Bologna, arrestati perché sospettati di preparare un attentato alla basilica
San Petronio, se quattro marocchini entrano in chiesa
Annibale Paloscia
Quattro operai marocchini e uno storico dell’arte pado vano in visita alla Basilica di San Petronio, «armati» di una videocamera, sono stati ferma ti dai carabinieri che da mesi perse verano nel considerare potenziali terroristi tutti gli islamici che sosta no davanti all’affresco di Giovanni da Modena raffigurante Maometto all’Inferno. I carabinieri hanno fama di essere “capetoste” e se prendono una fissa vogliono aver ragione ad ogni costo. Dunque, quell’affresco deve essere per forza un obiettivo del terrorismo islamico. A giugno i carabinieri di Bologna annunciaro no trionfalmente di aver scoperto un piano architettato da dieci isla mici (marocchini e tunisini) contro San Petronio, per cancellare la ver gogna di quel dipinto blasfemo. Por tarono come prove delle intercetta zioni telefoniche, ma il Pm Massimo Meroni non le ritenne convincenti e, per disinnescare l’allarme susci tato nell’opinione pubblica dai tito li dei giornali, dichiarò onestamen te che la notizia era «una bufala».
Versione ufficiale
Il precedente raccomanda d’es sere cauti nel valutare l’attendibilità della nuova storia di complotti isla mici contro San Petronio. La versio ne ufficiale non dice quale sospetto abbia indotto i carabinieri a fermare i quattro marocchini guidati dallo storico dell’arte. Non sappiamo se sia stata emanata dal comando generale dei carabinieri o dai servizi segreti una direttiva che ordina di considerare come potenziali terro risti tutti gli islamici che visitano le chiese cristiane. Sarebbe una misu ra grave e arbitraria, di nessuna effi cacia nella lotta contro il terrorismo, ma capace di dare una sponda ai peggiori istinti di intolleranza. Met tiamo che i carabinieri si siano appostati vicino all’affresco del Maometto all’Inferno per cogliere le reazioni dei musulmani e abbiano sentito qualche commento pesan te. Non sarebbe strano che un cre dente islamico vedendo il suo profe ta tra i dannati dia sfogo a qualche bestemmia del tipo: «Ve la farà vede re zio Bin a voi che offendete Mao metto!». Il sospetto di terrorismo su ogni islamico che evoca Bin Laden avvalora il pregiudizio e non ha alcun fondamento investigativo. Sempre la versione ufficiale rac conta che dalle registrazioni sono re della videocamera risultano fra si di questo tipo dette in lingua ber bera: «Sai che cosa ha detto l’idolo: se non lo tirano via butterà giù tut to. Quello che fa Bin Laden è quello che ci vuole in questo momento». Per i carabinieri e per il Pm Paolo Giovagnoli sono «frasi che mettono paura». Nel filmato ci sono anche immagini delle torri e di altre chie se di Bologna. Uno dei marocchini dice: «Guarda cosa pregano, Allah lo butti giù, andrà tutto giù». Men tre fa le riprese il gruppetto è inqua drato dalla telecamera di un “turi sta” (chissà se era un carabiniere in borghese?). Uno dei marocchini dice: «Andiamo via se no ci scopro no». Queste frasi motivano l’accusa di associazione sovversiva a fini di terrorismo.
Qualcosa non torna
Perché i quattro marocchini avrebbero dovuto aver timore di essere scoperti? Sono tutti incensu rati (come lo storico dell’arte che era con loro) e in possesso di un regola re permesso di soggiorno e di un contratto di lavoro. Nelle tasche non avevano armi né documenti com promettenti. C’è qualcosa che non torna nelle notizie date alla stampa. Le chiese sono piene di turisti «armati» di videocamere. Le frasi che fanno riferimento a Bin Laden sembrano molto ingenue. Magari uno dei marocchini davanti alla videocamera ha voluto fare lo smar giasso facendo un po’ di tifo per «zio Bin», l’uomo della provvidenza che sistemerà anche la questione del l’affresco blasfemo. I nostri organi investigativi fac ciano bene il loro mestiere, facciano indagini e tutto quello che serve per arrestare i terroristi di ogni bandie ra, ma non ci vengano a raccontare che uno che dice: «A’ da veni’ Bin Laden» è un pericoloso sovversivo. E’ uno che non fa paura a nessuno. I veri terroristi parlano poco, hanno covi pieni di esplosivi e di armi, cir colano con documenti falsi e con molto denaro, quando parlano al telefono non dicono mai nulla di compromettente. Figuriamoci se rendono noti i loro piani parlando davanti alla videocamera in mezzo alla folla di turisti in visita ad una basilica!
Invece di considerare quell’affre sco come una trappola acchiappa terroristi e di impiegare tanti carabi nieri per sorvegliarlo, si farebbe una cosa più civile dotandolo di una bacheca che ne spieghi l’origine, in modo che i musulmani se la ridano scoprendo come erano fanatici e ignoranti i cristiani ai tempi di Dan te. Il sommo poeta mise Maometto all’Inferno tra gli scismatici semina tori di discordie perché lui stesso fu vittima di una versione completa mente falsa della vita del profeta dell’Islam messa in circolazione dalle autorità ecclesiastiche. Secon do gli storici cristiani medioevali Maometto era stato un prete cattoli co ed era diventato un cardinale aspirante al papato, poi, deluso dal l’insuccesso della sua aspirazione, si era messo contro la Chiesa di Roma. Il pittore dell’affresco prestò fede all’autorità di Dante. E, dunque, di che cosa può essere accusata quel l’opera se non di essere frutto dell’i gnoranza? E non farebbe bene la Chiesa a dirlo a tanti fedeli ingenui cristiani o islamici, invece di tenere quell’affresco sotto la protezione dei carabinieri, che è sempre un rischio?
Liberazione 21 agosto 2002
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