Risultati da 1 a 2 di 2
  1. #1
    email non funzionante
    Data Registrazione
    26 Jul 2003
    Località
    Codigoro (Ferrara)
    Messaggi
    735
     Likes dati
    0
     Like avuti
    0
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    20 Gennaio - S. Eustochia (Smeralda) Calafato di Messina



    Santa Eustochia (Smeralda) Calafato di Messina

    20 gennaio

    Annunziata, 25 marzo 1434 - Montevergine, 20 gennaio 1491

    Di famiglia agiata, figlia di un ricco mercante nacque il giovedì santo del 1434 nel villaggio di Annunziata. Venne battezzata Smeralda. Entrò tra le clarisse a 15 anni prendendo il nome di suor Eustochia. La sua scelta religiosa fu contrastata dalla famiglia tanto che i fratelli minacciarono di dar fuoco al convento che doveva ospitarla. Tuttavia le insistenze della giovane convinsero le consorelle ad accoglierla. Fu sempre animata da un profondo amore alla povertà. Nel convento di San Maria di Basicò, sceltasi per cella un sottoscala, visse penitente, dormendo sulla nuda terra e portando il cilicio. In seguito maturò il desiderio di fondare un nuovo monastero. Così nel 1464 nacque il monastero di Montevergine che alla morte di Eustochia, il 20 gennaio 1491 contava 50 suore. È stata canonizzata da Giovanni Paolo II l'11 giugno 1988. (Avvenire)

    Martirologio Romano: A Messina, santa Eustochio Calafato, vergine, badessa dell’Ordine di Santa Chiara, che si dedicò con grande ardore a ripristinare l’antica disciplina della vita religiosa e a promuovere la sequela di Cristo sul modello di san Francesco.

    Sulla vita della Calafato, clarissa, abbiamo due antichi mss.: il primo è nella Biblioteca comunale di Perugia e una sua copia, debitamente collazionata, il 28 febbraio 1781 fu inviata dall'arcivescovo di Messina alla S. Congregazione dei Riti per il processo di beatificazione della serva di Dio (copia pubblicata dal Macrì nel 1903). L'origine di questo ms. si fa risalire a un tempo di poco successivo alla morte della beata, quando suor Jacopa Pollicino, figlia del barone di Tortorici, su richiesta di suor Cecilia, badessa del monastero di S. Lucia di Foligno (con cui le Clarisse messinesi erano in corrispondenza), scrisse la Vita della Calafato, facendosi aiutare da altre suore che erano vissute con la beata. Suor Cecilia, trasferendosi in seguito a Perugia, portò seco il ms., lo ritoccò e gli diede un miglior ordine, togliendo espressioni prettamente siciliane e arricchendolo di colorito toscano.
    Il secondo ms. fu ritrovato da Michele Catalano nella Biblioteca Civica Ariostea di Ferrara e da lui pubblicato nel 1942. Composto nel 1493, due anni dopo la morte della Calafato, riproduce con la più grande fedeltà l'originale, seguendolo anche nelle espressioni siciliane: questo testo "oltre alla notevolissima importanza mistica e al valore agiografico e storico, ha valore non piccolo nella storia della nostra lingua" (Catalano).
    Figlia di Bernardo, ricco mercante messinese, e di Macalda Romano Colonna, la Calafato nacque il giovedì santo 1434 nel villaggio detto Annunziata, presso Messina. Chiamata al battesimo Smeralda, crebbe in un'atmosfera di pietà: infatti, la madre, indotta dal b. Matteo di Agrigento, si era affiliata al Terz'Ordine di S. Francesco e viveva una per fetta vita cristiana. La figlia cominciò presto a seguire le sue orme. Una visione del crocifisso, avuta in una chiesa, la decise a darsi completamente al Signore e, respingendo i numerosi pretendenti, domandò di entrare fra le Clarisse di S. Maria di Basicò. Le suore, però, intimorite dai fratelli della Calafato, che avevano minacciato di dar fuoco al convento se vi fosse entrata Smeralda, si rifiutarono di accoglierla, ma le insistenze della beata ebbero infine ragione dell'opposizione dei fratelli ed ella, vestendo l'abito religioso, ricevette il nome di Eustochia. Una sua preghiera al Crocifisso mostra da quale desiderio di soffrire fosse animata: "O dolcissimo mio Signore, vorría morire per lo tuo santo amore, cosí come Tu moristi per me! Forami il cuore con la lancia e con i chiodi de la tua amarissima Passione; le piaghe che tu avesti nel tuo santo corpo, che io le abbia nel cuore. Ti domando piaghe, perché mi è grande vergogna e mancamento vedere Te, Signore mio, piagato, che io non sia piagata con Te". La Calafato, sceltasi per cella un sottoscala, visse penitente, dormendo poco e sulla nuda terra e affliggendo le sue carni col cilicio e la flagellazione.
    Nel convento di S. Maria di Basicò, uno dei più importanti della Sicilia di allora, asilo delle nobili fanciulle messinesi e perciò oggetto dei privilegi dei re, la beata non trovò però il suo ideale di rinunzia, poiché la vita regolare era mitigata da dispense che dispiacevano al suo spirito, nutrito dalle laudi di Jacopone da Todi: progettò quindi una riforma. Callisto III, col decreto del 18 ottobre 1457, accolse le richieste della Calafato che, aiutata anche finanziariamente dalla madre e dalla sorella, si trasferì nel nuovo convento di S. Maria Accomandata. Nonostante l'opposizione di superiori e consorelle, che non vedevano di buon occhio la riforma, Eustochia vi entrò con la madre, la sorella e Jacopa Pollicino. Nemmeno i Frati Minori Osservanti vollero andare a celebrare la Messa nella nuova fondazione e, abbandonata da tutti, la Calafato si rivolse a Roma, ottenendo un nuovo Breve pontificio, in seguito al quale l'arcivescovo di Messina impose ai Frati Osservanti, sotto pena di scomunica, di assumere la cura spirituale delle suore riformate. Il nuovo convento vide rifiorire i primi tempi del movimento francescano, sotto la ferma guida della fondatrice, che insegnava con la parola e con l'esempio l'ideale del Poverello e l'amore del Crocifisso, insieme con l'adorazione eucaristica, nella quale passava notti intere. Le vocazioni affluirono numerose, tanto che l'edificio divenne troppo angusto per la fiorente comunità; per munificenza di Bartolomeo Ansalone, nel 1463, le Clarisse Riformate poterono trasferirsi a Montevergine, in un nuovo monastero che esiste tuttora. Ivi, per esortare le consorelle alla virtù e all'amore del Crocifisso, la Calafato scrisse un libro sulla Passione. I1 20 gennaio 1491 suor Eustochia morì lasciando la sua ultima raccomandazione: "Prendete, figlie mie, il Crocifisso per Padre, ed Egli vi ammaestrerà in ogni cosa".
    Durante la vita, ed ancor più dopo la morte, si attribuirono alla Calafato vari miracoli. I messinesi la venerarono come protettrice della loro città, specialmente contro i terremoti; il 2 luglio 1777 il senato della città promise di recarsi ogni anno a Montevergine il 20 gennaio e il 22 agosto; nel 1782, infine, la Calafato fu beatificata da Pio VI.
    L'arcivescovo di Messina, nel 1690, scriveva alla S. Congregazione dei Riti: "Il suo corpo, da me diligentemente veduto e osservato, è integro, intatto e incorrotto ed è tale che si può mettere in piedi, poggiando sulle piante di essi. Il naso è bellissimo, la bocca socchiusa, i denti bianchi e forti, gli occhi non sembra affatto che siano corrotti, perché sono alquanto prominenti e duri, anzi nell'occhio sinistro si vede quasi la pupilla trasparente. Inalterate le unghie delle mani e dei piedi. Il capo conserva dei capelli e, quello che reca maggiore meraviglia, si è che due dita della mano destra sono distese in atto di benedire, mentre le altre sono contratte verso la palma della mano [accenno ad una benedizione che la beata avrebbe dato con quella mano, dopo la sua morte, ad una suora. Le braccia sic piegano sia sollevandole che abbassandole. Tutto il corpo è ricoperto dalla pelle, ma la carne sotto di essa, si rileva al tatto disseccata>>. Ancora oggi si può vedere intatto il corpo della beata ed in piedi nell'abside della Chiesa di Montevergine, esposto alla venerazione del popolo, che in folla vi accorre soprattutto il 20 gennaio. L'iconografia rappresenta la beata in ginocchio dinanzi al Sacramento e, più frequentemente, con la Croce nelle mani.
    Le braccia si piegano sia sollevandole che abbassandole. Tutto il corpo è ricoperto dalla pelle, ma la carne sotto di essa, si rileva al tatto disseccata ". Ancora oggi si può vedere il corpo della beata intatto ed in piedi nell'abside della chiesa di Montevergine, esposto alla venerazione del popolo, che in folla vi accorre soprattutto il 20 gennaio e il 22 agosto. I martirologi francescani ricordano suor Eustochia al 20 gennaio. L'iconografia rappresenta la beata in ginocchio dinanzi al Sacramento e, più frequentemente, con la Croce nelle mani.

