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    Predefinito 20 Gennaio - anniversario della conversione di Ratisbonne

    N. Musio, Maria appare ad Alfonso Ratisbonne

    Probabilmente il più famoso miracolo attribuito all'intercessione di Maria, per mezzo della medaglia miracolosa, fu la conversione immediata e totale alla fede cristiana di Alphonse Ratisbonne.
    Questi, nato a Strasburgo il 1° maggio 1812, era un ebreo non praticante, proveniente da una ricca famiglia di banchieri (di cittadinanza francese). Frequenta il Collegio reale di Strasburgo, poi un Istituto protestante; consegue il Baccellierato in Lettere. Conseguita la laurea in Giurisprudenza a Parigi, tentò un inserimento nell'ambiente bancario della famiglia a Strasburgo, ma non si sentiva portato.
    Il fratello più anziano Teodoro si era già convertito al cattolicesimo ed era diventato persino sacerdote, con grande scandalo di tutta la famiglia e anche del fratello Alfonso (Teodoro a Parigi lavorava alla Parrocchia di Nostra Signora delle Vittorie).
    Si fidanzò con Flora, sua nipote (figlia del fratello maggiore Adolfo); Flora nel 1842 aveva solo 16 anni mentre Alfonso aveva 30 anni: per questo, la ragazza pensò di posporre le nozze. Alfonso, nel frattempo, intraprese un lungo viaggio di piacere a Marsiglia, a Napoli, a Roma.
    A Roma, Alfonso incontrò un amico di infanzia, il barone Gustavo de Bussieres, il quale gli presentò il fratello Thèodore de Bussières il quale, da protestante era divenuto cattolico.
    Il barone T. de Bussieres era molto religioso e discusse a lungo con Alfonso Ratisbonne, gli parlò della medaglia miracolosa e dell'apparizione della Vergine dodici anni prima a S. Caterina Laboure e Rue de Bac (Parigi). Gli regalò, quindi, una medaglia e gli propose di pregare una giaculatoria.
    Solo per cortesia Alfonso accondiscese, in realtà disprezzava il cattolicesimo e tutte le devozioni. Il barone, uomo di grande fede, affida alla Vergine l'ebreo amico, ed iniziò a recitare per lui la preghiera di S. Bernardo del Memorare, «Ricordatevi o pietosissima Vergine...», al mattino e alla sera. Alfonso era restio a discutere di problemi religiosi in casa del barone, convinto che si trattasse di superstizioni, di «sortilegi» e di «magie». Egli affermava: «È tempo perso volermi convertire. Non otterrete nulla da me, perché mi sento più israelita che mai... Ditemi, posso io abbracciare il cattolicesimo dopo le bestemmie che vomito contro il vostro Dio, la Madonna, il vostro culto?».
    Il 20 gennaio 1842, verso mezzogiorno, Alfonso accompagnò l'amico barone nella Basilica romana di Sant'Andrea delle Fratte, nella via omonima, nella zona tra Piazza di Spagna e Via del Tritone, officiata dai Minimi di san Francesco di Paola.
    Qui, in attesa che l'amico Teodoro tornasse dalla sacrestia, dove si era recato per prendere gli ultimi accordi sul rito funebre da celebrare in suffragio dell'amico, il conte Augusto La Ferronay, anch'egli un convertito che aveva tanto pregato per la conversione di Alfonso, avvenne il miracolo.

    Che cosa avvenne di preciso nell'ora della grazia, lo descrive lo stesso Ratisbonne in alcune lettere e nella deposizione giurata al Vicariato di Roma, per appurare la verità del fatto.

    "La chiesa di s. Andrea è piccola, povera e deserta...; credo di esservi rimasto quasi solo; ...nessun oggetto d'arte attirava la mia attenzione. Camminavo meccanicamente, con lo sguardo in giro, senza fermarmi su alcun pensiero: mi ricordo soltanto di un cane nero che saltellava dinanzi a me... Presto quel cane scomparve, tutta la chiesa disparve, non vidi più nulla... o piuttosto, mio Dio!, vidi una sola cosa! Come potrei parlare? Oh! No, la parola umana non deve tentare d'esprimere l'inesprimibile; ogni descrizione, per quanto sublime possa essere, non sarebbe che una profanazione dell'ineffabile verità. Ero là, in ginocchio, in lacrime, il cuore fuori di me stesso, quando il signor de Buissiéres mi chiamò alla vita".



    Ed ancora, depose il veggente al processo canonico:

    "Vidi come un velo davanti a me. La chiesa mi sembrava tutta oscura, eccetto una cappella, quasi che tutta la luce della chiesa si fosse concentrata in quella. Alzai gli occhi verso la cappella raggiante di tanta luce, e vidi sull'altare della medesima, in piedi, viva, grande, maestosa, bellissima, misericordiosa, la Santissima Vergine Maria, simile nell'atto e nella forma, all'immagine che si vede nella Medaglia Miracolosa dell'Immacolata. Mi fece cenno con la mano di inginocchiarmi. Una forza irresistibile mi spinse verso di Lei, che parve dicesse: Basta così. Non lo disse ma capii.

    "A tal vista caddi in ginocchio nel luogo dove mi trovavo; cercai, quindi, varie volte di alzare gli occhi verso la Santissima Vergine, ma la riverenza e lo splendore me li faceva abbassare, ciò che, però, non impediva l'evidenza di quell'apparizione".



