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  1. #1
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    Provincia di Lecce - Il mondialismo è una statua di cera, Lady U$A non mi farò mai ammagliare dalla tua bandiera
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    Smile Lecce: la Firenze del Sud

    LE VICENDE STORICHE



    Le origini della città risalgono all'età dei messàpi, come confermano i ritrovamenti di alcune tombe con corredi del V e IV sec. a.C., dell'ipogeo Palmieri con bassorilievi del IV sec. a.C. e alcuni tratti della cinta muraria. Si pensa che sia stata un piccolo villaggio, sobborgo della vicina Rudiae.
    In età romana, la città, chiamata Lupiae, avvia il suo sviluppo, come testimoniano il Teatro e l'Anfiteatro, costruiti durante l'impero di Adriano. Sotto l'imperatore Marco Aurelio, Lecce vede fiorire l'economia e lo sviluppo edilizio.
    Con la caduta dell'Impero Romano, Lecce decade, ma comincia a rivivere, dopo un lungo periodo di oscurità, con l'arrivo dei Normanni. Roberto il Guiscardo fonda la contea di Lecce, che nel Medioevo fu punto di riferimento di tutta la cultura cavalleresca. Viene allora ricostruita la Cattedrale e sorgono due importanti monasteri, quello di S. Giovanni Evangelista e quello dei Santi Niccolò e Cataldo.
    Alla dominazione normanna segue quella sveva, agli Svevi, gli Angioini, i Brienne e i Del Balzo Orsini. Con Carlo V inizia una nuova era: il Rinascimento salentino. Si assiste ad interventi urbanistici e architettonici ad opera dei due architetti rinascimentali, Gian Giacomo d'Acaja e Gabriele Riccardi. Vengono aperti nuovi assi viari rettilinei, come quello che lega S. Croce, il Convento dei Celestini e Palazzo Adorno; si costruiscono le mura di cinta, il Castello, l'Arco di Trionfo per Carlo V, l'Ospedale dello Spirito Santo; ha inizio il fenomeno dell'inurbamento.
    In età spagnola Lecce conferma la propria posizione di centro artistico e culturale; in questo momento la città si arricchisce di edifici, chiese e palazzi. La più grande espressione di questo periodo è la chiesa di S. Croce, il Palazzo del Seggio, le chiese di S. Irene, di S. Maria della Grazia e del Gesù.
    È nel Seicento che Lecce raggiunge l'acme di quella parabola ascendente iniziata un secolo prima. I vescovi impongono la loro supremazia sulla città con il rifacimento e il rinnovo continuo della Cattedrale e delle più importanti chiese. Viene modificata la Piazza del Duomo per volere del vescovo Pappacoda; la Piazza del Mercato viene arricchita con la statua di S. Oronzo sulla Colonna romana, secondo il progetto dello Zimbalo; si costruiscono ancora nuove chiese: S. Chiara e del Carmine di Giuseppe Cino e le chiese del Rosario e degli Agostiniani dello Zimbalo.
    Nel Settecento continua a dominare la cultura barocca. Gli architetti Mauro ed Emanuele Manieri portano modifiche alle decorazioni e all'urbanistica; riaprono Piazza del Duomo e costruiscono il palazzo Carafa. Edifici e chiese del Seicento si rinnovano. Partecipe della cultura illuminista, Lecce vede sorgere scuole di matematica e di diritto; dopo un breve periodo di dominazione austriaca, nel 1734, a seguito della rivolta contro i borboni e il pericolo di una restaurazione spagnola, la nobiltà prende il potere.
    Nell'Ottocento, la soppressione degli ordini religiosi voluta da Napoleone frena l'attività edilizia ed artistica. Si abbattono le mura e si creano nuovi quartieri di gusto neoclassico, neomoresco e neogotico.
    Nel ventennio 1895-1915 si realizzano numerose opere pubbliche.
    Nel 1927 la Provincia di Lecce si stacca da quella di Taranto e di Brindisi.
    Il capoluogo è famoso, oltre per essere il simbolo del barocco in terra di Puglia, anche per le scuole dei rinomati maestri cartapestai.



