Stampa inglese: nuovi oscuri intrecci Berlusconi - Governo Blair

[Ezechiele (POL)]

Sulla reputazione del ministro laburista, pesano anche i dubbi sul suo ruolo nella conquista dei Giochi Olimpici da parte di Londra per il 2012. "In particolare - scrive oggi l'Independent - cresce la preoccupazione che abbia potuto sfruttare i legami italiani di suo marito per favorire il Regno nella gara". E poi i tory, restando sul fronte interno, ne hanno approfittato per chiedere una nuova inchiesta sulla condotta dell'Home Office, che "si sarebbe mosso in accordo con gli uomini di Berlusconi per ostacolare qualsiasi richiesta di estradizione nei confronti di Mills" da parte dei pm milanesi.

Ieri l'avvocato di Mills ha smentito seccamente una richiesta di patteggiamento per il suo assistito, mentre è stata messa agli atti una lettera in cui l'avvocato inglese vantava la sua amicizia con Blair con le autorità del Dubai per ottenere l'autorizzazione all'esercizio della professione. "Tutto lascia intendere - sottolinea l'Independent - che il procedimento legale vada avanti per anni e causi un imbarazzo prolungato al governo di Blair". Sarà il premier britannico - a cui l'Independent imputa un'amicizia "con numerose dubbie implicazioni" con il presidente del Consiglio italiano - a decidere se disporre ulteriori accertamenti sulle transazioni familiari Mills-Jowell e su possibili atti impropri o interferenze del ministero dell'Interno britannico nelle indagini milanesi.

Apcom

[MrBojangles]

La Berlusconi-connection inguaia il governo Blair
di red
01.03.2006

Berlusconi e sui torbidi affari con l’avvocato David Mills, il testimone comprato, mettono nei guai il governo di Tony Blair in Inghilterra. La moglie dell’avvocato Mills è infatti il ministro della Cultura inglese, Tessa Jowell, blairiana di ferro. E dalle carte della procura milanese risulta coinvolta nello scandalo. Ma ciò che è peggio – e che rivela in prima pagina il Times di Londra – avrebbe cercato di ostacolare attraverso il gabinetto Blair l'indagine italiana, in particolare il governo avrebbe ostacolato una richiesta di estradizione per David Mills. Tessa Jowell è un’esponente di primo piano del governo, con un portafoglio consistente si occupa non solo di cultura ma anche dei media, del turismo, dello sport e degli orari di apertura dei pub: una questione di estrema importanza nel regno Unito, che confina con le prerogative del ministero dell’Interno.
[...]

In Gran Bretagna questo scandalo viene chiamato sulle prime pagine dei giornali : “Italian Connection”.
Articolo

[mike51]

La Berlusconi-connection inguaia il governo Blair
di red
01.03.2006

Berlusconi e sui torbidi affari con l’avvocato David Mills, il testimone comprato, mettono nei guai il governo di Tony Blair in Inghilterra. La moglie dell’avvocato Mills è infatti il ministro della Cultura inglese, Tessa Jowell, blairiana di ferro. E dalle carte della procura milanese risulta coinvolta nello scandalo. Ma ciò che è peggio – e che rivela in prima pagina il Times di Londra – avrebbe cercato di ostacolare attraverso il gabinetto Blair l'indagine italiana, in particolare il governo avrebbe ostacolato una richiesta di estradizione per David Mills. Tessa Jowell è un’esponente di primo piano del governo, con un portafoglio consistente si occupa non solo di cultura ma anche dei media, del turismo, dello sport e degli orari di apertura dei pub: una questione di estrema importanza nel regno Unito, che confina con le prerogative del ministero dell’Interno.
[...]

In Gran Bretagna questo scandalo viene chiamato sulle prime pagine dei giornali : “Italian Connection”.
Articolo

E c'e' ancora qualche BANANAS che parla di "invidia" verso il CAPO.

[cangaru']

Jowell to survive inquiry but faces questions about bribe allegations
By Philip Webster, Political Editor



David Mills leaving his home in North London yesterday (DAVID BEBBER)



TESSA JOWELL will survive as Culture Secretary today after an internal Whitehall inquiry concludes that she did not break the ministerial code of conduct over a complex financial deal involving her London home.