    "Fissai le di Lei mani, e vidi in esse l'espressione del perdono e della misericordia. Alla presenza della Santissima Vergine, benché Ella non mi dicesse parola, compresi l'orrore dello stato in cui mi trovavo, la deformità del peccato, la bellezza della Religione Cattolica, in una parola compresi tutto. (...)



    "Provavo un cambiamento così totale che mi credevo un altro. Cercavo di ritrovarmi e non mi ritrovavo... La gioia più grande si sprigionava dal fondo della mia anima; non potetti parlare; non volli rivelar niente; sentivo in me qualche cosa di solenne e di sacro che mi fece chiedere un sacerdote... Vi fui condotto, e solo dopo averne avuto l'ordine positivo ne parlai come mi era possibile, in ginocchio e col cuore tremante. (...)

    "Tutto quel che posso dire, è che al momento del prodigio, la benda cadde dai miei occhi; non una sola benda, ma una quantità di bende che mi avevano avvolto disparvero una dopo l'altra rapidamente, come la neve e il fango e il ghiaccio sotto l'azione di un sole cocente.

    "Uscivo da una tomba, da un abisso di tenebre, ed ero vivo, perfettamente vivo... Ma piangevo! Vedevo nel fondo dell'abisso le miserie estreme dalle quali ero stato strappato da una misericordia infinita; rabbrividivo alla vista di tutte le mie iniquità, ed ero stupito, intenerito, sprofondato in ammirazione e riconoscenza. (...)

    "Ma si domanda come appresi queste verità, poiché è accertato che non ho mai aperto un libro di religione, non ho mai letto una pagina della Bibbia, e che il dogma del peccato originale, totalmente dimenticato o negato dagli Ebrei dei nostri giorni, non aveva mai occupato un istante il mio pensiero; dubito anche di averne sentito il nome. Come sono arrivato, dunque, a questa conoscenza? Non saprei dirlo. Questo io so: che entrando in chiesa ignoravo tutto; che uscendone vedevo chiaro. Non posso spiegare questo cambiamento che con l'immagine di un uomo il quale si risvegliasse da un sonno profondo, o con quella di un cieco nato che vedesse la luce tutto d'un colpo; vede, ma non può definire la luce che lo illumina e nella quale contempla gli oggetti della sua ammirazione. (...)

    "Qualunque cosa ne sia di questo linguaggio inesatto e incompleto, il fatto positivo è che io mi trovavo in qualche modo come un essere nuovo, come una tabula rasa... Il mondo non era più niente per me; le prevenzioni contro il cristianesimo non esistevano più; i pregiudizi della mia infanzia non avevano più la minima traccia; l'amore del mio Dio aveva talmente preso il posto di ogni altro amore, che la mia stessa fidanzata mi appariva sotto un altro aspetto. L'amavo come un oggetto che Dio tiene nelle sue mani, come un dono prezioso che fa amare ancora di più il donatore.

    "Ripeto che scongiuravo il mio confessore, il reverendo Padre Villefort, e il signor de Bussières, di mantenere un segreto inviolabile su ciò che mi era avvenuto. Volli seppellirmi al monastero dei Trappisti per occuparmi solo delle cose eterne; lo confesso, e pensavo anche, che nella mia famiglia mi avrebbero creduto folle, che mi avrebbero tacciato di ridicolo, e che così avrei preferito fuggire totalmente il mondo, le sue chiacchiere e i suoi giudizi.

    "Però i superiori ecclesiastici mi fecero capire che il ridicolo, le ingiurie, i falsi giudizi, facevano parte del calice di un vero cristiano; mi invitarono a berlo dicendomi che Gesù Cristo aveva predetto ai suoi discepoli pene, tormenti e supplizi. Parole così gravi, lungi dallo scoraggiarmi, infiammarono la mia letizia interiore; mi sentivo pronto a tutto, e chiesi con insistenza il battesimo. Vollero ritardarlo. 'Ma come! Esclamai, gli Ebrei che ascoltarono la predicazione degli Apostoli furono battezzati immediatamente, e voi volete rimandarmelo, dopo aver io ascoltato la Regina degli Apostoli?' I miei sentimenti, i miei acuti desideri e le mie suppliche toccarono gli uomini pietosi che mi avevano accolto, e mi fecero la promessa, per sempre felice, del battesimo!".