    Se un uomo non è disposto a correre qualche rischio per le sue idee, o le sue idee non valgono nulla o non vale niente lui.

  2. #2
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    LE CHIESE

    CHIESA DI S. GIOVANNI BATTISTA (ROSARIO)
    Sorge in via Libertini, vicino Porta Rudiae. È stata realizzata dallo Zimbalo, nel 16890-91. Il prospetto è diviso in due ordini da una balaustra con statue; in basso, il grande portale centrale è sormontato dalla statua di S. Domenico di Guzman ed è fiancheggiato da due colonne scanalate a spirale, con capitelli decorati; in alto, la grande finestra centrale è fiancheggiata da trofei di fiori; un'altra balaustra divide il secondo ordine dal timpano dal grande effetto plastico.
    La pianta è a croce greca e all'interno, lungo tutto il perimetro, presenta ricchi altari. Il Pulpito è l'unico ad essere realizzato in pietra leccese. La copertura è a capriate lignee; la realizzazione della cupola fu sconsigliata per le grandi dimensioni della campata.

    CHIESA DI S. ANNA
    Poco distante dalla chiesa del Rosario, arretrata rispetto alle costruzioni. Il prospetto molto semplice è diviso in due ordini, che si corrispondono: quello inferiore presenta il portale al centro e due nicchie di Santi, incorniciate da paraste lisce, ai lati; quello superiore presenta la finestra al centro e le due nicchie ai lati. Termina con un timpano triangolare.
    L'interno è a una sola navata in cui si aprono quattro cappelle per lato. Il soffitto è ligneo con motivi geometrici e gli stemmi delle famiglie nobili ai quattro lati.

    CHIESA DI S. TERESA
    Si innalza sempre su via Libertini. Il prospetto è incompiuto; diviso in due ordini: quello inferiore presenta il portale centrale, inquadrato da tre colonne corinzie a fusto scanalato, e lateralmente due nicchie con le statue di S. Giovanni Evangelista e del Battista; in quello superiore si apre la finestra centrale tra decorazioni laterali con forte effetto plastico.
    L'interno è a una sola navata e un breve transetto.

    IL DUOMO
    Lungo il corso Vittorio Emanuele, nel cortile del Vescovado, fu costruito una prima volta nel 1144 per iniziativa del vescovo Formoso, ricostruito nel 1230 dal vescovo Volturio e poi completamente ristrutturato per incarico del vescovo Pappacoda, dallo Zimbalo, negli anni 1659-70. Il prospetto principale è su due ordini; entrambi sono suddivisi da paraste scanalate che incorniciano, lateralmente, le nicchie con le statue di S. Pietro e Paolo, Gennaro e Ludovico da Tolosa e al centro, il portale d'ingresso, in basso, e una finestra, in alto.
    Più interessante è il prospetto laterale, simile ad un arco di trionfo. L'ordine inferiore presenta un portale fiancheggiato dalle due nicchie dei Santi Giusto e Fortunato; una ricca balaustra separa l'ordine inferiore da quello superiore, su cui troneggia la statua di S. Oronzo. La maggiore importanza data al prospetto laterale è spiegata da motivazioni urbanistiche: chi entra nella piazza si trova di fronte questo lato e non il principale.
    La pianta è a croce latina. L'interno è suddiviso in tre navate, scandite da pilastri con mezze colonne addossate. La navata centrale e il transetto si incrociano con quattro grandi archi a tutto sesto; entrambi hanno copertura piana lignea a lacunari dorati. In fondo all'abside si erge l'altare maggiore a cui fa da sfondo il coro in noce. Il campanile, alto quasi settanta metri, l'ultimo piano è una loggetta ottagonale con una cupola con quattro pinnacoli e una bandiera.
    Attiguo al duomo vi è l'Episcopio; sul lato destro della piazza si estende il Seminario.

