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    Predefinito Grande Russia / Volodja esige rispetto

    Venerdì 23 Dicembre 2005, 17.44 48

    Gas: Russia-Ucraina; Ultimatum A Kiev E Garanzie A Ue /Ansa

    (ANSA) - MOSCA, 23 DIC - Toni sempre più duri nella battaglia fra Russia e Ucraina sui prezzi del gas: il gigante energetico Gazprom oggi ha rivolto un secco ultimatum a Kiev affermando che, se non si arriverà entro fine mese a un accordo, dal primo gennaio verranno tagliati i rifornimenti. E di fronte alle minacce di internazionalizzare la vertenza, magari con il ricorso alla Corte di arbitraggio di Strasburgo, Mosca risponde con un test per assicurare l'afflusso energetico all'Ue anche senza i gasdotti del vicino.
    Il primo ministro ucraino Iuri Iekhanurov ha chiesto urgenti consultazioni con i Paesi garanti dell'accordo di non proliferazione nucleare raggiunto a Budapest nel 1994 perché facciano pressioni su Mosca in modo da facilitare un accordo alle condizioni di Kiev, cioé di un aumento estremamente graduale delle tariffe. Il testo di Budapest prevedeva la denuclearizzazione dell'Ucraina a patto di evitare "pressioni politiche ed economiche". Iekhanurov ha anche chiesto all'ente energetico nazionale Naftogaz-Ukraine di "preparare la documentazione necessaria per un ricorso alla Corte internazionale di arbitraggio di Strasburgo, se la parte russa continuerà a fare dichiarazioni irresponsabili, e specialmente se tali dichiarazioni saranno messe per iscritto".
    La Russia ha indirettamente risposto al tentativo di coinvolgere Paesi terzi nella vertenza, con una serie di test per garantire i rifornimenti di gas all'Europa senza passare per il territorio ucraino.
    Sul tavolo, al momento, ci sono alcune proposte di compromesso, nessuna delle quali sembra però gradita al nuovo corso del presidente Viktor Iushenko: pagare il gas con partecipazioni negli enti ucraini - ovviamente con particolare attenzione a quelli che controllano i gasdotti - o accettare prezzi forse non analoghi a quelli praticati ai "ricchi" occidentali, ma comunque di oltre quattro volte superiori a quanto Kiev sborsava finora, 50 dollari per 1.000 metri cubi. In futuro, forse, a fronte di un comportamento corretto, quei prezzi potrebbero venire diminuiti: resterebbero a ogni modo intorno ai 160 dollari per 1.000 metri cubi.
    Il braccio di ferro sul gas è stato innescato da un lato dalla "rivoluzione arancione" che ha portato il filo-euroatlantico Iushenko al potere, dall'altro da considerazioni di natura economica: non solo Mosca si trovava a praticare tariffe politiche a un neo-nemico, ma si vedeva anche decurtare i suoi rifornimenti all'Ovest da prelievi abusivi.
    Ha poi irritato il Cremlino la decisione europea di conferire all'Ucraina lo status di economia di mercato: "Se questo è vero - aveva sottolineato nei giorni scorsi il rappresentante presidenziale presso l'Ue. Serghei Iastrzhembski - allora si comportino come Paese a economia di mercato e paghino i prezzi internazionali". Non è stata inoltre affatto gradita dai russi la minaccia di rifarsi sull'affitto della base navale di Sebastopoli, in Crimea: quella penisola, frutto di un controverso "regalo" di Nikita Krushev alla nativa Ucraina, è peraltro da tempo rivendicata dai nazionalisti moscoviti. "Non ci sono assolutamente basi per rivedere le condizioni di permanenza della base - ha detto ieri il capo della flotta militare russa, ammiraglio Vladimir Massorin, dopo una visita in loco - che sono parte integrante degli accordi bilaterali ratificati dai due Parlamenti".
    I giornali moscoviti parlano sempre più insistentemente di ingerenze americane nella vicenda: secondo i quotidiani Kommersant e Nezavisimaia, Washington avrebbe suggerito all'amico Iushenko di non mollare. I tabloid popolari si spingono fino a vedere nell'irrigidimento ucraino le pressioni della Cia, i servizi segreti statunitensi. Ma c'é chi ammonisce il Cremlino a non inasprire troppo i termini della questione: la battaglia sul gas sta facendo il gioco di chi fomenta i sentimenti anti-russi, sostengono alcuni commentatori. Già nell'ex repubblica sorella si tengono manifestazioni contro Mosca, e in molti sottolineano che i primi a soffrire di un eventuale taglio dei rifornimenti di gas sarebbero proprio i russofoni, che vivono nelle zone più industrialmente sviluppate del Paese. (ANSA).