    Ora egli aveva trovato la vera Luca, doveva impegnarsi perché altri potessero ritrovarla. Il 31 gennaio, nella Chiesa del Gesù, Alfonso Ratisbonne fa la sua abiura pubblica tra le mani del Cardinale Patrizi e riceve il Battesimo, prendendo anche il nome Maria. Scrisse tre lettere in cui descriveva la vicenda miracolosa dell'apparizione della Madonna e della sua conversione. Una era diretta alla sua carissima Flora il 21 gennaio, e due allo zio a Strasburgo il 22 gennaio e il 15 febbraio, quello zio che sperava di fare di Alfonso il capitano della sua finanza.
    Scrisse a Flora: «Te lo giuro, mia cara, le disposizioni subitanee, nelle quali io mi trovo, non sono dovute che a un miracolo... Questo miracolo tu lo conoscerai; io non voglio parlartene ancora oggi, non che ti creda indegna di conoscerlo; no, ché troppo io mi sto tranquillo sui sentimenti tuoi, ma bisogna che tu sia preparata ad aggiungervi fede».
    Dopo mesi di deposizioni e testimonianze, il cardinale Costantino Patrizi firmò un decreto in cui si riconosceva come "istantanea e perfetta" la conversione di Alphonse-Marie dall'ebraismo, a seguito dell'apparizione realmente avvenuta.
    Dio aveva dei progetti su Alfonso. Entrato nella Compagnia di Gesù e compiuti gli studi nell'Istituto teologico di Laval, ricevette l'ordinazione sacerdotale il 23 settembre 1848. Egli però sentì profondamente nell'anima il richiamo dell'Oriente, per vivere la sua vicenda divina tra i suoi fratelli ebrei. Il 18 dicembre 1852, autorizzato da Pio IX, entrò nella Società dei Preti di Nostra Signora di Sion fondata dal fratello Teodoro e partì missionario in Terra Santa. Qui costruì orfanotrofi per gli orfani di Sion, si fece povero tra i poveri. Morì sulla collina della Visitazione, povero ma santo, il 6 maggio del 1884. Il suo corpo riposa ad Ain-Karim.

    Augustinus

    Luogo dell'apparizione nella Chiesa di S. Andrea alle Fratte, in Roma

    Il Papa dinanzi all'altare dell'apparizione il 6 giugno 1987

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    La fulminea conversione al Cattolicesimo di Alfonso Ratisbonne

    di Vittorio Messori


    da "Jesus", 1999, fasc. n. 1, p. 80-83:

    Riprendiamo il nostro discorso cercando di riportare alla luce uno degli eventi "mariani" che ebbe più influenza nella Chiesa dell'Ottocento: la fulminea conversione al Cattolicesimo del giovane Alphonse Ratisbonne, nella Roma papale del 1842. Il misterioso episodio è legato direttamente alle altrettante misteriose apparizioni, nella parigina rue du Bac, all'allora novizia Caterina Labourè. Da quegli eventi, sembra essersi messa in moto una sorta di catena, cui non è estranea nemmeno Lourdes, dove la Vergine si definirà "l'Immacolata Concezione". Ebbene: sul modello di medaglia che Maria stessa "commissionò" a Caterina stava scritta l'affermazione che soltanto nel 1854 fu definita come dogma: "Oh Maria, concepita senza peccato, pregate per noi che ricorriamo a voi".

    Comunque, il primo "anello" della catena, dopo le apparizioni in rue du Bac (che si svolsero tra il luglio e il novembre del 1830), sembra stare nell'ispirazione avuta dal parroco della chiesa parigina di Nostra Signore delle Vittorie, Charles Dufriche-Desgenette, afflitto perché nella Parigi di quei primi decenni dell'Ottocento la sua chiesa era disertata dalla gente. Il 3 dicembre 1836, mentre celebra la messa all'altare della Vergine, l'abbè sente una voce interiore che gli ingiunge: "Consacra la tua parrocchia al santo e immacolato cuore di Maria". Il sacerdote pensa a un'illusione, ma la voce si ripete quando torna in sacrestia. Subito, don Charles fonda un'associazione dedicata al Cuore di Maria Immacolata, che ha un subitaneo e inspiegabile irradiamento in tutto il mondo, giungendo a superare i 20 milioni di membri in pochi anni. Ciascuno di questi associati, come da regolamento, assume l'impegno di portare sempre su di sé una "Medaglia miracolosa" e ripetere almeno una volta al giorno la preghiera che vi è incisa.

    Un'ulteriore "tappa" di questa storia misteriosa è quella di cui vogliamo parlare e che si verifica a Roma, il 20 gennaio del 1842, nella chiesa (officiata dai Minimi di san Francesco di Paola) di Sant'Andrea della Fratte, vicino a piazza di Spagna e al luogo dove sorgerà la celebre colonna in onore dell'Immacolata, a ricordo del dogma di Pio IX. È in Sant'Andrea che ha luogo la sconvolgente conversione del ventottenne Alphonse Ratisbonne: la Madonna gli appare con le braccia abbassate e le mani aperte, nel gesto esatto di quella "Medaglia" che il giovane ebreo ha accettato di portare al collo.

    Il Ratisbonne appartiene a una delle più ricche e influenti famiglie della numerosa comunità ebraica di Strasburgo. Il figlio maggiore, Théodore, convertitosi al Cristianesimo, era stato ordinato sacerdote nel 1830, l'anno stesso delle apparizioni a Santa Caterina Labourè. Don Thèodore diventerà uno dei principali collaboratori del parroco di Nostra Signora delle Vittorie e, come tale, propagandista entusiasta e instancabile della devozione all'Immacolata della "Medaglia miracolosa", cui raccomanderà ogni giorno il fratello Alphonse.

    In effetti, il giovane Alphonse, fedele all'Ebraismo più come riti e tradizioni che come pratica, sente doveroso battersi per l'assistenza e il riscatto dei fratelli nella fede d'Israele. La sua ostilità verso il Cristianesimo in generale, e il Cattolicesimo in particolare, non solo non è nascosta, ma è pubblicamente manifestata. Innamorato di una cugina, Flore, ha fissato con lei la data di un matrimonio vantaggioso anche sul piano sociale, ma voluto dai due soprattutto per amore. Prima di sposarsi, decide di fare un viaggio che lo porti sino a Gerusalemme, per vedere la terra dei suoi padri. Con una imprevista variazione, però, al suo programma, sceglie di visitare anche Roma. Arrivato nel giorno dell'Epifania del 1842, una delle sue prime visite è al Ghetto, dove vivono gli oltre quattromila ebrei romani. "Ho capito", scriverà ai familiari a Strasburgo, "quanto sia meglio far parte dei perseguitati piuttosto che dei persecutori".

