan per norme più elastiche a garanzia degli imputati e Flores e Nanni dall' altra ad arringare la folla in nome delle manette facili.
    Fortunatamente il trasloco a P.zza San Giovanni rende assai improbabile tale evenienza, perchè il tragitto da Regina Coeli a P.zza San Giovanni è una maratona che richiede gambe più allenate di quelle dei Casarini.
    Eh sì, ha proprio ragione il nostro buon Bertinotti ad essere assai cauto sui girotondi giustizialisti e a partecipare al 14 con una piattaforma sua d' impianto economico-sociale.

  3. #3
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    Ma i centri sociali perchè non vogliono la prigione ? Quella gente è proprio deviata.

  4. #4
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    Ma i centri sociali perchè non vogliono la prigione ? Quella gente è proprio deviata.

  5. #5
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    Originally posted by swaption
    Ma i centri sociali perchè non vogliono la prigione ? Quella gente è proprio deviata.
    La cosa sembra strana anche a me... per i mafiosi il carcere duro è il minimo che si possa fare...
    TUTTO IL POTERE AI SOVIET!

  6. #6
    BENESSERE&OZIOXTUTTI
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    Originally posted by swaption
    Ma i centri sociali perchè non vogliono la prigione ? Quella gente è proprio deviata.
    La cosa sembra strana anche a me... per i mafiosi il carcere duro è il minimo che si possa fare...
    TUTTO IL POTERE AI SOVIET!

  7. #7
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    Originally posted by soviet999


    La cosa sembra strana anche a me... per i mafiosi il carcere duro è il minimo che si possa fare...
    Si tratta solo di una coerenza di fondo: o si è giustizialisti o si è garantisti, non si possono avere privilegi politici.

    Quando si pensa al 41 bis ci si immagina sempre le atrocità commesse da Totò Riina, giustificando a noi stessi la durezza di questa norma più conosciuta come "carcere duro", la prima cosa da sapere è che di Riina o Bagarella non c'è ne sono poi molti, la stragrande maggioranza di coloro i quali sono sottoposti a regime 41 bis non hanno nè i poteri nè la pericolosità dei personaggi citati sopra, sono in gran parte i manovali delle cosiddette associazioni a subire questa vera e propria torura da parte dello stato, e molti di questi non fanno nemmeno parte di associazioni mafiose, ma hanno sempicemente conosciuto qualche personaggio legato a questa o a quella cosca.

    Io sono per l'abolizione dell'ergastolo e per l'abolizione il 41 Bis e una sua conseguente revisione visto e considerato che in un regime carcercario come il nostro, nelle sue condizioni, spesso "il carcere duro" significa "tortura dura" per decine di anni ed è anche molto difficile suicidarsi.

    Insomma, altro si tratta che dell'ennesima legislazione "emergenziale" istituita negli anni delle stragi mafiose (all'inizio doveva durare 6 mesi...) e che può essere ritenuta "figlia" della legge 90 sull'antiterrorismo... un'altra negazione dello stato di diritto in cui io non mi riconosco affatto.

    Paddy G.
    "Vogliamo distruggere tutti quei ridicoli monumenti del tipo "a coloro che hanno dato la vita per la patria" che incombono in ogni paese e, al loro posto, costruiremo dei monumenti ai disertori. I monumenti ai disertori rappresentano anche i caduti in guerra perchè ognuno di loro è morto malidicendo la guerra e invidiando la fortuna del disertore. La resistenza nasce dalla diserzione"

    Partigiano antifascista, Venezia, 1943





  8. #8
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    Originally posted by soviet999


    La cosa sembra strana anche a me... per i mafiosi il carcere duro è il minimo che si possa fare...
    Si tratta solo di una coerenza di fondo: o si è giustizialisti o si è garantisti, non si possono avere privilegi politici.

    Quando si pensa al 41 bis ci si immagina sempre le atrocità commesse da Totò Riina, giustificando a noi stessi la durezza di questa norma più conosciuta come "carcere duro", la prima cosa da sapere è che di Riina o Bagarella non c'è ne sono poi molti, la stragrande maggioranza di coloro i quali sono sottoposti a regime 41 bis non hanno nè i poteri nè la pericolosità dei personaggi citati sopra, sono in gran parte i manovali delle cosiddette associazioni a subire questa vera e propria torura da parte dello stato, e molti di questi non fanno nemmeno parte di associazioni mafiose, ma hanno sempicemente conosciuto qualche personaggio legato a questa o a quella cosca.