    ***


    Finalmente la Russia esige il rispetto che la sua civiltà le impone davanti alla mafia american-sionista e adesso il butterrato Viktor dica alla sua troja Yulia di mangiare fagioli per scaldare il popolo!
    @+

  2. #2
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    Predefinito

    Citazione Originariamente Scritto da cariddeo
    Venerdì 23 Dicembre 2005, 17.44 48

    Gas: Russia-Ucraina; Ultimatum A Kiev E Garanzie A Ue /Ansa

    (ANSA) - MOSCA, 23 DIC - Toni sempre più duri nella battaglia fra Russia e Ucraina sui prezzi del gas: il gigante energetico Gazprom oggi ha rivolto un secco ultimatum a Kiev affermando che, se non si arriverà entro fine mese a un accordo, dal primo gennaio verranno tagliati i rifornimenti. E di fronte alle minacce di internazionalizzare la vertenza, magari con il ricorso alla Corte di arbitraggio di Strasburgo, Mosca risponde con un test per assicurare l'afflusso energetico all'Ue anche senza i gasdotti del vicino.
    Il primo ministro ucraino Iuri Iekhanurov ha chiesto urgenti consultazioni con i Paesi garanti dell'accordo di non proliferazione nucleare raggiunto a Budapest nel 1994 perché facciano pressioni su Mosca in modo da facilitare un accordo alle condizioni di Kiev, cioé di un aumento estremamente graduale delle tariffe. Il testo di Budapest prevedeva la denuclearizzazione dell'Ucraina a patto di evitare "pressioni politiche ed economiche". Iekhanurov ha anche chiesto all'ente energetico nazionale Naftogaz-Ukraine di "preparare la documentazione necessaria per un ricorso alla Corte internazionale di arbitraggio di Strasburgo, se la parte russa continuerà a fare dichiarazioni irresponsabili, e specialmente se tali dichiarazioni saranno messe per iscritto".
    La Russia ha indirettamente risposto al tentativo di coinvolgere Paesi terzi nella vertenza, con una serie di test per garantire i rifornimenti di gas all'Europa senza passare per il territorio ucraino.
    Sul tavolo, al momento, ci sono alcune proposte di compromesso, nessuna delle quali sembra però gradita al nuovo corso del presidente Viktor Iushenko: pagare il gas con partecipazioni negli enti ucraini - ovviamente con particolare attenzione a quelli che controllano i gasdotti - o accettare prezzi forse non analoghi a quelli praticati ai "ricchi" occidentali, ma comunque di oltre quattro volte superiori a quanto Kiev sborsava finora, 50 dollari per 1.000 metri cubi. In futuro, forse, a fronte di un comportamento corretto, quei prezzi potrebbero venire diminuiti: resterebbero a ogni modo intorno ai 160 dollari per 1.000 metri cubi.
    Il braccio di ferro sul gas è stato innescato da un lato dalla "rivoluzione arancione" che ha portato il filo-euroatlantico Iushenko al potere, dall'altro da considerazioni di natura economica: non solo Mosca si trovava a praticare tariffe politiche a un neo-nemico, ma si vedeva anche decurtare i suoi rifornimenti all'Ovest da prelievi abusivi.
    Ha poi irritato il Cremlino la decisione europea di conferire all'Ucraina lo status di economia di mercato: "Se questo è vero - aveva sottolineato nei giorni scorsi il rappresentante presidenziale presso l'Ue. Serghei Iastrzhembski - allora si comportino come Paese a economia di mercato e paghino i prezzi internazionali". Non è stata inoltre affatto gradita dai russi la minaccia di rifarsi sull'affitto della base navale di Sebastopoli, in Crimea: quella penisola, frutto di un controverso "regalo" di Nikita Krushev alla nativa Ucraina, è peraltro da tempo rivendicata dai nazionalisti moscoviti. "Non ci sono assolutamente basi per rivedere le condizioni di permanenza della base - ha detto ieri il capo della flotta militare russa, ammiraglio Vladimir Massorin, dopo una visita in loco - che sono parte integrante degli accordi bilaterali ratificati dai due Parlamenti".
    I giornali moscoviti parlano sempre più insistentemente di ingerenze americane nella vicenda: secondo i quotidiani Kommersant e Nezavisimaia, Washington avrebbe suggerito all'amico Iushenko di non mollare. I tabloid popolari si spingono fino a vedere nell'irrigidimento ucraino le pressioni della Cia, i servizi segreti statunitensi. Ma c'é chi ammonisce il Cremlino a non inasprire troppo i termini della questione: la battaglia sul gas sta facendo il gioco di chi fomenta i sentimenti anti-russi, sostengono alcuni commentatori. Già nell'ex repubblica sorella si tengono manifestazioni contro Mosca, e in molti sottolineano che i primi a soffrire di un eventuale taglio dei rifornimenti di gas sarebbero proprio i russofoni, che vivono nelle zone più industrialmente sviluppate del Paese. (ANSA).



