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    Predefinito Tra mito e leggenda: SALVATORE GIULIANO.

    Ciao a tutti.
    Apro questo thread con la voglia di raccogliere le vostre opinioni e del vostro materiale sul Signore di Montelepre.
    Il bandito Giuliano.
    Grazie.


  2. #2
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    Predefinito

    Per un mio errore, ho trasportato (non copiato) qui l'inizio di questa discussione dal forum 'Regno delle Due Sicilie'. Chiedo scusa ad Ichthys.

    Salvatore Giuliano nasce a Montelepre il 16/11/1922.
    La sua storia, svoltasi nel settennio 1943-1950, era gia` leggenda prima ancora della sua scomparsa. Migliaia di episodi lo avevano qualificato come:
    " L'uomo che toglieva ai ricchi per dare ai poveri."
    In quel periodo storico, i generi di prima necessita`erano sempre piu`rari.
    Il governo, per fronteggiare la crisi, dispose l'ammasso del grano.
    La farina non bastava mai, e la fame era tanta.
    Salvatore Giuliano, poco piu` che ventenne, il 2 Settembre 1943, incappo` in una pattuglia composta da due guardie campestri e da due carabinieri, mentre trasportava del grano.
    Furono inutili le preghiere e le spiegazioni. Venne accusato di contrabbando per due sacchi di grano di circa 40 Kg. ciascuno.
    Gli sequestrarono il mulo ed il grano. Intendevano arrestarlo per condurlo al "presidio americano". Egli esibi` i suoi documenti e chiese di essere denunciato ma non arrestato. Gli sembro` che i militari si fossero convinti, quando avvistarono quattro muli stracarichi. Erano contrabbandieri "veri". Il giovane Giuliano venne lasciato libero e da solo. Provo` ad allontanarsi, ma i militari se ne accorsero e gli spararono sei colpi. Con due lo colpirono al fianco.
    Al carabiniere Giuseppe Mancino venne ordinato di finirlo, nel caso fosse ancora vivo, ma egli, che aveva sentito, lo precedette e lo feri` gravemente con la pistola che teneva nascosta nello stivale. Il militare mori` l'indomani a Palermo, mentre Salvatore Giuliano, dopo aver trascorso un mese tra la vita e la morte, guari` perfettamente e si rifugio` sulle colline intorno a Montelepre.

    Il 24 Dicembre 1943, allo scopo di catturarlo, le autorita` disposero di circondare il paese con 800 carabinieri. Non vi riuscirono e per rappresaglia arrestarono 125 persone: tra queste suo padre.
    Un graduato lo picchio` a sangue.
    Salvatore Giuliano, dal suo nascondiglio, vide tutta la scena. La sua ira divenne incontenibile.
    Attacco` i convogli che attendevano in piazza. Un carabiniere mori` ed un altro rimase seriamente ferito.
    Gli diedero la caccia senza esclusione di colpi, senza pieta`, ma egli riusci` sempre a scappare.

    Nel Febbraio 1944 libero` otto monteleprini prigionieri nel carcere di Monreale; con essi formo` il primo nucleo di guerriglieri.

    Il 15 Maggio 1945 gli vennero offerti i gradi di colonnello ed il comando per la Sicilia Occidentale dell' E.V.I.S., le brigate Partigiane Siciliane, chiamate "Esercito Volontario per l'Indipendenza della Sicilia".
    Dalla fine del 1945 egli diede il via alla guerra della Sicilia contro l'Italia. Compi` una serie di attacchi alle caserme ed ingaggio` numerose battaglie in veste ufficiale, con tanto di divisa, di gradi e di bandiera.
    Le piu` note sono quelle di Monte d'Oro - Calcerame e Monte Cuccio.
    L'azione dell' E.V.I.S. e la politica del M.I.S., a cui tutta Montelepre, tutti i paesi limitrofi e buona parte dei Siciliani aveva aderito, piegarono la volonta` del Governo Italiano e del Re d'Italia Umberto II, che il 15 Maggio 1946, approvo`
    LO STATUTO SICILIANO
    che rendeva l'Isola quasi una nazione confederata all'Italia.
    Il Popolo Siciliano saluto` con entusiasmo questa conquista e la popolarita` di Salvatore Giuliano tocco` l'apice. Venne considerato "il simbolo della ribellione del sud"e, a causa della sua innata generosita`, "il Robin Hood della Sicilia."