    CHIESA DI S. IRENE
    È situata in corso Vittorio Emanuele, di fronte a Pizza S. Oronzo. S. Irene era venerata come la patrona della città, prima che la devozione passasse a S. Oronzo, quindi la chiesa è molto sontuosa.
    L'ordine inferiore è diviso in cinque spazi: quello centrale è occupato dal portale, sormontato dalla statua della Santa, sotto un'arcata semicircolare, quelli laterali sono occupati da nicchie vuote. L'ordine superiore, completato da un frontespizio triangolare, che contiene lo stemma della città, è tripartito: al centro una grande finestra, lateralmente nicchie vuote. La trabeazione presenta un'iscrizione: "Irene virgini et martiri". La pianta è a croce latina.
    L'interno è ad una navata con tre cappelle per lato, comunicanti.

    CAPPELLA DI S. MARCO
    Si trova in Piazza S. Oronzo. La sua realizzazione è attribuita al Riccardi. Caratteristico è il portale della facciata, sormontato da una lunetta in cui è rappresentato il leone marciano e da un piccolo rosone.
    Il portale laterale presenta motivi decorativi rinascimentali. Oggi la chiesa è sconsacrata.

    CHIESA DI S. MARIA DELLA GRAZIA
    È ubicata in Piazza S. Oronzo ed è stata realizzata su disegno di Michele Coluccio. La facciata è classicheggiante, divisa in due ordini, tripartiti da colonne e paraste corinzie. La parte centrale dell'ordine inferiore, sormontata da un timpano ad arco, contiene il portale; la corrispondente parte superiore, terminante con un timpano triangolare, contiene una finestra balconata. Le parti laterali presentano le nicchie, con statue quelle inferiori, vuote quelle superiori. La pianta è a croce latina. L'interno è ad una navata, coperta da soffitto cassettonato.

    CHIESA DI S. MATTEO
    Situata all'angolo di via d'Aragona. Il prospetto, attribuito all'architetto Giovann'Andrea Larducci, presenta la parte inferiore convessa e la parte superiore concava.
    Inoltre l'ordine inferiore, squamato, è caratterizzato da un elaborato portale, sormontato dallo stemma dei francescani; quello superiore, levigato, ospita una grande trifora. La pianta è ellittica.
    L'interno è delimitato da cappelle ad arco, contenenti ricchi altari. In corrispondenza delle cappelle, si susseguono, nel piano superiore, una serie di bifore e sopra queste delle finestre. Il soffitto è stato rifatto agli inizi del secolo.

    CHIESA DI S. CHIARA
    Si affaccia su Piazza Vittorio Emanuele II. La facciata è incompleta, divisa in due ordini: quello inferiore, diviso in quattro parti da paraste corinzie, presenta un ricco portale centrale, sormontato dallo stemma dell'ordine Serafico e nicchie laterali, vuote, adornate con medaglioni. Quello superiore, tripartita, mostra una finestra al centro e nicchie laterali, anch'esse vuote e riccamente decorate. Il disegno si attribuisce a Giuseppe Cino, ma è probabile che il progetto sia del Larducci.
    L'interno è ad una sola navata ottagonale, con sei cappelle, tre per lato, affiancate da paraste corinzie; sopra gli archi delle cappelle si notano le grate attraverso cui le monache seguivano la messa; al piano superiore finestre e nicchie con statue, scandite da paraste. La copertura è piana.

    CHIESA DI S. ANTONIO DELLA PIAZZA
    Sorge tra via Acaya e via Monteroni. Il prospetto attuale è settecentesco, costituito da due ordini, con il portale al centro, a cui corrisponde una finestra nella parte superiore, e le statue di S. Antonio e S. Giovanni da Capistrano ai lati.
    La pianta è a croce latina. L'interno ad un'unica navata, con tre cappelle per lato, comunicanti e contenenti altari.

    CHIESA DEL GESÙ
    È dedicata alla Madonna del Buon Consiglio ed edificata nel 1574. Il prospetto è diviso in due ordini: quello inferiore, scandita da lesene, tra i cui capitelli vi sono dei festoni, è caratterizzato da un portale centrale, sormontato dallo stemma della Compagnia del Gesù e da nicchie laterali, vuote. Quello superiore è animato da tre finestre, di cui quella centrale presenta la statua del Bambin Gesù. La pianta è a croce latina. L'interno è a una sola navata, con quattro cappelle per lato, ospitanti altari.

