In due giorni, su 155 documenti esaminati in sei uffici postali, la Finanza ha accertato 48 violazioni
Le autocertificazioni contengono dati inventati, i genitori denunciati per truffa
Quei mille euro regalati dallo Stato dovevano fare davvero gola. Al punto che una su tre delle coppie diventate genitori nel 2005 ha dichiarato il falso pur di poterne usufruire.
La scoperta è stata fatta dagli investigatori della guardia di finanza durante un controllo seguito all’introduzione del cosiddetto «bonus bebè». Si tratta, come è noto, della concessione a ogni famiglia con figlio appena nato di una somma, una tantum, di mille euro.
Ma per poter accedervi, la famiglia doveva dimostrare di essere in possesso di alcuni requisiti. Innanzitutto quello legato al reddito, che non doveva superare una certa somma, ma anche avere regolare cittadinanza ed essere in regola con le norme di soggiorno. Rispetto agli anni passati, per ottenere il bonus, occorreva presentare in posta un’autocertificazione contenente tutti i dati richiesti.
Il periodo di riscossione per i nati nel 2005 è compreso tra il 15 febbraio e il 29 aprile. Bene, secondo i quanto accertato dalla finanza, su 155 dichiarazioni presentate in due giorni in sei diversi uffici postali della città, presi a campione, ben 48 erano false. La verifica è stata relativamente semplice. Dal momento che i funzionari delle poste non potevano entrare nel merito delle dichiarazioni presentate, i militari hanno chiesto agli stessi uffici, di fornire copia della documentazione. Si è così scoperto che in due giorni ben il ventun per cento dei potenziali fruitori si è recato negli uffici postali per presentare l’autocertificazione. Ma l’esame attento degli stessi documenti ha consentito di riscontrare che vi era differenza tra quanto dichiarato e quanto, in realtà, era riportato sui documenti di identità o sulle dichiarazioni di reddito.
Le violazioni più frequenti, ha spiegato ieri il tenente colonnello Giovanni Barbato, che ha affiancato il colonnello Fabio Contini nella presentazione dei dati degli accertamenti, riguardavano il possesso della cittadinanza. Pertanto, le 48 autocertificazioni che sono risultate non vere daranno luogo a conseguenze gravi. In primo luogo, i mille euro dovranno essere restituiti; in caso contrario, lo Stato potrà confiscare beni per un valore corrispondente.
Ma i genitori che hanno mentito dovranno anche rispondere penalmente di truffa e falso. E gli accertamenti sono solo all’inizio. Il colonnello Contini ha perciò invitato le famiglie che hanno avuto un figlio nel 2005 a presentare la dichiarazione soltanto se davvero sono in possesso dei requisiti richiesti, per evitare appunto conseguenze gravi. </I></B>(r.v.)

L'Arena di Verona
sabato 25 febbraio 2006 cronaca pag. 16