    Io sono per l'abolizione dell'ergastolo e per l'abolizione il 41 Bis e una sua conseguente revisione visto e considerato che in un regime carcercario come il nostro, nelle sue condizioni, spesso "il carcere duro" significa "tortura dura" per decine di anni ed è anche molto difficile suicidarsi.

    Insomma, altro si tratta che dell'ennesima legislazione "emergenziale" istituita negli anni delle stragi mafiose (all'inizio doveva durare 6 mesi...) e che può essere ritenuta "figlia" della legge 90 sull'antiterrorismo... un'altra negazione dello stato di diritto in cui io non mi riconosco affatto.

    Paddy G.
    "Vogliamo distruggere tutti quei ridicoli monumenti del tipo "a coloro che hanno dato la vita per la patria" che incombono in ogni paese e, al loro posto, costruiremo dei monumenti ai disertori. I monumenti ai disertori rappresentano anche i caduti in guerra perchè ognuno di loro è morto malidicendo la guerra e invidiando la fortuna del disertore. La resistenza nasce dalla diserzione"

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    Pisapia (Rifondazione): “Carceri sicure anche senza il 41 bis”
    di Nicholas D. Leone

    Contro la trasformazione del 41 bis, concepito inizialmente come un provvedimento provvisorio, in una norma definitiva, si sta creando uno schieramento trasversale alle forze politiche. Uno tra i parlamentari più critici nei confronti del carcere duro è l’avvocato Giuliano Pisapia, deputato di Rifondazione comunista e presidente del Comitato permanente per l’esame dei problemi penitenziari. “Sono contrario alla conversione del 41 bis in provvedimento definitivo”, dice Pisapia al VeLino. “La Corte costituzionale ha più volte ricordato che tutte le misure eccezionali sono ammissibili solo in situazioni di emergenza, perché creano differenziazioni tra i cittadini: hanno valore costituzionale solo se la loro applicazione è limitata nel tempo. Se il 41 bis diventasse definitivo, si tratterebbe di un segno politico negativo”, aggiunge l’esponente di Rifondazione. “In questo modo si sancirebbe che la mafia non potrà mai essere sconfitta; la sua esistenza diverrebbe un presupposto ineliminabile”. Il giudizio di Pisapia è sfavorevole anche sul piano dei principi: “Quello sul carcere duro è un provvedimento limitativo e sbagliato. Mi colpisce che molti difensori delle garanzie costituzionali, che in passato si sono battuti contro il 41 bis, definendolo uno strumento di tortura, siano oggi concilianti sulla possibilità che esso venga definitivamente introdotto nel nostro ordinamento: mi riferisco soprattutto ad alcuni avvocati che militano nel centrodestra”. Quanto al presunto contributo offerto dal carcere duro in termini di sicurezza, Pisapia rileva che si possono impedire i contatti tra le carceri e le organizzazioni criminali senza arrivare alla negazione dei diritti e ai livelli di durezza determinati dal 41 bis. “Detto questo, capisco che si tratti di una posizione difficile da far comprendere all’opinione pubblica. Bisognerebbe però spiegare che su questa strada, un passo dopo l’altro, può venir meno lo Stato di diritto”, sottolinea il presidente del comitato Carceri.

    ANCHE LA TORTURA È EFFICACE. “Nell’applicazione del 41 bis, colpisce anche il metodo”, prosegue Pisapia. “Un conto è comminare il carcere duro a chi ha ricevuto una condanna definitiva, altra cosa è infliggerlo a chi è semplicemente indagato - una pratica in contrasto con la presunzione di non colpevolezza”. Ribadito che il 41 bis non è indispensabile alla sicurezza, Pisapia osserva che l’efficacia del carcere duro può solo consistere nello spingere i detenuti a collaborare con la giustizia. “Da un lato, però, il codice di procedura penale vieta, pena la nullità degli atti, i metodi basati sulla coartazione psicologica (per ricorrere a un paragone azzardato: anche la tortura è efficace, ma non per questo può essere praticata); dall’altro, bisogna ricordare che, nel rispetto dei principi costituzionali, tutte le pene devono tendere alla rieducazione del condannato”. Si potrebbe inoltre obiettare che i pentimenti favoriti dal carcere duro sono poco credibili, “ma la necessità di verificare la reale volontà di collaborare con la giustizia”, precisa Pisapia, “non vale solo per il 41 bis”.