    Il 2 Giugno 1946 si svolsero le elezioni per il referendum: monarchia-repubblica.
    Vinse la Repubblica. Umberto II non era piu` Re d'italia.
    Il 22 Giugno 1946 Palmiro Togliatti, Ministro di Grazia e Giustizia, fece approvare un decreto di amnistia ed indulto che cancellava reati comuni, politici e militari.

    Quasi tutti gli uomini che avevano combattuto per l' E.V.I.S. tornarono alle loro case. Ma il maresciallo Giuseppe Calandra, della Stazione dei Carabinieri di Montelepre, denuncio` per reati comuni tutti coloro che erano a lui noti come appartenenti a Salvatore Giuliano.
    Naturalmente non gli riusci` di arrestarli perche` tornarono tutti in montagna.
    Prima delle voto del 20 Aprile 1947, Salvatore Giuliano, che sosteneva Antonino Varvaro, candidato del M.I.S. Democratico Repubblicano, stipulo` accordi con l'esponente del P.C.I. Girolamo Li Causi. Quest'ultimo avrebbe fatto votare per Varvaro tutti i comunisti indipendentisti, mentre Giuliano avrebbe sostenuto le spese elettorali. Cosa che effettivamente fece.
    Ma Li Causi non mantenne l'impegno; il candidato non venne eletto e cio` scateno il risentimento di Salvatore Giuliano.
    Era sua ferma intenzione di sbugiardarlo davanti a tutti in occasione della festa del 1 Maggio 1947 a Portella delle Ginestre.
    Il piano di azione prevedeva una sparatoria in aria per catturare l'oratore e poi farlo giudicare dai convenuti. Purtroppo non pote` prevedere che tra i suoi uomini vi fossero degli infiltrati della polizia e della mafia. L'ispettore Messana, avvertito dal suo confidente Salvatore Ferreri, avverti` Li Causi di non andare a Portella.
    Giuseppe Passatempo, allo scopo di far ricadere la colpa su Salvatore Giuliano, si mise d'accordo con i mafiosi della zona, che, nascosti a pochi metri dalle persone, anziche` sparare in aria spararono sulla folla, uccidendo 11 persone e ferendone 27
    Era evindentissimo che il delitto era anomalo.
    In nettissimo contrasto con gli ideali di un uomo che aveva lottato con il popolo e per il popolo.
    Ma questo orrendo delitto, di cui
    egli non fu responsabile, gli venne addebbitato nonostante le sue innumerevoli giustificazioni.
    Per circa mezzo secolo la responsabilità
    venne attribuita a Giuliano ed ai suoi uomini. Recentemente, analizzando le perizie balistiche, i verbali di sopralluògo, le perizie necroscopiche, si è scoperto che i colpi che fecero le 11 vittime furono sparati dal basso, con armi beretta calibro 9, modello Thompson, che nè Giuliano, nè i suoi uomini,
    avevano in dotazione.
    Prima delle elezioni del 18 Aprile 1948, Salvatore Giuliano venne contattato da esponenti politici di tutti gli schieramenti.
    Per coerenza con i suoi ideali, avrebbe voluto appoggiare i partiti di sinistra.
    Poiche` questi ultimi, dopo Portella delle Ginestre, gridavano al crocefigge contro di lui, decise di appoggiare gli esponenti della D.C. - Gli promisero un'amnistia di cui avrebbero beneficiato i suoi uomini.
    Ci fu una massiccia collaborazione e nel 1948 la D.C. conquisto` la maggioranza assoluta. Ma i politici, avute le poltrone a cui aspiravano, invece di mantenere gli impegli presi, gli proposero di arrendersi o di espatriare.
    Nella seconda meta` del 1948, i nuovi governanti fecero invadere Montelepre dai carri armati e fecero deportare tutti gli uomini validi, dai 15 anni in su (circa tremila).
    Tra loro tutti i familiari e tutti i parenti di Salvatore Giuliano.
    Le sue reazioni a questo punto sono intuibili:
    - scriveva ai giornali,
    - scriveva ai magistrati,
    - scriveva ai politici,
    evidenziando i maltrattamenti e i sorprusi che venivano commessi.
    Attacco` colonne di autocarri di militari,
    attacco` le caserme,
    ingaggio` vere e proprie battaglie.
    Gli scontri a fuoco, alcuni violentissimi, provocarono decine e decine di morti e feriti, tra le migliaia di uomini che il Governo gli mando` contro.