After a torrid week in which the media spotlight has been thrown on the personal affairs of Ms Jowell and her husband, the international lawyer David Mills, government sources say the inquiry will disclose that she did not refer to her permanent secretary a loan deal in 2004 of several hundred thousand pounds.

But while Ms Jowell may be cleared of any financial wrong-doing, Mr Mills faces a damaging new charge this morning that he traded off his wife’s name and the couple’s closeness to Tony Blair in his dealings with potential wealthy clients.

According to reports last night, Mr Mills, complaining to financial authorities in Dubai that he had been refused permission to practise there, wrote that “I have the support and sympathy of very many people in public life, from the Prime Minister down”.

This morning, Sir Gus O’Donnell, the Cabinet Secretary, will report amid confusion in the Government over how to respond to allegations, reported by The Times yesterday, that the Home Office jeopardised the Italian investigation into Mr Mills by passing on information to the Rome Ministry of Justice. After Mr Blair appeared to promise an inquiry into the claims, No 10 backtracked and said that the matter had been dealt with by the Home Office.

It had been assumed that the loan taken out in 2004 had been to enable Mr Mills to bring into Britain a payment of £350,000, which originated in Italy in 1999. Italian prosecutors have claimed that the sum was a bribe to Mr Mills for helping Signor Berlusconi in two corruption cases.

Ms Jowell’s explanation to the inquiry, however, was that the 2004 charge was to enable the couple to pay off the tax on the payment that Mr Mills appeared until then to have regarded as gift. She is understood to have told Sir Gus that she knew nothing until 2004 about the original gift or payment and could not therefore have declared it before then.

When she did learn about it she still did not declare it to her permanent secretary because it was not a gift and therefore a conflict of interest had not arisen. She has insisted throughout that the money was not from Signor Berlusconi.

Ms Jowell’s explanation appears to have been accepted by the Cabinet Secretary. Mr Blair will fully back Ms Jowell today and appeal for her to be allowed to get on with her job.

Sir Gus has been unable to investigate the source of the money paid to Mr Mills because that is currently an issue for the Italian courts. Ms Jowell is expected to give a statement explaining her actions after Sir Gus’s findings are released today in a letter to Theresa May, the Shadow Culture Secretary.

The Conservatives called for Sir Gus to give a judgment on the behaviour of the Home Office in the case of Mr Mills. This followed complaints from the Italian prosecuting authorities that the Home Office had jeopardised its case against Mr Mills by revealing sensitive information to the Berlusconi Government, the target of the investigation.

In the Commons Mr Blair appeared to promise an inquiry into the allegations but Downing Street said later that this had been dealt with by the department itself. It had claimed that normal procedures were followed when it dealt with Italian Embassy in 2005.

Charles Clarke, the Home Secretary, said: “The allegations of the Italian prosecution are completely untrue. The fact is that there is a well-established extradition procedure, which operates with Italy as with other countries and we would follow all normal procedures. No request for extradition has come from Italy at this stage and has not done at any previous stage, but the fact is that the allegations that we’ve been in any sense unco-operative are completely false.”

The Prime Minister said in the Commons: “We will, of course, examine any allegations that are made and reply to them fully.” But No 10 said later that Mr Blair was not indicating that the extradition allegations would be investigated.

Mr Blair’s spokesman said: “He didn’t widen the scope of the inquiry. All he was saying was that government will respond to allegations.”



http://www.timesonline.co.uk/article...065541,00.html

[MrBojangles]

E c'e' ancora qualche BANANAS che parla di "invidia" verso il CAPO.

La primissima osservazione da fare, per l'EVIDENZA assurda del paradosso, è che in Inghilterra siamo già a DUE inchieste; una parlamentare ed una ministeriale (interna al governo Blair).
La stampa inglese ci sta facendo le prime pagine da qualche giorno ed i notiziari radio e Tv ci aprono le loro edizioni.

Qua da noi: silenzio di tomba.