    BASILICA DI S. CROCE

    L'opera, maggiore espressione del barocco, si deve a diversi artisti, Gabriele Riccardi, Cesare Penna e Giuseppe Zimbalo. L'ordine inferiore, del Riccardi, è cinquecentesco ed è diviso in cinque parti da colonne lisce, tra le quali si estendono archetti pensili. Il portale d'ingresso, costruito dallo Zimbalo, nel 1606, è delimitato da due coppie di colonne corinzie ed è sormontato dagli stemmi di Filippo III di Spagna, di Maria d'Enghien e di Gualtiero VI di Brienne.
    Sugli altri due portali laterali, sormontati da piccoli rosoni circolari, vi sono gli stemmi dell'Ordine dei Celestini e di S. Croce. Subito dopo la trabeazione, delle cariatidi zoomorfe e simboliche sembrano reggere la balaustra, ornata da putti, che separa l'ordine inferiore da quello superiore. Questo è diviso in tre parti; la parte centrale presenta un grande rosone centrale di ispirazione romanica, ornato da una corona di foglie di acanto e da una profonda ghiera.
    Le due parti laterali, separate dalla centrale da due colonne corinzie, presentano due nicchie con le statue di S. Benedetto e di S. Pier Celestino. Il profilo del secondo ordine è chiuso dalle due statue della Fortuna e della Fortezza. In alto, la conclusione è costituita da tre pezzi di timpano, con al centro la croce.
    L'interno è a tre navate, separate da 16 colonne di marmo. Lungo le navate laterali si aprono sette cappelle per lato, con altari.
    Il centro del transetto è coperto da una cupola decorata; le navate laterali hanno volte a crociera, quella centrale ha soffitto a cassettoni dorati. In fondo, l'abside è polilobata con volta ad ombrello poliraggiata.

    CHIESA GRECA
    Sorge all'angolo tra via Umberto I e via Principe di Savoia, costruita nel 1765, su disegni di Francesco Palma, Lazzaro Marsione, Lazzaro Lombardo e Vincenzo Carrozzo. Importanti, all'interno, i numerosi dipinti su tavola, con iscrizioni greche.

    CHIESA DI S. ANGELO
    È opera di Giuseppe Zimbalo, che la costruì nel 1663. L'ordine inferiore è caratterizzato dal portale, rivestito in lamine di bronzo e sormontato da tre statue e dall'architrave "filigranata"; lateralmente, nicchie vuote sono separate da paraste scanalate.
    Fregio e trabeazione sono riccamente ornati.
    L'ordine superiore presenta una finestra al centro e nicchie vuote, decorate, ai lati. La pianta è a croce latina. L'interno ha una sola navata con quattro cappelle per lato, con sontuosi altari.

    CHIESA DI S. GIOVANNI EVANGELISTA
    Si trova in fondo alla Corte Accardo, fondata da Anacleto II e il Monastero delle Benedettine.
    Il prospetto è molto semplice: una grande apertura profonda, chiusa da una cancellata, in alto, la statua di S. Benedetto, la terminazione a cuspide e dietro, la torre campanaria risalente alla prima metà del Cinquecento. L'interno è sfarzoso: il soffitto ligneo a lacunari intagliati, l'altare maggiore settecentesco, il pavimento maiolicato.

    CHIESA DI S. MARIA DEGLI ANGELI
    È cinquecentesca. Il prospetto è caratterizzato da: un portale d'ingresso fittamente decorato e sormontato dalla scultura in pietra, raffigurante la "Vergine con Bambino, incoronata e decorata da Angeli" e due finestre simmetriche nell'ordine inferiore; nell'ordine superiore, una finestra, centrale, sormontata dallo stemma della famiglia Maremoti e da archetti pensili, che corrono lungo tutto il profilo esterno della fabbrica, due finestre in corrispondenza di quelle inferiori.
    L'interno è a tre navate e fu rimaneggiato nel settecento: venne rifatto il pavimento, furono rivestite di stucco le navate, le colonne, i capitelli e furono aggiunti diversi altari.