    Solo allora si resero conto che per sconfiggerlo bisognava eliminare le persone
    che aveva vicino. Per ottenere cio` lo Stato Italiano scese a patti con la mafia.
    In cambio dell'impunita`, in poco tempo, alcuni degli uomini piu` fidati di Salvatore Giuliano vennero catturati o uccisi. Per eliminarlo fisicamente ricorsero al tradimento di Gaspare Pisciotta e Nunzio Badalamenti (ufficialmente arrestato), che lo elimino` nel sonno, in una casa colonica chiamata "Villa Carolina", ubicata tra Pioppo e Monreale.
    La mattina del 5 Luglio 1950 il suo corpo venne trasportato a Castelvetrano, dove venne simulato un conflitto a fuoco con i carabinieri, che si attribbuirono il merito di averlo ucciso.
    Salvatore Giuliano aveva solo 27 anni!

    Questa documentezione è stata presa su internet. Sritta da Sciortino, cognato si Salvatore Giuliano.

  3. #3
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    Il volantino rappresente la divisione della Sicilia dall'Italia. E un legame con l'America.
    L'uomo che taglia il legame con L'Italia è GIULIANO SALVATORE.

  4. #4
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    Brano della lettera che Salvatore Giuliano scrisse al presidente degli Stati Uniti Truman nella primavera del 1947
    Caro presidente Truman,
    Se non vi disturbo e se il mio messaggio non vi trova mal disposto, vogliate accettare l'umile appello di un giovane che e' molto lontano dall'America, per quanto sia assai noto, e vi chiedo aiuto per la realizzazione di un sogno che fino ad oggi non e' riuscito ad avverare.
    Permettete che mi presenti. Il mio nome e' Salvatore Giuliano. I giornalisti han fatto di me o un eroe leggendario o un delinquente comune. Suppongo che nemmeno voi abbiate un'idea chiara di quel che io sono. Se voi me lo permettete, vi diro' in breve la mia storia nella sua vera successione.
    Quando avevo ventun anni - per la precisione nel settembre 1943 - dopo una rissa che mi porto' ad uccidere un poliziotto italiano, il quale aveva cercato di ammazzarmi, diventai un fuorilegge. Non mi restava altro che il mio sublime e sacro attaccamento alla mia terra siciliana.
    Sono stato annessionista fin dalla fanciullezza, ma a causa della dittatura fascista, non ho potuto mostrare palesemente i miei sentimenti. Per quanto fossi latitante, seguivo da vicino la liberta' politica portata dagli americani, e solo allora pensai di avverare quello che per tanto tempo era stato il mio sogno. Per tradurrre in realta' il mio ideale mi unii ai membri del Movimento per l'Indipendenza siciliana. Il nostro sogno era di staccare la Sicilia dall'Italia e poi annetterla agli Stati Uniti.
    Nel 1944 i muri della maggior parte delle citta' siciliane, compresa Palermo, furono coperti di manifesti in cui si vedeva un uomo (io stesso) che taglia la catena che tiene la Sicilia legata all'Italia, mentre un altro uomo, in America, tiene un'altra catena a cui e' unita la Sicilia. Que'st'ultimo e' il simbolo della mia speranza che la Sicilia venga annessa agli Stati Uniti.
    Ci occorre la cosa piu' essenziale; il vostro appoggio morale. Voi potreste, ed a ragione, chiedere: "Qual'e' il fattore piu'importante che vi spinge a questa lotta per la separazione dall'Italia ? Ed inoltre perche'volete che la vostra splendida isola diventi la 49a stella americana ?" Ecco la mia risposta:
    1 - Perche'con la guerra perduta, noi ci troviamo in uno stato disastroso e cadremo facilmente preda degli stranieri, specialmente dei russi, che ambiscono ad affacciarsi sul Mediterraneo. Se questo dovesse accadere, ne deriverebbero conseguenze di enorme importanza, come voi saoete.
    2 - Perche' in 87 anni di unita' nazionale, o, per esere esatti, in 87 anni di schiavitu' all'Italia, siamo stati depredati e trattati come una misera colonia. Come scrisse giustamente Alfredo Oriani in uno dei suoi articoli, "il cancro legato al piede dell'Italia."
    Non vogliamo assolutamente rimanere uniti a una nazione che considera la Sicilia una terra di cui ci si serve solo in caso di bisogno, per poi abbandonarla come cosa cattiva e fastidiosa, quando non serve piu'.
    Per queste ragioni noi vogliamo unirci agli Stati Uniti d'America. La nostra organizzazione e'ormai interamente compiuta; abbiamo gia' un partito antibolscevico pronto a tutto, per eliminare il comunismo dalla nostra amata isola. Non possiamo tollerare piu' oltre il dilagare della canea rossa. Il loro capo, Stalin, che come voi ben sapete manda milioni su milioni per conquistare il cuore il cuore del nostro popolo - con il solito sistema politico basato sulla falsita' - ha in qualche misura incontrato i favori della popolazione. Ma noi, fortunatamente, non crediamo nel paradiso che Stalin ci ha promesso. Noi risveglieremo la coscienza del popolo, scacciando il comunismo dalla nostra nobile terra, che fu fatta per la democrazia. Noi non permetteremo a questa gente ignobile di toglierci la liberta', che per noi siciliani e' il piu' essenziale e piu' prezioso elemento di vita..... Signore, vi preghiamo di ricordare che centinaia di migliaia di uomini aspettano d'essere liberati. Permettete, caro signore, che vi ossequi il vostro umilissimo e devoto servitore.
    Giuliano