    A Roma, il Ratisbonne seppure di malavoglia viene in contatto con il gruppo dei ferventi cattolici francesi (molti dei quali convertiti) dei quali fa parte il barone Thèodore de Bussières, venuto dal Protestantesimo e amico del fratello sacerdote. Il de Bussières non solo impegna gli amici perché preghino per quel giovane ebreo, ma quasi come per una sfida lo convince a portare su di sé la "Medaglia miracolosa". Di più: ottiene da lui la promessa (poi mantenuta) di ricopiare il testo della famosa preghiera di san Bernardo che inizia con il Memorare, quel "Ricordati, Vergine Maria, che non si è mai sentito al mondo che qualcuno abbia invocato il tuo soccorso e sia stato abbandonato…".

    Malgrado abbia già prenotato la partenza in diligenza per Napoli(per proseguire poi da qui, in bastimento, verso Instambul e da lì in Palestina) Alphonse, spinto da una forza misteriosa, decide di restare ancora qualche giorno a Roma. Nella tarda mattinata del 1842 accompagna il barone de Bussières nella chiesa di Sant'Andrea delle Fratte, dicendo che resterà sulla carrozza mentre quel suo conoscente (più che amico) deve intendersi con i frati per l'organizzazione di un funerale. Malgrado l'intenzione di trattenersi su quel veicolo nobiliare, restato solo con il cocchiere, la curiosità di vedere l'interno della chiesa lo spinge ad entrare. E qui del tutto inaspettato, giungerà il "colpo di fulmine" che sconvolgerà radicalmente la sua vita, cambiandola per sempre. Diamo a lui la parola, traducendo il testo che Renè Laurentin (dedicatosi per anni anche alla ricostruzione critica di questo caso) ha ricostruito sulle fonti più sicure.

    "All'improvviso, mi sentii preso da uno strano turbamento e vidi come scendere un velo davanti a me. La chiesa mi sembrò tutta oscura, eccettuata una cappella, come se la luce si fosse concentrata tutta là. Non posso rendermi conto di come mi sia trovato in ginocchio davanti alla balaustra di quella cappella: in effetti, ero dall'altra parte della chiesa e tra me e la cappella c'erano, a sbarrare il passo, gli arredi che erano stati montati per un funerale. Levai comunque gli occhi verso la luce che tanto risplendeva e vidi, in piedi sull'altare, viva, grande, maestosa, bellissima e dall'aria misericordiosa, la santa vergine Maria, simile nell'atto e nella struttura all'immagine della Medaglia che mi era stata donata perché la portassi. Cercai più volte di alzare gli occhi verso di lei, ma il suo splendore e il rispetto me li fecero abbassare, senza impedirmi però di sentire l'evidenza dell'apparizione. Fissai lo sguardo, allora, sulle sue mani e vidi in esse l'espressione del perdono e della misericordia. Con quelle stesse mani, mi fece segno di restare inginocchiato. Ma una forza irresistibile mi spingeva verso di lei. Alla sua presenza, benché ella non abbia detto alcuna parola, compresi di colpo l'orrore dello stato in cui mi trovavo, la deformità del peccato, la bellezza della religione cattolica: in una parola, compresi tutto, di colpo".

    La sconvolgente testimonianza di Ratisbonne termina con una frase che, per tutta la vita, amò ripetere: "Elle ne m'a rien dit, mais j'ai tout compris" ("Lei non mi ha detto nulla, ma ho capito tutto").

    Come divorato nel desiderio di ricevere il battesimo (la cui importanza era stata rivelata), undici giorni dopo è ammesso al sacramento, assumendo il semplice nome di "Maria", che non abbandonerà neppure entrando nell'Ordine dei Gesuiti. Ordinato sacerdote nel 1848, resterà nella Compagnia con soddisfazione sua e dei superiori per alcuni anni: l'abbandonerà, in pieno accordo anche con il Papa, per unirsi al fratello Thèdore (prete già dal 1830, come sappiamo) che aveva fondato una congregazione quella di Notre Dame de Sion, ancora esistente per la conversione degli ebrei al Vangelo. Morirà in Terra Santa, ad Ain Karin, il luogo tradizionale della Visitazione di Maria a Elisabetta. Curiosa l'annotazione che ho trovato nel Diario di Paul Claudel, alla data del 14 marzo 1950: "La Provvidenza riservava a un giudeo convertito, padre Alphonse Ratisbonne, l'onore di ritrovare, sotto l'ammasso di rifiuti da lui acquistati a Gerusalemme, il lastricato autentico del Litostroto, il luogo dell'Ecce Homo". In effetti, è proprio così: il luogo comprato a Gerusalemme dai due fratelli Ratisbonne, nel 1856, si rivelerà uno dei più illustri della storia evangelica, addirittura il posto dove Pilato aveva stabilito il suo tribunale la fatale mattina di quel venerdì che precedeva la Pasqua. In terra Santa, comunque, il lavoro dei due fratelli convertiti sarà massacrante e sarà posto soprattutto a favore degli orfani e, in genere, dei giovani (musulmani, ebrei, cristiani) privi di mezzi di sussistenza.