[MrBojangles]

03 Marzo 2006
Novembre ’95, squilla il telefono.
Così arrivò l’avvertimento del premier a Mills
IL CASO
L’estradizione delll’avvocato è possibile, dicono gli esperti britannici. Scagionata invece la moglie, ministro di Blair: non sapeva, altrimenti avrebbe denunciato quel «regalo»
di Susanna Ripamonti / Milano

Ci fu una telefonata, a fine novembre del ‘95 tra l’avvocato inglese David Mills e Silvio Berlusconi, nella corso della quale il premier riferiva le sue preoccupazioni per il conto All Iberian, sul quale Mills è stato chiamato a testimoniare (e ha testimoniato il falso). Mills, che ha la pessima abitudine di scrivere tutto, nero su bianco, si era appuntato anche il contenuto di questa conversazione in un promemoria datato 27.11.95, che i pm milanesi Alfredo Robledo e Fabio De Pasquale hanno acquisito e gli hanno contestato. Lui conferma: Berlusconi era preoccupato perchè da quel conto uscirono 10 miliardi di vecchie lire destinati a Bettino Craxi, ma si giustificava spiegando che non si trattava di corruzione, dato che Craxi non era un pubblico ufficiale. Va da sè, che anche se Mills non lo dichiara esplicitamente, quella telefonata era una sorta di avvertimento, per indicare a Mills che si stava parlando di una materia incandescente, sulla quale sarebbe stato meglio alleggerire le sue responsabilità. Cosa che l’avvocato ha fatto.
Mills che sta passando giorni neri, messo sotto pressione anche dalla stampa inglese, ieri ha tirato un sospiro di sollievo dopo che sua moglie, il ministro della Cultura del governo Blair, Tessa Jowell, è stata assolta dall'accusa di aver infranto delle norme ministeriali in alcuni suoi affari finanziari. In un comunicato Gus Ò Donnell, capo dell'amministrazione, ha detto che secondo l'inchiesta Jowell ha seguito «procedure chiare» indicate nel codice di condotta dei ministri, per quanto riguarda i proprio affari finanzari. La ministra si era giustificata spiegando che suo marito ricevette un pagamento, inzialmente definito come «regalo», ma ha aggiunto che all'epoca non era le era stato detto nulla in proposito e che se lo avesse saputo lo avrebbe dichiarato. L'inchiesta governativa sulla Jowell riguardava il pagamento del mutuo su una casa di Londra estinto grazie a quei 600.000 dollari che suo marito ricevette da Berlusconi, in cambio della sua reticenza, nel ruolo di teste. Ma il codice deontologico dei ministri britannici prevede che nè loro, nè i membri delle loro famiglie possano accettare regali che li mettano nella condizione di dover restituire un favore.
Ieri la Gran Bretagna ha anche smentito di aver messo a rischio l'inchiesta dei magistrati italiani su Mills, dopo che i pubblici ministeri milanesi hanno lamentato una gestione poco attenta del caso da parte di Downing Street, ma anche la procura di Milano getta acqua sul fuoco.
E sempre in tema di smentite il Dipartimento ministeriale per gli Affari di Giustizia ieri ha comunicato che «La notizia di una richiesta di estradizione avanzata dalla Procura di Milano e bloccata da un intervento combinato del Ministero dell'Interno e del Ministero della Giustizia italiano è falsa». La questione era sempre in relazione all’affare Mills. «Nel mese di maggio 2005 perveniva alla Direzione Generale della Giustizia Penale, da parte dell'Ambasciata d'Italia a Londra una comunicazione dell'Ufficio Estradizioni dell'Home Office britannico. In essa si riferiva - si legge in una nota del Dipartimento- di avvenuti contatti da parte di un giudice e di un procuratore di Milano con il Crown Prosecution Service britannico in relazione al rilascio di un parere su una possibile richiesta di estradizione di David Mills». Il Dipartimento per gli Affari di Giustizia precisa che «l'autorità inglese trasmetteva anche copia di due pareri redatti dal counsel James Lewis QC incaricato dal CPS. In essi si legge testualmente: «Sono stato incaricato di fornire un parere sulla documentazione fornita; se sulla base di detta documentazione è possibile configurare un reato che può dar luogo ad estradizione, e nel caso in cui lo fosse, illustrare alle autorità italiane le modalità per poter procedere». Il counsel conclude: «Le autorità italiane potrebbero procedere a carico del signor Mills per la parte da lui svolta nell'associazione. Tuttavia a tal fine bisogna preparare una richiesta di estradizione completa da presentare mediante canale diplomatico. Quando si riceverà la richiesta potrò esaminarla ulteriormente e preparare delle imputazioni equivalenti in virtù del sistema inglese». Il ministero ha inoltrato la comunicazione al Presidente del Tribunale, alla Procura Generale ed alla Procura della Repubblica di Milano.