  5. #5
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    Citazione Originariamente Scritto da Federico II
    Il volantino rappresente la divisione della Sicilia dall'Italia. E un legame con l'America.
    L'uomo che taglia il legame con L'Italia è GIULIANO SALVATORE.
    Non capia chi ci 'ntrasinu i radici fascisti
    Iddu sinni vulia annari i l'Italia pemmi si 'ntriga chi 'Miricani chi sunnu 'cchjù fascisti i chiddi chi diciva iddu!!
    2010:

  6. #6
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    Citazione Originariamente Scritto da Federico II
    Il volantino rappresente la divisione della Sicilia dall'Italia. E un legame con l'America.
    L'uomo che taglia il legame con L'Italia è GIULIANO SALVATORE.
    Nun ci sunnu problemi cumpà. I mei cumprimenta pa toi muderazzioni anchi si jo non sugnu innipennintista. Chistu u sapivi.
    2010:

  7. #7
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    Citazione Originariamente Scritto da Ichthys
    Non capia chi ci 'ntrasinu i radici fascisti
    Iddu sinni vulia annari i l'Italia pemmi si 'ntriga chi 'Miricani chi sunnu 'cchjù fascisti i chiddi chi diciva iddu!!
    E sulu chista è a cosa chi un mi cala: l'amuri i Giulianu pî miricani...

  8. #8
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    www.siciliaindipendente.org Agnes velhom age, bureita dadenami. Eka esti, metere Trinacie geped. Ais darna Trinacie uie, iti Talia tebei, ahita Talia praarei, viadis Talia aite esti. Zudai esti. Puri Trinacie ires.
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    Citazione Originariamente Scritto da Federico II
    E sulu chista è a cosa chi un mi cala: l'amuri i Giulianu pî miricani...
    Giulianu era un picciottu bonu intra, ma ca sbagghiau assa' pirchì vittima di l'opprissioni culuniali Taliana ('u dimostra a manera e a situazzioni tiatrata ntâ quali fu 'mmazzatu). 'Un putemu pritenniri ch'avissi l'idei perfettamenti limpidi... mancu 'Ntoniu Canepa l'avia! Ma 'i tutti iddi amma parrari, suprattuttu dî nostri martiri, pirchì "cu si scorda 'u passatu, l'ava ripetiri" (Natale Turco)