    ***


    Finalmente la Russia esige il rispetto che la sua civiltà le impone davanti alla mafia american-sionista e adesso il butterrato Viktor dica alla sua troja Yulia di mangiare fagioli per scaldare il popolo!
    @+

    La civiltà slavo-orientale è nata a Kyiv, non a Moskva. Se Kyiv potesse far valere la sua civiltà, molti ad est dovrebbero calarsi le braghe.

  3. #3
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    Citazione Originariamente Scritto da cariddeo
    Finalmente la Russia esige il rispetto che la sua civiltà le impone davanti alla mafia american-sionista e adesso il butterrato Viktor dica alla sua troja Yulia di mangiare fagioli per scaldare il popolo!
    @+
    Oppure chiedano agli ameri-cani di fare un gasdotto dall' Alaska all' Ucraina, ma passando per la Cina e i paesi della Csi con governi quisling anti-russi...

  4. #4
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    Faccio notare che la Bielorussia, paga non i 50 dollari per 1000 mq che paga ora l'Ucraina, ma ne paga 46 ( bastava sentire qualche tg russo o non foderarsi gli occhi di prosciutto). Anche la Turchia paga grosso modo quella cifra. Dunque chiederne 160 circa ora all'Ucraina non mi sembra che sia proprio uno scherzo.

  5. #5
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    Citazione Originariamente Scritto da Zmajèek
    Faccio notare che la Bielorussia, paga non i 50 dollari per 1000 mq che paga ora l'Ucraina, ma ne paga 46 ( bastava sentire qualche tg russo o non foderarsi gli occhi di prosciutto). Anche la Turchia paga grosso modo quella cifra. Dunque chiederne 160 circa ora all'Ucraina non mi sembra che sia proprio uno scherzo.
    L' hanno voluta la bicicletta ammerecana?

  6. #6
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    Sono gli italiani che hanno beneficiato del piano Marshall, non certo gli ucraini.
    E' l'Italia che appartiene alla NATO e ha le basi americane sul suo suolo. Non l'Ucraina.
    L'Italia è dagli anni '50 che usa la bicicletta americana. Adesso si è rotta e gli italiani non trovano i pezzi di ricambio.
    Ci penserei un po' prima di dire che gli ucraini sono i servi degli americani ( o sottointenderlo )

  7. #7
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    Citazione Originariamente Scritto da Zmajèek
    Sono gli italiani che hanno beneficiato del piano Marshall, non certo gli ucraini.
    E' l'Italia che appartiene alla NATO e ha le basi americane sul suo suolo. Non l'Ucraina.
    L'Italia è dagli anni '50 che usa la bicicletta americana. Adesso si è rotta e gli italiani non trovano i pezzi di ricambio.
    Ci penserei un po' prima di dire che gli ucraini sono i servi degli americani ( o sottointenderlo )
    E infatti chi ha mai negato che da sessant' anni a questa parte questo sia un paese a sovranità limitata?!