    31.07.2002

    www.ilvelino.it
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    Pisapia (Rifondazione): “Carceri sicure anche senza il 41 bis”
    di Nicholas D. Leone

    Contro la trasformazione del 41 bis, concepito inizialmente come un provvedimento provvisorio, in una norma definitiva, si sta creando uno schieramento trasversale alle forze politiche. Uno tra i parlamentari più critici nei confronti del carcere duro è l’avvocato Giuliano Pisapia, deputato di Rifondazione comunista e presidente del Comitato permanente per l’esame dei problemi penitenziari. “Sono contrario alla conversione del 41 bis in provvedimento definitivo”, dice Pisapia al VeLino. “La Corte costituzionale ha più volte ricordato che tutte le misure eccezionali sono ammissibili solo in situazioni di emergenza, perché creano differenziazioni tra i cittadini: hanno valore costituzionale solo se la loro applicazione è limitata nel tempo. Se il 41 bis diventasse definitivo, si tratterebbe di un segno politico negativo”, aggiunge l’esponente di Rifondazione. “In questo modo si sancirebbe che la mafia non potrà mai essere sconfitta; la sua esistenza diverrebbe un presupposto ineliminabile”. Il giudizio di Pisapia è sfavorevole anche sul piano dei principi: “Quello sul carcere duro è un provvedimento limitativo e sbagliato. Mi colpisce che molti difensori delle garanzie costituzionali, che in passato si sono battuti contro il 41 bis, definendolo uno strumento di tortura, siano oggi concilianti sulla possibilità che esso venga definitivamente introdotto nel nostro ordinamento: mi riferisco soprattutto ad alcuni avvocati che militano nel centrodestra”. Quanto al presunto contributo offerto dal carcere duro in termini di sicurezza, Pisapia rileva che si possono impedire i contatti tra le carceri e le organizzazioni criminali senza arrivare alla negazione dei diritti e ai livelli di durezza determinati dal 41 bis. “Detto questo, capisco che si tratti di una posizione difficile da far comprendere all’opinione pubblica. Bisognerebbe però spiegare che su questa strada, un passo dopo l’altro, può venir meno lo Stato di diritto”, sottolinea il presidente del comitato Carceri.

    ANCHE LA TORTURA È EFFICACE. “Nell’applicazione del 41 bis, colpisce anche il metodo”, prosegue Pisapia. “Un conto è comminare il carcere duro a chi ha ricevuto una condanna definitiva, altra cosa è infliggerlo a chi è semplicemente indagato - una pratica in contrasto con la presunzione di non colpevolezza”. Ribadito che il 41 bis non è indispensabile alla sicurezza, Pisapia osserva che l’efficacia del carcere duro può solo consistere nello spingere i detenuti a collaborare con la giustizia. “Da un lato, però, il codice di procedura penale vieta, pena la nullità degli atti, i metodi basati sulla coartazione psicologica (per ricorrere a un paragone azzardato: anche la tortura è efficace, ma non per questo può essere praticata); dall’altro, bisogna ricordare che, nel rispetto dei principi costituzionali, tutte le pene devono tendere alla rieducazione del condannato”. Si potrebbe inoltre obiettare che i pentimenti favoriti dal carcere duro sono poco credibili, “ma la necessità di verificare la reale volontà di collaborare con la giustizia”, precisa Pisapia, “non vale solo per il 41 bis”.


    31.07.2002

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    "Vogliamo distruggere tutti quei ridicoli monumenti del tipo "a coloro che hanno dato la vita per la patria" che incombono in ogni paese e, al loro posto, costruiremo dei monumenti ai disertori. I monumenti ai disertori rappresentano anche i caduti in guerra perchè ognuno di loro è morto malidicendo la guerra e invidiando la fortuna del disertore. La resistenza nasce dalla diserzione"

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