    Giuliano era un ragazzo buono dentro, ma che sbagliò molto perché vittima dell'oppressione coloniale italiana (lo dimostra il modo e la situazione teatrale nella quale fu ucciso). Non possiamo pretendere che avesse le idee perfettamente chiare... nemmeno Antonio Canepa le aveva! Ma di tutti loro, soprattutto dei nostri martiri, dobbiamo parlare, perché "chi dimentica il passato, è costratto a ripeterlo" (Natale Turco)

    Ho tradotto perché, per quanto il Siciliano sia lingua comprensibile, è giusto permettere a tutti i frequentatori del forum comprendere appieno ciò che scriviamo. È una liberazione scrivere nella nostra lingua, ma un atto di cortesia in questa nostra nuova "casa" mettere tutti un po' a loro agio. Quindi a tutti i siciliani, indipendentisti e non, dico: scrivemmu 'n Sicilianu, ma quannu possibili traducemmu, a parti li commenti niki e l'esclamazzioni ca sugnu sicuru ca tutti, siciliani e non, accuminciannu di oggi 'mpraranu e arricordanu.

  9. #9
    w i punkillonis
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    Salude a totus,

    queste thrad è molto interessante, ci sono cose che non sapevo. anzi non sapevo quasi niente della questione.

    oltre a questo momento storico molto importante ho sentito parlare dei Vespri siciliani ma purtroppo non conosco tanto.

    ieri sera leggevo l'autobiografia di Vincenzo Sulis, un personaggio sardo che visse in prima persona la cacciata la sconfitta dell' esercito francese e la successiva cacciata dei piemontesi. Egli a un certo punto racconta la sua testimonianza di facente parte di uno degli Stamenti del Regnu Sardu (erano i tre bracci del potere di allora) e ricorda come i il popolo nelle sue varie rappresentanze chiedesse a gran voce l'indipendenza sostenendo che la sardegna poteva badar bene a se stessa. In questo passaggio dice che sembrava di essere al Vespro Siciliano.

    potreste illuminarmi su questo periodo storico che se non sbaglio coincide con quello nostro glorioso dei Giudicati.

    Grazie

    Salude
    Lutzianu

  10. #10
    Free Tibet!
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    Citazione Originariamente Scritto da Lutzianu
    Salude a totus,

    queste thrad è molto interessante, ci sono cose che non sapevo. anzi non sapevo quasi niente della questione.

    oltre a questo momento storico molto importante ho sentito parlare dei Vespri siciliani ma purtroppo non conosco tanto.

    ieri sera leggevo l'autobiografia di Vincenzo Sulis, un personaggio sardo che visse in prima persona la cacciata la sconfitta dell' esercito francese e la successiva cacciata dei piemontesi. Egli a un certo punto racconta la sua testimonianza di facente parte di uno degli Stamenti del Regnu Sardu (erano i tre bracci del potere di allora) e ricorda come i il popolo nelle sue varie rappresentanze chiedesse a gran voce l'indipendenza sostenendo che la sardegna poteva badar bene a se stessa. In questo passaggio dice che sembrava di essere al Vespro Siciliano.

    potreste illuminarmi su questo periodo storico che se non sbaglio coincide con quello nostro glorioso dei Giudicati.

    Grazie

    Salude
    Lutzianu
    Innanzitutto una precisazione: quando parlo di Propaganda, mi riferisco alla propaganda assimilazionista coloniale italiana.

