Il governo del mondo nella globalizzazione
Salvatore Distefano - Prc Catania
Caro direttore, l'editoriale su "Liberazione" firmato da Rina Gagliardi, coglie in modo puntuale la reale difficoltà nella quale si trova il presidente americano "Dablju" Bush, sempre più isolato all'interno del suo paese e nel mondo intero. L'ossessione di Bush, così l'ha definita il "New York Times", oltre che creargli seri intoppi col Congresso, sta incrinando i rapporti tra gli Usa e alcuni stati europei, in particolare la Germania di Schroeder, ed è foriera di veri e propri attriti con i paesi arabi, compresi quelli moderati come l'Egitto e l'Arabia Saudita. E chissà che non produca, come scrive la compagna Gagliardi, «un ulteriore raffreddamento nei rapporti con interlocutori preziosi per Bush, come quel Putin che continua tranquillissimo a fare affaroni con il Rais di Baghdad». Di fronte a questa situazione è evidente che gli spazi per chi vuole la pace si ampliano e che il mondo non è affatto uniformato dall'impero americano; anzi, lo sviluppo delle contraddizioni rende gli Usa, «un nemico potente, isolato e anche stupido». Mi chiedo però: ma gli Usa, la Russia e la Cina non formavano fino a qualche giorno fa una sorta di "Santa Alleanza", che dominava con le stesse responsabilità il mondo intero? Ben vengano, allora, le novità che diversi articoli del giornale da qualche tempo esprimono. Epperò, non sarebbe il caso di rivedere le posizioni, sostenute aspramente all'ultimo congresso anche dalla compagna Gagliardi, che a proposito della situazione internazionale andavano nella direzione opposta, e cioè negare i contrasti tra gli Stati e la stessa categoria di imperialismo? Perché non aprire sul nostro giornale un franco e sereno dibattito, avendo il coraggio di mettere in discussione posizioni pre-definite e cristallizzate?
Liberazione 30 agosto 2002
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