    Sulla conversione di Alphonse più ancora che su quella di Thèodore si accanirà l'opposizione violenta da parte dei membri della sua numerosa famiglia e dei correligionari sparsi in mezza Europa. Questa conversione, seguita all'esperienza del 20 gennaio 1842 a Sant'Andrea delle Fratte, fu sottoposta a processo davanti al tribunale canonico del Vicario di Roma. Sfilarono molti testi giurati, e dopo mesi di lavoro, il cardinale Costantino Patrizi firmava un decreto (porta la data del 3 giugno 1842) che così si conclude:"Consta pienamente la verità dell'insigne miracolo operato da Dio onnipotente per intercessione della Beata Vergine Maria, cioè la istantanea e perfetta conversione di Alfonso Ratisbonne dall'Ebraismo".

    Alle diffamazioni che accompagnarono la vita di "padre Maria", come volle sempre essere chiamato, si sono poi unite le divagazioni psicologiche o psicanalitiche, per ridurre a fenomeno patologico la visione che determinò la conversione. Non è qui il caso di entrare in discussioni di questo tipo. Basti però ricordare quale sia stata la forza dell'evento di quel 20 gennaio 1842: per 42 anni, sino alla morte (sopravvenuta nel mese "mariano" di maggio, del 1884), Alphonse Ratisbonne mai mise in dubbio la verità di quanto gli era successo e fu fedele alla sua assistenza di sacrificio, come religioso impegnato al contempo nella preghiera e nell'azione. Poco prima della morte uscì in espressioni come questa: "Perché mi tormentate con le vostre cure? La Santissima Vergine mi chiama e io ho bisogno di lei. Desidero solo Maria! Per me è tutto ". All'avvicinarsi della fine, pur ribadendo di sentirsi peccatore, confidò ai suoi che lo assistevano di non temere la morte ma di desiderarla, per vedere finalmente faccia a faccia la Signora che gli era apparsa splendente di luce, per pochissimi minuti, in quel lontano inverno romano. Una "illusione" una "manifestazione patologica"; i cui effetti vanno così in profondità e durano tanto? Tutti quei decenni di fedeltà al lampo nella cappella di Sant'Andrea sono la migliore smentita.

    Vittorio Messori*

    FONTE



    Alphonse Marie Ratisbonne

    Theodore Ratisbonne

    Pala dell'altare dell'apparizione

  3. #3
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    L'ebreo convertito dalla Vergine della Medaglia

    di Alberto Azzimonti


    La conversione istantanea e straordinaria di Alfonso Maria Ratisbonne. Un ebreo colto, libero pensatore, anticattolico, con un avvenire assicurato lascia la sua religione per abbracciare il cattolicesimo. Dopo una apparizione di Maria. A Roma...