    CHIESA DI S. MARIA DELLA PROVVIDENZA
    Si trova in via Principe di Savoia, in una piccola piazza. Il prospetto è diviso in tre ordini: il primo presenta un sobrio portale e quattro nicchie laterali, con santi, scandite da paraste corinzie; il secondo presenta una finestra centrale e due nicchie laterali, anch'esse con santi e separate da paraste corinzie; il terzo è semplice, coronato da timpano classico.
    L'interno ha una sola navata su cui si aprono tre cappelle per lato; particolari le acquasantiere di marmo.

    CHIESA DEL CARMINE
    Si erge su via Caracciolo ed è stata realizzata da Giuseppe Cino. La facciata è divisa in tre ordini: il primo presenta il portale centrale con architrave arcuata e medaglione con la Vergine del Carmine e nicchie con statue ai lati.
    Il secondo ordine riprende i tratti essenziali del primo: la grande finestra al centro e nicchie con statue ai lati. Il terzo ordine è sintesi di tutta la struttura.
    La pianta è centrale e riproduce la forma del piede umano; l'interno ha tre cappelle per lato, un transetto coperto da una cupola a squame verdi e bianche, e un profondo presbiterio.
    Attiguo alla chiesa vi è il convento dei carmelitani.

    CHIESA DEI SS. NICOLÒ E CATALDO
    Si trova in fondo alla via del Cimitero. È una chiesa medievale, fondata nel 1180, da re Tancredi, che la donò ai benedettini, poi passò agli olivetani.
    La facciata presenta un ricco portale, un rosone e statue di santi su mensole. L'interno è a tre navate e transetto coperto da cupola ellittica.
    Se un uomo non è disposto a correre qualche rischio per le sue idee, o le sue idee non valgono nulla o non vale niente lui.

  3. #3
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    Predefinito Un po' di foto delle Chiese di Lecce

    Duomo di Lecce










    (seminario)

    Se un uomo non è disposto a correre qualche rischio per le sue idee, o le sue idee non valgono nulla o non vale niente lui.

  4. #4
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    Basilica di Santa Croce















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  5. #5
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    Chiesa del Gesù



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  6. #6
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    I MONUMENTI

    L'EPISCOPIO
    Si trova in piazza del Vescovado, attaccato alla Cattedrale ed è stato realizzato da Emanuele Manieri.
    È diviso in tre piani: il piano terra è in bugnato scandito da pilastri aggettanti tra i quali si schiudono in modo alternato aperture ad arco.
    Il secondo piano e costituito da un portico arcuato; il terzo, arretrato a formare un balcone balaustrato, presenta una serie di finestre.
    Il corpo centrale contiene uno dei primi orologi pubblici.

    IL SEMINARIO
    Sul lato destro della piazza, opera del 1694, di Giuseppe Cino.
    La facciata è divisa in tre piani: i primi due, in bugnato, sono scanditi da paraste che, per tutta l'altezza dei due piani, inquadrano una successione di finestre.
    Il terzo piano, arretrato a formare un balcone con balaustra, e molto semplice; in esso si aprono, regolarmente, porte sormontate da finestre.

    LA COLONNA DI S. ORONZO
    È alta 29 metri e sostiene la statua di S. Oronzo nell'atto di benedire la città.
    Il fusto e il capitello provengono da una delle due colonne della via Appia.
    Fu realizzata da Giuseppe Zimbalo nel 1681-1686, per ringraziamento della città per lo scampato pericolo della peste.

    L'ANFITEATRO ROMANO
    Si trova in piazza S. Oronzo. Fu costruito sotto l'imperatore Adriano, nel II secolo d. C., fu, poi, soffocato e, scoperto e riportato alla luce nel 1901.
    Fu realizzato, in opus reticulatum, in parte scavato nel tufo e in parte su robuste arcate.
    L'anfiteatro, posto ad otto metri di profondità dal livello della piazza, ha forma ellittica; le gradinate si sviluppavano su due ordini, di cui è rimasto quello inferiore.
    Sotto le gradinate vi erano due corridoi concentrici che comunicavano con un porticato anulare esterno.
    L'arena era separata dalla cavea da un alto muro che nella parte superiore fingeva da parapetto, in quella inferiore presentava vari accessi al corridoio centrale per un corridoio più stretto, dove il pubblico non aveva accesso.