    Gli ucraini hanno deciso di seguire il fulgido esempio dell' Italia, della Polonia e dei paesi balcanici (Serbia esclusa) perseguendo una linea di "interesse nazionale" (sic) col placet angloamericano anzichè una politica di integrazione della Russia in una grande Europa (da Lisbona a Vladivostock, come diceva qualcuno...). Adesso è giunto il momento di dimostrare che la fedeltà atlantica ha la precedenza su tutto. E del resto, la "rivoluzione (sic) arancione" è ormai l' ideale di tutti i popoli oppressi, dal Libano alla Georgia, dal Manzanarre al Reno. Mica vorranno gettare la spugna alla prima difficoltà?! Le coscienze di tutti i sinceri democratici fremerebbero di sdegno...

  8. #8
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    Citazione Originariamente Scritto da C@scio
    E infatti chi ha mai negato che da sessant' anni a questa parte questo sia un paese a sovranità limitata?!

    Gli ucraini hanno deciso di seguire il fulgido esempio dell' Italia, della Polonia e dei paesi balcanici (Serbia esclusa) perseguendo una linea di "interesse nazionale" (sic) col placet angloamericano anzichè una politica di integrazione della Russia in una grande Europa (da Lisbona a Vladivostock, come diceva qualcuno...). Adesso è giunto il momento di dimostrare che la fedeltà atlantica ha la precedenza su tutto. E del resto, la "rivoluzione (sic) arancione" è ormai l' ideale di tutti i popoli oppressi, dal Libano alla Georgia, dal Manzanarre al Reno. Mica vorranno gettare la spugna alla prima difficoltà?! Le coscienze di tutti i sinceri democratici fremerebbero di sdegno...
    Sono d'accordo con te su questo, e tu sarai d'accordo con me che non ha senso lasciare al freddo metà ucraina solo perchè i politici di turno sono filo-americani. Altrimenti l'Italia dovrebbe essere al freddo e al buio dagli anni '50.
    Da parte mia preferirei una dirigenza ucraina, chiusa nei confronti delle moine americane, rispettose della grande tradizione piccolo russa e pure nuclearista, in modo che non abbiano bisogno del gas di nessuno.

  9. #9
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    Citazione Originariamente Scritto da Zmajèek
    Sono d'accordo con te su questo, e tu sarai d'accordo con me che non ha senso lasciare al freddo metà ucraina solo perchè i politici di turno sono filo-americani. Altrimenti l'Italia dovrebbe essere al freddo e al buio dagli anni '50.
    Da parte mia preferirei una dirigenza ucraina, chiusa nei confronti delle moine americane, rispettose della grande tradizione piccolo russa e pure nuclearista, in modo che non abbiano bisogno del gas di nessuno.
    Quoto, pur con molte perplessità sul nucleare che proprio in Ucraina ha già avuto modo di mostrare i suoi limiti. Ad ogni modo mi pare evidente la dabbenaggine di Iushenko, che pur di ingraziarsi i padroni del vapore euroatlantico ha passato mesi a denigrare la Russia e il suo governo: una reazione doveva ben aspettarsela, dal momento che quello russo è ancora un popolo orgoglioso nonostante le vicissitudini recenti. Del resto è probabile che i primi a spaccar legna per la stufa saranno i minatori che gli avevano votato contro alle elezioni...

  10. #10
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    Citazione Originariamente Scritto da Zmajèek
    La civiltà slavo-orientale è nata a Kyiv, non a Moskva. Se Kyiv potesse far valere la sua civiltà, molti ad est dovrebbero calarsi le braghe.