    È a causa di qualche patologia psichica o solo per suggestione che un uomo di 29 anni, ebreo, laureato brillantemente in giurisprudenza alla Sorbona di Parigi, con una carriera finanziaria assicurata, prossimo al matrimonio e anticattolico dichiarato, afferma di aver visto la Madonna in una chiesa di Roma? E per questo si converte istantaneamente al cattolicesimo, noncurante delle decisa opposizione della sua famiglia e di tutto l'ambiente ebraico? Evidentemente no, c'è dell'altro.
    Nei fatti, Alphonse Ratisbonne non potè più prescindere da quella visione, tanto che i successivi 42 anni della sua vita, mai dubitando della verità di quanto accaduto, furono una continua risposta alla chiamata della Vergine Maria, dedicati totalmente alla preghiera e al servizio del prossimo.
    Alphonse Ratisbonne nasce il 1° maggio 1812 a Strasburgo da una ricca famiglia ebraica di banchieri. A sedici anni perde il padre e passa sotto la tutela dello zio materno Luigi, il quale poi lo assumerà, una volta terminati gli studi, nella banca di sua proprietà.
    Già in questo periodo l'avversione di Alphonse per la fede cattolica si manifesta ad ogni occasione, inasprendosi ulteriormente in seguito alla conversione al cattolicesimo del fratello Thèodore. Il quale verrà ordinato sacerdote nel 1830, anno in cui avvennero le apparizioni della Vergine a S. Caterina Labourè, nella cappella di Rue de Bac a Parigi.
    Anche qui vi furono una serie di apparizioni importanti per la nostra, in cui la Madre di Gesù affidò all'umile novizia, Figlia della Carità di S. Vincenzo de' Paoli, il compito di far coniare una medaglietta con sopra incisa l'immagine che Maria stessa mostrò a Caterina durante le visioni, con la scritta "Oh Maria concepita senza peccato pregate per noi che ricorriamo a Voi". La Vergine, inoltre, si rivolse a S. Caterina dicendole: "Fa coniare una medaglia su questo modello, le persone che la porteranno benedetta al collo con fiducia riceveranno grandi grazie !"
    Questa medaglia, stampata nel 1832, fu subito denominata Medaglia Miracolosa, per il gran numero di grazie spirituali e materiali che si ottengono portandola con devozione e ripetendo spesso la giaculatoria sopra incisa.
    Don Thèodore fu un gran promotore di questa medaglia, alla cui protezione affiderà ogni giorno il fratello.
    Alphonse, intanto, fissa la data del suo matrimonio con la cugina Flore. Prima di sposarsi, però, decide di recarsi a Gerusalemme, per visitare la terra dei suoi padri. Ma a causa di una avaria alla nave che lo trasporta, è costretto a sostare alcuni giorni a Roma.
    Qui incontra il barone de Bussières, fervente cattolico e amico del fratello sacerdote.
    Sfidando l'anticlericalismo viscerale di Alphonse, una sera il barone gli dona una Medaglia Miracolosa, di cui era devotissimo. Il Ratisbonne accetta di mettersela al collo, più che altro per non dispiacere all'amico. Nel frattempo decide di prolungare di qualche giorno la sua permanenza a Roma.
    La mattina del 20 gennaio 1842 è sulla carrozza del barone de Bussières, che si sta recando alla chiesa di S. Andrea delle Fratte nei pressi di piazza di Spagna, per organizzare il funerale di un diplomatico. Anche se l'intenzione iniziale è quella di attendere in carrozza, Alphonse non resiste alla curiosità di visitare l'interno della chiesa. Non sa ancora che vi avrebbe trovato ben altro che suppellettili d'oro e qualche opera d'arte.
    Ma lasciamo il racconto di quanto accaduto allo stesso Ratisbonne: "All'improvviso mi sentii preso da uno strano turbamento e vidi scendere un velo davanti a me. La chiesa mi sembrò tutta oscura, eccettuata una cappella, come se la luce si fosse concentrata tutta là... Levai comunque gli occhi verso la luce che tanto risplendeva e vidi, in piedi sull'altare, viva, grande, maestosa, bellissima e dall'aria misericordiosa, la Santa Vergine Maria, simile, nell'atto e nella struttura, all'immagine della medaglia che mi era stata donata perchè la portassi... Alla sua presenza, benchè ella non abbia detto alcuna parola, compresi di colpo l'orrore dello stato in cui mi trovavo, la deformità del peccato, la bellezza della religione cattolica: in una parola, compresi tutto di colpo".
    Comprese tutto, di colpo, senza esser stato istruito alla vera fede, senza avere mai letto alcun libro di religione cattolica.
    Undici giorni dopo viene ammesso al battesimo, per lui ormai indispensabile, assumendo il nome di Maria, Dopo essersi riappacificato con il fratello, decide di diventare gesuita e il 24 settembre 1848 è ordinato sacerdote.
    Nello stesso anno dell'apparizione, il Vicariato di Roma istituisce una commissione d'inchiesta per appurare l'autenticità di quanto accaduto. Dopo mesi di deposizioni e testimonianze, il cardinale Costantino Patrizi firma un decreto in cui si riconosce come "istantanea e perfetta" la conversione di Alphonse-Marie dall'ebraismo, a seguito dell'apparizione realmente avvenuta.
    Dopo alcuni anni con la Compagnia di Gesù, comprende che la sua missione è accanto al fratello Thèodore, nella Congregazione di Notre Dame de Sion da lui fondata per convertire gli ebrei al cattolicesimo.
    Lascia i gesuiti (su licenza di papa Pio IX) e si trasferisce in Terra Santa, dove muore il 6 maggio 1884 ad Ain Karin, il luogo, secondo la tradizione, della Visitazione di Maria a Elisabetta.
    I fatti narrati, documentati, riattualizzano ancora una volta le illuminazioni improvvise e destabilizzanti di Dio che, quando si manifesta (anche in modi più ordinari di quelli raccontati) trasforma sempre il cuore dell'uomo con la sua grazia, vincendone l'incredulità e l'avversione.
    Non fece eccezione AlphonseMarie Ratisbonne, che abbandonò senza indugio la religione di origine per aderire a quella che comprese essere la sola vera.
    La sua conversione fu così profonda che anche la morte non era per lui più motivo di timore, ma anzi il mezzo per poter rincontrare definitivamente la Vergine apparsa a Roma. Dichiarò, infatti, prima di morire, nonostante si sentisse peccatore: "Perchè mi tormentate con le vostre cure? La santissima Vergine mi chiama e io ho bisogno di Lei. Desidero solo Maria! Per me è tutto!".
    Solo autosuggestione? Improbabile davvero!

    FONTE

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    Predefinito 20 Gennaio - anniversario della conversione di Ratisbonne

    il giorno 20 gennaio ricorre l'anniversario della subitanea e totale conversione dell'ebreo Ratisbonne alla fede Cattolica, avvenuta per intercessione di Maria santissima a Roma nel 1842.



    di questo argomento se ne è parlato più volte qui in Pol:

    http://www.politicaonline.net/forum/...44&postcount=2

    http://www.politicaonline.net/forum/...64&postcount=3

    http://www.politicaonline.net/forum/...85&postcount=4

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    Our Lady of the Miracle – January 20

    (Madonna del Miracolo)

    Prof. Plinio Corrêa de Oliveira


    In 1842, a 28-year-old French Jew named Alphonse Ratisbonne was visiting Rome. He was the youngest son of an important banking family in Strasbourg, a close relation of the Rothschilds. As often happens with European Jews, a family takes the name of a city. The French Ratisbonne comes from Ratisbona, the Latin name for Regensburg, a famous German city near Munich. Alphonse was a Jew by race and religion, virulently anti-Catholic, and libertine in his customs.