    IL "SEDILE"
    È un volume cubico, a due piani, costituito da quattro grossi piloni sporgenti.
    Su ogni facciata, il piano inferiore presenta un grande arco ogivale, quello superiore, tre archetti. Un tempo era coperto.
    All'interno vi era un accesso a due ambienti posteriori di servizio e affreschi sulla vita di Carlo V.
    In questa costruzione si conservavano le munizioni della città, poi fu sede del Municipio, fino al 1851, poi della Guardia Nazionale e poi, alla fine dell'Ottocento, fu sede del Museo civico.

    IL TEATRO ROMANO
    Si trova in via della Cartapesta, e fu scoperto nel 1929.
    È di età augustea ed è costituito da una cavea del diametro di 19 metri, divisa in sei sezioni da scalette disposte a raggiera.
    L'orchestra è pavimentata in pietra ed è divisa dalla cavea da un parapetto in pietra e dalla scena da un canale.

    IL CASTELLO DI CARLO V
    La struttura, trapezoidale, esterna, costituita da quattro cortine e da quattro bastioni angolari, fu costruita da Carlo V, nel 1537, attorno all'antico castello medievale edificato da Riccardo Normanno.
    Originariamente, il castello era isolato da un fossato, che è stato colmato.

    L'OBELISCO
    Si erge al centro della piazza antistante Porta Napoli. Fu ideato da Luigi Cipolla e realizzato dallo scultore Vito Carluccio di Muro Leccese, in onore della venuta di Ferdinando di Borbone di Lecce.
    È posto su una pedana, che a sua volta è posta su un basamento a gradinate.
    È decorato con bassorilievi e sul piedistallo vi è lo stemma della Provincia di Terra d'Otranto.

    LA TORRE DEL PARCO
    Si trova in fondo a via Don Minzoni. Fu costruita, verso la metà del quattrocento, da Giovanni Antonio del Balzo Orsini ed era un luogo di piacere del principe che vi aveva fatto realizzare una zecca.
    Sugli archi di accesso vi sono due stemmi: quello degli Asburgo e quello dei conti Romano, che nel secolo scorso acquistarono la Torre del Parco.
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  7. #7
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    Anfiteatro Romano



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    Teatro Romano



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    Castello Carlo V





    putroppo non sono riusciuto a trovare altre foto...è veramente bello...
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  10. #10
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    LE PORTE DELLA CITTA'

    PORTA RUDIAE
    Venne chiamata così perché da essa iniziava la strada per la città di Rudiae. Fu realizzata a sud-ovest di Lecce, nel 1703.
    È costituita da un arco ai cui lati vi è una coppia di colonne; sulla parte superiore un'epigrafe su cui è posta la statua di S. Oronzo, mentre ai lati si ergono le statue di S. Irene e S. Domenico.

    PORTA NAPOLI
    Fu eretta nel 1548, in onore di Carlo V, su disegno di Giangiacomo dell'Acaja.
    Presenta un arco fiancheggiato da una coppia di colonne per lato, con capitelli compositi, che reggono un timpano triangolare.
    In esso sono scolpiti l'aquila bicipite, stemma dell'Impero austro-spagnolo, un doppio colonnato e i cannoni.

    PORTA S. BIAGIO
    Risale al XVIII secolo. Anch'essa è costituita da un solo arco, su cui sono posti due stemmi di Lecce, con due colonne per lato; nella parte superiore si erge la statua del santo protettore.


    PORTA S. MARTINO
    Questa porta è stata demolita. Non so in quale periodo storico, però....
    Se un uomo non è disposto a correre qualche rischio per le sue idee, o le sue idee non valgono nulla o non vale niente lui.

 

 
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