[MrBojangles]

Il prezzo del disonore
03 Marzo 2006
Peter Popham

Se avesse giocato bene le sue carte, David Mackenzie Mills avrebbe potuto diventare un onorato membro di uno dei club più esclusivi d’Europa: l’orchestrina da piano bar di Silvio Berlusconi.
Ha le qualità giuste: intelligente, socievole, flessibile, intonato... avrebbe potuto trovarsi [B]accanto a Marcello Dell’Utri, l’amico siciliano di Silvio che ha fondato Forza Italia e i cui contatti hanno consentito al partito di aggiudicarsi tutti i seggi parlamentari in Sicilia
(che non si faccia cenno alla condanna di Dell’Utri a nove anni di carcere per concorso esterno in associazione mafiosa, condanna contro la quale ha ovviamente interposto appello)
e accanto a Fedele Confalonieri, il compagno di scuola di Berlusconi che suonava il piano mentre Silvio cantava canzoncine intimiste sulle navi da crociera e che ora è alla testa di parte dell’impero di Berlusconi. Possiamo immaginarli che danno vita ad una band: Fedele al piano, Mills al clarinetto, Silvio che canta magari accompagnato dallo scodinzolante chitarrista al seguito Mariano Apicella.
Mills, come gli altri intimi, avrebbe potuto aspirare ad essere un giorno sepolto accanto al “Cavaliere” nel mausoleo che Berlusconi si è fatto appositamente costruire nella sua villa fuori Milano.
E invece le cose non sono andate per il verso giusto.
Ed è possibile ricostruire esattamente quando, come e perché David Mills da apprezzato consigliere di Berlusconi è diventato il suo pericoloso nemico.
Il 18 luglio 2004 fu per David Mills un giorno molto lungo per lo più trascorso nell’ufficio dei pubblici ministeri di Milano.
In quella circostanza gli furono mostrati diversi documenti da lui scritti che Mills apparentemente ignorava potessero essere in possesso dei pubblici ministeri.
Come è ormai noto uno dei documenti era una lettera scritta al suo commercialista Bob Brennan nella quale ammette disinvoltamente che la somma non dichiarata di 600.000 dollari proviene dalla «gente di B.».
È proprio la somma che ha messo nei pasticci sua moglie Tessa Jowell dopo che il «Sunday Times» ha rivelato che il ministro aveva firmato insieme al marito una richiesta di mutuo per la stessa identica somma; il prestito fu collocato in un fondo protetto e il denaro chiacchierato proveniente dall’Italia collocato in un altro fondo protetto e poi utilizzato per estinguere il mutuo pochi giorni dopo.
Questa avventata ammissione era di per sè già sufficientemente imbarazzante sebbene Mills abbia cercato di farla passare per banale.
Come dice con una certa irritazione «gli avvocati ricevono continuamente pagamenti...».
Ma c’era di peggio.
I pubblici ministeri gli mostrarono anche un promemoria da lui scritto il 27 novembre 1995.
Nel promemoria Mills riporta una conversazione telefonica avuta con Berlusconi «giovedì sera».
Mills aveva dovuto mettere nero su bianco, a beneficio degli altri direttori dello studio legale di Withers, che il suo cliente più importante aveva ammesso di aver versato enormi mazzette a Craxi e che ora chiedeva la complicità di Mills per aiutarlo ad insabbiare la faccenda.
Ma per spiegare per quale ragione David Mackenzie Mills, già membro del Consiglio di Camden, ex avvocato, poteva ricevere esplosive telefonate dall’uomo più ricco d’Italia per poi vuotare il sacco a Londra, bisogna fare un passo indietro.
Nel 1979, l’anno in cui David Mills ha sposato Tessa Jowell, la Guardia di Finanza italiana effettuò una perquisizione negli uffici di Berlusconi a Milano.
Incaricato di comandare i finanzieri era Massimo Berruti.
Berruti accettò il rendiconto fornito da Berlusconi sulla situazione finanziaria, compilò un anodino rapporto; e poco dopo rassegnò le dimissioni dalla Guardia di Finanza e andò a lavorare per il dipartimento finanziario offshore di Berlusconi.