    Alphonse Ratisbonne was making a tour of Europe and the East before settling to marry his cousin Flore and assume a partnership at his uncle’s bank. Ending by coincidence in Rome instead of Palermo as he had intended, he was well received by the French diplomatic circle residing there. He reluctantly made a call on Baron Theodore de Bussières, a very fervent Catholic. Even though the Jew seemed quite far from any conversion, the Baron, undaunted by his sarcasm and blasphemy, saw in him a future Catholic and encouraged his visits.

    After his conversion, Alphonse Ratisbonne became a Jesuit priest, took the name Marie-Alphonse, and later co-founded the Order of Sion to convert Jews.

    One afternoon, during a lively conversation in which Ratisbonne was ridiculing the superstitions of the Catholic religion, the Baron challenged Ratisbonne to submit to a simple test and wear the Miraculous Medal. Taken aback but wanting to prove the ineffectiveness of such religious baubles, Ratisbonne consented and allowed the Baron’s young daughter to put the medal around his neck. Baron de Bussières also insisted that Ratisbonne recite the Memorare once a day. Ratisbonne promised, saying, “If it does me no good, at least it will do me no harm.”

    The Baron and a close circle of aristocratic friends increased their prayers for the skeptical Jew. Notable among them was a devout Catholic who was seriously ill, Count Laferronays, who offered his life for the conversion of the “young Jew.” On the same day he entered a church and prayed more than 20 Memorares for this intention, he suffered a heart attack, received the last Sacraments, and died.

    The next day, his friend Baron de Bussières was on his way to arrange the Count’s funeral in the Basilica of St. Andrea delle Fratte when he met Ratisbonne. He asked him to accompany him and wait in the church until he had arranged some matters with the priest in the sacristy.

    Ratisbonne did not accompany his friend into the sacristy. He wandered through the church admiring the beautiful marbles and various works of art. As he stood before a side altar dedicated to St. Michael Archangel, Our Lady suddenly appeared to him. It was January 20, 1842.

    Standing over the altar, Our Lady appeared wearing a crown and a simple long white tunic with a jeweled belt around her waist and blue-green mantle draped over her left shoulder. She gazed at him affably; her hands were open spreading rays of graces. Her bearing was quite regal, not just because of the crown she was wearing. Rather, her height and elegance gave the impression of a great lady, fully conscious of her own dignity. She transmitted both grandeur and mercy in an atmosphere of great peace. She had some of the characteristics of Our Lady of Graces. Alphonse Ratisbonne saw this figure and understood that he was before an apparition of the Mother of God. He knelt down before her and converted.

    The Miraculous Medal Ratisbonne was wearing when Our Lady appeared to him.

    Returning from the sacristy, the Baron was surprised to see the Jew fervently praying on his knees before the altar of St. Michael the Archangel. He helped his friend to his feet, and Ratisbonne immediately asked to go to a confessor so he could receive Baptism. Eleven days later, on January 31, he received Baptism, Confirmation and his First Communion from the hands of Cardinal Patrizi, the Vicar of the Pope.

    His conversion had enormous repercussions over all Christendom. The entire Catholic world became aware of it and was impressed by it. Afterward, Ratisbonne became a Jesuit priest. Ten years later, he and his brother Theodore, who also had converted from Judaism, founded a religious congregation – the Congregation of Sion – turned to the conversion of the Jews.

    The Significance of the Miracle

    Shortly after the apparition, based on the description of Fr. Ratisbonne, a picture was painted representing Our Lady who had appeared to him that day in Sant' Andrea delle Fratte. When the picture was completed, he viewed it and said that it only vaguely depicted the beauty of the apparition he had seen. This is not difficult to believe since the actual beauty of Our Lady must far surpass any mere representation. The picture was placed on the exact spot where she had appeared to him, and became know as Madonna del Miracolo, Our Lady of the Miracle, referring to the two-fold miracle, her apparition and the instantaneous conversion of Alphonse Ratisbonne.

    Obviously, that apparition represented a great benefit for the soul of Ratisbonne. It also represented a benefit for the Catholic Church with the foundation of the Congregation of Sion, with its special mission to work for the conversion of the Jews. This congregation expresses well the Church’s position toward the Jews. Her position is not to hate the Jews, but rather to defend herself against their attacks. To the measure that they attack the Church, she defends herself. But above all, she desires their conversion, the eradication of Judaism as a religion, and the entrance of the Jews into the Catholic Church, which is the true continuation of the chosen nation.

    But in the doctrinal and psychological context of those times, the Ratisbonne miracle had a more profound significance. In the 19th century, the Revolution was strongly promoting Rationalism, a school of thought that today has become outdated. Then the Revolution was emphasizing this point: the rational man, the man who tries to determine everything according to reason, cannot find the necessary supports in reason to believe that God exists, that the Catholic Church is the true Religion, and that she was founded by Jesus Christ. Therefore, the Revolution concluded, the entire Catholic edifice of doctrines cannot be accepted by human reason.

    Those revolutionary assertions were just myths, like the Roman mythology or legends of the indigenous and African peoples. Most of the rationalist arguments were chicaneries or sophisms, with only a few proceeding from captious arguments. But because the Revolution insisted relentlessly on those points and presented a torrent of objections to Catholic doctrine, many people of that time lost their faith.