    Autore: Giuseppe Morabito

    Fonte: SANTI E BEATI

  2. #2
    **********
    Data Registrazione
    04 Jun 2003
    Messaggi
    23,775
     Likes dati
    18
     Like avuti
    35
    Mentioned
    2 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    In rilievo

    Aug.

 

 

Discussioni Simili

  1. Futuro e libertà 15 gennaio 2011 Messina
    Di famedoro nel forum Lista Bonino
    Risposte: 0
    Ultimo Messaggio: 18-01-11, 01:05
  2. Grave crisi in Costa Smeralda
    Di Oli nel forum Fondoscala
    Risposte: 26
    Ultimo Messaggio: 18-09-10, 19:37
  3. Costa Smeralda
    Di Perdu nel forum Sardegna - Sardìnnia
    Risposte: 1
    Ultimo Messaggio: 17-09-10, 16:39
  4. Vita smeralda per il Re
    Di O'Rei nel forum Fondoscala
    Risposte: 29
    Ultimo Messaggio: 29-07-08, 23:16
  5. Vita Smeralda
    Di Wasabi nel forum Fondoscala
    Risposte: 36
    Ultimo Messaggio: 17-11-06, 19:27

Permessi di Scrittura

  • Tu non puoi inviare nuove discussioni
  • Tu non puoi inviare risposte
  • Tu non puoi inviare allegati
  • Tu non puoi modificare i tuoi messaggi
  •  
[Rilevato AdBlock]

Per accedere ai contenuti di questo Forum con AdBlock attivato
devi registrarti gratuitamente ed eseguire il login al Forum.

Per registrarti, disattiva temporaneamente l'AdBlock e dopo aver
fatto il login potrai riattivarlo senza problemi.

Se non ti interessa registrarti, puoi sempre accedere ai contenuti disattivando AdBlock per questo sito