    Il Vespro Siciliano fu una rivoluzione, forse il momento più alto della Civilità Siciliana, come molti commentatori anche "insospettabili" hanno sottolineato. Esplose il 31 (o il 30, secondo altre fonti) marzo 1282, lunedì di Pasqua, sul sagrato della Chiesa di S.Orsola in Palermo (dove ogni anno in quella data l'FNS ricorda la Rivoluzione e i suoi caduti). La Propaganda a riguardo di quella Rivoluzione ha messo in giro tante menzogne: che nacque per una questione di molestie ad una sposina da parte di un soldato angioino (cosa anche possibile, come "casus beli", come "goccia che fece traboccare il vaso", ma di certo non ne fu la motivazione), che vide la nascita della parola MAFIA come acronimo di "Morte Ai Francesi Italia Anela" (solo che all'epoca non esiteva il concetto politico di "Italia" né tantomeno si usava la lingua "Italiana" ma bensì quella Siciliana, e quella Francese - la parola toscana "maffia" arrivò in Sicilia portata da un funzionario piemontese), che fu una rivolta razzista contro i francesi (mentre fu una rivoluzione contro gli Angiò, sostenuta anche da tantissimi siciliani francofoni), che il suo motto ANTUDO sarebbe l'acronimo (e dagli co' 'sti acronimi!) di "ANimus TUus DOminus", quando invece (ad ulteriore conferma riguardo la francofonia di molti siciliani dell'epoca, cosa confermata da molti cognomi) è l'equivalente medievale del francese contemporaneo ENTENDU, "ci siamo intesi", cosa che peralto ne conferma il dato di rivoluzione condotta anche segretamente (con la regia di uomini come Gualtiero di Caltagirone e Alaimo di Lentini) , e della sua durata, 90 anni, anche se tutt'oggi c'è chi dice che si fermò con la pace di Caltabellotta (31 agosto 1302), quindi dopo 20 anni. Solo che il Re di Sicilia Federico III non fece mai ratificare al Parlamento Siciliano (la ratifica dei trattati - trattati che, come metodo nonviolento di soluzione delle controversie, erano stati introdotti da Federico II- era allora procedura all'avanguardia, la Sicilia era una Monarchia Costituzionale) la Pace di Caltabellotta.
    Aggiungo: nato in Aragona nella omonima famiglia reale, Federico III (nipote di Federico II) a nove anni arrivò in Sicilia assieme alla famiglia (e senza invasioni né eserciti, checché ne dicano certi libri) chiamata dai Siciliani come legittima erede del trono di Sicilia per via della Regina Costanza d'Altavilla, figlia di Manfredi di Svevia, moglie di Pietro III. Il quale decise di assegnare i due regni ad un figlio ciascuno: il Regno d'Aragona ad Alfonso III, il Regno di Sicilia a Giacomo II, sancendo che i due regni non avrebbero potuto essere tenuti dalla stessa persona. Prematuramente ("'u Signuri fu", commentò allora il Popolo) morto Alfonso III, che meditava di restituire la Sicilia agli Angiò (ai quali la Sicilia fu regalata dal Papato), Giacomo II, strasbattendosene della regola introdotta dal padre e del testamento del fratello, si prese la corona del Regno d'Aragona. Partito per la penisola Iberica, il fratello Federico, reggente, si prese la corona (che gli spettava di diritto) a furor di popolo e per volontà della Nazione rappresentata nel suo Parlamento. E così iniziò la meravigliosa esistenza di Federico III, che lottò (contrariamente a quanto dice la Propaganda (che afferma che i Vespri -messi al plurale per farli passare per "moti" e non per Rivoluzione- furono in sostanza una guerra fra gli Angiò e gli Aragona) tanto contro gli Angiò (Regno di Napoli) quanto contro gli stessi Aragona (Regno d'Aragona), alleatisi con il Regno di Francia, i guelfi italiani, tutti quanti coordinati ed incitati dal papa Bonifacio VIII. Una vera allenza multinazionale che richiama a fatti ben più recenti...
    Iniziò così quell'epoca della resistenza siciliana che lo storico Rafael Olivar Bertrand ha definito "l'epoca più gloriosa della storia dell'isola ... una delle epopee più gloriose della storia umana".
    Oggi, per sua stessa volontà, Federico III riposa nella Cattedrale di Catania (dove fu portato fra ali kilometriche di folle in lacrime), accanto a S.Agata di cui era devotissimo. Peccato che nessuna indicazione ricordi ai visitatori la presenza di quel grandissimo uomo lì...sarebbe "rischioso".

    Concludo dicendo che questo non è nemmeno un compendio storico, ma solo un inseme di spunti che può e deve trovare sfogo nella lettura di alcuni testi non influenzati dalla Propaganda, in primis quelli del Prof. Corrado Mirto, al quale devo molte delle informazioni succitate.

    ANTUDO!

 

 
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