    To counter this unrelenting wave of attacks against the Catholic Faith, Our Lady appeared and made miracles in several places.

    The miracle of Ratisbonne’s conversion that took place in Rome shook up all of Christendom. In those times there was not this accursed ecumenism we are witnessing today. Then, the separation of the religions was much deeper and, therefore, so also was the gorge that separates truth from error, and good from evil. A wealthy and influential Jew, with absolutely no reason to favor the Catholic Church, suddenly converted because he saw Our Lady. He gave proof of his sincerity by giving up his positions in the world and breaking his advantageous engagement. He embraced the religious life, and founded a religious congregation to convert other Jews and to combat Judaism. It is impossible to imagine a more objective proof of the truth of the apparition. This episode had an enormous impact throughout Italy and France, and then the whole Catholic world.

    The painting of Our Lady of the Miracle, placed over the side altar in the Church of Sant' Andrea delle Fratte in Rome.

    It was evidently a miracle, a miracle that fell from Heaven like a drop of water on a parched mankind that was being influenced by the rationalist myths of the Revolution.

    Divine Providence had done something very similar already in 1830 with the apparitions at Rue du Bac (Paris) to St. Catherine Labouré. There, among other things, Our Lady gave the world the Miraculous Medal, opening a torrent of graces and miracles for mankind. Our Lady also appeared in the grotto at Lourdes in 1858, and soon after there were reports of many miracles of healing for those who bathed in its waters. The miracles of Lourdes constitute the longest series of miracles ever to occur in the History of the Church. Inserted in this general sequence is the apparition of Madonna del Miracolo to Alphonse Ratisbonne.

    This series of apparitions and miracles was the blow Our Lady chose to give to the Revolution at that time. She counter-attacked with a skillful strategy, very well calculated. It was her way to smash the head of the serpent. The very head of Judaism was smashed by the public witness of an important Jew who affirmed that the Catholic Church is true.

    We should, therefore, analyze the miracles Divine Providence gives, looking for the higher rule that governs them. Miracles become more frequent in the epochs when they are more necessary.

    At Lourdes, Our Lady appeared and worked miracles of healing to counter the Rationalism of the times.

    The Miracle Needed Today

    Today we have reached the situation where the action of the Devil is becoming more evident with each passing day. I am speaking not only about UFOs and the hippy revolution. It is clear, in my opinion, that these phenomena are linked to a preternatural invasion.

    I am referring also to the death of rationality in public opinion. That men effectively stopped using their reason – as they did in the ‘80s and ‘90s – and acted only by temperamental impulses is something that cannot be explained except by a special action of the Devil. He is making an enormous effort to keep the Revolution going, notwithstanding its failure to convince public opinion. Since we cannot explain this preternatural action, it is also difficult to combat it efficiently. It continues to grow and is reaching such an apex that it seems to me an astounding miracle is necessary..

    What kind of miracle will it be? What would be the miracle that could move contemporary man to return to the Catholic Faith? The mysterious designs of God are beyond the knowledge of man. But this does not prevent us from speculating based on what He has done in the past.

    Contemporary man has reached such a hardness of heart that he is no longer touched by miracles like the one that took place with Ratisbonne, nor the series of miracles at Lourdes.

    In my opinion two miracles are necessary:
    First, we are in need of a miracle that would move the good Catholics to be unafraid to disagree with the prevailing opinion of the revolutionary milieu around them. They should become indifferent to that opinion. Further, they should take the offensive against it. This is the first part of what is necessary. It was what happened at Pentecost. Tongues of fire appeared over the Apostles, and they left the Cenacle with the courage to face everyone. Before this, they were cowards, but with this they became invincible fighters.

    Was it something interior or exterior that took place there? I do not know. The whole city of Jerusalem heard an enormous exploding sound that came from the Cenacle. Therefore, it seems that it was not only an interior action within their souls, but that it was preceded or followed by some exterior miracle. What really happened there we do not know. But since today commemorates the Madonna del Miracolo, we should ask Our Lady to give us a similar miracle to transform us into the Apostles of the End Times predicted by St. Louis Grignon de Montfort.

    Second, this divine intervention should be a chastisement that would punish the world for its acceptance of and concessions to the Revolution, and especially for the sin committed within the Catholic Church. To be more clear, for the acceptance of Progressivism within the Church even to her highest summits.

    I am referring to the chastisement Our Lady predicted in Fatima in which many nations will disappear. The miracle of the sun that left its orbit and raced toward the earth seems to prefigure a cosmic chastisement where the very equilibrium of the sun may be altered in obedience to a command of Our Lady. What would be the consequences in our solar system if the sun would actually shake and change its course for a short period of time? Such a cosmic disequilibrium could produce all kinds of meteorological catastrophes on the face of earth, destroying countless things and people.

    Even after that, many of the people who survived these catastrophes would still need the miracle of a conversion like the one Ratisbonne experienced.

    Both of these perspectives point to grandiose miracles necessary to make contemporary men return to the right path and make possible the Reign of Mary, as Our Lady predicted in Fatima.

    In order to be prepared for such miracles, I would advise praying the Memorare, the prayer that Ratisbonne said before his conversion. We should pray it often, asking the Madonna del Miracolo to give us these two miracles and the victory of the Holy Church over the Revolution.

    FONTE

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    Nella Cappella di Miracolo, S. Massimiliano M. Kolbe celebrò la sua prima Messa.

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