    AHAHAHAHAH!!!
    Buona questa!
    Quella di Kiev era la Rus', era Russia e non ha niente a che vedere con quell'accozzaglia di slavi polacchizzati e imbastarditi che chiamiamo oggi Ucraina (che poi altro non vuol dire che "terra di confine").
    A parte che la Russia di Kiev, anche se aveva Kiev come capitale, condivideva la maggior parte del suo territorio con l'attuale Federazione Russa, perché il suo territorio si estendeva verso nord, molto più che verso il Mar Nero.
    Ma a parte questo resta la questione della legittimità dell'esistenza di uno stato ucraino e di un'identità ucraina.
    L'Ucraina ha meno ragioni di esistere della Padania (che almeno ha un precedente nella Gallia Cisalpina di età preaugustea e una base linguistica più seria), infatti prima della siddoluzione dell'U.R.S.S. non è mai esistito nella storia uno stato ucraino. L'Ucraina è in pratica un'invenzione degli ambienti antirussi ottocenteschi che volevano attribuire un'identità nazionale ai territori che a suo tempo erano stati riconquistati ai polacchi e che, ovviamente, avevano delle varianti dialettali locali della lingua russa, varianti che si erano vieppiù distinte grazie ai secoli di separazione e sottomissione ai lituani e ai polacchi, ma che rimanevano appunto null'altro che dialetti.
    Di fatto l'Ucraina non è 1) né un'entità storica, o, meglio, lo è da una quindicina d'anni;
    2) né etnico-razziale :non esiste una razza ucraina, ma solo una razza baltica mesocefala che, via via che si scende verso il Mar Nero, si scurisce e tende alla dolicocefalia;
    3) né religiosa: ci sono infatti cattolici di rito romano, cattolici uniati, gli uni e gli altri risultato della politica coloniale di assimilazione dei polacchi e ortodossi, divisi questi ultimi fra una stragrande maggioranza legata al patriarcato di Mosca e quattro gatti affiliati alla chiesa autocefala di Kiev, nayta artificialmente in ossequio al nazionalismo ucraino, ma mai radicatasi;
    4) né linguistica. E non solo perché vi si parla in alcune zone il cosiddetto "ucraino" e in altre il russo, ma anche e soprattutto perché la "lingua ucraina" in realtà non esiste: è un'invenzione dei filologi nazionalisti ottocenteschi che hanno preso un po' di dialetti locali, hanno stabilito arbitrariamente che costituivano un insieme relativamente omogeneo e distinto dai dialetti cosiddetti "grandi russi", hanno creato a tavolino una lingua che si basava su alcuni di questi dialetti, l'hanno imposta come standard ed hanno brindato alla meravigliosa nascita della "lingua ucraina". I grandi scrittori, ucraini, bielorussi o grandi russi che fossero hanno continuato però a scrivere nell'unica lingua russa, che tra l'altro è l'erede più diretta dell'antico slavo ecclesiastico, perché ne riprende moltissimi elementi integrandoli con la lingua viva degli slavi orientali, così come Alessandro Manzoni non ha mai pensato di scrivere in milanese (pardon, in padano!) e Porta l'ha fatto, ben consapevole però di scrivere in vernacolo.
    Chiaramente, quando è nato lo stato ucraino, si è pensato bene di recuperare questa strana creatura linguistica e farla diventare, molto artificialmente, lingua ufficiale della novella nazione. Però, mentre gli ucraini dell'ovest parlano abitualmente "ucraino", o meglio, parlano il dialetto dei propri nonni, magari un po' influenzato dalla lingua standardizzata della televisione, quelli dell'est, anche quando si considerano altrettanto e pienamente ucraini, l'"ucraino" lo parlano poco e male, a volte per nulla, mentre hanno per lingua materna, usano, in famiglia e con gli amici, per scrivere e per ogni altra attività, la lingua russa.

    Queste cose, sia chiaro, non le scrivo per te, che sicuramente le sai meglio di me, ma vuoi mistificare deliberatamente per motivi ideologici, ma per i camerati, i quali potrebbero essere indotti a darti un qualche credito ed è bene invece che un altro camerata più informato in merito spieghi loro un po' come stanno le cose.

 

 
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