Non molto tempo dopo Berruti chiamò un altro ufficio che aveva perquisito quando faceva parte della Guardia di Finanza: per la precisione lo studio legale Carnelutti di Milano, uno degli studi legali più in vista della città.
Il guardacaccia di Berlusconi trasformato in bracconiere cercava un avvocato in gamba esperto di paradisi fiscali offshore.
Mills, che parla perfettamente l’italiano, aveva aperto uno studio a Londra e quindi era l’ovvio candidato.
Mills aveva messo insieme una stabile e favolosamente ricca clientela italiana che comprendeva Luciano Benetton e il manager di Formula 1 Flavio Briatore. Non c’era alcun dubbio sulla ragione per cui questi personaggi erano così ansiosi di creare delle societa’ nelle Virgin Islands o alle Bahamas o dovunque capitasse: «nessuno che guardasse tanto per il sottile», per dirla con le parole di un giornalista italiano, «se i clienti chiedevano (a Mills, ndr) come evitare le tasse ed entrare nel paradiso (fiscale), Mills provvedeva senza battere ciglio».
I problemi per Mills arrivarono quando i magistrati italiani cominciarono ad indagare sull’utilizzo di questi “fondi neri”, aldilà della pura e semplice evasione fiscale.
Perché quale modo migliore per pagare una colossale mazzetta di quello consistente nel farla transitare da un “fondo nero” offshore ad un altro “fondo nero” offshore?
Mills era l’architetto della struttura finanziaria segreta dell’impero di Berlusconi e fu negli anni 1991-92 che da una società chiamata All-Iberian, pietra angolare di quella struttura, partì la più grossa tangente mai pagata ad un politico italiano: 23 miliardi di lire dirette al segretario del Partito Socialista
(e padrino di una delle figlie di Berlusconi)
Bettino Craxi.
Il 12 gennaio 1998 Mills dimostrò di avere tutti gli attributi per far parte della ristretta cerchia degli intimi di Berlusconi quando disse ai giudici:
«non ho mai parlato a Berlusconi di All-Iberian» – contribuendo in tal modo a confermare la menzognera linea di difesa del magnate secondo cui egli nulla sapeva della società offshore.
Malgrado la testimonianza di Mills, Berlusconi fu ritenuto colpevole di questo reato, ma grazie alla prescrizione il reato si estinse in appello nel 2000
(Berlusconi fu condannato al pagamento delle spese).
Nelle settimane a venire i giudici di Milano dovranno accertare se Mills scagionò Berlusconi in cambio di una mazzetta in denaro.
Berlusconi non si stanca mai di dire che è vittima di una persecuzione ad opera dei «magistrati comunisti» il cui scopo è quello di scalzare dal potere un primo ministro regolarmente eletto dal popolo.
È tuttavia improbabile che David Mills e Berlusconi finiscano in prigione quand’anche fossero giudicati colpevoli: una nuova legge che dimezza i tempi della prescrizione per i reati dei “colletti bianchi” estinguerà certamente il processo prima che si arrivi ad una sentenza passata in giudicato.
Stante la complessità del caso e la raccapricciante lentezza della giustizia italiana, l’opinione pubblica britannica avrà probabilmente cessato di interessarsi alla vicenda molto prima che giunga a conclusione.
E sarebbe un vero peccato.

© The Independent
Traduzione di Carlo Antonio Biscotto

[Eridano]

e certo....ci mancherebbe...
ma in Italia non c'e' il regime..

In itaglia il regime c'è dal 1861.

[BigEasy]

e quando l'evasione fiscale e il pagamento di mazzette
coinvolgono gruppi imprenditoriali rilevanti per la nostra
economia ?

[MrBojangles]

e quando l'evasione fiscale e il pagamento di mazzette
coinvolgono gruppi imprenditoriali rilevanti per la nostra
economia ?

Ci si fa un bel partito e si grida al complotto giustizialista delle toghe rosse politicizzate e infiltrate dai comunisti.

Tanto, qualche gonzo teledipendente che ci crede lo trovi sempre ...